MADRE SERAFINA RUBBERA
MONACA VISITANDINA
Parte Seconda
Si raccontano tanti deliziosi aneddoti intorno alla sua infanzia della bimba, che fanno non solo sorridere ma soprattutto riflettere: la piccola parlava già di Gesù come del suo Sposo.
Un giorno si avvicinò curiosa ad una donna che pregava tutta raccolta e si accorse che portava al collo un nastro con una medaglia. Chiese che cosa fosse, e la donna condiscendente che era suo sposo. A questo punto la bambina montò in un eccesso di zelo e di gelosia: “ come, ti sei preso il Gesù? E’ mio, è il mio sposo ” . E piangendo le tirò dal collo il nastro strappandolo rabbiosamente.
La donna rimase impressionata e commentò freddamente che quella era una bimba maleducata.
Quando portavono il suo Gesù in processione si rattristava perché “ se lo portavano via ” , e al ritorno si lamentava con lo stesso Gesù perchè se ne era andato e l’aveva lasciato sola.
Lei amava tanto stare col suo Gesù, fargli compagnia. E spesso, quando Madre Carmela e le altre riposavano, pian pianino si rannicchiava ai piedi dell’altarino e “ faceva orazione ” - come dirà - col suo innocente cuore di bimba.
Se veniva qualcuno a cercare la Madre Carmela diceva che stava facendo “ vò, vò ” , come si usa chiamare il sonno nel gergo infantile della Sicilia.
Si sa con certezza che ha ricevuto la prima Santa Comunione a 3 anni e mezzo dalle mani del Vescovo di Noto Mons. Giuseppe Vizzini. Serafina si struggeva in lacrime perché voleva ricevere Gesù, quello del tabernacolo.
Il Vescovo stesso, volendo consolarla, finse di darle Gesù porgendole un’ostia non consacrata. Ma la piccola non la volle, chiedeva quella del tabernacolo. Allora il Prelato pensò di mettere nel tabernacolo un frammento di pane a forma di ostia, poi vi condusse la bambina e tutto serio finse di darle la Santa Comunione. Ma la piccola rifiutò la particola: questo è la pappa, non è Gesù.
Finalmente il Vescovo acconsentì più che al pianto di una bimba a una segreta ispirazione che lo faceva aderire ai disegni di Dio. Il Vescovo di Noto, Mons. Salvatore Nicolosi, riferendosi al lontano avvenimento, chiedeva alla Madre, già sul letto di dolore e prossima alla fine, se a quell’età comprendeva già cosa fosse la Santa Comunione. La cara Madre rispose con un sorriso: “ Io comprendevo meglio di ora ” .
Si riferisce forse a questo tempo una nota che troviamo tra alcuni suoi appunti, gli unici sfuggiti alle fiamme per mano della stessa Madre Serafina qualche anno prima della morte.
Mi sono consacrata al Sacro Cuore fin da bambina
col voto di verginità, povertà e obbedienza.
Il confessore mi fece attendere due anni.
Un giorno mi chiamò e mi disse: “ i tre voti li puoi fare ” .
Ho chiesto a Dio come segno
che alcuni peccatori si convertissero.
Ieri sera se ne sono convertiti sei, uno dopo l’altro,
quindi segno chiaro che ti vuole tutta per Lui.
Da quel momento vivo distaccata dalla terra.
Che cosa fosse avvenuto nel suo piccolo cuore ce lo raccontò lei stessa, e noi comprendemmo cosa significasse per lei vivere “ distaccata da terra ” .
In quell’istante sentii nel cuore come una mano
che girasse una chiave con tre colpi e avvertii un dolore acuto,
tanto da sentirmi male a svenire.
Caddi sul mio lettuccio, un materassino posto tra sedie accostate.
Rievocando questi anni di grazia, la Madre, già avanzata nelle prove e nelle agonie della vita, sorrideva e lasciava indovinare da qualche gesto che Gesù l’aveva colmata di doni, mentre ora camminava nell’arido deserto della fede.
Con la Santa Scrittura potremmo commentare che Dio stesso “ la educò e ne ebbe cura, la custodì come pupilla del suo occhio… spiegò le ali e la prese, la sollevò sulle sue ali. Il Signore la guidò da solo ” ( Dt 32, 10-11 ).
Tanti e tanti segreti e tante grazie elevate sono rimaste nascoste nel più fedele silenzio di umiltà. A qualche domanda che tentava scoprire qualcosa della sua vita, del suo passato, rispondeva con un sorrisi eludendo ogni risposta.
Raggiunta l’età scolastica Serafina frequentò le scuole a Rosolini proseguendole poi a Catania presso l’istituto di Maria Ausiliatrice per conseguire il diploma di insegnante nella scuola materna.
Si osservò con tanta perplessità che la giovinetta, pur così pronta e aperta a comprendere la verità della fede, non rispondeva con uguale intelligenza e interesse nelle cose umane; aveva anche la pronuncia un po’ inceppata dalla balbuzie e destava non poca preoccupazione circa la lo sviluppo delle sue facoltà mentali. Ma all’età di 16 anni si risvegliò in lei tutta la luminosità di un intelligenza che permetterà di penetrare situazioni e cose in ogni campo della vita; acquistò un senso pratico che la renderà abile a svolgere qualsiasi mansione.
“ Gesù - dirà - mi ha insegnato a fare tutto, per rendermi utile e poter servire tutti ” .
Lo sbalzo tra l’ambiente di silenzio, di preghiera del Santuario e quello chiassoso della scuola, la faceva molto soffrire, ma seppe difendersi dalla leggerezza delle cose umane. “ Serafina è andata - diceva di lei Madre Carmela - e Serafina è tornata ” .
Anche oggi qualche anziana Suor di Maria Ausuliatrice ricorda con commozione che a volte la giovanetta scompariva dal gruppo e finalmente veniva ritrovata rannicchiata dentro un armadio, raccolta in preghiera.
CONTINUA
Fonte: “Cinquant'anni di storia 1959-2009, Monastero della Visitazione di Santa Maria-Santuario Sacro Cuore di Gesù di Rosolini”, a cura della Federazione dei Monasteri della Visitazione dell'Italia Centro-Sud. Giugno 2009
LAUS DEO
Pax et Bonum
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano