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martedì 9 agosto 2022

IL PATRIARCA DEI CERTOSINI SAN BRUNO PARTE TERZA - terza

 IL PATRIARCA DEI CERTOSINI

SAN BRUNO 

PARTE TERZA - terza

 


In tale prospettiva si risolverebbe un certo numero di difficoltà che, dopo otto secoli di unanime consenso, tale o altro critico ha creduto di dover opporre all’autenticità dei due Commenti. Così, per non addurre che questo esempio, nel confrontare le due opere bisognerebbe tener conto del fatto che Bruno aveva meditato, ruminato quei testi per una cinquantina d’anni; che ha potuto introdurre qua e la nelle sue cognizioni qualche allusione molto chiaramente determinata quanto al tempo, senza che detta determinazione risolva la questione del tempo in cui venne redatto l’insieme del Commento: tale l’allusione a San Nicola nel Commento del Salterio…. In ogni modo i due Commenti al presente sono oggetto d’uno studio critico molto severo da parte del V. P. Don Anselmo Stoelen; basta attendere i risultati di detto studio. 

Nella peggior ipotesi, vale a dire anche se l’esame concludesse contro l’autenticità dei due Commenti, il profilo spirituale che cerchiamo di tracciare non ne discapiterebbe molto: rimarrebbe vero che, secondo l’espressione di un Titolo Funebre, Bruno fu : << In Psalterio et coeteris scientiis luculentissimus… >> Un valente commentatore del Salterio ed un Dotto >>. 

Per un lettore moderno l’interesse del Commento dei Salmi è discutibile e, di fatto, è discusso. Se don Rivet nella Histoire Littérarie de la France affermava nel XVIII secolo: << Chiunque si prenda pena di leggere con un po’ d’attenzione detto Commento converrà che sarebbe assai difficile trovare uno scritto di tal genere che sia ad un tempo più solido e più luminoso, più conciso e più chiaro >>, l’autore di - Aux sources de la vie cartusienne - mostrasi più riservato: << Il Commento… dei Salmi è scritto in uno stile molto secco; la sua aridità ne rende difficile la lettura; inoltre è appesantito da interpretazioni che non sono più conformi al gusto del nostro tempo… >>. 

Forse è prudente starsene a mezza strada tra l’elogio e la riserva surriferiti. Non si può negare che oggidì nessun lettore cercherà nel Commento dei Salmi un godimento da letterato o anche un appagamento di devozione. Ma a chi avesse il coraggio di superare detta aridità il Commento di Bruno potrebbe ancora offrire dei << pensieri >> atti a stimolare la sua contemplazione ed il suo amore per Iddio. 

Eccone alcuni esempi: << Beati qui scrutantur testimonia eius: in toto corde exquirunt eum: cercano Dio dedicandosi alla contemplazione, e ciò con tutto il proprio cuore, coloro che, avendo messo da parte ogni sollecitudine per i beni di questo mondo, aspirano a Dio solo mediante la contemplazione, cercano e desiderano lui solo con tutto l’affetto del proprio cuore; cercano con tutto il loro amore i più reconditi segreti della sua Divinità. Ps, CXVIII >>.

<< Et benedicam Nomini tuo in saeculum et in saeculum saeculi: Ti loderò contemplando il tuo Nome che è il Signore; ti benedirò con una benedizione che durerà nei secoli dei secoli, cioè ti loderò mediante la lode della vita contemplativa, vita che durerà in questo secolo ed in quello futuro, conforme al detto evangelico: -- Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta -- La vita attiva solo quanto questo secolo. Ps, CXLIV  >>. << In meditatione mea exardescet ignis : Nella mia meditazione, l’amore che già possedevo ha cominciato a crescere sempre più, a somiglianza di fuoco che divampa. Ps, XXXVIII >>.

Commenti simili, esaltanti la vita contemplativa e la sua profonda gioia non mancano. Eccone altri:

<< O giusti, esultate nella gioia; e per questo cantate a Dio, vale a dire lodatelo nella contemplazione. Applicatevi alla vita contemplativa la quale consiste nell’attendere alla preghiera e alla meditazione dei Divini Misteri, lasciando da parte tutto ciò che è terreno. Ps, LXVII >>. << Jubilate Deo… Lodate Dio nell’intimo gaudio dello spirito, gaudio che né a parole né per iscritto può compiutamente esprimersi, vale a dire lodatelo con intensa devozione. Ps, LXV >>.

La predilezione di Bruno per il Salterio -- non dimentichiamo che alcuni dei testi Delfinato ed in Calabria , ma che la sua preferenza per il Salterio risale al tempo trascorso a Reims sì da essere considerato dai suoi allievi uno << specialista >> per quel che riguarda i Salmi -- pioggia, se si sta a quanto è detto nello stesso prologo del Commento, sul fatto che il Salterio è il libro per eccellenza della lode Divina: << Il Salterio risuona tutt’intero delle cose superne, cioè della lode di Dio. Molteplice è l’intenzione di tale opera… ma ogni argomento toccato vien presa in considerazione la lode di Dio…  A ragione detto libro dagli Ebrei vien chiamato libro degli Inni, cioè delle lodi di Dio >>. Orbene, secondo il parere di Bruno, il grande artefice della lode di Dio è Cristo: l’Incarnazione, la Vita, la Morte e la Risurrezione di Cristo:

<< Il titolo del Salmo LIV: In finem, in carminibus, intellectus ipsi David - lo si può così esporre: il senso di codesto salmo può essere applicato allo stesso Davide, vale a dire a Cristo perseverante in carminibus, cioè nella lode. Cristo loda Dio intenzionalmente, a voce e con l’azione; non desistendo dalla lode neppure nella sua Passione, nella quale in particolar modo Dio va lodato. In Carminibus: Egli persevera nella lode fino alla perfetta eternità; vi persevera sia nella prosperità che nell’avversità fino a che Dio lo adduca all’immortalità del tutto perfetta. Ps, LIV >>.

Detta lode essenziale di Cristo è prolungata quaggiù dalla Chiesa essa ne ha la responsabiltà ed il compito, ed adempie tale missione principalmente mediante le anime contemplative.

Commentando il salmo CXLVII, Lauda Jerusalem Dominum, Bruno scrive: << Tu, o Chiesa, loda il Signore, il Padre, con quello sguardo che Lo considera come Signore; loda sì da essere veramente Gerusalemme, vale a dire pacificata…; detta pace è per il Signore una grandissima lode. LodaLo inoltre considerandolo come tuo Dio e Creatore; loda sì da esser veramente Sion, vale a dire contemplante le cose celesti, la quale contemplazione è per Iddio una lode in cui grandemente egli si diletta. Ripeto, loda il Signore, tuo Dio >>.

Cristo, il Cristo storico, il Cristo mistico, la Chiesa: questo è il cuore di detto Commento dei Salmi. Già da lungo tempo codesta citazione di capitale importanza è stata notata dai conoscitori dell’opera di Bruno. Nel 1749 don Rivet scriveva: << San Bruno da per tutto nella sua opera mostra Gesù Cristo ed i suoi membri, Gesù Cristo è la sua Chiesa >>.

Qualora, come ne siamo convinti, i lavori critici in corso concludano in favore dell’autenticità del Commento dei Salmi, l’apporto, sebbene non essenziale, come si è detto, sarebbe nondimeno di grande interesse per l’esatta conoscenza dell’anima di Bruno. Se i citati testi risalgono al temp della dimora di Bruno a Reims, essi mostrano nell’anima di lui professore, gran maestro delle scuole una tendenza favorevole alla contemplazione, se non alla vita contemplativa. Se invece bisogna riservarli per il periodo di tempo trascorso nel Delfinato od in Calabria, essi aggiungono alle due lettere di Bruno una nota Cristologica ed ecclesiale preziosissima; pongono in modo assai chiaro la vita contemplativa nell’esistenza e l’azione della Chiesa.

Andrè Ravier


Continua..


LAUS DEO


Francesco di Santa Maria di Gesù

Terziario Francescano