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domenica 20 luglio 2014

IL SACRO CUORE DI GESU' A ROSOLINI - PARTE UNDICESIMA.



MADRE SERAFINA RUBBERA 
MONACA VISITANDINA 
Parte Seconda 


Si raccontano tanti deliziosi aneddoti intorno alla sua infanzia della bimba, che fanno non solo sorridere ma soprattutto riflettere: la piccola parlava già di Gesù come del suo Sposo. 
Un giorno si avvicinò curiosa ad una donna che pregava tutta raccolta e si accorse che portava al collo un nastro con una medaglia. Chiese che cosa fosse, e la donna condiscendente che era suo sposo. A questo punto la bambina montò in un eccesso di zelo e di gelosia: “ come, ti sei preso il Gesù? E’ mio, è il mio sposo ” . E piangendo le tirò dal collo il nastro strappandolo rabbiosamente. 
La donna rimase impressionata e commentò freddamente che quella era una bimba maleducata. Quando portavono il suo Gesù in processione si rattristava perché “ se lo portavano via ” , e al ritorno si lamentava con lo stesso Gesù perchè se ne era andato e l’aveva lasciato sola. 
Lei amava tanto stare col suo Gesù, fargli compagnia. E spesso, quando Madre Carmela e le altre riposavano, pian pianino si rannicchiava ai piedi dell’altarino e “ faceva orazione ” - come dirà - col suo innocente cuore di bimba. 
Se veniva qualcuno a cercare la Madre Carmela diceva che stava facendo “ vò, vò ” , come si usa chiamare il sonno nel gergo infantile della Sicilia. 
Si sa con certezza che ha ricevuto la prima Santa Comunione a 3 anni e mezzo dalle mani del Vescovo di Noto Mons. Giuseppe Vizzini. Serafina si struggeva in lacrime perché voleva ricevere Gesù, quello del tabernacolo. 
Il Vescovo stesso, volendo consolarla, finse di darle Gesù porgendole un’ostia non consacrata. Ma la piccola non la volle, chiedeva quella del tabernacolo. Allora il Prelato pensò di mettere nel tabernacolo un frammento di pane a forma di ostia, poi vi condusse la bambina e tutto serio finse di darle la Santa Comunione. Ma la piccola rifiutò la particola: questo è la pappa, non è Gesù.  
Finalmente il Vescovo acconsentì più che al pianto di una bimba a una segreta ispirazione che lo faceva aderire ai disegni di Dio. Il Vescovo di Noto, Mons. Salvatore Nicolosi, riferendosi al lontano avvenimento, chiedeva alla Madre, già sul letto di dolore e prossima alla fine, se a quell’età comprendeva già cosa fosse la Santa Comunione. La cara Madre rispose con un sorriso: “ Io comprendevo meglio di ora ” . 
Si riferisce forse a questo tempo una nota che troviamo tra alcuni suoi appunti, gli unici sfuggiti alle fiamme per mano della stessa Madre Serafina qualche anno prima della morte. 

Mi sono consacrata al Sacro Cuore fin da bambina 
col voto di verginità, povertà e obbedienza.
Il confessore mi fece attendere due anni. 
Un giorno mi chiamò e mi disse: “ i tre voti li puoi fare ” . 
Ho chiesto a Dio come segno 
che alcuni peccatori si convertissero. 
Ieri sera se ne sono convertiti sei, uno dopo l’altro, 
quindi segno chiaro che ti vuole tutta per Lui. 
Da quel momento vivo distaccata dalla terra. 

 Che cosa fosse avvenuto nel suo piccolo cuore ce lo raccontò lei stessa, e noi comprendemmo cosa significasse per lei vivere “ distaccata da terra ” . 

In quell’istante sentii nel cuore come una mano 
che girasse una chiave con tre colpi e avvertii un dolore acuto, 
tanto da sentirmi male a svenire.

Caddi sul mio lettuccio, un materassino posto tra sedie accostate. 
Rievocando questi anni di grazia, la Madre, già avanzata nelle prove e nelle agonie della vita, sorrideva e lasciava indovinare da qualche gesto che Gesù l’aveva colmata di doni, mentre ora camminava nell’arido deserto della fede. 
Con la Santa Scrittura potremmo commentare che Dio stesso “ la educò e ne ebbe cura, la custodì come pupilla del suo occhio… spiegò le ali e la prese, la sollevò sulle sue ali. Il Signore la guidò da solo ” ( Dt 32, 10-11 )
Tanti e tanti segreti e tante grazie elevate sono rimaste nascoste nel più fedele silenzio di umiltà. A qualche domanda che tentava scoprire qualcosa della sua vita, del suo passato, rispondeva con un sorrisi eludendo ogni risposta. 
Raggiunta l’età scolastica Serafina frequentò le scuole a Rosolini proseguendole poi a Catania presso l’istituto di Maria Ausiliatrice per conseguire il diploma di insegnante nella scuola materna. 
Si osservò con tanta perplessità che la giovinetta, pur così pronta e aperta a comprendere la verità della fede, non rispondeva con uguale intelligenza e interesse nelle cose umane; aveva anche la pronuncia un po’ inceppata dalla balbuzie e destava non poca preoccupazione circa la lo sviluppo delle sue facoltà mentali. Ma all’età di 16 anni si risvegliò in lei tutta la luminosità di un intelligenza che permetterà di penetrare situazioni e cose in ogni campo della vita; acquistò un senso pratico che la renderà abile a svolgere qualsiasi mansione. 
“ Gesù - dirà - mi ha insegnato a fare tutto, per rendermi utile e poter servire tutti ”
Lo sbalzo tra l’ambiente di silenzio, di preghiera del Santuario e quello chiassoso della scuola, la faceva molto soffrire, ma seppe difendersi dalla leggerezza delle cose umane. “ Serafina è andata - diceva di lei Madre Carmela - e Serafina è tornata ” .  
Anche oggi qualche anziana Suor di Maria Ausuliatrice ricorda con commozione che a volte la giovanetta scompariva dal gruppo e finalmente veniva ritrovata rannicchiata dentro un armadio, raccolta in preghiera.  

CONTINUA 

Fonte: “Cinquant'anni di storia 1959-2009, Monastero della Visitazione di Santa Maria-Santuario Sacro Cuore di Gesù di Rosolini”, a cura della Federazione dei Monasteri della Visitazione dell'Italia Centro-Sud. Giugno 2009 

LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano

venerdì 11 luglio 2014

IL SACRO CUORE DI GESU' A ROSOLINI - PARTE DECIMA .



MADRE SERAFINA RUBBERA 
MONACA VISITANDINA 
Parte Prima 


L’ordine della Visitazione è umile terra di nascondimento ove ad uno ad uno affondano come grani di frumento nomi e volti noti a Dio solo e a quanti da vicino hanno assistito all’irradiarsi irresistibile della loro virtù. 
Il nome ed il volto dell’indimenticabile Madre Maria Serafina Rubbera si allinea in questo evangelico destino proprio delle Figlie di San Francesco di Sales il cui “ unico splendore è di non aver splendore alcuno ” , ma la cui fecondità spirituale esplose come la resurrezione del Cristo dall’umile sepolcro dopo una notte di passione . 
E’ in questa prospettiva di nascondimento e irradiamento che inquadriamo la figura dell’umile Madre Maria Serafina ora che ci è dato contemplarla con gli occhi dello spirito, dopo aver assistito al suo “ consummatum est ” . 
RICORDI DEI PRIMI ANNI DI VITA 
Rievocando memorie gelosamente custodite sui natali e sull’infanzia della buona Madre, torna spontaneo un riferimento alla straordinaria vocazione di Geremia profeta: 
Prima di formarti nel seno di tua madre ti conobbi, 
e prima che fossi uscito dal seno ti santificai 
e ti stabilii profeta presso le genti… Non dire: 
- sono un fanciullo!- … io sono con te per proteggerti… 
( Ger 1, 5-8 ) 
Chi è Serafina Rubbera? Lo sanno tutti a Rosolini e nei dintorni, soprattutto le donne anziane che tante volte sulla soglia della casa, a gruppetti di affabili comari, come si usa ancora nei paesi della Sicilia, si può raccontare la storia, come l’hanno udita dalla stessa mamma Donna Carmela Floridia. 
Si trovava questa una mattina in Chiesa raccolta in preghiera quando le si avvicina una donna del paese nota col nome di Madre Carmela, una pia vedova che aveva attirato l’interesse e l’ammirazione di tutti per le sue buone opere a soccorso dei poveri e dei derelitti e per la santità della vita. 
Questa le fa una strana proposta: “ il frutto che da voi nascerà non è vostro ma del Sacro Cuore. Sarà una bambina e dovrete chiamare Serafina, sarà la Serafina del Sacro Cuore ” . 
La buona donna, ancora incerta sulla sua nuova maternità, annuì senza dare molta importanza alla cosa. Ma Madre Carmela vi pensava costantemente; aveva udito quelle parole misteriosamente presso l’altare durante la Santa Messa e le ritornavano sempre mentre pregava davanti all’immagine del Sacro Cuore che aveva eretto nella sua stanza trasformata in piccolo Santuario. Ora attendeva he si compissero i disegni di Dio. 
La bimba nacque il 5 Marzo del 1915 nello squallore di una dimora che tradiva la sua umile origine da una stalla per animali. Per un rovescio di fortuna quel brav’uomo di Pietro Rubbera aveva dovuto vendere i suoi beni ed aveva accomodatola famigliola, che contava già 2 fratellini, nella vecchia stalla adattata al meglio. “ Nella stalla, come Gesù Bambino ” - ripeterà commossa Madre Serafina . Nei registri municipali e parrocchiali la bimba ricevette il nome di Giuseppa, per volere della mamma che si rifiutava di prestar fede alla predizione di Madre Carmela: la piccina era sua, l’unica bimba dopo due maschietti, un vero angioletto con due occhi chiari e luminosi come il cielo. Che centrava Madre Carmela e il Sacro Cuore? Eppure Madre Carmela venne puntuale a ricordare la promessa : “ la bambina è del Sacro Cuore, la custodirò io nel Santuario ” . Ma il rifiuto fu deciso. 
A questo punto iniziò un vero dramma per la povera mamma che non appena detto il suo no vide la figlioletta ammalarsi e impallidire fino al punto da temere la sua vita. 
Nel dubbio, pregava e supplicava il Sacro Cuore che gliela salvasse: si, avrebbe fatto questo sacrificio se tale era la sua volontà
Ma poi, riavutala sana, si dimenticava della promessa e protestava che non poteva distaccarsi della sua figlioletta. 
I primi due anni di vita furono un succedersi di malesseri che portavano la piccina in fin di vita, mentre il cuore della mamma si dibatteva in un atroce conflitto: doveva dunque rinunziare ai suoi diritti di mamma? Doveva cederla al Sacro Cuore? 
A partire dai due anni la bambina cominciò a fare le sue scappatelle; s’incamminava da sola verso… il Santuario cercando suo “ Susù ” ( Gesù ). 
Qualche donna la vide smarrita e piangente, la riportò alla madre che intanto ansante la cercava dappertutto. 
Una voltavi si incamminò assieme al fratellino Corrado e giunse proprio sulla soglia del piccolo Santuario del Sacro Cuore. 
Madre Carmela la vide e la prese in braccio chiedendole: Chi ti ha portato qui? - e la piccola: Susù mio, bello, così - e fece il gesto di tenerlo per mano e con l’altra manina alzata voleva dire che Gesù era grande, alto, bello. 
La pia donna comprese e chiamandola col nome predestinato le disse: “ Serafina tu non uscirai più dal Santuario ” . Aveva solo due anni e mezzo. 
Invano il fratellino pianse per riavere la sorellina, la mamma lo avrebbe picchiato. Ma Madre Carmela lo tranquillizzò dicendogli di andare a chiamare la mamma. Questa volta la povera donna non seppe più resistere ai diritti di Dio, allargò le braccia piangente ma rassegnata. 
Quante volte vedendo la piccina tra la vita e la morte, gliela aveva offerta pur di averla salva! Piegò il capo muta di dolore ma in pace con Dio. 
Serafina così entrava per sempre in quel santo luogo di culto e su lei si posava per sempre lo sguardo misterioso e divino del Sacro Cuore, da quell’umile ma tanto attraente immagine che troneggiava su un piccolo altare. 
Come la piccola Maria di Nazareth, entrava nel tempio per fare della propria vita un incessante respiro di preghiera. 
A Madre Carmela si era già unita nel medesimo ideale di vita una giovane trentenne, Filomena Scribano; qualche tempo dopo si aggiungerà un’altra giovinetta, Giovanna Aneli. Questa fu la minuscola comunità che accolse ed ebbe cura della piccola Serafina. Continua 

Fonte: “Cinquant'anni di storia 1959-2009, Monastero della Visitazione di Santa Maria-Santuario Sacro Cuore di Gesù di Rosolini”, a cura della Federazione dei Monasteri della Visitazione dell'Italia Centro-Sud. Giugno 2009 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano