Visualizzazioni totali

mercoledì 28 dicembre 2011

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Parte Terza .



Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù
Devozione portata a Sortino ( SR )
da Padre Eugenio Scamporlino Cappuccino , 1868-70 .
 
IL SEVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO E NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

PARTE TERZA

“ LOTTE SILENZIOSE “

Dopo essere stata trascinata dalla correnti delle passioni , l’anima di Vincenzino provava aneliti di virtù e di perfezione . I sogni , che prima l’avevano allettato tanto , sembravano dileguarsi senza ritorni . Solo l’ideale delle virtù e della Santità cominciò ad esercitare su di lui un fascino misterioso , ma come afferrarlo se si svolse nel segreto del suo cuore ? Vincenzino ne fece un cenno in seguito in una lettera diretta al padre Nicolò . Sulle lotte , sulle positive lotte contro se stesso e le sue passioni , egli tacque , dell’urto della sua carne contro lo Spirito , della ribellione dei sensi contro la ragione , non ci dice quasi niente . L’esterno annunziava il suo cambiamento ; ma di quale portata fosse , chi poteva dirlo ? Era dramma che si svolgeva nell’interno . In Cappella era più assiduo , più devoto nella Comunione , più pacifico coi compagni . Ma la decisa volontà di Servire Dio sul serio , di amare i compagni e di cambiare in una vita nuova , doveva trovare nelle sue passioni il più ostinato contrasto , e dov’egli cercava di affermare la padronanza e il predominio , gli istinti ribelli senza dubbio glielo contrastavano . E’ indubitabile che questa lotta , questi contrasti e questa alternativa dovettero formare il tormento più vivo della sua vita . Sul suo cuore Pesava un incubo . Lottò e sopportò , ma infine decise di aprirsi al Padre Colavincenzo . Come avvicinarlo però , se si mostrava sempre duro e inflessibile ? Vincenzino, gli fece pervenire una lettera nella quale senza scusarsi domandava Perdono delle discolerie passate e lo pregava di volerlo trattare con quella amabilità che usava con gli altri . In conseguenza non cercava di rientrare nelle grazie del direttore e nella gioviale compagnia dei colleghi , quanto nella fiducia dei superiori , dei quali principalmente aveva bisogno per l’Opera di Conversione già iniziata nel suo cuore . Onde poi assicurare i superiori che l’animo suo era sincero e quindi la lettera che gli indirizzava , aggiungeva queste parole : “ Ah ! La Paternità Vostra non sa quanto bene abbia fatto a me la spiegazione del Catechismo e del Vangelo ” . Padre Colavincenzo , letta quella lettera , non riuscì a convincersi della sincerità di Vincenzino, troppi motivi per dubitare perché era l’Argento Vivo del collegio . S’atteggiava forse per il pentimento del duro rigore della disciplina inflittaci ?
Non gli rispose , anzi credette opportuno di neppur far vista di aver ricevuto la lettera . “ Se Vincenzino nutre i Sentimenti che manifesta - pensava il direttore - si manterrà costante e si avanzerà nel miglioramento intrapreso ; ma non si sa mai che riesca a sorprendermi o ad ingannarmi ; il tempo del resto sarà Consigliere ” . Mise in conseguenza ogni attenzione su di lui e lo vigilava con cura , specialmente nelle ore di ricreazione e tale prova gli riuscì bene , per cui egli stesso scrisse : “ Non lo trovavo più a ciarlare di cose inutili , ma solo nel suo posto a leggere , o in compagnia di qualcuno dei più morigerati , oppure , se si spingeva in mezzo a tutti , era per parlare in Difesa della Religione ” . Fu allora che il direttore cominciò a credere al suo sincero mutamento , per cui una volta , visitando le camerette in tempo di studio , “ si fermò vicino a Vincenzino e gli rivolse qualche parola benevola ” . Ciò fu sufficiente perché Vincenzino, prendesse più animo e gli indirizzasse una seconda lettera e in quella nuova lettera cominciò a ripetergli quanto egli aveva scritto nella prima , assicurandolo che voleva cambiar costumi sul serio e sperava , che con la Grazia di Dio di perseverare in esso costantemente e pregandolo , di concedergli di potersi Confessare col Canonico Pennino , il quale secondo le usanze del collegio Confessava solo i più adulti . Si convinse il Padre Colavincenzo dei nuovi sentimenti di Vincenzino , del resto ogni giorno ne forniva prove più manifestate , per cui se lo fece chiamare a solo , e fu la prima volta che lo trattò Amorevolmente e da buon figliolo . Lieto dell’accoglienza e dei modi amorevoli con cui veniva trattato , Vincenzino gli APRI’ l’Animo e svelò i dubbi della mente , oltre alle lotte che subiva nel cuore . Padre Colavincenzo ne rimase commosso , lo Animò , lo confortò e gli promise che in seguito lo avrebbe accontentato sulla scelta del Confessore . Infine gli Raccomandò d’Insistere nella Preghiera e nella Mortificazione dei sensi .

 
“ CONVERTITO ”

Intanto si trovava alle prime armi coi nemici dell’anima sua e aveva , ben compreso come non bisogna fermasi alle prime vittorie , poiché quei nemici che sembrano vinti , potevano raccogliere nuove forze per riacquistare il perduto dominio su di lui . Pregava , Vigilava ( Siate sobrii e vegliate , perché il vostro avversario , il diavolo , vi gira attorno come un leone ruggente , cercando chi divorare . Resistetegli , forti nella fede , sapendo che i vostri fratelli , che son nel mondo , patiscono le stesse cose . 1 Pietro 5,8-9 ) , si aiutava con i buoni libri , il direttore gliene fornì alcuni , atti ad illuminarlo e a fortificarlo , erano in maggior parte Vite di Santi . Leggendoli Vincenzino ne provava grande soddisfazione e gioia indicibile , sentiva nel suo cuore come i Santi ebbero a sostenere non pochi cimenti contro il mondo , la carne e il demonio e come , dopo la Conversione , tremarono gli assalti , vacillarono e talora rimasero vinti . Avrebbe desiderato star da solo e aver altro da fare , quella Volontà energica ed assoluta dei Santi nel seguire le virtù e nel fare il bene ; quel Consacrarsi alle mortificazioni alle penitenze ; quella ricerca in ogni cosa di Dio, e di Dio solo ; quei forti sospiri verso il Cielo , esercitavano un fascino così potente sul suo animo e gli facevano fluire tanta Luce nella mente , da fargli esclamare a somiglianza di Sant’Agostino : “ Se costoro poterono farsi Santi , perché non lo potrò anch’io ? ” . Quei libri divennero i suoi Amici Prediletti . Però era costretto a leggerli a tavolino , nella camerata , tra i compagni ; ma egli, affinché non fossero veduti ne osservati i movimenti del suo Spirito , si circondava di altri libri per nascondersi allo sguardo indiscreto degli altri . Poi quando la commozione aumentava , poggiando subito la testa sulle braccia incrociate , si abbandonava al Pianto . S’avvicinava la Pasqua del 1880 . Nel collegio cominciò a vociferarsi che , come negli altri anni , si sarebbero avuti gli Esercizi Spirituali in preparazione al Precetto Pasquale . Vincenzino ebbe nuovi motivi di Speranza , sia per il bene che avrebbe potuto ricavarne , e sia per la facilità di potersi Confessare col Canonico Pennino . Il bisogno di una voce viva , di un Direttore Spirituale al quale rivolgersi nei suoi molteplici bisogni . I libri , per quanto ottimi , sono sempre libri , cioè di linguaggio muto ; né possono rispondere ai bisogni del lettore , così com’egli li sente e quando li sente , molto più poi se questo lettore è un giovane e laico per giunta . Scrive la terza lettera al Padre Colavincenzo piena di forti propositi e di calde aspirazioni , lamentandosi che per quante volte si fosse provato di avvicinarlo , non aveva mai potuto trovarlo solo , e perciò lo pregava di farlo chiamare . L’austero direttore del collegio forse per ottenere un effetto più duraturo sul cuore di Vicenzino non se ne diede per inteso , e scrisse in una sua relazione : “ Mi compiacqui del contenuto della lettera , ma non lo soddisfeci ” . Fu molto sensibile il dispiacer di Vincenzino, ma si rassegnò alla disposizione della Provvidenza , le quali , se talvolta sembrano contrarie alle nostre vedute , sono non di meno dirette all’Opera della nostra Santificazione . Intanto il tempo degli Esercizi Spirituali si avvicinava e Vincenzino cominciò a prepararvisi , lieto nell’apprendere che uno dei Predicatori sarebbe stato il Canonico Pennino . E fu una Predicazione assai Fruttuosa . Al lume delle Verità Eterne , che sogliono scuotere anche i peccatori più induriti , la sua anima si Fortificò nel proposito di darsi tutto a Dio e per sempre . Fu come una benefica Pioggia in un campo seminato di recente , una Pioggia calma e silenziosa che scese a fecondare soavemente e a far Germogliare quei Santi propositi. Al tempo stesso poté soddisfare il noto desiderio di confessarsi col Canonico Pennino , al quale il Piccolo Penitente s’ingegnò di aprire la sua coscienza “ nel Sacramento della Penitenza ” con la massima chiarezza , quasi amando far rilevare più le sue debolezze e cattiverie , per venire UMILIATO ; poi gli manifestò le brame ardenti di uscire da quello stato e incominciare una vita nuova , col mettersi il mondo sotto i piedi : “ Stringersi Unicamente al Divin Maestro Crocifisso e farne l’Oggetto Perenne del suo Amore e delle Aspirazioni dell’anima sua ” . Ascoltando di un’accusa così sincera , il Confessore credette quasi di sognare , ma quando vide abbondanti Lacrime scendevano dai suoi occhi a conferma di quei Sentimenti , ne fu commosso profondamente , e quindi fece di tutto per incoraggiarlo , istruirlo e incitarlo a corrispondere alla Grazia del Signore che con tanto Amore lo chiamava a Sé . “ Io ricordo ancora , scrive il Canonico Pennino , con dolce consolazione la prima volta che nel collegio San Rocco me lo vidi prostrato dinanzi in atteggiamento Umilissimo, ma fiducioso , e con sentimenti quasi di bambino che va a rifugiarsi fra le Braccia della Madre . Fu la prima volta che lo conobbi e ne restai interamente preso ” . Da quel momento , fino a quando Vincenzino partì per Sortino ( SR ) , il Cannonico Pennino divenne il suo consigliere e l’Intimo suo Confidente . Allorché giunse la Pasqua fu lasciata ai convittori libertà di recarsi presso i parenti , ed anche Vincenzino vi si recò ; ma dopo poche ore fece ritorno al collegio per intrattenersi col Padre Colavincenzo , al quale desiderava far dimenticare il passato per mezzo di una vita nuova e fargli scomparire dalla mente qualunque ombra di dubbio potesse ancora potesse nutrire sui nuovi sentimenti . Gli aperse il cuore , gli narrò tutto il bene consigliatoci dal nuovo Confessore , gli avvisi , le esortazioni nel perseverare nell’intrapreso nuovo tenore di vita . Il direttore , che ormai era convito della Sincerità di Vincenzino , lo colmò di Carezze e sapendo poi quant’egli Amasse Conoscere le Bellezze della nostra Santa Religione per Difenderla , gli regalò le risposte popolari alle obiezioni contro la religione , del Gesuita Padre Franco e gli disse : ” Prendi , con questo potrai meglio Rispondere a ciò che senti dire contro la Religione ” . La sua Conversione era avvenuta da un anno , quella invece Profonda e Totale , che doveva spingerlo sulla Via della Santità , era ancora da venire . La Pasqua e gli Esercizi Spirituali del 1880 , rappresentano il principio del terzo anno del collegio e Vincenzino aveva 16 anni . Intanto s’apprestava lieto e contento a Celebrare con Fervore il mese di Maggio in onore alla Vergine Santissima .

Ma il diavolo cospirava contro di lui .

Mentre Vincenzino s’industriava di mantenere il cuore puro e la mente unita a Dio, quello lavorava per disturbarlo , alterandogli la fantasia e sollevandogli contro il nemico che portava nel sangue . Ai giorni di fervore ne succedono altri di sconforto e di tiepidezza , alla breve calma succedeva la tempesta terribile . Infine il 18 Maggio , all’urto del diavolo e delle passioni che cospiravano ai suoi danni , in un momento di abbandono funesto , si lasciò trascinare e cadde…
Povero giovane ! Dio forse lo lasciò cadere perché apprendesse quanto grandi erano le sue miserie e come non doveva Sperare che in Lui . Forse lo permise per farlo diffidare maggiormente di sé e darsi ad una più Orazione , poiché se si fosse rivolto con più Fede al Cielo , se si fosse aggrappato con più Tenacia alla Preghiera , quell’umiliazione non l’avrebbe ricevuta . E’ stato Vincenzino stesso a narrare dopo qualche anno questa sua caduta e la conseguenza più immediata che ne provò fu di abbattimento nello Spirito : “ In quei Dolorosi momenti cercai conforto ma non ne trovai , poiché il rimorso della coscienza per la cattiva vita passata mi fece accrescere la malinconia ” . Nuotò per qualche ora nella tristezza ma infine cominciò a farsi Luce nel suo Spirito .

La ragione si rivelava lentamente e la Fede con la Grazia correvano al riparo prima che i nemici avessero fatto perdere per sempre questo “ Prode Guerriero “ destinato a divenire loro costante vincitore.
“ Con l’animo eccitato dal Dolore - scrive egli stesso - Esclamai : E’ pur vero che tutto e vano in questa vita e non vi è piacere senza rimorso… ” .
E quindi sollevandosi ancora meglio contro le illusioni che l’avevano ancora una volta affascinato , aggiunse : “ Oh mondo , mondo ! - ove sono coloro che in te trovano felicità ?… Vi è alcuno sulla terra che possono dire : sono felice ? ” .

L’anima sua si rivolse al Clementissimo Sommo e Infinito Bene , e non riuscendo a parlare , attesa la confusione e il dolore , sfogò in Pianto di vivissimo Pentimento, con Lacrime che dicevano più di quanto avesse potuto esprimere con la lingua . Il dispiacere d’aver voltato le spalle a Dio , che non finiva di colmarlo di benefici , gli trafiggeva lo Spirito , e non sapeva come dire a Gesù Crocifisso che d’allora in poi era disposto a Morire anziché tornare ad offenderlo , anche una volta sola .
Pregava spesso . Talora non parlava con le labbra , ma la Preghiera era fatta , perché la sua anima viveva in un’Atmosfera di preoccupazioni Spirituali , di desideri Santi e di apprendere ad Amare Dio Davvero . Un vero stato di Preghiera . La mente concordava col cuore , e Dio , che Leggeva nel suo interno , si dilettava , del Trionfo definitivo della Grazia di lui : “ Dio - come scrive Vincenzino stesso nelle citata lettera - vedendosi in quel misero stato ed avendo compassione di me , illuminò la mia debole mente e mi fece comprendere che solo in Lui c’è Conforto e Diletto ” .

 
FINE DELLA PARTE TERZA .

LAUS DEO .

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano


__________________________________________________________________

Fonte : PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO ,
Da Monello a Santo , Vincenzino Diliberto , II Edizione , Edizioni Paoline 1959 ,
A.D. 2011 .


__________________________________________________________________

Per ulteriori informazioni sul
Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo
Visitare il sito :
www.fraticappuccini/fragiuseppemaria/