SANTA EUSTOCHIA CALAFATO
( 1434 - 1485 )
VERGINE , MONACA CLARISSA ù
DI SAN FRANCESCO
PARTE SECONDA
Il nuovo Convento vide rifiorire i primi tempi del movimento Francescano , sotto la ferma guida della Fondatrice , che insegnava con la parola e con l'esempio l'ideale del Poverello e l'Amore del Crocifisso , insieme con l'Adorazione Eucaristica , nella quale passava notti intere .
Le vocazioni affluirono numerose , tanto che l'edificio divenne troppo angusto per la fiorente comunità .
Grazie, dunque , ai mezzi forniti dalla madre e dalla sorella e con la fattiva collaborazione del nobile messinese Bartolomeo Ansalone , sostenuta moralmente dalla consorella di Basicò , Suor Iacopa Pollicino , che unica la seguì nella difficile impresa e le rimase fedelmente accanto fino alla morte , superando immensi ostacoli , sopportando violente avversità e contraddizioni interne ed esterne , nel 1460 Suor Eustochia si trasferì nei locali di un vecchio ospedale adattato a monastero , dove la seguirono la sorella Mita (Margherita) ed una giovane nipote .
Ben presto altre donne si unirono al piccolo drappello , ma per sopravvenute difficoltà materiali e morali , le suore dovettero lasciare il vecchio ospedale , trovando generosa ospitalità nella casa di una congregazione del Terz'Ordine Francescano , sita nel quartiere Montevergine dove si trasferirono agli inizi del 1464 .
Con l'aiuto di benefattori la nuova dimora potè essere convenientemente allargata e sistemata per un Monastero : ebbe così inizio il Monastero di Montevergine nel quale ben presto uno stuolo di anime nobili e generose , tra cui la stessa madre di Eustochia , chiese di entrare per condividerne la vita povera ed evangelica .
Fattasi cosi madre spirituale delle sue figliole , ella le istruì , le educò , le formò alla vita Francescana , spronandole alla meditazione della Passione di Cristo, comunicando loro i frutti delle proprie esperienze ascetiche , infondendo nei loro cuori l'amore alle virtù che ella stessa praticava con ammirabile costanza ed eroismo , permeando tutta la loro vita della spiritualità semplice e generosa del francescanesimo , imperniata sul Cristocentrismo ,
sul Cristo cioè Amante e Sofferente , sulla Devozione all'Eucaristia , attingendo un sodo e vitale nutrimento per le quotidiane meditazioni da un'intensa e sentita vita liturgica .
Nel Monastero di Montevergine , fondato su progetto dell'architetto fiorentino Nicolò Francesco Maffei verso la fine del XVII secolo , ultimato dal figlio di questi Antonio , la Beata Eustochia morì il 29 gennaio 1485 , lasciando una fervente e stimata Comunità Religiosa di circa 50 Suore , il PROFUMO delle sue Virtù e la fama della sua Santità .
Suor Eustochia morì lasciando la sua ultima raccomandazione :
" Prendete , figlie mie , il Crocifisso per Padre , ed Egli vi ammaestrerà in ogni
cosa " .
Qualche giorno dopo la sua sepoltura , al suo sepolcro e nel suo corpo si manifestarono Straordinari Fenomeni che diedero inizio ad una popolare e vasta devozione verso di Lei . Spinte da quegli avvenimenti e sollecitate da personalità ecclesiastiche e laiche , le Suore di Montevergine scrissero una biografia della loro Venerata Fondatrice e Madre , mentre la fedele compagna Suor Iacopa Pollicino ne trasmetteva toccanti ed ammirabili cenni in due lettere a suor Cecilia Coppoli , Badessa del Monastero di S. Lucia di Foligno , nelle quali confermava o completava quanto di più interessante , prestigioso e virtuoso aveva notato nella Beata Eustochia .
Il popolo di Dio sperimentava in molti modi e in varie circostanze che essa aveva un efficace potere di Intercessione presso l'Altissimo , datore di ogni bene .
Sulla vita della Calafato , Clarissa , abbiamo due antichi manoscritti : il primo è nella Biblioteca comunale di Perugia e una sua copia , debitamente collazionata , il 28 febbraio 1781 fu inviata dall'Arcivescovo di Messina alla S. Congregazione dei Riti per il processo di Beatificazione della Serva di Dio (copia pubblicata dal Macrì nel 1903) . L'origine di questo ms. si fa risalire a un tempo di poco successivo alla morte della beata, quando suor Jacopa Pollicino, figlia del barone di Tortorici, su richiesta di suor Cecilia, badessa del monastero di S. Lucia di Foligno (con cui le Clarisse messinesi erano in corrispondenza) , scrisse la Vita della Calafato , facendosi aiutare da altre suore che erano vissute con la Beata . Suor Cecilia , trasferendosi in seguito a Perugia , portò seco il ms. , lo ritoccò e gli diede un miglior ordine , togliendo espressioni prettamente siciliane e arricchendolo di colorito toscano .
Il secondo ms. fu ritrovato da Michele Catalano nella Biblioteca Civica Ariostea di Ferrara e da lui pubblicato nel 1942 .
Composto nel 1493 , due anni dopo la morte della Calafato , riproduce con la più grande fedeltà l'originale , seguendolo anche nelle espressioni siciliane : questo testo " oltre alla notevolissima importanza mistica e al valore agiografico e storico , ha valore non piccolo nella storia della nostra lingua " (Catalano) .
Durante la vita , ed ancor più dopo la morte , si attribuirono alla Calafato vari Miracoli . I messinesi la Venerarono come protettrice della loro città , specialmente contro i terremoti ;
il 2 luglio 1777 il senato della città promise di recarsi ogni anno a Montevergine il 20 gennaio e il 22 agosto ; il 14 settembre 1782 il Papa Pio VI approvò il culto " ab immemorabili " Beatificandola " .
L'arcivescovo di Messina , nel 1690 , scriveva alla S. Congregazione dei Riti :
<< " Il suo corpo , da me diligentemente veduto e osservato , è integro , intatto e incorrotto ed è tale che si può mettere in piedi , poggiando sulle piante di essi . Il naso è bellissimo , la bocca socchiusa , i denti bianchi e forti , gli occhi non sembra affatto che siano corrotti , perché sono alquanto prominenti e duri , anzi nell'occhio sinistro si vede quasi la pupilla trasparente . Inalterate le unghie delle mani e dei piedi . Il capo conserva dei capelli e , quello che reca maggiore meraviglia , si è che due dita della mano destra sono distese in atto di benedire , mentre le altre sono contratte verso la palma della mano [accenno ad una benedizione che la Beata avrebbe dato con quella mano , dopo la sua morte , ad una suora . Le braccia si piegano sia sollevandole che abbassandole . Tutto il corpo è ricoperto dalla pelle , ma la carne sotto di essa , si rileva al tatto disseccata ” >> . Ancora oggi si può vedere intatto il corpo della Beata ed in piedi nell'abside della Chiesa di Montevergine , esposto alla venerazione del popolo , che in folla vi accorre soprattutto il 20 gennaio . L'iconografia rappresenta la Beata in ginocchio dinanzi al Sacramento e , più frequentemente , con la Croce nelle mani .
Le braccia si piegano sia sollevandole che abbassandole. Tutto il corpo è ricoperto dalla pelle, ma la carne sotto di essa, si rileva al tatto disseccata .
Ancora oggi si può vedere il corpo della Beata intatto ed in piedi nell'abside della chiesa di Montevergine , esposto alla venerazione del popolo , che in folla vi accorre soprattutto il 20 gennaio e il 22 agosto .
I martirologi Francescani ricordano suor Eustochia al 20 gennaio . L'iconografia rappresenta la Beata in ginocchio dinanzi al Sacramento e , più frequentemente , con la Croce nelle mani . Ripresa la Causa di Canonizzazione nel 1966 , il 21 marzo 1985 sono state dichiarate " Eroiche " le virtù della Beata Eustochia e il 22 giugno 1987 il Papa Giovanni Paolo II comunicava la sua decisione di canonizzare la Beata Eustochia .
SEGUE
LAUS DEO
Pax et Bonum
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano