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venerdì 8 gennaio 2016

ATTORNO ALL'ALTARE CON SAN FRANCESCO D'ASSISI - PARTE SESTA.



Lettera al Capitolo Generale 
e a tutti i Religiosi dell’Ordine 

Nel nome della somma Trinità e della santa Unità, del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. 
A tutti i reverendi e carissimi frati; al ministro generale dell’Ordine dei Minori, suo signore; agli altri ministri generali che verranno dopo di lui, e a tutti i ministri custodi e sacerdoti della medesima fraternità umili in Cristo, e a tutti i frati semplici e obbedienti, primi e ultimi: Frate Francesco, uomo dappoco e caduco, vostro piccolo servo, augura salute in Colui che ci ha redenti e lavati col suo Sangue prezioso; in Colui che voi, appena ne ascoltate il nome, dovete adorare con timore e rispetto, prostrati fino a terra: il suo nome è Signore Gesù Cristo, Figlio dell’Altissimo: che è benedetto nei secoli. Amen. 
Prego tutti voi, fratelli baciandovi i piedi con tutta la carità che posso, di manifestare tutta la riverenza e tutto l’onore che potrete al Corpo e Sangue del nostro Signore Gesù Cristo, nel quale tutte le cose, in cielo e in terra, sono rappacificate e riconciliate con l’Onnipotente Dio. 
Prego tutti voi, fratelli, baciandovi i piedi con tutta che appartengono, apparteranno e vogliono appartenere all’Altissimo, che ogni qualvolta vorranno celebrare la Messa, si rendano puri e compiano con purezza e riverenza il vero sacrificio del santissimo Corpo e del Sangue del nostro Signore Gesù Cristo, con santa e casta intenzione, non per alcuna ragione terrena, né per timore o amore di alcun uomo, quasi per piacere agli uomini. Ma tutta la volontà, per quanto aiuta la grazia dell’Onnipotente, sia diretta a lui, desiderando di piacere al solo sommo Signore, perché egli solo opera ivi, come a lui piace. Infatti, poiché il Signore medesimo dice: Fate questo in memoria di me, se alcuno facesse diversamente, diventerebbe un altro Giuda traditore; e si fa reo del Corpo e del Sangue del Signore. 
Ricordatevi, fratelli miei sacerdoti, quanto è scritto nella legge di Mosè, che chi trasgrediva anche nelle cose solo corporali, senza nessuna misericordia moriva per sentenza del Signore. Quanto maggiori e peggiori supplizi merita di soffrire chi avrà calpestato il Figlio di Dio, e avrà osato di profanare il sangue del testamento, nel quale è stato santificato, recando oltraggio allo Spirito di Grazia? 
E l’uomo disprezza veramente, profana calpesta l’Agnello di Dio quando, come dice l’Apostolo, non distinguendo e non discernendo il santo pane di Cristo da altri cibi o da opere indegne, lo mangia senza esserne degno, oppure, pur essendo in stato di grazia, se ne ciba senza riverenza e profitto; poiché il Signore dice per bocca del Profeta: Maledetto l’uomo che compie l’opera di Dio con mala fede. 
E i sacerdoti che non vogliono applicare il cuore a questo, egli li condanna dicendo: Io maledico le vostre benedizioni. 
Ascoltate, fratelli miei: se la beata Vergine Maria è onorata ( ed è giusto ), perché lo portò nel suo grembo santissimo; se il beato Giovanni Battista tremò e non osò toccare il capo di Dio; se il sepolcro, nel quale giacque per breve tempo, è venerato: quanto deve essere santo e giusto e degno chi tocca con le sue mani e prende in cuore e in bocca, e offre agli altri affinché lo ricevano, la vittima non destinata alla morte, ma alla vita eterna e alla gloria, e che gli Angeli desiderano di guardare?  
Contemplate, fratelli sacerdoti, la vostra dignità e siate santi, perché egli stesso è santo. E come sopra tutti, a cagione di questo mistero, vi ha onorati il Signore Dio, così anche voi, a causa di questo mistero, amatelo, veneratelo e onoratelo più di tutti gli altri. Grande miseria e miseranda debolezza sarebbe se avendo presente così lui stesso, vi curaste di qualsiasi altra cosa in tutto il mondo. Ogni uomo tema, tutto il mondo tremi ed esulti il cielo quando sull’altare, tra le mani del sacerdote, si trova Cristo Figlio del Dio vivo.  
O mirabile altitudine! O stupenda degnazione! 
O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, si umili così, da nascondersi per la nostra salute sotto la modesta figura del pane! 
Vedete, fratelli, l’umiltà di Dio, ed effondete davanti a lui i vostri cuori, e umiliatevi, affinché anche voi siate esaltati da lui. Quindi non conservate nulla di vostro, affinché interamente vi accolga chi dà tutto se stesso a voi. 
Inoltre ammonisco ed esorto nel Signore, che nei luoghi in cui dimorano i frati, si celebri una sola volta al giorno la Messa, secondo i riti della Santa Chiesa. Se però in quel luogo vi fossero diversi sacerdoti, sia contento, per amore della carità, l’uno di aver ascoltato la celebrazione dell’altro; perché il nostro Signore Gesù Cristo sazia gli assenti come i presenti, che sono degni di lui. E pur potendo trovarsi in più luoghi, egli rimane invisibile e non subisce nocumento, ma essendo uno e vero, opera come gli piace con Dio Padre e con lo Spirito Santo Paraclito, nei secoli dei secoli. Amen. E poiché chi è da Dio, ascolta le parole di Dio, anche noi, frati amatissimi, che siamo destinati agli spirituali uffici divini, dobbiamo soltanto ascoltare e fare quanto dice Dio, ma anche non per poter intuire l’altitudine del nostro Creatore nel cuore, e per avere una migliore comprensione di lui, dobbiamo aver cura dei tabernacoli e di tutti gli altri oggetti del culto che contengono le sue sante parole. Perciò ammonisco tutti i miei fratelli, e li esorto in Cristo, che, ovunque troveranno scritte le divine parole, le venerino, e per quanto tocca a loro, se non sono collocate bene o se giacciono abbandonate in un luogo sconveniente, le raccolgano e ripongano, onorando in quelle parole il Signore che le ha pronunciate. Molte cose, infatti, vengono consacrate dalle parole di Dio, e in virtù delle parole di Cristo si compie il Sacramento dell’altare. 

A tutti i chierici 
Sul culto del Corpo del Signore e sul decoro dell’altare 

Noi chierici dobbiamo meditare tutti il grande peccato e l’ignoranza di certuni che riguardano al Santissimo Corpo e Sangue del nostro Signore Gesù Cristo, ed ai sacratissimi nomi e alle sue parole scritte che consacrano il suo Corpo. Noi sappiamo che non può esservi il suo Corpo, se prima non è consacrato dalla parola. Niente infatti, noi abbiamo e niente vediamo corporalmente, in questo mondo, dell’Altissimo, se non il suo Corpo e il Sangue, e i nomi e le parole per cui siamo stati creati e redenti dalla morte alla vita. 
Ora tutti coloro che amministrano così i santi misteri, meditano tra sé, specialmente coloro che li amministrano senza il dovuto rispetto, quanto siano poveri i calici, i corporali e i lini in cui sono sacrificati il Corpo e il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo. Da molti è lasciato in luoghi miseri, e viene portato via miserevolmente, e indegnamente ricevuto e senza discrezione distribuito. Anche gli scritti con i suoi nomi e con le sue parole, a volte sono calpestati sotto i piedi; perché l’uomo animale non percepisce le cose di Dio. Non ci muovano a pietà tutte queste cose, mentre lo stesso pietoso Signore si abbandona alle nostre mani, e noi lo tocchiamo e lo prendiamo ogni giorno nella nostra bocca? Forse è ignoto che dobbiamo finire tra le sue mani? 
Di queste colpe, dunque, e delle altre, correggiamoci presto ed energicamente; e dovunque il Santissimo Corpo del Signore nostro Gesù Cristo è collocato e abbandonato in modo sconveniente, sia tolto di là, e riposto e ben custodito in un luogo prezioso. Così pure i nomi e le parole del Signore, ovunque si trovano in luoghi impuri, siano raccolti e riposti in un luogo onesto. E sappiamo che questo tutto lo dobbiamo soprattutto osservare, secondo i precetti del Signore e le costituzioni della santa madre Chiesa. E chi non farà questo, sappia che nel giorno del giudizio ne dovrà rendere ragione davanti al Signore nostro Gesù Cristo. E chi farà copiare questo scritto, affinché possa essere meglio osservato, sappia che egli è benedetto dal Signore. 


A tutti custodi …

Vi prego, più che se vi pregassi per me stesso, di supplicare, quando vi parrà conveniente e utile, umilmente i chierici di venerare sopra ogni altra cosa il Santissimo Corpo e Sangue del Signore Gesù Cristo, e i santi nomi e le sue parole scritte, le quali consacrano il Corpo suo. I calici, i corporali, gli ornamenti dell’altare e tutto quanto occorre per il sacrificio debbono essere tenuti come cose preziose. Se in qualche luogo il Santissimo Corpo del Signore fosse conservato troppo poveramente, sia da loro riposto, secondo la disposizione della Chiesa, in un luogo prezioso, sia custodito e portato con grande venerazione e dato agli altri con discrezione. Anche gli scritti contenenti nomi e parole di Dio, ovunque vengano trovati in luoghi indecenti, siano raccolti e collocati in un luogo decoroso. In ogni vostra predicazione, ricordate al popolo di far penitenza, e che nessuno può essere salvo, se non ricevendo il Santissimo Corpo e il Sangue del Signore. E quando dal sacerdote è immolato sull’altare e viene trasferito in qualche parte, tutta la gente, inginocchiandosi, renda lode, gloria e onore al Signore Dio vivo e vero. 
Riguardo alla lode, insegnate e predicate che ad ogni ora e al sonare delle campane sempre da tutto il popolo siano rese lodi e grazie all’Onnipotente Dio per tutta la terra. 


Ai governanti dei popoli 

A tutti i podestà e consoli, ai giudici e ai rettori ovunque sulla terra,e a tutti gli altri ai quali giungerà questa lettera, fra Francesco, vostro piccolo e spregevole servo del Signore, augura a voi tutti salute e pace. 
Vi consiglio, signori miei, caldamente, a lasciare in disparte ogni cura e preoccupazione, e a ricevere di buona volontà il Santissimo Corpo e il Santissimo Sangue del Signore nostro Gesù Cristo in sua santa memoria. In risposta all’onore che è stato conferito a voi dal popolo, questo onore dovete conferire al Signore: ogni sera dovete ricordare per mezzo di un messaggero, o con qualche altro segno, che tutto il popolo deve rendere lode grazie all’Onnipotente Signore Dio. E se non farete questo, sappiate che dovrete renderne ragione nel giorno del giudizio davanti al Signore, vostro Dio, Gesù Cristo. Coloro che terranno presso di sé questo scritto e lo osserveranno, sappiano di essere benedetti dal Signore Dio. 


FONTE: Luciano Canonici - Francescano, 
Attorno all’altare con San Francesco d’Assisi. 
Edizioni FIAMMA NOVA ROMA 1968. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano