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martedì 31 dicembre 2013

DISCORSO DI SUA SANTITA' GIOVANNI PAOLO II AI MEMBRI DEL CONSIGLIO GENERALE DELL'ORDINE FRANCESCANO SECOLARE - LUNEDI', 27 SETTEMBRE 1982.





DISCORSO SUA SANTITA' GIOVANNI PAOLO II 
AI MEMBRI DEL CONSIGLIO GENERALE 
DELL'ORDINE FRANCESCANO SECOLARE 
Lunedì, 27 settembre 1982


Carissimi fratelli e sorelle. 
1. Porgo il mio cordiale benvenuto a voi, membri del Consiglio Generale dell’Ordine Francescano Secolare, riunito in Assemblea qui a Roma, ed a voi, partecipanti tutti al Congresso Internazionale, ed in voi, desidero estendere il mio saluto a tutti i francescani secolari, già terziari francescani, ai laici e sacerdoti del mondo intero ed ai loro Assistenti spirituali. 
So che questo incontro da voi tanto desiderato intende manifestare il vostro affetto ed attaccamento alla Sede Apostolica e chiedere una parola di orientamento e di conferma, com’è nella vostra tradizione, da quando l’umile Francesco venne dal Papa a Roma per comunicare quanto il Signore aveva cominciato a fare per mezzo suo (Tre Compagni, can. 12; Fonti Francescane, p. 1100). 
Nel corso dei secoli - da Nicolò IV, con la Bolla Supra Montem del 1289, al Papa Paolo VI, di felice memoria, che approvò la nuova Regola con il breve “Inter Spirituales Familias” - i miei predecessori hanno costantemente e benevolmente accolto questi desideri e vi hanno offerto stimoli e conferme nel vostro proposito di vita evangelica.  
Sono lieto di potervi, io pure, confermare la mia sincera stima ed il mio profondo affetto in quest’anno tanto caro a tutta la Famiglia Francescana, nel quale, commossi, ricordiamo gli 800 anni di “vita nella Chiesa” del Poverello di Assisi.  Vive ancora la sua opera: vivono il suo primo, secondo e terzo Ordine, ricchi di numerosi ed inestimabili santi, che camminarono dietro a Francesco, guidati da Maria, Madre della Chiesa e dell’Ordine, e modello incomparabile d’ogni virtù evangelica.  
2. Siete raccolti qui e vi attendete una parola beneaugurante dal Papa, successore di Pietro. Ebbene, la mia esortazione è questa:  
1) studiate; 2) amate; 3) vivete la Regola dell’Ordine Francescano Secolare, approvata per voi dal mio predecessore Paolo VI. Essa è un autentico tesoro nelle vostre mani, sintonizzata allo spirito del Concilio Vaticano II e rispondente a quanto la Chiesa attende da voi. Amate, studiate e vivete questa vostra “Regola”, perché i valori in essa contenuti sono eminentemente evangelici. Vivete questi valori in fraternità e viveteli nel mondo, nel quale, per la stessa vostra vocazione secolare, siete coinvolti e radicati. Vivete questi valori evangelici nelle vostre famiglie, trasmettendo la fede con la preghiera, l’esempio e l’educazione e vivete le esigenze evangeliche dell’amore vicendevole, della fedeltà e del rispetto alla vita (Regula, n. 17). 
Cristo, povero e Crocifisso, sia per voi, come lo fu per Francesco di Assisi, “l’ispiratore ed il centro della vita con Dio e con gli uomini” (Regula, n. 4). 
Siate innanzitutto testimoni del Padre e del suo disegno di amore per gli uomini e “fate della preghiera e della contemplazione l’anima del vostro essere e del vostro operare” (Ivi. n. 8). “La Chiesa ha bisogno di voi per fare sì che il mondo possa riscoprire il primato dei valori spirituali” (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III,1 [1980] 945). La vostra presenza porti dappertutto un messaggio ricco di gioia, di letizia e di fede profonda, di concordia e di pace: sarete così annunciatori di Cristo e del Regno di Dio con la vita e con la parola. 
3. Avete scelto come tema del vostro Congresso: “Francesco segno di speranza”. Nella mia recente lettera “Radiabat velut stella”, indirizzata ai Ministri Generali degli Ordini Francescani, ho rievocato i fondamenti della gioia, della libertà, della speranza in Francesco di Assisi: approfondite questi fondamenti ed i segni dello Spirito nella vita della Chiesa e sarete voi stessi un segno di speranza nel mondo attuale. 
Accanto poi ai valori evangelici, ma pur insiti in essi, emergono dalla medesima Regola, con caratteri incisivi, i valori umani, per i quali, voi vi assumete, come cittadini della città terrena e, nello stesso tempo, come cristiani, impegni temporali e sociali, intendendo così di essere fermento nelle realtà terrene, nelle quali vi sentite, per vocazione profonda, come in casa vostra, come in un campo proprio e nativo.  
Memori che in voi, per il battesimo, c’è un sacerdozio regale, ritenete per certo che nessuno può proibirvi l’ingresso in ogni realtà terrena, sociale, umana, essendo, proprio voi, chiamati a dare un’anima cristiana ed umana a tutte queste cose.  
Accettate poi l’invito, da me rivolto a tutti gli uomini di buona volontà, perché al lavoro umano sia riconosciuta la sua dignità che ha davanti a Dio e perché, nelle presenti gravi circostanze, sia concesso ad ogni uomo di realizzare se stesso e di poter collaborare serenamente all’opera della creazione ed al bene della società con un lavoro degno dell’uomo (cf. Giovanni Paolo II, Laborem Exercens, 24). Ciò facendo, vi porrete a servizio della promozione globale dell’uomo; vi farete promotori di giustizia, portatori di pace, memori che tutte le vie della Chiesa conducono all’uomo, redento da Cristo (cf. Giovanni Paolo II, Redemptor Hominis, 14). 
Verso quest’uomo, vostro fratello, siate umili e cortesi, ricercando sempre le vie del dialogo e della riconciliazione (cf. Regula, nn. 13 et 19; cf. etiam Nicolò IV, Supra Montem). Abbiate sempre davanti a voi l’esempio di Francesco, fratello di tutti e “uomo di frontiera”, per cui, egli non cessa di esercitare un fascino straordinario anche presso i lontani (cf. AAS 74 [1982] 580).  
4. I vostri sodalizi, infine, sono chiamati “fraternità”. Siano segno visibile della Chiesa, che è una comunità d’amore. Siano vere comunità ecclesiali, costruite sul Vangelo ed in viva ed attiva comunione con le Chiese locali e, mediante esse, con la Chiesa universale. Vivete “in piena comunione con il Papa ed i Vescovi in un dialogo aperto di creatività apostolica” (Regula, n. 6). 
Continuatori poi di quel movimento di vita evangelica, che abbracciarono i “poenitentes de Assisio”, sappiate vivere questa vostra vocazione, nel vostro ambito secolare, quali “fratelli e sorelle della penitenza” con un senso illuminato di conversione e di rinnovamento costante. 
Ed ora, per quanti hanno responsabilità specifiche nell’Ordine Francescano Secolare, auspico un’unità d’intenti ed una precisa volontà, perché possano essere animatori e guide illuminate, precedendo i fratelli nell’amore al Vangelo e nella fedeltà alla Chiesa. Vi ringrazio per quanto avete fatto fino ad ora in favore della medesima fraternità, e con voi ringrazio i Padri Ministri Generali e i Padri Assistenti che sono vostri Maestri e guide. 
A tutti imparto con gioia profonda una speciale Benedizione Apostolica, estensibile anche ai vostri familiari, congiunti ed amici.