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mercoledì 20 agosto 2014

IL SACRO CUORE DI GESU' A ROSOLINI - PARTE DODICESIMA .



MADRE SERAFINA RUBBERA
MONACA VISITANDINA
Parte Terza



NEL NUOVO MONASTERO DELLA VISITAZIONE 
Intanto comincia a farsi sempre più urgente nel cuore di Suor Serafina il bisogno di una vita di silenzio e di preghiera e soprattutto di nascondimento. 
Sogna il Monastero e prega ed attende che si compiano i disegni di Dio. La Madre Carmela sollecita l’interessamento del Vescovo, Mons. Calabretta, a prendere dei contatti col Monastero della Visitazione di Acireale in ordine ad una nuova fondazione a Rosolini. Siamo nel 1957. Un anno dopo tanti passi sono già fatti ed è la stessa madre Generale, Rev.ma Madre M. Bernarde de Uriarte accompagnata dalla Presidente Federale, Rev. Madre Anna Maddalena Benucci, a trattare della nuova fondazione con S.Ecc. il Vescovo. Il Monastero di Acireale acconsente ad inviare alcune religiose tra cui la madre Deposta, Suor M. Cecilia Berardi, in qualità di Superiora. 
Il 30 Giugno 1959 il Decreto pontificio sigilla la nuova fondazione; nello stesso giorno ha luogo la vestizione religiosa di Suor Serafina e Suor Maria Elena. Suor Colomba era già entrata nella pace di Dio e Madre Carmela, ormai tanto anziana resta col suo abito rosso, lascia che le sue figlie entrino nella “ terra promessa ” , lei resta sulla casa come Mosè sul monte Nebo in attesa del suo trapasso.
Vedeva bene che la sua missione era compiuta. 
La nuova fondazione innestata in una struttura di opere assistenziali di carità, come l’orfanotrofio e l’asilo d’infanzia, non potrà esigere la clausura papale immediatamente, ma si sforzerà di tendere a questo traguardo. Sarà necessario adattare e ampliare l’edificio; a ciò si dedicherà soprattutto la Madre Maria Angela Nicotra venuta in aiuto dal Monastero di Reggio Calabria. 
Innumerevoli sono le difficoltà e le pene di questo periodo di assestamento . La nostra Suor Serafina sperimenta la prova più dura al suo cuore: difficoltà di intesa e di comprensione con le sue stesse Superiore. Dio permise che un velo di malinteso offuscasse la sua adamantina rettitudine e spingesse fino all’eroismo la sua virtù che si ancorò tenacemente al più sacro silenzio e alla più soprannaturale carità
Di notte, spesso qualcuno si accorge che, sollevata un po’ sui cuscini, prega e piange, implorando aiuto e protezione dal Sacro Cuore. Quando Egli invita alla sua sequela, promette “ il centuplo insieme a pesecuzioni ” . Suor Serafina lo sa soprattutto che questo significa entrare nei segreti del Cuore adorabile di Cristo. 
Gesù ha insegnato all’anima mia - scriveva - in un quadernetto - che la follia della croce è la sola vera sapienza. La sofferenza è una scuola in cui si imparano cose che altrove non si apprenderebbero. Ringrazio perciò senza fine il Cuore adorabile del mio Gesù per avermi messo a questa scuola. Per nulla al mondo vorrei perdere quanto in essa ho imparato e guadagnato ” . 

MISSIONE DI MADRE SERAFINA 
Dopo la morte di Madre Carmela, si comincia a declinare chiaramente la missione di Suor Serafina accanto al Santuario, proprio ora che il suo spirito sembra di aver trovato il suo riposo nel tanto sospirato nascondimento del Monastero. 
Gesù l’aveva esaudita ma per chiamarla ad un martirio più sensibile. Dovrà tante e tante volte al giorno uscire dal suo silenzio ed ascoltare i gemiti di quanti accorrono al Santuario e sentono sconvolgere la loro vita, spesso tiepida o peggio peccaminosa, dallo sguardo supplichevole del Sacro Cuore che penetra misteriosamente nei cuori. Tutti, indistintamente, gente semplice e dotta, poveri, malati, operai, si susseguono alla grata del piccolo parlatorio ove Suor Serafina li accoglie col suo dolce e materno sorriso. 
Per tutti ha una parola, chiara, decisa, che trasmette loro come un messaggio del Sacro Cuore, un invito alla conversione, alla santità. Non è l’eloquenza che affascina i cuori, poiché l’umile visitandina dice solo poche parole, ma una forza soprannaturale che le dà autorità e che scaturisce da un cuore che pulsa all’unisono con il cuore di Cristo. 
A volte il tratto si fa duro e deciso, non ammette che si venga a compromessi con Dio, bisogna cambiare vita. Il mondo, quello pervaso dal male, sconvolto dal demonio, viene spesso a riversarsi come una marea nel suo spirito. 
Essa non indietreggia pur di salvare le anime da quel maroso. Avverte subito la presenza di amuleti e oggetti di stregonerie che gli interessati vorrebbero nascondere; se li fa consegnare con autorità e li va a bruciare. In cambio dà il Crocifisso, il Rosario e il Santo Vangelo. spesso dai suoi brevi colloqui i pellegrini passano al confessionale e il cambiamento di vita è decisivo. 

LOTTA TRA LUCE E TENEBRE  
La grazia operava miracolosamente, ma la piccola Apostola della Divina Misericordia doveva sperimentare il violento contraccolpo del nemico d’ogni bene che si vedeva si rapidamente sfuggire la preda. 
Si riserbava le ore della notte per molestarla e toglierle il tanto necessario ristoro del riposo. 
Madre Serafina confidò alla Rev. Madre Federale, Maria Amata Fazio, verso cui effondeva volentieri il suo spirito, che conosceva bene quella “ bestiaccia ” . Un giorno si era recata, in compagnia di una orfanella, presso un ufficio per sbrigare alcune pratiche; si vide osservata insistentemente dal funzionario che stava allo sportello quando si accorse che a poco a poco le dita e le unghia di quel tale si allungavano e si trasformavano paurosamente in artigli neri rivolti verso di lei. 
E il viso stesso non era più quello di un uomo. Comprese il pericolo e si congedò subito dicendo che aveva dimenticato qualcosa. 
Una sera se lo vide nell’angolo della cella in forma di orrendo serpente che rabbiosamente stava spiccando un salto per aggredirla. Quando ecco la Vergine Santissima lo fermò col gesto della mano dominandolo sovranamente: “ questa è mia - disse - non si tocca ” . Il maligno disparve immediatamente. 
Nessuno saprà fino a che punto il furore infernale si scatenasse sulla piccola Madre nelle ore in cui la credeva sola e indifesa. 
Un mattino si comprese visibilmente cosa era successo: aveva il viso gonfio e sofferente. 
E quel giorno stesso una nuova, sorprendente conversione avrebbe glorificato il Cuore Misericordioso di Cristo tramite quell’umile strumento che aveva offerto il contributo della sua e del suo sacrificio

“ PRENDI OGNI GIORNO LA TUA CROCE ” 
I pellegrinaggi al Santuario si susseguivano quasi giornalmente da tanti paesi della Sicilia orientale e divenivano più numerosi nei mesi di Giugno e Settembre, due o tre al giorno con una media di ottanta devoti ciascuno. 
Madre Serafina restava per ore e ore inchiodata al suo posto di martirio, instancabile, e nessuno ripartiva senza averla almeno vista e ascoltata un istante. Finalmente, si ritirava e andava a ritemprarsi nel silenzio della cappella per alcuni minuti, poi raggiungeva la Comunità e proseguiva la vita regolare con la più naturale semplicità. Qualche volta fu udita sussurrare parole di rimpianto, lamentandosi con Gesù con la sua abituale e ingenua confidenza: “ perché mi hai promesso il nascondimento del Monastero, ed ora mi fai stare sempre con la gente? ” . 
Certo, Dio non si contraddiceva, Egli la voleva nascosta e nello stesso tempo luce che illumina. La sua semplicità era effettivamente la veste di nascondimento che sempre la accompagnava; quel suo umile atteggiamento nascondeva la sua straordinaria unione con Dio, che nessuna cosa mai riusciva a turbare, nascondeva il tocco della Grazia che la faceva penetrare i segreti di Dio. Le anime ne restavano illuminate, ma sentivano che quella creatura era avvolta dal mistero
In una ingiallita paginetta dei suoi poveri appunti leggiamo: 
Ritratto mio ”, sono pochi tratti che gettano tanta luce sulla sua personalità. 
Sono vivace, ma non espansiva. Tengo chiusi nel cuore i miei sentimenti sia per timore di essere incompresa, sia per evitare chiacchere. Sono così poche le anime discrete! 
L’ho imparato per esperienza ed ho deciso che i grandi segreti saranno per Dio solo. Col mondo è meglio tacere. Non comprende il mondo, o sdegna quello che sorpassa. Meglio è Dio solo. 
Sono grave, seria, senza essere triste. In viso dimostro qualche cosa di duro, ma non è che una armatura esterna fattami per aver visto la necessità di difendermi dalle cattiverie e miserie della vita. 
Ho un cuore che si intenerisce profondamente in tutto, anche con l’eco di un suono. Ma non lo do a vedere, tanto che mi giudicano insensibile. 
Non oso manifestare i miei interni sentimenti, perché la via per la quale cammino è così diritta, così luminosa, che non provo bisogno di altra guida se non sono con Gesù. 
Io non fo digiuni, né discipline, né veglie, né fatiche, né faccio lunghe orazioni o veruna altra cosa più degli altri. 
Questo solo trovo in me, che nessuna cosa che succede mi turba, m’inquieta, ma l’anima mia se ne sta sempre con una stessa tranquillità in tutti gli avvenimenti, per molto avversi che siano, perché ho lasciato ogni cosa nella mani di Dio. Nulla può dunque capitarmi senza licenza del mio Signore ”. “ Passo nel mondo - disse - di lei il celebrante nel dì delle esequie - senza essere del mondo ”. 
E quando poi la malattia imperversò sul suo debole corpo, chi conobbe i suoi dolori, le sue notti di veglia? Continuava la sua vita celando sempre tutto nel suo abituale sorriso. 
Né solo alle anime era diretta l’ardente fiamma della sua carità. Si preoccupava ancora delle difficoltà economiche che spesso travagliavano l’esistenza. Stringendo maternamente le mani, lasciva scivolare la sua generosa offerta, e nessuno poteva resistere alla sua dolce insistenza. 
Non crediamo di aver osato troppo citando all’inizio di questi appunti la parola che il Signore indirizzò a Geremia: 
…Verso tutti quelli che ti manderò andrai, e tutto quando io ti ordinerò, tu dirai. 
Non aver paura di essi perché io sono con te per proteggerti. - 
E il Signore stese la mano, toccò la mia bocca ” ( Ger 1,7-9 )

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 Nel Maggio del 1976 la Comunità la chiamava a pieni voti ad assumere il ruolo di Madre e guida. Accanto a lei in una cordialissima intesa era la cara deposta, Suor Maria Emmanuella Panelli, con cui dividerà pene e fatiche. 
Dovrà ora sforzarsi di coordinare gli impegni e di farsi tutto a tutti. Nulla sfugge alla sua vigilanza e alle sue cure. Dà un impulso decisivo ai lavori di muratura che erano stati sospesi per mancanza di mezzi: tutto nella casa deve rispondere alla dignità e semplicità della casa di Dio, ove abitano le sue spose. 

CONTINUA 
Fonte: “Cinquant'anni di storia 1959-2009, Monastero della Visitazione di Santa Maria-Santuario Sacro Cuore di Gesù di Rosolini”, a cura della Federazione dei Monasteri della Visitazione dell'Italia Centro-Sud. Giugno 2009 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano