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venerdì 27 febbraio 2015

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESA DI LISIEUX - CAPITOLO SEDICESIMO .






La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux 
“L'intrepida operaia della causa Teresiana” 

Un giorno Madre Agnese di Gesù, riferendosi alla grande prova che fu per lei la malattia di suo padre, il signor Louis Martin, così scriveva: 
“L'avevamo abbandonato completamente nelle mani di Dio. Proprio come i figli dei martiri abbandonavano sull'arena i loro genitori e questi i loro figli. Amavo questo pensiero, in esso trovavo riposo. Provai il medesimo sentimento alla morte di Teresa. Vedendomi nell'impossibilità di offrirle un po' di sollievo nelle indicibili sofferenze che la straziavano durante la lunga agonia, me la rappresentavo come una martire nell'arena e diedi il mio pieno consenso alla sua immolazione. Questo sentimento che non mi poteva venire suggerito che dal Signore, fu per me una grandissima forza”. 
Suor Maria del Sacro Cuore a sua volta ci narra che, vedendo la Serva di Dio in fine di vita, le aveva manifestato il timore di non sapere come confortare la sua <<piccola Madre>>,  tanto sarebbe stata afflitta dalla sua dipartita. 
Oh! non s'inquieti per questo, rispose Teresa; Madre Agnese di Gesù non avrà tempo di pensare alla sua pena, perché fino alla fine della vita dovrà talmente occuparsi di me che non potrà neppure arrivare a tutto. 
Bisognò, nei limiti della possibilità e della prudenza, preparare la pubblicazione del Manoscritto, e per prima cosa ottenere il consenso della Madre Maria di San Luigi Gonzaga, che era allora Priora. Questa lo diede, a condizione però che tutto lo scritto figurasse come indirizzato a lei. 
E Madre Agnese di Gesù, con spirito di umiltà, si sobbarcò la fatica di togliere tutto quello che nella prima parte la riguardava personalmente, dal I° all' VIII° capitolo. In seguito però il testo lo si potè pressapoco ristabilire. Poi Madre Maria di San Luigi Gonzaga chiese al Reverendo padre Godefroy Madelaine, priore dei monaci Premostratensi dell'abbazia di Mondaye (Calvados), molto conosciuto nella Comunità per avervi predicato un corso di esercizi, di volerlo rivedere e dare il suo giudizio in vista della pubblicazione. 
Il padre Godefroy Madelaine, aiutato da un confratello, studiò il manoscritto per tre mesi, come ebbe a dichiarare dinanzi al Tribunale Ecclesiastico, citando le lettere allora scambiate con il Carmelo di Lisieux, in particolare quella del 1° marzo del 1898: 
“Reverenda Madre, ho letto tutto, sia il Manoscritto che le poesie. Lo trattengo ancora, perché mi preme rileggerlo, e segnare a matita bleu quanto credo si debba omettere nella stampa. Tutto, assolutamente tutto, è prezioso per voi in questo Manoscritto; però vi sono particolari così intimi e così elevati, al di sopra della sfera comune, che credo sia meglio non pubblicarli. Vi sono anche piccoli errori di lingua e di stile: si tratta di piccolissime cose che è facile correggere. Abbiamo inoltre notato, qua e là, alcune prolissità. Converrà sopprimere certe ripetizioni che non mancherò di sottolineare. Ecco quanto riguarda la critica, ma buona Madre, non saprei esprimerle il piacere e il gaudio spirituale che ho provato nello scorrere quelle pagine traboccanti di amore divino”. 
Il Padre Godefroy Madelaine, confessò poi che, nella seconda lettura, la matita bleu gli cadde dalle mani e si limitò a fare la divisione dei capitoli, leggere correzioni di forma, senza alterazioni di sostanza. 
Suggerì anche il titolo: “Storia di un'Anima”, e ne perorò l'Imprimatur dal Vescovo di Bayeux, Monsignor Hugonin, che lo concesse in data 7 marzo 1898. 
Quando i giudici ecclesiastici, nei Processi per la Causa, confrontarono minuziosamente l'originale e il testo pubblicato, fecero le più alte lodi a Madre Agnese di Gesù per quanto aveva fatto e le consigliarono di non cambiare più nulla: solo concordare la frammentazione dei tre manoscritti, che non era stato possibile presentare a principio. 
La prima edizione di duemila esemplari fu affidata alla Casa Editrice San Paolo di Bar-le-Duc e apparve il 30 settembre del 1898. Invece delle solite notizie biografiche si preferì inviare ai Monasteri una copia del libro, che, in generale, trovò entusiastica accoglienza dovunque, anzi si diffuse rapidamente oltre ogni previsione sia in Francia che all'estero. A breve distanza si dovette provvedere ad una seconda edizione. Oggi non si contano più. 

Fine capitolo 16 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

martedì 24 febbraio 2015

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESA DI LISIEUX - PARTE QUINDICESIMA .



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux  
“La morte di Teresa Martin” 

Tanto nei “Novissima Verba” quanto nei Processi, Madre Agnese di Gesù ci ha parlato della “morte di amore” di Santa Teresa del Bambin Gesù. Non è qui il caso di ripetere quanto è già pubblicamente noto. Ci limitiamo a riportare queste due frasi tratte dalle Deposizioni: 
...Quel che ho visto brillare maggiormente nel corso della sua ultima malattia, è stata la semplicità, la diffidenza di sé, l'umiltà, il continuo ricorso alla preghiera e la fiducia in Dio”. 
E del momento supremo: 
...Fu un'estasi, una visione di Cielo, ma una visione che mise nel suo cuore troppo amore, troppa riconoscenza. Non potendone sopportare “i deliziosi assalti”, la catena si spezzò”. “....Era di una bellezza meravigliosa, il sorriso nelle sue labbra pareva parlare e dirci: << Il buon Dio non è altro che amore e misericordia>>
Madre Agnese stessa dipinse la croce di legno che doveva vigilare sulla sua tomba. Fu lei a scrivervi il nome di Suor Teresa del Bambin Gesù con le date: 1873-1897. Fu lei che scelse e aggiunse queste parole tolte da una poesia della Santa: 
“Che lungi, o mio Signore, portare io vò l'incendio del Tuo amore Deh, ti sovvenga ognor!” 
L'operaio che portò la croce al cimitero non badò alla tinta che era fresca e il testo si trovò cancellato. Nostra Madre interpretò il fatto come un segno del Cielo e lo sostituì con la promessa di Teresa, che in un primo tempo non aveva osato mettere: 
“Voglio passare il mio Cielo a fare del bene sulla terra” 

Fine capitolo 15 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

sabato 21 febbraio 2015

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESA DI LISIEUX - PARTE QUARTODICESIMA .



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux 
La “Storia di un'Anima” 

Con il consenso della Madre Maria di San Luigi Gonzaga che in questo mostrò davvero una grande larghezza di vedute, Madre Agnese di Gesù ebbe la gioia di aprire le porte del Carmelo di Lisieux alla sorella Celina, dopo la morte del signor Louis Martin avvenuta nel 1894; poi, l'anno appresso, alla cugina Maria Guérin . 
Questo trovarsi insieme, nel medesimo monastero, di quattro sorelle e di una cugina avrebbe potuto dar luogo a qualche inconveniente, senza il buono spirito di cui diedero prova e senza il distacco che si sforzano di praticare. 
La Provvidenza d'altronde, si servì di questi accostamenti per un fine che doveva superare di molto le cause che li avevano determinati. Vogliamo riferirci al Manoscritto della Santa ed alle tante fatiche che richiese, più tardi, la sua glorificazione. 
Una sera del dicembre 1894, Madre Agnese di Gesù e le sorelle Maria e Teresa se ne stavano nella sala di ricreazione a scaldarsi. Suor Teresa del Bambin Gesù raccontava alcuni episodi della sua fanciullezza e lo faceva con tanta grazia e con sì ingenuo candore che Suor Maria del Sacro Cuore esclamò: “Ah! Madre, che peccato che di tutte queste cose nulla sia stato scritto. Perché non dice a Suor Teresa del Bambin Gesù di scrivere, per noi, i suoi ricordi d'infanzia?” 
Dapprima Madre Agnese esitò, poi, cedendo alle insistenze: …..”Mi rivolsi alla Serva di Dio -racconta- la quale rideva come se la si volesse prendere in giro, e le dissi di scrivere quanto ricordava della sua infanzia. 
Essendo sua Priora, dovette ubbidire. Scrisse solo nei momenti liberi e mi consegnò il quaderno il 21 gennaio del 1896, giorno del mio onomastico. 
Era di sera e mi trovavo all'orazione. Passandomi accanto per andare al suo posto, me lo pose fra le mani ed io, senza aprirlo, lo misi sullo stallo. 
Non ebbi tempo di sfogliarlo che due mesi dopo. Durante quest'intervallo, potei constatare e valutare la virtù di Suor Teresa del Bambin Gesù: compiuto l'atto di obbedienza, non mi chiese mai se avessi o non avessi letto il quaderno. Una volta le dissi che non trovavo il tempo di leggerlo ed ella non mostrò nessun disappunto”. 
Fu durante questo priorato che Santa Teresa del Bambin Gesù sollecitò da Madre Agnese l'autorizzazione a consacrarsi vittima all'Amore Misericordioso nella festa della Santissima Trinità, il 9 giugno del 1895. 
Pochi giorni dopo – il 14 giugno – ricevette la grazia insigne della ferita d'amore. 
Ne parlò subito alla Madre; ma questa, temendo si incamminasse per vie straordinarie, mostrò di non annettervi nessuna importanza. Teresa non ne parlò più con nessuno. 
Fortunatamente, il 7 luglio del 1897, la “piccola Madre”, vedendola presso a morire e presagendo la eccezionale importanza del fatto, se lo fece raccontare dettagliatamente. 
La Santa aveva avuto modo di apprezzare e la saggezza e insieme la dolcezza della giovane Priora nell'esercizio della sua carica. Ella non faceva parte del Capitolo comunitario, perché nel Carmelo di Lisieux vigeva l'uso che solo due religiose-sorelle, avessero voce e diritto di voto. 
Alla vigilia delle elezioni che avrebbero chiuso questo fecondo triennio, Suor Teresa del Bambin Gesù confidò alla sua “piccola Madre”la speranza che la scelta delle capitolari sarebbe caduta sopra di lei.... 
Durante l'elezione, che fu particolarmente difficile: 
“Suor Teresa del Bambin Gesù attendeva fuori dal Capitolo, in ansia e preghiera, il risultato. Quando la campana chiamò in coro le religiose non vocali per prestare obbedienza alla nuova Priora, e vide che era Madre Maria di San Luigi Gonzaga, grande fu il suo stupore; ma lo spirito di fede dominò questa prima impressione e i sentimenti esterni di filiale sottomissione furono espressione sincera di quelli che aveva nell'intimo del cuore”. 
Sono parole della stessa Madre Agnese di Gesù, la quale aggiunge: “In fin di vita, mi confessò anche che si sentiva felice di morire tra le braccia di nostra madre Maria di San Luigi Gonzaga. Con lei, mi disse, avrei avute troppe consolazioni umane naturali. Ciò che Dio ha fatto, è veramente ben fatto”. Suor Teresa del Bambin Gesù ebbe la prima emottisi il 4 aprile del 1896, la sera del Giovedì Santo. La Priora, Madre Maria di San Luigi Gonzaga, credette più conveniente di tacere il fatto alle sorelle per non allammarle, e il segreto fu mantenuto fino alla fine di maggio del 1897. L'ammalata, nell'estate precedente, era stata curata per una piccola tosse che il medico non trovò preoccupante, e poi, ristabilitasi un po', aveva ripreso la vita regolare. 
Quando nella primavera seguente ricadde sfinita, Madre Maria di San Luigi Gonzaga, addoloratissima per il timore di perdere colei, che, fra le sue figlie, amava chiamare “la migliore fra le buone”, diede ampi permessi alle sorelle di avvicinarla sia come aiuto-infermiere, sia per assisterla durante le ore di Ufficio. 
Fu così che Madre Agnese di Gesù poté raccogliere i <<Novissima Verba>> che sono documenti vivi della fisionomia della Santa sotto il torchio della sofferenza. 
Madre Agnese di Gesù pensava anche al prezioso Manoscritto, rimasto incompleto, perché Teresa si era limitata a quanto le era stato imposto: il racconto dei ricordi dell'infanzia e dei primi mesi della sua vita religiosa. Nella notte del 2 giugno 1897, non riuscendo a prendere sonno per questo pensiero, andò a bussare alla cella di Madre Maria di San Luigi Gonzaga, le confidò il segreto del tesoro di cui era in possesso e le suggerì do ordinare a Suor Teresa di continuare la narrazione che poi, alla morte di lei, avrebbe servito per redigere le notizie biografiche da inviare ai Monasteri dell'Ordine. 
La tattica fu indovinata. 
Il giorno dopo Suor Teresa del Bambin Gesù riceveva l'obbedienza di riprendere la penna. E la penna le cadde di mano prima che il Manoscritto fosse ultimato; le ultime parole sono scritte a matita. 
In tutto ciò, Madre Agnese di Gesù agiva con il più puro spirito soprannaturale e unicamente per la gloria di Dio, come lo attestano queste parole alla “sua figliolina”: 
“La Madonna mi ha fatto comprendere che tutte le vite dei santi, anche le più belle, non valgono un solo atto di obbedienza e di rinunzia. Anche se Nostra Madre, dopo la sua morte, farà a pezzi la sua piccola Vita, mi pare che sarò ancora nelle disposizioni di questa sera, che non sentirei altro che una più forte attrattiva per il Cielo. Volerei più alto, ecco tutto”. 
NOVISSIMA VERBA 
Nel corso degli ultimi mesi, Suor Teresa del Bambin Gesù, vedendo l'angoscia che stringeva il cuore delle sorelle per la morte vicina, cercava in tutte le maniere di manifestare loro le espressioni più delicate della sua tenerezza riconoscente. 
“Se un giorno sarà di nuovo Priora – diceva alla “sua piccola Madre Agnese” -, non si turbi, perché non avrà più a soffrire quello che sofferse l'altra volta. Ella sarà superiore a tutto; lascerà che pensino e dicano quel che vogliono, farà il suo dovere in pace. Non faccia nulla per essere Priora e neppure frapponga ostacoli. Del resto, le prometto che non la lascerò eleggere, se ciò dovesse essere di scapito per l'anima sua”. 
Ecco altre commoventi effusioni: 
Ho visto che il suo amore per me è disinteressato. Ebbene, se io riconosco che lei è la mia “piccola Madre”, anche lei un giorno conoscerà che io sono la sua “figliolina”. 
“Non so proprio come farò a dimenticarmi di lei in Cielo!”. Talvolta metteva una punta di umorismo nel suo parlare per gettare un po' di allegria intorno a sé. A Madre Agnese che le diceva che volevano prenderle la fotografia per fare piacere alla Priora, ella, sorridendo, con aria maliziosetta: 
“Beh! Dica piuttosto che è per lei! Brezza di tramontana, cessa di soffiare: ma non per me, no, ma per il compagno mio che veste non ha.....(Reminiscenza di una storiella ironica di Auvergnants). Quando sarò Lassù, il mio piccolo braccio sarà come se fosse lungo; se ne accorgerà la mia “piccola Madre”. 
Non importa ciò che mi dice. Siano pure le cose più insignificanti, Lei mi fa l'effetto di un piacevole trovatore che canta le sue canzoni su arie sempre nuove. 
Se più tardi dovrà essere il mio “Storiografo”, bisogna che ora si risparmi! 
Oh, se mi dimenticassi di Lei, mi pare che tutti i santi mi scaccerebbero dal Paradiso come un gufo screanzato! O mia “piccola Madre”, quando sarò Lassù, verrò a prenderla, affinché “là dove sono io, Lei pure ci sia”. 
Quando lei morrà, - le diceva Madre Agnese -, le metteremo in mano una palma. ...
Sì, purché mi si permetta di deporla quando vorrò, per poter spargere a piene mani grazie sulla mia “piccola Madre”; bisogna che io possa fare tutto quello che mi piacerà. 
Quando Madre Agnese di Gesù ebbe notizia dei primi sintomi polmonari del 1896, si sentì profondamente amareggiata per non esserle stato detto nulla. 
La santa malata si sforzò di confortarla: 
“Non si affligga, cara “piccola Madre”, se la sua figliolina parve averle nascosto qualche cosa; dico “parve”..., perché lo sa bene – se ha osato nasconderle un angolino della “busta”....non ha mai celato una sola riga della “lettera”. Chi meglio di lei conosce questa piccola lettera, a cui vuol tanto bene? Agli altri si può mostrare la busta da tutte le sue parti; solo questa essi possono vedere, ma lei!... 
Oh, mia piccola Madre, la “lettera” è sua! Continui, la prego, a scriverla fino al giorno in cui il buon Gesù straccerà del tutto la busta.... 
E la piccola Madre effondeva la piena del suo cuore in queste strofe che le sgorgarono come una preghiera e una speranza: 
“Lontano, oltre le nubi, quando sari, bambina, 
Nella celeste Patria godendo pace e amor, 
Quando il Libro di Vita tu sfoglierai, inchina 
Su me dolce tuo sguardo ognor. 
Vedi un po' se il mio nome al tuo sì luminoso 
In quel Libro di grazia già unito si è, 
Se un dì, Angelo mio, potrò dolce riposo 
Prendere vicino a te. 
A volte il buon Gesù nel suo infinito amore 
I lievi nostri falli neppure vuol guardar; 
Dimmi se così pensa, o bimba, il tuo Signore, 
Per chi in Lui sa fidar? 
Le accompagnò con un biglietto: 
“Ho composto questi versi per alleviare un po' il mio cuore. Oh, quanto l'amo! Ma tutto ciò non è nulla in confronto di quello che avrei voluto dirle; solo in Cielo saprà quanta poesia la sua anima mette nella mia. Mi sento felice di esserle sorella, “piccola Madre” e di sentirmi amata da lei. La ringrazio di tutte le finezze che ha per me. Oh, mi conduca via dalla terra con lei! 
Teresa rispondeva: 
“Solo in Cielo saprà quel che lei è per me...lei, per me è una lira, un canto, anche quando non proferisce parola. No, non esistono sulla terra due come lei! 
Abbiamo visto a quale potenza di tenerezza possa sublimarsi la sensibilità di un affetto puro quando è soprannaturalizzato dalla virtù. Alcune di queste espansioni fraterne contengono affermazioni di capitale importanza, come la definizione della Piccola Via , le caratteristiche della infanzia spirituale , la missione che la Santa sognava di compiere fino all'esaurirsi del tempo, e infine il mandato esplicito affidato a Madre Agnese di Gesù di pubblicare il Manoscritto, dopo averlo riveduto e completato, precisandole che tutte le iniziative che avrebbe preso sarebbero state: come se la prendessi io stessa. Se ne ricordi in avvenire, e su ciò non abbia scrupolo.... 
Teresa affida un mandato a Madre Agnese di Gesù, la sua piccola Madre, un mandato che purtroppo sarà successivamente nel tempo aspramente criticato da alcuni studiosi degli scritti della Santa, oggi Dottore della Chiesa. Più volte, nel tempo, abbiamo letto quelle aspre e crudeli critiche sull'opera di Madre Agnese di Gesù, reputata dai più come colei che maldestramente mutò l'originale manoscritto di Teresa in modo del tutto arbitrario. 
Accuse queste che non si possono accogliere né giustificare. Pertanto resta immutata la riconoscenza dei devoti di Santa Teresa del Bambin Gesù, alla piccola Madre Agnese di Gesù, la quale nulla mutò dell'originale manoscritto della sorella, la sua figliolina. Riconoscenza e gratitudine per aver fraternamente plasmato nelle virtù Teresa di Lisieux, non la “piccola Teresa”, ma la grande Teresa, maestra della Piccola Via dell'infanzia spirituale.

Fine capitolo 14 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

giovedì 19 febbraio 2015

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESA DI LISIEUX - PARTE TREDICESIMA .



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux  
“Ascoltando una santa: il primo priorato” 

Fin qui Suor Agnese di Gesù aveva assodata la sua virtù nell'ombra. Ora Dio stava per porla, benché giovane di trentun anni e mezzo, sul candelabro. 
Alcuni mesi prima della morte della venerata Madre Genoveffa, fondatrice del Carmelo di Lisieux; Suor Agnese di Gesù per caso entrò nell'infermeria mentre la Fondatrice pareva facesse una confidenza alla Madre Maria di San Luigi Gonzaga. Questa gettò sopra la giovane Suore uno sguardo misterioso, facendole chiaramente capire essere lei l'oggetto della loro conversazione. Difatti, in seguito, le disse che Madre Genoveffa l'aveva indicata come eventuale futura Priora del Carmelo. 
Con scrupolosa lealtà, il 20 febbraio 1893, alla vigilia di lasciare la carica, Madre Maria di San Luigi Gonzaga preparò l'elezione della Madre Agnese di Gesù che stimava per le sue doti e amava sinceramente. 
Il superiore, confermando la nomina, rivolgeva all'eletta queste parole: 
“La santa Madre Genoveffa l'aiuterà. Si studi di imitare i preziosi esempi che ha lasciati. Posso dire, senza peccare di indiscrezione, che, se la maggior parte delle religiose ha pensato a lei nel dare il voto, ciò significa che in lei hanno riscontrata la volontà di emulare le virtù che ha visto praticare dalla Madre Genoveffa”. 
Tuttavia il carattere autoritario della vecchia priora Madre Maria di San Luigi Gonzaga presto si adombrò e non permise che la nuova eletta entrasse nel pieno esercizio della sua carica e ne assumesse tutte le responsabilità: avrebbe voluto tenerla come sotto tutela, sebbene ciò fosse di scapito al bene comune. 
Di qui la frase felice di Santa Teresa del Bambin Gesù circa questo laborioso triennio della sua amatissima Madre Agnese: “Lei ha imitato David che suona l'arpa dinanzi a Saul”. 
Data la natura impressionabile e sensibile della Madre Agnese di Gesù, questa posizione a volte toccò le note della tragicità. Scrisse infatti: 
“Devo riconoscere che un tale giogo mi era necessario. Mi ha maturata ed ha staccato la mia anima dagli onori”. 
In verità, seppe usare tutte le delicatezze possibili, senza mai mancare alla prudenza. Ad esempio, dovendo per deferenza nominare maestra delle novizie la Madre Maria di San Luigi Gonzaga, con santa accortezza le pose accanto, come aiuto nel disimpegno del suo ufficio, Suor Teresa del Bambin Gesù in qualità di angelo del noviziato, sicura che l'influenza di questa avrebbe temperato soavemente e giudiziosamente quanto l'altra avrebbe potuto avere di difettoso. 
E la sua fiducia non ebbe delusioni, perché Madre Maria di San Luigi Gonzaga nel riprendere, passati i tre anni, il comando, pur riservandosi la direzione del noviziato e lo avrebbe potuto affidare benissimo alla Madre Agnese di Gesù, confermò come sotto-maestra Suor Teresa del Bambin Gesù. 
E' facile immaginare la gioia tutta soprannaturale provata da Suor Teresa del Bambin Gesù alla elezione della sua piccola Madre. Ne abbiamo ampia testimonianza nelle parole che le scrisse la sera stessa, e che furono pubblicate nel volume delle sue Lettere. La gioia filiale è velata però da una certa trepidazione che non esita a manifestare, aggiungendo il consiglio: 
“Ora, toccherà a Lei penetrare nel santuario delle anime e spargervi quel tesoro di grazie delle quali l'ha arricchita Gesù. Certo avrà da soffrire....Troppo piccoli saranno i vasi per contenere il profumo prezioso che vorrà deporvi, ma anche Gesù adopera piccolissimi strumenti di musica per far sentire la melodia del suo amore, e poi....Egli sa fare buon uso di tutti quelli che Gli si presentano. Lei appunto farà come Gesù. Sorellina, Madre carissima, cuore del mio cuore, il cuore della sua figlia è tutto una piccola lira. Quando sarà stanca di far vibrare le arpe, venga a prendere la sua piccola lira, e appena toccata essa darà le melodie che vuole...Al semplice tocco delle sue dita materne, essa comprenderà, e la sua tenue melodia vibrerà all'unisono con il canto del suo cuore”. 
In occasione della prima festa di Sant'Agnese, 21 gennaio 1894, Suor Teresa del Bambin Gesù ideò e dipinse il quadretto: Il sogno del Bambin Gesù. L'accompagnò con un biglietto esplicativo ed una lettera nella quale troviamo apprezzamenti e rilievi così delicati su Madre Agnese di Gesù, che non possiamo dispensarci dal riportarli in queste pagine: 
Cara Madre, 
avrà letto il sogno che la sua figlia ha voluto riprodurre in occasione della sua festa. Ma, povera me! Solo il suo pennello d'artista avrebbe potuto ritrarre un sì dolce mistero! E' lei Madre mia, sono le sue virtù che ho voluto rappresentare nei fiorellini che Gesù stringe sul Cuore. I fiori non sono solo per Gesù? Proprio così, le virtù della mia cara Madre resteranno sempre nascoste con il piccolo Gesù della capanna; eppure, nonostante l'umiltà li voglia velare, emana da quei fiori un misterioso profumo che mi fa pregustare le meraviglie che un giorno vedrò nella Patria eterna, quando potrò contemplare i tesori di tenerezza di cui ora circonda il piccolo Gesù. Madre mia, lo sa bene, giammai io riuscirò ad esprimerle tutta la mia riconoscenza per avermi guidata, come un Angelo del Cielo, lungo i sentieri della vita. Lei mi ha fatto conoscere Gesù, Lei mi ha insegnato ad amarLo. Ed ora, che è doppiamente mia Madre, oh, mi guidi, la prego, verso il Diletto, m'insegni a praticare le virtù, perché in Cielo non voglio stare lontana da Lei, perché mi possa riconoscere per sua figlia e sorellina. 
Suor Teresa del Bambin Gesù. 
Ed ora, a confronto, ecco quanto scriveva da parte sua Madre Agnese di Gesù in vista dei Processi di Beatificazione: 
“Un giorno, durante il mio Priorato, la Serva di Dio si intrattenne con me un'ora intera; caso raro, perché la vedevo meno di tutte le altre. Grande fu la mia sorpresa nel constatare il suo progresso nelle virtù: più mi parlava del suo amore per Dio, del suo desiderio di soffrire per Lui e di passare sconosciuta sulla terra, e maggiormente io mi sentivo invadere da un sentimento di rispetto e di ammirazione, tanta era l'unzione e la verità che vedevo nelle sue parole. Comunicai questa mia impressione a Suor Teresa di Sant'Agostino venuta a trovarmi dopo di lei. Questa religiosa pensava che un giorno Suor Teresa del Bambin Gesù sarebbe stata Priora: << Si disilluda, le dissi, vedrà che non resterà a lungo con noi; è troppo santa perché Iddio non la chiami in Cielo molto presto>>. Allora, ella stava assai bene di salute e doveva avere ventuno o ventidue anni”. 
Il 7 settembre 1895, compleanno della sua Madre diletta, Suor Teresa del Bambin Gesù espresse ancora tutta la riconoscenza del suo cuore in una lirica intitolata: Alla mia cara Madre, il bell'Angelo della mia infanzia. 
Vi descrive a lungo la materna sollecitudine della sua Paolina: 
<< Lungi dal Cielo, dolce Patria mia, 
nel triste esilio sola son quaggiù: 
solerte un Angelo m'indica la via.
Ogni mio passo guidando fin lassù. 
Quest'Angelo sì bello, oh! Gran mistero... 
Mi chiamava sorella con amor... 
Di una madre avea tratto e pensiero 
Lieta e fidente io le posavo in cor! >> 

Fine capitolo 13 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

domenica 15 febbraio 2015

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESA DI LISIEUX - PARTE DODICESIMA .



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux 
La devozione al Volto Santo



Quella del Volto Santo è una devozione che Madre Agnese di Gesù comunicò a Suor Teresa del Bambin Gesù fin dal suo ingresso al Carmelo di Lisieux. In seguito ne dava questi particolari: 
“L'avevo condotta nella tribuna dove c'è una statua del Bambin Gesù, e le feci notare la bellezza di questo nome unito a quello di Teresa. Poi le spiegai la bellezza e l'onore insieme di portare anche il nome del Volto Santo, come ella riferisce in Storia di un'Anima, e vedevo nel suo sguardo che indovinava tutto ciò che le volevo dire...Mi pareva un angelo”. 
Negli appunti personali ella riportava per suo uso l'origine di questo culto che doveva dare tanto alimento alla sua anima: 
“E' stata Madre Genoveffa che, fin dal mio ingresso al Carmelo, mi orientò verso questa devozione. Mi diceva quando l'avesse colpita il fatto che Nostro Signore avesse scelto il Carmelo per rivelare al mondo il Volto Santo, come aveva potuto constatare attraverso la vita di Suor Maria di San Pietro del Carmelo di Tours. Ne fui colpita anch'io. Trovavo che Gesù, attraverso il Volto Santo, ci rivelava tutto l'amore del suo Cuore e andavo cercando il mezzo di onorare questa immagine. Quella che si trovava nel coro ebbe subito una lampada e più tardi, una vera gloria di luci”. 
L'immagine era una copia di quella propagata dal Signor Dupont, detto da tutti “il sant'uomo di Tours”, e al Carmelo era molto venerata. Santa Teresa del Bambin Gesù ne era molto devota; qui ebbe ispirazione la strofa “Viver d'amore è tergere il Tuo Volto” della poesia “Viver d'amore”. Ora si trova nell'infermeria, che già dall'inizio era stata dedicata al Volto Santo. 
“Dopo una giornata in cui ebbi molto da soffrire, continua Madre Agnese di Gesù, ebbi un sogno e vidi in cielo il Santo Volto. Un colore rossastro tingeva il cielo, quale si può vedere dopo un temporale. Con me c'era Suor Genoveffa (la sorella Celina. Questo particolare ci meraviglia ancor più perché il sogno precedette di parecchi anni la riproduzione che Suor Genoveffa fece del Volto Santo sulla Sindone di Torino). Ci trovavamo in una landa deserta, assorte nella contemplazione di quello spettacolo. Io sentii una voce mormorarmi all'orecchio: “Pazienza!”. 
Fu proprio alla scuola del Volto adorabile di Gesù, umiliato, contuso – noi l'abbiamo visto – che le figlie del Signor Martin imparano a “patire”, imparano cioè a santificare con il più amoroso abbandono la grande prova paterna, che così viva ripercussione ebbe nelle loro anime. 
Quel divino Volto, coperto di obbrobri, era sì il Dio dell'esilio, ma anche il pegno dell'eternità. Questo il pensiero che troviamo ancora negli scritti di Madre Agnese di Gesù: 
“Come sono contenta che Celina sia riuscita a riprodurre così fedelmente dalla Santa Sindone di Torino il vero Volto Santo dell'amato Sposo!”. 
….”Ma, o Gesù, quel che non abbiamo ancora potuto vedere è il vostro Volto glorioso. Oh, quando vedremo noi il vostro Volto nella gloria? Perché saremo pienamente saziate solo quando questa gloria ci sarà svelata”. 

Fine capitolo 12 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

venerdì 6 febbraio 2015

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' - CARMELITANA SCALZA LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESINA DI LISIEUX - PARTE UNDICESIMA .



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux  
“Morte di Madre Genoveffa di Santa Teresa 
Fondatrice del Carmelo di Lisieux” 

Un'altra separazione stava per colpire quei cuori. Madre Genoveffa di Santa Teresa, fondatrice del Carmelo di Lisieux, dopo lunghi anni di sofferenze, volava dal Carmelo al Cielo il 5 dicembre del 1891. 
Suor Agnese di Gesù, che della Madre Genoveffa aveva una stima profonda e filiale, così ne dava l'annunzio alla sorella Celina:  <<Oggi, sabato, al primo tocco dell'Angelus, la nostra santa ci ha lasciate, in una pace ineffabile, ma dopo dolori così terribili che tutte le invocavamo quest'ora di liberazione.
Ora tutto è finito. Il suo Cielo è incominciato, le sue sofferenze dimenticate, la sua gioia eterna.
Mia piccola Celina, l'emozione non mi lascia dire di più; le lacrime mi scendono abbondanti. Oh, la vita! Che cosa sono ora i suoi ottantasei anni? Facciamoci sante!>>.
Con la macchina imprestatale da Celina (Celina non è ancora entrata al Carmelo), Madre Agnese fotografò i lineamenti di questa amatissima Madre Genoveffa e preparò alcune immagini-ricordo. Ebbe inoltre la consolazione di redigere la vita della Madre Genoveffa per i vari Carmeli, vita o encomio funebre che fu però firmato dalla Madre Maria di San Luigi Gonzaga per non esporre eccessivamente Suor Agnese e per dare più importanza a quell'evento essendo Madre Maria di san Luigi Gonzaga priora in carica del Carmelo. 
Madre Agnese di Gesù si vide affidata a più riprese, come aiuto, la piccola santa sorella, Teresa. Così, per esempio, quando fu refettoriera e nei lavori di pittura. Però la comune virtù era un intreccio di emulazione per praticare nei loro rapporti fraterni il distacco e la mortificazione del cuore con una fedeltà scrupolosa che ha potuto far credere all'una e all'altra che la passata intimità si fosse raffreddata. 
Teresa infatti, poco prima di morire, riandando nei suoi ricordi, confessava alla sua <<piccola Madre>>:  “Non potevo aprirle il mio cuore, perché si comportava con me come se non mi conoscesse”. 
Ma ciò era solo in apparenza. Basta scorrere le deposizioni della Madre Agnese nei diversi Processi, dalle note iniziali a quelle ufficiali del Summarium, per persuadersi che mai cessò dall'interessarsi a fondo dell'anima della sua figlia, <<dal vederla crescere in sapienza e in grazia, e dal custodire queste cose nel suo cuore>>  fino al giorno in cui fu necessario svelarle. 

Fine capitolo 11 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

domenica 1 febbraio 2015



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux  
“La malattia di Louis Martin” 

Continuiamo ad attingere da questi ricordi fraterni: 
<<Ed ora diciamo qualche parola del gran dolore della nostra famiglia, sebbene sia cosa molto difficile far la descrizione di un groviglio di spine, quando queste si sono mutate in rose di grazie e di gloria per noi. Al tempo delle spine, specie al principio, quante lettere, quante chiamate crudeli in parlatorio! Mi ricordo che a volte, prima di recarmi al parlatorio, mi mettevo in ginocchio e pregavo così: “Mio Dio, tutto quello che mi si dirà, io voglio sentirlo; Voi però aiutatemi!” - Allora, mi avessero spezzato anche il cuore, conservavo una forza segreta.
Quando si manca di tatto, (...quì Madre Agnese si riferisce ai parenti e agli amici di famiglia venuti in parlatorio al Carmelo per rimproverare e accusare le sorelle Martin di essere state la causa della grave malattia di cui soffriva il loro padre, il signor Louis Martin), spesso avviene che invece di consolare si affonda un dardo, pur con le migliori intenzioni. La qual cosa capitò poche volte, non però da parte della Madre Genoveffa di Santa Teresa. Fin dal primo momento della nostra grande angoscia, cioè da quando papà pareva che si fosse perduto, non si sa dove, ella ci aveva atteso l'intero giorno nell'infermeria per consolarci. Eravamo così depresse, che non ci muovemmo dall'ufficio della Priora dove Madre Maria di San Luigi Gonzaga, con tanta bontà, ci aveva collocate. 
La sera, quando finalmente ci recammo dalla Madre Genoveffa, essa ci accolse tenendoci le braccia e con voce di pianto ci disse: “Venite, mie povere figliole! Quanto mi è sembrata lunga la giornata senza potervi vedere!”.
Parlava come <<chi sa che cosa è il soffrire>>.
Poi aggiunse: “Non piangete, vostro padre è ben custodito. Ecco le parole che ho sentito per voi stamane, dopo aver pregato per lui e per voi altre. Fa sapere ad esse che egli domani farà ritorno e che non ha niente>>. 
E contro ogni previsione, accadde così. 
La malattia del babbo, con tutto il suo bagaglio di umiliazioni e di pene intime fortificò grandemente le nostre anime. Quanto a me poi, ogni volta che facevo il pio esercizio della Via Crucis, mi venivano in mente quelle parole dell'Imitazione di Cristo: “Nessuno tanto cordialmente sente la Passione di Gesù Cristo, come colui al quale fu dato di soffrire”. 
Benché sia stata passeggera, come tutto ciò che è del tempo, pure questa croce non ebbe la durata di un giorno, ma di tre lunghi anni, durante i quali il silenzio cadeva sempre più cupo sul nome venerato di colui che amavamo. 
Fuori, molti riversavano sopra di noi la responsabilità della malattia; la vedevano come la conseguenza di un eccesso di dolore, causato soprattutto dall'ingresso di Teresa al Carmelo. 
Io amavo ripetere queste parole di Nostro Signore a Suor Maria di San Pietro: “La fine del tuo pellegrinaggio è vicina, presto vedrai il mio Volto in Cielo”. Era la giaculatoria delle mie pene. Nel tempo della nostra gran prova fu collocato dinanzi al Volto Santo un ex-voto, fra du candelieri, con incisa la seguente iscrizione: “Sit nomen Domini benedictum”. F.M.(Famiglia Martin). Mi pareva che lodare Iddio per averci regalata una croce tanto pesante, lo glorificasse immensamente>>. 
La stessa eco nella corrispondenza familiare di quel tempo penoso. Il 12 settembre del 1889, il signor Louis Martin dovette lasciare i suoi per essere affidato a mani estranee. 
Per le figlie, questa data resterà come un anniversario di grazia, grazia che esse avevano battezzato <<la nostra grande ricchezza>>. Alcuni giorni dopo, Suor Agnese di Gesù così scriveva alla sorella Suor Maria del Sacro Cuore che si trovava in ritiro, in luogo isolato rispetto alla comunità monastica: 
<< Povera colombina solitaria, i suoi pensieri collimano tanto con i miei che non so dirle quel che sento leggendoli...Confidiamo in Dio. Finora il nostro povero babbo non aveva sperimentato cosa fosse il soffrire. La sua ora non era ancora venuta; adesso è suonata. Ma poiché tutto vola quaggiù con la rapidità del lampo, presto suonerà per lui l'ora dell'estasi eterna. E chi mai entrerà nella sala del banchetto? Coloro che avranno lavata la loro veste nel Sangue dell'Agnello, vale a dire, coloro che avranno molto sofferto. Il nostro padre diletto avrà uno dei primi posti e là egli potrà dire: “Non sono più dove mi avevano posto......Tutto è cambiato; qui sono re; vedete come tutto è bello intorno a me, tutta una primavera eterna”. Piccola colomba, perché piangere sempre quel che le procurerà un eterno godere? Lasci che i Buissonnets si spopolino, lasci che tutto crolli, lasci che ciò che ha da finire finisca! Noi siamo incamminate verso un luogo dove possiamo essere fin da quaggiù, siamo in viaggio verso la Patria vera, ce ne andiamo al nostro regno. Guardiamo solo il Cielo e facciamolo scendere in noi con la fede e con l'amore. Presto saliremo lassù per vivere solo d'amore. La via dell'amore è la Fede. Babbo, oh babbo! Egli dorme, delira, sta facendo un sogno purificante per svegliarsi presto in un altra terra, nella vera casa del Buon Salvatore! Il Padrone di casa gli andrà incontro e gli dirà: “Servo buono e fedele, ecco l'ora, entra nel gaudio del tuo Signore”>>.  
E alla sua cugina che, poveretta, saliva nel mondo, quest'angosciosa Via Crucis: 
<<Essere sante, questo ci chiede Gesù. Egli ha bisogno, ha bisogno di anime pienamente votate, abbandonate, consacrate ai suoi divini capricci. Spalanchiamogli le nostre, lasciamolo entrare, o meglio forziamolo a penetrare e a fermarsi nel più intimo del santuario. DiciamoGli come i Discepoli di Emmaus: “Resta con noi, o Signore! Non vedi che si fa sera? Già cade la notte e non è bene che ti avventuri in questa notte di peccati, per le vie dove passano i maligni”. Oh, vieni, noi ci faremo scudo ai loro strali. Ma perché, o Signore, ti lasci tanto pregare? E che! E' dunque sì grave la tua compagnia? E Gesù mostrando la Croce, che mai abbandona, ci sorride e dice: “..Figliole miei, tanti mi invitano, ma pochi mi seguono; molti mi amano senza la croce, pochissimi se la lasciano piantare nel cuore. Eppure solo per mezzo della croce costruisco la mia eterna dimora. L'Amore mi trova, ma solo la sofferenza mi custodisce.
O Gesù! E noi? Non Vorremo la tua Croce? Su, entra e fissa la tua dimora. Quì sei in casa tua. Quì, un'altra Betania; qui, cuori fedeli; qui, un bianco vegliardo, disfatto dal male, che pur non cessa di chiamarti amico; qui, un'accolta di vergini, di cui lo Sposo sei Tu, Sposo di sangue, ma sempre adorato. Addio, mia cara, godiamo nel nostro soffrire>>.

 Il dolore, quando è accolto così, diventa la pietra di paragone delle anime grandi. Teresa poteva scrivere, per sé e per le sorelle: 
<<Più tardi, nei Cieli, ci sarà dolce l'intrattenerci di quei giorni oscuri dell'esilio, perché i tre anni del martirio di nostro padre mi sembrano i più amabili, i più fruttuosi della nostra vita e non li cambierei con le estasi più sublimi. Il mio cuore dinanzi a così inestimabili tesori, riconoscente esclama: Siate benedetto, o mio Dio, per questi anni di grazie che abbiamo trascorsi nei mali” (Salmo 89,15). Teresa di Lisieux>>.

Fine capitolo 10 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano