Quando Bruno, Pietro e Lamberto giungevano da Roberto era da poco stata donata all'abbazia una località chiamata Sèche-Fontanie, e non era utilizzata. Trovavasi a circa 8 chilometri dal monastero: abbastanza lontana da poter i suoi abitatori sentirsi ben distinti dai Benedettini di Molesmes e abbastanza vicina da facilitare la relazione con l'abbazia e soprattutto col suo santo abate. La foresta poi di Fiel che circondava Sèche-Fontanie non offriva foorse grande possibilità di condurvi vita eremitica? Eremiti o gruppi di eremiti già si erano rifugiati in più punti di essa.
A Sèche-Fontanie quindi, col consenso di Roberto, Bruno prendeva dimora coi compagni, conducendovi vita eremitica: ivi << heremitice vixerant >>, dice une delle due Carte di Molesmes che riferiscono gli inizi di Sèche-Fontanie. Quanto Tempo durò detta fase della vita di Bruno? Al massimo tre anni, al minimo un anno, secondo quando avvenne la partenza di Reims. In ogni ipotesi un tempo abbastanza lungo da permettere ad altri discepoli di raggiungerli ed anche alle relazioni spirituali e temporali con l'abbazia di Molesmes di presentarsi ad essi in un modo nuovo. Difatti, Molesmes si sviluppa sia l'abbazia , così bene governata da Roberto, attragga gli eremiti che han preso dimora nelle foreste circostanti e ne provochi l'aggregazione a se stessa, sia che per accogliere le numerose vocazioni fondi nuovi priorati nelle vicinanze.
Inevitabile sarebbe giunto il giorno in cui Molesmes con lo stesso suo modo di crescenza avrebbe posto agli eremiti di Sèche-Fontanie la scelta tra la vita cenobitica, mediante il loro congiungimento con l'abbazia, e la vita eremitica. Difatti, l'opzione non tardò ad essere posta, e gli eremiti, ai quali si erano uniti alcuni discepoli, non si trovarono d'accordo sulla risoluzione da prendere. Pietro e Lamberto scelsero Molesmes; essi rimasero nel territorio di Sèche-Fontanie ove costruirono, sul modello del priorato benedettino, una chiesa, che sarà solennemente consacrata dal vescovo di Langres nel 1086, ed altri edifici per la vita di comunità.
Risoluzione libera, saggia, presa seguendo gl'impulsi dello Spirito Santo, e conforme a tante evoluzioni di quel tempo. Il passaggio dall'eremitismo al cenobitismo, come del resto il movimento inverso, non era cosa rara in quel tempo. Ma Bruno ha in sé un altro ideale di vita religiosa: lo Spirito di Dio lo spinge verso il << deserto >>; sceglie quindi l'eremo. Ed eccolo che, certamente con alcuni compagni, lascia Sèche-Fontanie e va in cerca di un luogo adatto all'attuazione del suo disegno. Detta separazione si fece nella verità e nella carità. Roberto e Bruno non cessarono di serbare l'uno per l'altro una profonda stima. Dopo la morte di Bruno in Calabria il rollifero passerà per l'abbazia di Molesmes che tributerà al già eremita di Sèche-Fontanie un caloroso elogio; nel Titolo Funebre che stenderanno per lui (n. 40) i monaci neri chiameranno Bruno: << familiarissimus noster >>, << nostro grandissimo amico >>. E forse non è vietato di scorgere dietro quel superlativo la mano stessa di Roberto: difatti questi, che nel 1098 avevano lasciato Molesmes e fondato Citeaux, nel 1099 aveva fatto ritorno a Molesmes, ove doveva rimanere fino alla morte che avvenne nel 1110 o 1111.
Nel 1111, anno della morte di Bruno, trovavasi dunque lì allorché veniva affidato al rotolo funebre l'attestato dell grandissima amicizia dell'abbazia di Molesmes per Bruno... Checché ne sia, la nuova partenza di Brunoi, la partenza da Sèche-Fontanie, illumina in modo singolare per noi la sua vocazione: monaco, egli non è fatto per la vita cenobitica, vuole la solitudine, il << Mònos sun Mòno >>, la solitudine con Dio: ecco quel è il vero appello dello Spirito Santo che si fa udire nella sua anima e nella sua vita. Egli riprese quindi il cammino verso sud, dirigendosi alla volta di Grenoble e delle Alpi, a più di 300 chilometri da Molesmes. Si ignorano le ragioni di tale scelta. L'unica cosa che verosimilmente possa affermarsi e che Ugo, vescovo di Grenoble, e Bruno senza essersi mai incontrati si conoscevano e si stimavano. Ugo era stato a fianco di Ugo de Die, Legato del Papa al Concilio di Lione, ove venne giudicato e deposto Manasse, arcivescovo di Reims, al principio del 1080; ed il nome di Bruno dové esser assai sovente pronunziato in presenza del giovane vescovo di Grenoble.
D'altro canto Bruno, che attentamente seguiva tutto ciò che concerneva l'azione del Legato Ugo de Die, doveva aver sentito parlare di Ugo di Grenoble, della lotta coraggiosa del giovane vescovo ingaggiata in diocesi per riformarla secondo gli intenti di Gregorio VII e del suo Legato. Con la sua abituale concisione Guico ci dà la vera ragione che spinse Bruno a cercare un luogo eremitico nelle foreste del Delfinato: << suavi sanctae conversationis eius odore trahente, ad virum sanctum (Hugonem) venerunt (Bruno et socii eius )... Attratti dalla sua fama di santità, Bruno ed i suoi sei compagni si recarono dal piissimo vescovo di Grenoble >>. Ai primi di giugno del 1084 Bruno ed i suoi sei compagni giungevano a Grenoble. Una meravigliosa e misteriosa avventura cominciava per essi...
Andrè Ravier
LAUS DEO
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano