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venerdì 31 maggio 2013

PIO XII LETTERA ENCICLICA HAURIETIS AQUAS SULLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU' - PARTE PRIMA .



                                                                                                    PIO XII 
                                                                                       LETTERA ENCICLICA
                                                                                        HAURIETIS AQUAS
                                                               SULLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ 
                       Ai Venerabili Fratelli Patriarchi , Primati , Arcivescovi , Vescovi e agli altri Ordinari locali 
                                                          che hanno pace e comunione con la Sede Apostolica . 
                                                          Venerabili Fratelli , salute e Apostolica Benedizione .
« Voi attingerete con gaudio le acque dalle fonti del Salvatore » (1) . Queste parole , con le quali il profeta Isaia simbolicamente preannunziava le molteplici e abbondanti benedizioni di Dio , che l’era messianica avrebbe apportato , spontanee ritornano sulle Nostre labbra , allorché diamo uno sguardo ai cento anni che sono trascorsi da quando il Nostro Predecessore di imm. mem. Pio IX , ben lieto di assecondare i voti del mondo cattolico , si compiaceva di estendere e rendere obbligatoria per la Chiesa intera la Festa del Cuore Sacratissimo di Gesù . Innumerevoli , infatti , sono le grazie celesti che il culto tributato al Cuore Sacratissimo di Gesù ha trasfuso nelle anime dei fedeli ; grazie di purificazione , di sovrumane consolazioni , di incitamento alla conquista di ogni genere di virtù .
Noi pertanto , memori della sapientissima sentenza dell’apostolo S. Giacomo :
« Ogni donazione buona e ogni dono perfetto viene dall’alto e scende dal Padre de’ lumi » (2) , a buon diritto possiamo scorgere in questo culto , divenuto ormai universale e ogni giorno sempre più fervoroso , il dono che il Verbo Incarnato , nostro Salvatore Divino e unico Mediatore di grazia e di verità tra il celeste Padre e il genere umano , ha fatto alla Chiesa , sua mistica Sposa , in questi ultimi secoli della sua travagliata storia . Grazie a questo dono d’inestimabile valore , la Chiesa può agevolmente manifestare l’ardente carità che essa nutre verso il suo Divin Fondatore e corrispondere in più larga misura all’invito che l’evangelista S. Giovanni riferisce come rivolto da Gesù Cristo stesso :
« Nell’ultimo gran giorno della festa , Gesù levatosi in piedi , diceva ad alta voce : “ Chi ha sete , venga da me , e beva chi crede in me . Come dice la Scrittura , dal ventre di Lui sgorgheranno torrenti d’acqua viva ”. Ciò Egli disse dello Spirito che dovevano ricevere i credenti in Lui (3) . Agli uditori di Gesù non fu certamente difficile cogliere in quelle sue parole , che contenevano la promessa di una sorgente di « acqua viva » che sarebbe scaturita dal suo seno , una chiara allusione ai vaticini con i quali i profeti Isaia , Ezechiele e Zaccaria predicevano l’avvento del Regno Messianico , come pure alla tipica pietra che , percossa dalla verga di Mosè , versò acqua in abbondanza (4) .
La carità divina ha in realtà la sua principale sorgente nello Spirito Santo , ch’è Amore personale sia del Padre che del Figlio in seno all’augustissima Trinità . Ben a ragione quindi l’Apostolo , quasi facendo eco alle parole di Gesù Cristo , attribuisce allo Spirito Santo l’effusione della carità nell’animo dei credenti : « La carità di Dio si è riversata nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci fu dato » (5) . Questo strettissimo nesso , che secondo le parole della S. Scrittura intercorre tra la carità che deve ardere nei cuori dei cristiani e lo Spirito Santo , ch’è Amore per essenza , ci manifesta in modo mirabile , Venerabili Fratelli , l’intima natura stessa di quel culto che è da tributarsi al Cuore Sacratissimo di Gesù . Se è vero , infatti , che questo culto , considerato nella sua propria essenza , è un atto eccellentissimo della virtù di religione , cioè un atto di assoluta e incondizionata sottomissione e consacrazione da parte nostra all’amore del Redentore Divino , di cui è indice e simbolo quanto mai espressivo il suo Cuore trafitto ; è vero parimente , ed in un senso ancora più profondo , che tale culto è il ricambio dell’amore nostro all’Amore Divino . Poiché soltanto per effetto della carità si ottiene la piena e perfetta sottomissione dello spirito umano al dominio del Supremo Signore , allorché cioè gli affetti del nostro cuore in tal modo aderiscono alla divina volontà da formare con essa quasi una cosa sola , secondo che è scritto : « Chi aderisce al Signore forma un solo spirito con Lui » (6) .


SEGUE


                                                                                LAUS  DEO

                                                                               Pax et Bonum


                                                              Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                      Terziario Francescano 

mercoledì 29 maggio 2013

CONTEMPLAZIONI MARIANE DI DOM AUGUSTIN GUILLERAND MONACO CERTOSINO - SESTA ED ULTIMA PARTE .

ECCO TUA MADRE

La dottrina sulla maternità spirituale di Maria è assolutamente chiara , quando la si considera ai piedi della croce . Essa si impone nei limiti in cui un modo di fare può imporsi a Dio . Rappresenta in questo luogo l’Amore infinito e le sue realizzazioni finite .
La Compassione si riallaccia profondamente , come la Passione stessa , alla preghiera del sacerdote . Gesù sulla croce , tra il cielo e la terra , già staccato da questa e innalzato al cielo , in cammino verso suo Padre , ma vicinissimo a quanto lascia , nella posizione intermediaria di Mediatore , fa da ponte fra i due mondi che il peccato ha diviso e che egli è venuto a riavvicinare . Egli si sacrifica realizzando questa unione . In Lui essa è perfetta . Ed Egli la comunica a sua Madre affinchè ella la realizzi negli uomini divenuti suoi figli . Il compito di Maria si estende fin dove e quando si esercita l’opera del Redentore.... Nostro Signore si dà e ci raggiunge tramite Maria .
Tra Lui e noi , ella è sempre presente : questo è il piano divino .
Ciò che è nell’uno deve risuonare nell’altra prima di avere eco in noi e per potervi risuonare...
Comincia per lui una nuova vita e quindi un nuovo parto per lei .
Ciò che bisogna vedere sul Calvario , è questa nuova vita e questa nuova Madre dei viventi .  
Maria offre Gesù e si offre con lui al Padre , perchè tutta la sua vita è là con Gesù sulla croce , la sua carne ch’egli ha ricevuto da lei e la sua anima....
Questa presenza di Maria nel momento della Passione è voluta da Dio , ha un significato e uno scopo . La presenza di Maria ai piedi della croce non ci viene fatta notare senza una ragione speciale che è bene ricercare . E’ là come Madre .
L’idea di maternità domina la scena in cui Gesù la dona a Giovanni . << C’era là Maria , sua madre >> , dice il dolce evangelista , divenuto figlio di Maria e per questo suo nuovo titolo , fratello di Gesù .
Poi , il Divino Figlio guarda la Madre e dice a Giovanni : << Ecco tua Madre >> (Gv.25-27) .
Il compito di Maria in questa circostanza non potrebbe essere più chiaramente indicato . Gesù , nello stesso momento , completa la nostra generazione . Maria assiste a quest’atto di generazione . Vi assiste come Madre :  
una madre che perde un figlio , la sostituzione non è che esteriore ed apparente , così come la perdita .
Maria non perde né acquista nulla : continua . Un’unità profonda lega tutte queste esistenze e tutte le circostanze che ne costituiscono la trama . La morte di Gesù , per quanto decisiva sia , non dev’essere isolata da ciò che precede o da quanto segue... Maria si presta nuovamente all’azione dello Spirito di Vita . Esso non è soltanto lo Spirito del Verbo che all’inizio era presso il Padre . E’ lo Spirito del Verbo incarnato , è lo Spirito che ha lentamente elaborato la carne di Maria per fare di essa la carne del Verbo . E’ lo Spirito di suo Figlio .
L’amore , l’immenso amore che l’ha invasa il giorno dell’Annunciazione e che si è impadronito della sua carne.... dopo aver compiuto la sua opera in questa carne , si impadronisce di Maria affinché essa partorisca nelle anime . Ecco perchè ella ridiventa la donna :
<< Donna , ecco tuo figlio >> .
Assume in questo momento quel compito di donna che non aveva ancora svolto : comincia a generare dei vivi la cui vita sarà la vita di questo Spirito , lo Spirito del Verbo incarnato... Il suo compito non cambia , si allarga.... S’inizia di quì una nuova generazione che abbraccia tutti coloro che hanno creduto e coloro che crederanno . Le sono dati innumerevoli figli : essa li ha ricevuti ricevendo San Giovanni .
E San Giovanni stesso li ha ricevuti per ricoprire , ai loro occhi , un ruolo speciale non abbastanza conosciuto . In Lei , nel suo seno spirituale , nel suo amore di Madre , essi troveranno Gesù e diverranno figli a sua immagine e somiglianza . La nuova creazione avverrà così .
Il disegno divino è chiaro , del tutto chiaro : << Donna , ecco tuo figlio >> ; queste parole hanno dato immediatamente a Maria la possibilità di poter accogliere tutti nel suo seno . Il loro effetto è stato immediato , totale . Nessuna resistenza allo Spirito d’Amore che le è stato comunicato . Essa ha ripetuto dentro di sè le parole della sua vita :
<< Fiat , che tutto avvenga secondo la Tua parola >> .
E ciò è avvenuto .  
Maria è divenuta la Madre di tutti coloro cui Gesù comunicherà il suo Spirito d’Amore .
Ha ricevuto questo Spirito d’Amore in un modo speciale in questo momento , attraverso queste parole , per questo scopo . Ella sarà presente il giorno della Pentecoste per riceverlo come membro della Chiesa . Alla Croce lo riceve come Madre... Gesù è presente perchè si conosca questo Amore , per rivelare questo Spirito che lo anima , che ha animato tutta la sua vita terrena :
<< Affinchè il mondo sappia che amo il Padre e che agisco secondo la sua volontà >> (Gv. 14,31) . Maria in piedi , calma e abbandonata , calma per accogliere questo Spirito in maniera completa , abbandonata affinchè nessuna parte di se stessa sia d’ostacolo , vede questo Amore , se ne impregna , penetra in esso , nè è persa , portata fuori di se stessa da quest’alito e diviene , a sua volta , focolare d’amore , focolare che riceve tutto per riversarlo su tutti....



                                                                            LAUS  DEO

                                                                           Pax et Bonum


                                                           Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                   Terziario Francescano

lunedì 27 maggio 2013

CONTEMPLAZIONI MARIANE DI DOM AUGUSTIN GUILLERAND MONACO CERTOSINO - PARTE QUINTA .

ECCO TUO FIGLIO 

Lo stesso Giovanni è fuggito al momento dell’arresto : << Avendolo abbandonato , tutti presero la fuga >>
(Mt.26,56 – Mc.14,50) .
Non bisogna esagerare il carattere di questa fuga . E’ una debolezza , ma permessa , indicata e favorita dal divino Maestro . Egli ha detto << Prendete me , ma costoro lasciateli andare >> (Gv.18,8) .
Essi se ne sono andati perchè l’ha detto lui . Giovanni , mi sembra , è andato a trovare la Vergine . I suoi rapporti con lei dovevano avere da molto tempo un carattere particolare , da quando egli aveva conosciuto Gesù . Aveva amato la Madre nel Figlio , come il Figlio , ed era stato amato da lei con la stessa tenerezza . Al momento dell’arresto , egli dovette raggiungerla , e , probabilmente , lo fecero anche tutti gli altri . La Vergine e le pie donne non erano alla Cena , nella sala del pasto pasquale .
Ma non erano in una stanza vicina ? Comunque fosse , io m’immagino Giovanni che accorre in fretta , arriva per primo , come al sepolcro , e narra affannosamente dell’arresto del Salvatore .
Me lo immagino , ma non oso immaginare colei che è colpita dalla notizia .
Maria è il mare immenso davanti a cui le nostre diverse sensibilità possono , senza allontanarsi dalla verità , vedere ciò che meglio si confà loro .
La superficie – come quella del mare – ha potuto agitarsi , sollevarsi in tempesta . Perchè no , se questa tempesta era nel volere divino e liberamente , amorosamente , accolta da lei ?
La forza non consiste nell’impassibilità , né in un atteggiamento qualsiasi , ma nella sottomissione all’Amore .
Maria e Giovanni si sono affrettati ; lui l’ha sostenuta , ricoprendo già il ruolo di figlio che gli sarà ufficialmente conferito dopo qualche ora . Quando è cominciato il martirio dell’incontro ?
A me piace vedere Giovanni nel discepolo riconosciuto dal Sommo Sacerdote , che introdusse San Pietro nel palazzo nel corso della notte.....
Questo non è il mio nome : Giovanni si chiama << il discepolo che Gesù amava >> (Gv. 13; 23; 20; 2; 21; 7).... Ai piedi della croce – questa volta i testi sono chiari : Maria e Giovanni sono là . << Gesù , avendo visto sua madre e vicino a lei il discepolo che amava... >> (Gv.19,26) .
Lo sguardo di Gesù li vede , incontra i loro sguardi . E la scena ha luogo , la scena semplice , ma così grande e decisiva per loro come per noi . Gesù la presiede . Domina il gruppo , così come domina ogni altra cosa in quel momento .
Egli è grandissimo : << Quando sarò innalzato in Cielo >> (Gv.12,32) , quando sarò al di sopra di tutto ciò che è terrestre , ha annunciato lui stesso .
<< E’ per questo che Dio l’ha innalzato e gli ha dato un NOME superiore ad ogni altro >> (Fil.2,9) .
Da questa posizione di preminenza egli parla e la sua parola , come sempre , è un atto ; essa crea ciò che dice , come ogni altra parola del Verbo .
Dice a sua Madre : << Donna , ecco tuo figlio >> .
In quel momento , nudo e spogliato di tutto , inchiodato alla croce che lo teneva senza peraltro possederlo , non aveva che sua Madre nel mondo e suo Padre nei cieli . Egli volle , per quanto gli era possibile , abbandonarli . Donò a noi sua Madre e , non potendosi separare da suo Padre , per amor nostro volle almeno provare questa impossibile separazione :
<< Padre mio , Padre mio , perchè mi hai abbandonato ? >> (Mt.27,46 ; Mc. 15,34) .
Non approfondiamo ulteriormente le parole di Gesù ; io parlo di ciò che possiamo comprendere , che è umanamente comprensibile , poichè queste parole hanno una profondità divina che è senza fondo . Meditandole a lungo , come facevano le anime serene dei secoli passati , scopriremo in esse ricchezze e profondità inusitate..
Questa donna che è qui , sotto i suoi occhi - << avendo visto>> – ai suoi piedi , vicinissima a lui , egli l’ha costruita completamente , è la sua Opera più bella .
Il mondo intero è suo : << Egli parlò e le cose furono create >> (Ps. 148,5) .
La Parola ha fatto tutto . Ma c’è un ordine , ci sono delle ordinate intenzioni in tutta la sua opera . Questa donna è la prima e la più amata delle sue intenzioni . Egli la vuole posta avanti ad ogni altra cosa e nella sua vita ch’egli regola in ogni dettaglio , vede e vuole soprattutto l’ora in cui la perfezionerà . Infatti , lei , come lui , non è ancora completa . C’è in essi come un prolungamento che deve iniziare alla Croce . E’ venuto il momento di iniziare in lei l’ultima opera che deve coronare tutte le altre .
Maria sta per riprendere , nel corso dei secoli , il concepimento spirituale che era stato proprio della sua prima parte di vita . Torna ad essere per lui la donna in cui e per cui egli nascerà in noi . Il concepimento fisico preparava questo concepimento definitivo , per cui il Verbo ha fatto di lei la sua stessa madre . Maria è quì veramente al culmine della sua vita e del suo compito , sulla sommità da cui si riparte , non per andare più in alto , ma per porre le basi dell’opera che dà un significato all’esistenza .
 << Donna , ecco tuo Figlio . E’ il discepolo che amo , non ha altro nome che questo, la sua caratteristica è quella di essere amato, rappresenta tutti coloro che amo >> .
Qualcuno può forse amare di più , ma è un altro aspetto della questione . Può darsi che un altro possa essere amato di più , poichè l’amore che si porta a Dio corrisponde a quello che si riceve da lui . Ma non si tratta di gradi d’amore , né superiori , né inferiori ; è questione di rappresentanza .
San Giovanni , ai piedi della croce , rappresenta coloro che Gesù ama ; è il discepolo amato e tutti quelli che Gesù ama sono in lui . Ciò che Gesù fa per lui , lo farà per i << suoi >> , fino alla fine del mondo . Fino alla fine dei tempi , i discepoli di Gesù – e in modo speciale le nature interiori , intime, contemplative , dolci , di profonda sensibilità – avranno con Maria queste relazioni di figli con la madre . Il Maestro comunicherà loro il suo spirito attraverso di lei . Lo comunicherà loro ai piedi della croce . Si troveranno a questo punto senza dover lottare o soffrire più degli altri . Ci si troveranno per un insieme di circostanze molto particolari e vi rimarranno con facilità...


SEGUE


                                                                                          LAUS  DEO

                                                                                         Pax et Bonum


                                                                         Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                                 Terziario Francescano

sabato 25 maggio 2013

CONTEMPLAZIONI MARIANE DI DOM AUGUSTIN GUILLERAND MONACO CERTOSINO - PARTE QUARTA .

Stabat Mater

Gesù , Verbo Incarnato , riproduce il Padre . E’ lo specchio in cui possiamo vederlo , egli è l’immagine perfetta in cui il Padre si riconosce : <<Chi mi vede , vede il Padre >> (Gv. 14,9) .
Questo è Gesù : un riflesso , riflesso ideale che non è che una cosa sola con l’oggetto che riflette ; un riflesso posto fra noi e questo oggetto , in modo che tramite suo noi lo si possa conoscere .
Il Padre però ha voluto ci fosse , tra noi e questo riflesso , in intermediario , un’altra immagine più vicina a noi , che riceva nella perfezione le sue sembianze e ce le trasmetta . Perchè questo secondo intermediario , questo specchio più ravvicinato ?
Non si discute Dio nè la sua volontà . Si accetta ciò che stabilisce , lo si adora....e in seguito si tenta , nella sua luce , di intravedere le bellezze dei suoi disegni , sicuramente meravigliosi . Ogni altro atteggiamento dell’animo non è cristiano o lo è in modo insufficiente .
La vita di Gesù e la vita di Maria , l’animo di Gesù e l’animo di Maria << sono una sola cosa >> ; essi hanno vissuto senza sosta l’uno dell’altra , l’una per l’altro ; trovare l’uno significa raggiungere l’altro . Vederli così , vicini nell’accostamento delle loro anime , vuol dire conoscerli meglio entrambi .
In Dio , infatti , tutto e tutti si rischiarono a vicenda . In queste due vite c’è un culmine : il Calvario .
La loro storia , semplice come il loro animo , in questo momento si delinea con maggiore precisione . Essi vi appaiono esattamente in questo rapporto : l’uno davanti all’altro , in atteggiamento di comunicarsi tutto ciò che essi sono ; l’oggetto divino davanti allo specchio ; l’uno in piena luce , staccato dalla terra , stagliantesi nel cielo , al di sopra del mondo e degli uomini , mentre li raduna per elevarli con Sé ; l’altra ancora sulla terra , mescolata agli uomini , ai quali deve mostrare quanto riceve , preoccupata unicamente di ricevere perchè l’immagine risulti perfetta .
<< Vicino alla Croce di Gesù stava Maria , sua Madre >> (Gv. 19,25) .
Maria guarda e segue tutto , per ricevere tutto .
Questo è uno dei significati delle parole << vicino alla Croce >> .
Ed è una delle ragioni di questa posizione che l’attenzione cristiana ha giustamente notato : in piedi e vicinissima . Ella non deve perdere né un movimento , né un dolore ; non sarebbe più in grado di riprodurre perfettamente .  
E’ abituata a mantenere fisso il suo sguardo , senza distoglierlo né rivolgerlo altrove ; questo sguardo è stato la sua vita . Se fosse cessato , avrebbe anch’ella finito di vivere .
Questo sguardo è stato fissato attraverso l’Immacolata Concezione ; l’Angelo l’ha salutata quando l’ha definita
<< piena di grazia >> ; la tenerezza materna ne ha accresciuto incessantemente la fissità intensa ; la Passione , il desiderio di compatire....e di compatire per conservare , prolungare , trasmettere , far rivivere , fondare una nuova famiglia , dare dei fratelli a Gesù e dei figli a suo Padre , rappresentano in quell’istante , per questo sguardo , un qualcosa che nessuna parola può esprimere .
Per Maria , in quest’ora , il raggio divino , attraverso questo supplizio , questa croce , quest’abbandono così completo , è un raggio diretto , la luce è scintillante , è la Luce stessa...
L’oggetto divino è senza veli : non gli rimane che questa donna , che non è un ostacolo , certamente , e che , d’altronde , egli si prepara a donarci . Più nulla di creato ; fino a questo momento , il creato non l’ha occupato , ma avvolto . Anch’egli , per noi , toccava col piede il suolo e viveva la nostra vita , così come farà ancora Maria , sempre per noi , per qualche anno .
Ora , è il momento del passaggio , del ritorno . Egli si allontana , si distingue da tutto ciò che è tenebre ; si eleva al di sopra ; è in piena luce ; si fissa in essa ; lo sostiene la croce un tempo oscura e oramai risplendente di lui per tutti i secoli .
Di fronte a questa luce , a questo splendore , Maria sta << ai piedi della Croce >> .
E’ questo ch’Ella vuole riprodurre perfettamente e mostrarci e generare in noi , è la Luce che illumina la vita e vivifica tutto e tutti :
<< Colui che mi segue non cammina nelle tenebre , ma avrà la luce , che è vita >> (Gv.8,12) .
Maria guarda questa Luce , se ne colma ; essa non è più che uno specchio che la riflette , così come Gesù riflette suo Padre , luce-riflesso , la luce dei tempi in cui il Sole di giustizia illumina di lontano e di sbieco , attraverso gli immensi spazi della fede , che è notte oscura .
Divenendo riflesso , finisce di generare , di essere madre .
Anche se Giovanni , che ha seguito ogni cosa , compreso tutto , voluto tutto , vissuto tutto , insiste nel ricordare il suo titolo :
<< Vicino alla Croce di Gesù, stava Maria, sua madre >> .
E’ l’ultima volta ; senza distaccare lo sguardo da lui , per mostrarlo a noi , diviene << LA MADRE DEGLI UOMINI >>.
<< STAVA >> . San Giovanni fa largo uso dell’imperfetto , il tempo impreciso che si prolunga dal passato al futuro , sino alla durata eterna , e sembra partecipare di entrambi .
Gli studiosi mi daranno dotte spiegazioni di questo fatto . Io preferisco le ragioni semplici e contemplative che , sole , sono all’altezza di un’anima come quella di San Giovanni .
<< Ella stava >>, rimaneva là , a lungo ; prolungava , sosteneva quello sguardo e quello sguardo la sosteneva . Non aveva alcun altro sostegno , e quello le era sufficiente in ore così lunghe e crudeli . Erano davvero lunghe e crudeli , quelle ore ? Sì , indicibilmente ; tuttavia erano , nello stesso tempo , dolci e brevi , perchè Maria era unita .
Strano mistero contro cui mi trovo ad urtare ad ogni momento , quando mi pongo di fronte a loro : sofferenze senza nome e una gioia ancor più profonda !
Mai la loro unione era stata più completa e profonda e così intimamente dolce . E’ il risultato di tanti fatti , di tante azioni , di tante ore d’amore ! Oso appena pensarci .
Vedo levarsi davanti alla mia immaginazione gli anni che hanno preceduto l’Incarnazione....., poi quelli che hanno seguito il periodo di gestazione , in cui egli fu veramente per lei sola .
San Giuseppe stesso – sì , persino San Giuseppe – non suppone la celeste presenza .
Poi i trent’anni dell’esistenza terrena . Tutto aveva per scopo quell’istante , quello << STABAT >>per lei , quella Croce di Gesù....
Tra di loro è nata una comunione che non vuole morire , non può finire , deve proseguire , dev’essere feconda , una comunione che la separazione esteriore non può minacciare ; ed è questa comunione che Gesù consuma prima di morire .
E’ la VETTA della loro vita comune , quaggiù .
Essi l’hanno scalata assieme...lentamente , cioè con il passo di Dio , che non è né lento né rapido , ma giusto . E ancor ora , entrambi immobili , lui fissato alla croce , lei al suo Crocifisso , sono nel movimento , ridicono il loro << FIAT >> comune , che ha accordato le loro anime durante la loro vita .
<< Ella stava >> là , in piedi ed unita , in piedi perchè unita , dritta nel volere divino che è la rettitudine infinita , forte della sua forza .
Non ho più nulla da aggiungere : sento fortemente che tutta la sua anima è là , in quel volere che li lega l’uno all’altro e al loro Principio....e che tutto è là !.


SEGUE



                                                                                LAUS  DEO

                                                                               Pax et Bonum


                                                               Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                         Terziario Francescano







venerdì 24 maggio 2013

CONTEMPLAZIONI MARIANE DI DOM AUGUSTIN GUILLERAND MONACO CERTOSINO - PARTE TERZA .

Vita di Fede.

La parola << Grazia >> è la più bella di quaggiù e il suo significato è magnifico. Essa significa la vita stessa di Dio diffusa nelle nostre anime . Che cos’è questa vita ?
Noi , quaggiù non lo sapremo mai completamente . La parola di San Paolo è verissima :
<< L’occhio dell’uomo non ha visto , il suo orecchio non ha udito e il suo cuore non potrà mai presentire ciò che Dio riserva ai suoi eletti >> (1 Cor. 2, 9. – Is. 44,4.) .
Tuttavia noi cerchiamo di parlarne e facciamo bene. Questo sforzo indica come le realtà celesti co interessino e come noi desideriamo conoscerle per quanto è possibile quaggiù e un giorno possederle in Cielo . Cerchiamo quindi nelle cose terrene dei paragoni che ci diano qualche idea di queste realtà . Noi diciamo : << La grazia è una luce >> , ed è giusto . Ma si tratta di una luce specialissima . Entrate in una cappella in piena notte : tutto quanto voi vedete d’abitudine è al suo posto , l’altare con i suoi ornamenti , le statue , i quadri , i banchi , la disposizione delle cose.... Ma voi non lo vedete .
Manca la luce . Premete l’interruttore e , in un istante , vi appaiono . La luce fa vedere ciò che è . Senza di essa , ciò che è per noi come se non fosse ; la luce ci mette in rapporto con le cose ; la luce fisica ci mette in rapporto con le cose corporali ; la luce dell’intelligenza, della ragione , ci mette in contatto con le verità dell’ordine naturale ; ed esiste una luce più elevata che ci mette in contatto con il mondo superiore , soprannaturale , il mondo di Dio .
La Grazia è questa luce che illumina per un’anima il mondo di Dio , mostra ciò che egli è , la sua verità , la sua bontà , il suo amore , la sua sapienza e la sua potenza , tutte le perfezioni ch’egli stesso contempla , che lo rapiscono eternamente in estasi , che noi contempleremo un giorno in lui e che ci estasieranno per sempre . L’anima che vive veramente la vita di grazia , vede Dio . Lo vede in tutto , dappertutto , lo scopre negli uomini , nelle cose , negli avvenimenti , non vede che lui . Questo compito delle cose è grande . Noi siamo legati ad esse , dipendiamo da esse , così come esse dipendono da noi . Dio si nasconde in tutte , perchè noi ve lo scopriamo . Noi le mettiamo in contatto con il Creatore , esse ci rendono il medesimo servizio . Senza di noi sarebbero mute , e senza di esse noi saremo inerti .
La luce della nostra intelligenza non si desta che vedendole , essa è bella di per se stessa , ma la sua bellezza non diventa percettibile che sulle cose ch’essa illumina .
San Paolo della Croce , in una sera di primavera , passeggia nella campagna , attraversa i campi di erba medica in fiore e la sua anima si eleva da queste bellezze naturali alla Bellezza infinita di Colui che le ha fatte , che le fa ad ogni istante ; si ferma , cade in estasi e ci resta a lungo perduto in Dio , trasportato , rapito dalla divina luce di grazia .
San Francesco d’Assisi , di fronte ai fiori e agli uccelli , di fronte agli animali anche crudeli come il lupo , di fronte a tutte le creature , vede il Creatore e dice : << Mia sorella colomba , mio fratello Lupo >> . Avete notato , nel Vangelo , come l’anima di Gesù fosse completamente immersa in questa vera Luce e com’egli vedesse tutto in questa chiarezza ?
Guardava i magnifici anemoni d’oriente , chiamati da lui i gigli dei campi e diceva :
<< Guardate questi gigli . Salomone , in tutto lo splendore della sua gloria , non era vestito come uno di essi ; il Padre Celeste li riveste incessantemente di queste magnifiche vesti >> (Lc. 12, 27) .
Vedeva gli uccelli del cielo , così liberi nei loro voli , così poco preoccupati del loro nutrimento e diceva : << Essi non seminano , non ammassano nei granai e mio Padre Celeste prepara ed assicura loro gli alimenti di cui hanno bisogno >> (Lc. 12, 24) . Vedeva le viti sviluppare i loro rami e ricoprire la terra e diceva ai suoi Apostoli : << Io sono la vera vite , voi siete i tralci >> (Gv.15,5) ; il tralcio vive della linfa che gli proviene dal ceppo ; restate uniti al ceppo , restate in me , restate nel mio amore , per vivere la mia vita . Vedeva le greggi che il pastore conduceva ogni mattina ai grassi pascoli e riconduceva ogni sera all’ovile e diceva : << Io sono il buon Pastore ; conosco le mie pecore e le mie pecore mi conoscono come mi conosce il Padre e come io conosco lui.....e io dò la vita per le mie pecore >> Gv. 10,14-15) . Potrei moltiplicare all’infinito questi esempi : il Vangelo ne è pieno .
Il divino Maestro vedeva in tutto suo Padre e ne parlava a proposito di tutto ; ogni cosa gli ricordava i misteri della vita divina , perchè egli viveva , era immerso nella Luce ; non cessava di ricordarlo e di riversare sulle cose e sulle anime il fiotto dei suoi raggi .
C’è un’anima in cui la divina luce di grazia ha brillato di uno splendore eccezionalmente vivo ; è quella della Vergine di cui egli ha voluto fare sua madre . La grazia e il raggio di grazia hanno invaso la sua anima dal primo istante della sua concezione ; nessun’ombra , nessuna minaccia in quest’anima .
La Vergine ha compreso e vissuto tutto ciò meravigliosamente . Nelle cose che la circondavano , nei movimenti che animavano queste cose , negli avvenimenti della propria vita in genere , ella vedeva Dio , l’azione di Dio ; e lo benediceva .
Viveva quelle pagine della Scrittura in cui lo Spirito Santo ha tradotto queste disposizioni :
<< Opere del Signore , benedite il Signore...>> .
I Salmi , il << Benedicite >> , tutta la Scrittura , assumevano in lei una pienezza di significato e di movimento . Quando il suo piccolo corpo si formò nel seno di Anna , per un privilegio unico ma assolutamente sicuro , ella possedette la Luce , visse di fronte a Dio che era in lei , si donava a lei , le comunicava la sua vita . E quando nacque , questa Luce non soltanto si mantenne , ma crebbe , si sviluppò incessantemente e assunse delle proporzioni che lo spirito umano deve rinunciare a misurare .
Il pensiero di Dio riempie il suo pensiero , il ricordo della divina presenza , dell’azione di Dio in tutto e ovunque , la segue sempre.... ella vede in Dio Colui che è tutto e non vuole occuparsi di nulla all’infuori di lui . Tutta la sua vita si sviluppa in questa chiarità .
Chiamata a diventare la madre di Dio , al momento di dare la nascita al Cristo , deve lasciare la sua casa , il suo paese , fare un lungo percorso , tre giornate di cammino . Arrivando a Betlemme , piena di stranieri , non trova rifugio per il Dio che porta al mondo . Ne soffre... Il lungo cammino affatica il suo corpo , il rifiuto dell’ospitalità martirizza il suo corpo , il rifiuto dell’ospitalità martirizza il suo cuore....ma la divina Luce brilla nella sua anima , ella vede la volontà divina che permette ciò , l’adora, si sottomette ad essa e la sua sottomissione l’unisce a Colui che per lei è tutto . La stessa Luce la segue in esilio , l’accompagna sulle strade d’Egitto , la sostiene durante gli anni che deve vivere in un paese straniero , tiene la sua anima nella pace superiore . Quando Gesù ha dodici anni , ella lo perde tre giorni .
Colui che è doppiamente il suo tesoro , il tesoro della vita naturale e di quella soprannaturale , suo Figlio e suo Dio , scompare ai suoi occhi , la lascia sola.... E quando lo ritrova , invece di consolarla , egli le ricorda di essere del suo Padre Celeste , di essere venuto per procurare la sua gloria , le ricorda che questa sparizione di tre giorni non è che un annuncio , una preparazione : un giorno egli dovrà abbandonare definitivamente sua madre , darsi completamente agli interessi di questa gloria....
E la Vergine porta e conserva nel suo cuore queste parole . Il suo cuore è triste , ma la stessa Luce brilla su questa ferita , consola il suo cuore infranto : ella vede Dio e il suo divino volere , l’adora , si sottomette ad esso . Ella lo vede , lo adora, l’ama al Calvario , di fronte al martirio supremo , di fronte al corpo torturato di suo Figlio .
Le tenebre coprono la terra , coloro che assistono sono atterriti , tutti tremano , invasi dall’inquietudine e dal terrore . Maria è calma , la sua anima è sempre più inondata di luce : più ogni cosa appare scura agli occhi della sua sensibilità e della ragione , e più la Luce divina l’illumina , appare scintillante allo sguardo della fede .
Ecco ciò che l’Angelo vede quando la saluta : << Piena di Grazia >> ; ecco ciò che loda in lei .
Ecco ciò che noi dobbiamo vedere e lodare quando ripetiamo così spesso, ogni giorno : << Ave , o Maria, piena di grazia >>.
Noi viviamo di questa pienezza ; il tesoro inestimabile della nostra grazia , le luci su Dio e il cielo che rischiarono i nostri spiriti e sostengono le nostre volontà , arrivano a noi per mezzo di lei ; ella è la madre delle nostre anime , la nostra anima .


SEGUE



                                                                                   LAUS  DEO

                                                                                  Pax et Bonum


                                                                    Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                            Terziario Francescano

giovedì 23 maggio 2013

CONTEMPLAZIONI MARIANE DI DOM AUGUSTIN GUILLERAND MONACO CERTOSINO - PARTE SECONDA .

                                                                         

                                                      

Pienezza di Grazia . 
Immacolata .

A Bernadette che le chiedeva il suo nome , la Vergine ha risposto , come sapete :
“ Io sono l’Immacolata Concezione ” .
Perché , tra i tanti appellativi , cui ella ha diritto , e che possono egualmente definirla , Maria ha scelto questo ? Ha voluto certo provare , confermare con la sua stessa testimonianza il dogma della sua Concezione purissima , che la Chiesa aveva definito .
Ma ha voluto anche farci capire chiaramente che questo bellissimo appellativo le è molto chiaro , che desidera raccoglierlo sulle nostre labbra , che è dolce al suo cuore , e che , per meglio conoscerlo ed amarlo , dobbiamo cercare di comprenderne il significato , davvero ricchissimo , ed intravedere una parte della grandezza rappresentata da questo privilegio . Questa grandezza è immensa :
è la grandezza stessa – non identica ma simile – dell’Altissimo .
Questo Dio grandissimo ha voluto che , dal primo istante della sua esistenza , da questo primo istante in cui ogni creatura umana è avvolta dalle tenebre , immersa in ciò che la Scrittura chiama un’ombra di morte , un solo essere tra tutti , la Vergine apparisse illuminata dalla sua Luce , animata del suo soffio d’Amore , ornata della sua Bellezza e messa a conoscenza di quei rapporti misteriosi che costituiscono la sua Vita .
La Vergine è stata creata per dare una sostanza materiale al Verbo incarnato : << da Maria Vergine >> . Questo ruolo le impone dei rapporti molto particolari nei confronti di Dio : madre del Verbo , sposa dello Spirito Santo . Tali rapporti esigono determinate disposizioni di corpo e d’animo .
Entrambi devono essere completamente nelle mani di Dio : << Ecco l’Ancella del Signore >> .
E’ necessario che quando lo Spirito Santo sopraggiungerà in lei , trovi uno strumento di cui possa servirsi secondo i suoi desideri , perfettamente concorde con lui stesso e con l’azione divina che dovrà esercitarsi : l’Immacolata Concezione realizza questo accordo . Pur non essendo assolutamente indispensabile , ella appare molto opportuna in un piano di saggezza e d’amore .
Il peccato originale pone nell’animo di ogni essere umano un qualcosa che l’avvelena . E’ un’essenza di morte , essenzialmente anti-divina . E da questo seme avvelenato sale un movimento che va direttamente contro al movimento di Dio .
Lo Spirito d’Amore , movimento di Dio , urta contro di esso , incontrando un’opposizione che , generalmente , non finisce quaggiù . Riecheggiano ancora i lamenti di San Paolo : << Chi mi libererà da questo corpo di morte ? >> (Rm. 7,24) – La risposta è nota : << La mia Grazia ti è sufficiente >> (2Cor.12,9) . – << La verità vi renderà liberi >> ( Gv. 8, 32) .
La Grazia è l’Amore ; la Verità è la Luce . L’Amore e la sua Luce presenti in un cuore , sue guide , gli assicurano la vittoria . Ma è lotta o , almeno , guerra , con delle probabili battaglie . L’opera che lo Spirito Santo vuole compiere in Maria richiede la perfetta pace , l’armonia , l’ordine umano , la sottomissione totale del corpo all’anima , e di questa allo Spirito Santo , poichè Maria dovrà comunicare la vita . E la vita è una sintesi : riunisce , ordinandoli , elementi diversi , li ordina sottomettendoli gli uni agli altri , secondo il loro rapporto con Dio...
Il << Fiat >> non è una parola isolata nella vita di Maria : è un termine ; riassume e incorona quanto essa ha detto a Dio , da quando ha cominciato a parlare con lui . Questa unità mi attira : l’unità dell’azione divina , che prepara in ispirito l’Incarnazione futura e l’unità della Vergine che risponde a quest’azione preparatoria , come risponde alla sua realizzazione .
Ella risponde col suo spirito ; l’unione per ora è soltanto spirituale , e il termine di << incarnazione >> non può ancora esserle applicato . Ma la carne è così obbediente al Signore potentissimo che l’ha creata , così docile agli ordini dell’anima , che si può intravedere l’avvenimento nella sua preparazione....
La Vergine non vive che per Colui che sarà il suo Figliolo Divino .
Tutte le sue azioni tendono ad accoglierlo e a farla essere , nei suoi confronti , così come egli la vuole : vuole ch’ella sia sua madre : lo è ; lo è per quella volontà che , in lei , è al di fuori del tempo . Dal primo istante della concezione , l’anima di Maria è lontana da qualsiasi altro interesse che non sia il Figlio Divino ; è completamente rivolta a lui , soltanto verso di lui ; il rapporto divino incomincia subito....
La sua anima è una cosa sola , un focolare domestico : le tre Persone Divine l’occupano , scendono in essa , si fanno reciproco dono di sé , si donano ad essa , ed essa stessa , completamente colma della loro presenza , si dona loro... Non c’è niente, assolutamente niente in lei che non sia per lui , completamente per lui : << Ecco l’Ancella del Signore , Fiat >>, perchè << piena di Grazia >> (Lc. 1,38 e 28) .
E’ interamente occupata dal << movimento >> divino , che la rende bene accetta a Dio ; è piena di fascino , ed egli ne è affascinato .
Ed egli viene.... e vengono tutti e Tre...
Ecco come mi appare la grandezza di questo mistero....
L’Immacolata Concezione è una semplice convenienza , ma talmente meravigliosa , che , dopo aver meditato su di essa , difficilmente si può pensare che sia accaduto qualcosa di diverso da tutto ciò , e che l’alito del nemico abbia potuto profanare questo santuario .


SEGUE


                                                                                    LAUS  DEO

                                                                                   Pax et Bonum


                                                                    Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                             Terziario Francescano

mercoledì 22 maggio 2013

CONTEMPLAZIONI MARIANE DI DOM AUGUSTIN GUILLERAND , MONACO CERTOSINO - PARTE PRIMA .


                                                       


                                                                               


                                                      CONTEMPLAZIONI MARIANE “ 

                                              di Dom Augustin Guillerand, Monaco Certosino 

E’ difficile parlare di Maria...., Ella ci conduce immediatamente alle profondità infinite , in cui una parola dice tutto..., ma questa parola non è esprimibile con le nostre...
Ritrovo in Lei tutto l’abisso di questo Divino Mistero che mi attira da così lungo tempo e tanto fortemente : 
ritrovo le Tre Persone che non ne formano che Una .
E , di fronte ad esse , ritrovo , come intermediaria , l’anima di questa semplice donna di Galilea , scelta per farci partecipi di quanto esse si trasmettono reciprocamente da sempre e per sempre :
la natura divina... I rapporti di Maria con la Santissima Trinità , la vita che nacque nel suo cuore fin dal primo momento in cui la sua anima e il suo corpo si unirono , il <<  movimento  >> vivo e completo che , sviluppandosi incessantemente , la portò fino al Cuore di Dio , che la tenne legata , unita a Lui in ogni suo desiderio e volere , pensiero e sentimento , il suo desiderio di diffondere tutto ciò nei nostri cuori , di comunicarci questa unione e questa vita , di fare di noi << una cosa sola >>
con Lei , e , per mezzo suo , con Gesù , e , attraverso Gesù , col Padre , il Figliolo e lo Spirito Santo , quale argomento di meditazione , di profonda riflessione ci forniscono .
Un argomento che , riproponendosi continuamente , non si esaurisce mai , e che , anzi , si rinnova ogni volta . Logicamente non possiamo , né dobbiamo illuderci di esplorare questo abisso :
è un Mistero , il Mistero dei Misteri .
Tuttavia non dobbiamo neppure aver timore di contemplarlo , in quanto è un mistero di luce e di amore ; Dio vuole che lo si osservi il più a lungo possibile , il più sovente possibile ; egli tanto più si rivela a noi , quanto più questo nostro sguardo è puro... 
Tutto ciò non rappresenta che balbettamenti infantili . Bisogna accontentarcene .
La Vergine stessa, per quanto sublime fosse la sua Contemplazione , ha accettato di seguire gli stessi nostri oscuri sentieri della vita e della fede ; dobbiamo seguirli come Lei ; con Lei , la mano nella sua mano dolcissima , il cuore nel suo cuore , così puro e buono...

SEGUE 


                                                                                     LAUS  DEO

                                                                                    Pax et Bonum


                                                                      Francesco di Santa Maria diGesù
                                                                              Terziario Francescano

martedì 21 maggio 2013

SAN GUGLIELMO DA VERCELLI MONACO E FONDATORE DEL SANTUARIO DI MONTEVERGINE - SECONDA ED ULTIMA PARTE .

" Il cristiano deve spesso porsi avanti gli occhi i libri dei Santi per
iscorgere 
in quelli i difetti di cui si deve correggere e le virtù di cui deve abbellirsi 
per
piacere agli occhi del suo Dio "

                                                  San Pio da Pietrelcina

Lettera 18. Pietrelcina 28.7.1914 a Raffaellina Cerase Terziaria Cappuccina .
Epistolario Vol. II. Ed. 2002.


SAN GUGLIELMO DA VERCELLI 
MONACO E FONDATORE 
DI MONTEVERGINE


San Guglielmo da Vercelli Guglielmo di Montevergine nacque a Vercelli nel 1085 . In Irpinia fondò la Congregazione Benedettina di Montevergine , con caratteristiche cenobitiche . Fondò altri monasteri , fra cui quello di San Salvatore . La sua opera infaticabile lo portò poi verso Rocca San Felice , Foggia e Troia . L'ideale di vita ascetica da lui proposto era legato alla Regola Benedettina . Morì a Goleto, in Irpinia, il 24 giugno 1142 . E' il fondatore della Congregazione Benedettina di Montevergine (Avellino) . Egli nacque a Vercelli da nobile famiglia verso il 1085 , quando cioè tra il Papa , S. Gregorio VII , e l'imperatore della Germania , Enrico IV , si svolgeva un'accanita lotta per la questione delle investiture . Essendo rimasto orfano di entrambi i genitori fin dalla fanciullezza , Guglielmo ricevette una buona educazione da uno dei suoi parenti . Attratto dalla grazia , a quindici anni egli rinunciò alle delizie della sua privilegiata condizione per indossare l'abito monastico e pellegrinare , in spirito di penitenza , conforme all'uso in voga , ai più celebri Santuari della cristianità .
In quel tempo , da tutta l'Europa numerosi fedeli accorrevano a Santiago de Compostela , Archidiocesi della Galizia (Spagna) perché , secondo un'antica , ma molto discutibile tradizione , conservava il corpo dell'apostolo S. Giacomo Maggiore . Fu quello il primo santuario che Guglielmo visitò a piedi scalzi e rivestito di un semplice abito da pellegrino . Non contento dei disagi del viaggio , della fame e della sete , per strada si fece fabbricare due cerchi di ferro , e li applicò alla nuda carne per avere qualcosa da soffrire per amore di Cristo Gesù . Quel pellegrinaggio durò cinque anni . Al ritorno , il Santo sentì vivo il desiderio di compierne un altro più lungo e più faticoso al Santo Sepolcro in Gerusalemme . Si diresse per questo a piedi verso l'Italia meridionale visitando piamente le Chiese che incontrava sul suo passaggio , specialmente le basiliche di Roma .
Per un po' di tempo Guglielmo soggiornò a Melfi , nella Lucania , e poi sul monte Serico , presso Atella (Potenza) , abbandonandosi a digiuni e a penitenze che hanno dell'incredibile . Si racconta che colà egli operò il primo Miracolo dando la vista ad un cieco che , nella sua afflizione , si era raccomandato alle sue preghiere . La fama del prodigio e delle virtù del Taumaturgo non tardò a spargersi 
nei dintorni . Volendo restare interamente nascosto agli occhi degli uomini , Guglielmo decise di recarsi senza indugio a Brindisi per imbarcarsi alla volta delle Terra Santa .
Strada facendo volle fare una breve visita a S. Giovanni da Matera (+1139) , eremita di Ginosa (Taranto) e futuro fondatore della Congregazione Benedettina di Pulsano , dal quale ricevette l'avviso che non era volontà di Dio che compisse quel pellegrinaggio . Al pio romeo la cosa riuscì ancora più evidente quando, qualche giorno più tardi , fu malmenato da alcuni briganti nei pressi di Orla (Brindisi) .
Il penitente attraversò allora la Lucania e , quando giunse ad Atripalda (Avellino) , udì chiara la VOCE di Dio che lo chiamava a Pregare e a fare penitenza tra le asprezze di Montevergine ,
sul massiccio montuoso del Partenio , non lontano da luogo dove , nell'età pagana , sorgeva un famoso tempio dedicato alla dea Cibele . Colà egli si fece costruire una piccola cella e per un anno rimase solo . Gli orsi e i lupi che infestavano i boschi non osarono fargli alcun male .
Un giorno , mente era assorto in celesti pensieri , gli apparve il Redentore , il quale gl'ingiunse di erigere una Chiesa al culto della sua Divina Madre , con l'aiuto dei discepoli che si erano raccolti attorno a lui in povere celle .
Il vescovo di Avellino , Giovanni , verso il 1124 consacrò solennemente il tempio che il Santo aveva fatto erigere . In seguito , il Vescovo riconobbe l'utilità e la Santità della pia istituzione di Guglielmo , e la esentò dal uso potere vescovile . I fedeli cominciarono a salire numerosi al romitorio del Santo , sia per essere istruiti da lui nelle vie della salvezza e sia per raccomandarsi alle sue preghiere . Anche degli ecclesiastici chiesero di vivere sotto la sua direzione e di condividerne il genere di vita . Guglielmo , pur sentendosi per inclinazione portato alla vita solitaria , fondò una Congregazione Monastica che , fin dall'inizio , andò assumendo sempre più il carattere cenobitico con tinta spiccatamente Benedettina senza la pretesa tuttavia di dare un'interpretazione esclusiva della regola di S. Benedetto .
A Montevergine l'ideale di vita strettamente eremitica venne contemperato con l'esercizio del ministero pastorale a beneficio dei pellegrini , attratti e dalla Devozione alla SS. Vergine e dalla fama della Santità di Guglielmo . Il Santo eremita non scrisse nessuna regola per quelli che vollero mettersi alla sua scuola . Richiese soltanto a viva voce , e con il suo quotidiano esempio , che tutti si dessero ad austere penitenze , non mangiassero carne e non facessero uso di latticini per tutto l'anno , lavorassero con le proprie mani , coltivassero la Preghiera corale e lo studio , osservassero la più rigorosa povertà . Non passò quindi molto tempo che quegli eremiti cominciarono a lamentarsi del regime troppo austero al quale il Santo fondatore li obbligava .
I fedeli che salivano al Santuario della SS. Vergine lasciavano nelle mani di Guglielmo abbondanti elemosine , ma egli ne riservava soltanto una piccola parte alla sua comunità e il resto lo distribuiva ai poveri .
I Monaci videro di mal occhio quelle liberalità che li privavano di tante comodità alle quali credevano di avere in parte diritto , e lo supplicarono di volere moderare i rigori della vita comune . Guglielmo fece quanto poté per calmare i loro spiriti inquieti . Quando vide che le sue esortazioni non giovavano a nulla , sentendo crescere in sé sempre più il desiderio di una maggiore solitudine e il bisogno di luoghi più inaccessibili , nell'autunno del 1128 li abbandonò . Al suo posto aveva lasciato il B. Alberto il quale , con la pazienza e con l'esempio , riuscì a riportare la calma tra i religiosi e a convincerli della necessità di vivere conforme agli usi introdotti dal Fondatore . Quando Alberto morì nel governo del monastero gli successe il B. Roberto .
Per volere di Alessandro III i Monaci adottarono la regola di S. Benedetto e mitigarono alquanto il rigore della primitiva osservanza . La partenza di Guglielmo da Montevergine anziché nuocere , giovò alla diffusione dell'Ordine . Per un po' di tempo egli si fermò al Laceno , presso Bagnoli Irpino (Avellino) , dove ricevette la visita di S. Giovanni da Matera . Era volontà del Cielo , però , manifestatasi con chiari segni , che non rimanessero per molto tempo in quel luogo . Riattraversarono la Lucania e nei pressi di Tricarico (Matera) , sul monte Cognato , a destra del Bisento , si separarono definitivamente per portare a termine le missioni che Iddio aveva loro affidato . Guglielmo fondò un nuovo Monastero sul monte Cognato e quando anche quella comunità fu bene avviata , lasciò un suo sostituto , con delle norme ben precise sulla vita che quei solitari dovevano condurre , e poi si allontanò . Giunse così alla piana del Goleto , presso Nusco (Avellino) , dove per un anno gli servì da abitazione il cavo di un gigantesco albero . Nel 1133 diede inizio al Monastero di San Salvatore con il permesso del Vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi e il generoso aiuto del signore Ruggero di Monticulo .
Era esso uno di quei Monasteri doppi , introdotti in Oriente al tempo di S. Basilio , non infrequenti in Europa nel medio evo , costituiti per ragioni economiche da un complesso di distinti edifici , destinati gli uni all'abitazione dei religiosi e gli altri all'abitazione delle religiose . Altre simili fondazioni Guglielmo portò a termine con un ardore instancabile presso Rocca San Felice (Avellino) , Foggia e Troia , Binetto (Bari) e in tanti altri luoghi . Esse esercitarono un benefico influsso sulle popolazioni dell'Italia meridionale .
La fama di Santità di Guglielmo giunse anche alle orecchie di Ruggero II (+1154) , re di Napoli e della Sicilia . Negli ultimi anni della sua vita il Santo non disdegnò di bandire la PAROLA di Dio alla corte , come aveva fatto nei palazzi dei signori feudali e nelle campagne tra la povera gente . C'erano tante ingiustizie da togliere , c'era tanto mal costume da combattere . Qualche cortigiano rimase irritato di quanto egli con evangelica libertà diceva , e cercò di farlo apparire agli occhi del sovrano come un ipocrita e un impostore .
Una donna di facili costumi concepì persino il diabolico disegno di tentarlo al male . Il Santo finse di accettare la proposta di lei , e la pregò di ritornare nel suo appartamento verso sera . La meretrice corse a portarne trionfante la notizia a corte , ma rimase ben sorpresa quando , raggiunto Guglielmo , lo vide coricarsi sopra uno strato di carboni ardenti e lo udì invitarla a imitarne l'esempio . Alla vista del prodigio , la misera peccatrice scoppiò in pianto , s'inginocchiò per terra e chiese perdono al Santo dell'affronto che gli aveva fatto . Ovunque divulgò il prodigio a conferma della buona opinione che si aveva del pio Monaco , vendette quanto possedeva e aiutò Guglielmo a fondare a Venosa (Potenza) un Convento femminile di cui ella divenne Abbadessa .
Quando Ruggero II si trasferì a Palermo , volle che il Santo lo seguisse e vi fondasse un Monastero . Sentendo tuttavia avvicinarsi il momento della morte , consumato più che dagli anni dalle fatiche e dalle penitenze , osservate sempre con estremo rigore , Guglielmo visitò per l'ultima volta i Monasteri che aveva fondato per esortare i religiosi e le religiose a perseverare nella vita di Preghiera e di penitenza . Poi si ritirò a Goleto e si preparò alla morte . Quando giunse il felice momento da lui predetto , si fece portare in Chiesa e coricare sul pavimento senza supporto alcuno a suo sollievo .
Raccomandò a quanti lo circondavano la perseveranza nella pratica della povertà , nella coltivazione della vita eremitica e li pregò di seppellirlo con lo stesso abito di cui era rivestito . Come i Cistercensi suo contemporanei , fondati nel 1098 a Cìteaux da S. Roberto di Molesme (+1111) e propagati per tutta Europa da S. Bernardo di Chiaravalle (+1153) , egli aveva adottato per reazione ai Monaci di Cluny la tonaca e la cocolla bianche .
Guglielmo da Vercelli morì a Goleto il 25-6-1142 .
Il suo sepolcro divenne presto meta di pellegrinaggi per i Miracoli che otteneva da Dio .
Fu questo il motivo per cui i Vescovi delle diocesi circonvicine ne permisero subito dopo la morte il culto pubblico . Pare che sia stato beatificato da Alessandro III nel 1181 , ma non canonizzato . La sua venerazione fu estesa a tutta la Chiesa nel 1785 da Pio VI .
Nel 1942 Pio XII lo dichiarò Patrono primario dell'Irpinia .
Dal 2-9-1807 le sue Reliquie sono venerate a Montevergine dove furono traslate , per volere di Gioacchino Murat , re di Napoli .
L'Abbazia di Montevergine , affidata ai Benedettini sublacensi , è ancora un centro di cultura e di spiritualità . Accanto all'antica basilica , dopo la seconda guerra mondiale , ne è stata costruita una nuova , in stile romanico , nella quale è venerata la prodigiosa immagine bizantina detta della 
                                 " Madonna Schiavone "

Sac. Guido Pettinati SSP, I Santi canonizzati del giorno, vol. 6, Udine: ed. Segno, 1991, pp. 260-264
      http://www.edizionisegno.it/ Monaci Benedettini Sublacensi, Abbazia-Santuario di Montevergine,      
Località Santuario di Montevergine , 83013 Mercogliano (Avellino)


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
                                                                                         

domenica 19 maggio 2013

SAN GUGLIELMO DA VERCELLI MONACO E FONDATORE DEL SANTUARIO DI MONTEVERGINE - PARTE PRIMA .

" Il cristiano deve spesso porsi avanti gli occhi i libri dei Santi per
iscorgere 
in quelli i difetti di cui si deve correggere e le virtù di cui deve abbellirsi 
per 
piacere agli occhi del suo Dio "
                                                       
                                                    San Pio da Pietrelcina

Lettera 18. Pietrelcina 28.7.1914 a Raffaellina Cerase Terziaria Cappuccina .
Epistolario Vol. II. Ed. 2002.
                                                  



SAN GUGLIELMO DA VERCELLI 
MONACO E FONDATORE 
DI MONTEVERGINE


Pace e Bene ! 
Cari amici lettori/lettrici , 
come ben ricordate , siamo nel mese di maggio , mese tutto dedicato alla nostra Mamma Celeste e al Suo Santo Rosario . Mi è spontaneo ricordare con commozione il Santuario di Pompei e in questi giorni reciteremo la cara Supplica . Ricordo anche la dedizione generosa del Beato Bartolo Longo per la diffusione della recita del Santo Rosario e l’opera grandiosa da lui realizzata a Pompei , meta di numerosi pellegrini . La Campania , come anche la nostra Sicilia , è ricca di testimonianze di Fede e in modo speciale di autentica pietà popolare e sentita devozione per la Vergine Santissima . 
Se riuscirò ad organizzarmi con il mio lavoro , dedicherò alcune pagine del mio Blog ai Santuari Mariani della Sicilia e della Campania . Come sapete , sono un Terziario Francescano Cappuccino , il mio Ordine ha fin dalle sue origini una speciale predilezione per Maria Santissima e il suo Rosario . 
Di recente ho scoperto in rete il Santuario di Montevergine e la sua ricca storia. Devo dire che la grande icona della Vergine Maria di Montevergine , oggi ricollocata nell’antica cappella del primitivo Santuario , è entrata nel mio cuore : la trovo bellissima . 
Per questo voglio proporvi la storia del Santuario di Montevergine , una storia che ha inizio con il suo Fondatore : San Guglielmo da Vercelli . 
Dedico queste pagine del mio Blog alla memoria di Padre Guglielmo Maria Raele , Cappuccino 
vissuto per tanti anni a Ferla (SR) e che prese in Religione proprio il nome del Santo Fondatore del Santuario di Montevergine . 
Dedico inoltre queste pubblicazioni a  San Pio da Pietrelcina che ebbe una devozione particolare per la Madonna di Montevergine , così pure i suoi genitori . Possa il Signore suscitare tante Vocazioni Monastiche presso l’Abbazia-Santuario di Montevergine dove vivono i Benedettini dall’Abito bianco in onore della Madonna .                                                               

                           Il Santuario di  Montevergine

L’origine ufficiale del Santuario di Montevergine risale alla consacrazione della prima chiesa nel lontano 1126 . Tuttavia l'ascesa di Guglielmo al monte era di qualche anno precedente . Su quelle cime impervie il Santo era andato cercando un luogo solitario per raccogliersi in Preghiera , ma fin da subito la sua fama e le sue virtù attrassero sul monte uomini e donne , discepoli e Sacerdoti desiderosi di servire Dio sotto il suo Magistero . La nascita del Santuario fu quindi alquanto spontanea , Guglielmo non aveva mai pensato a una propria organizzazione Monacale . Eppure in poco tempo le persone sopravvenute sul monte per seguirlo , avviarono un'intensa attività edificatrice , cosicché furono presto pronte le prime celle per i Religiosi e una piccola Chiesetta . Si trattava in verità di umili capanne tenute in piedi con un po' di malta e fanghiglia , sufficienti comunque a dare l'idea di una sorgente comunità Religiosa sotto la guida del Santo . Lo stesso afflato Religioso che spontaneamente aveva riunito attorno alla figura di Guglielmo una prima comunità Monastica , fu alla base della scelta di dedicare la primitiva Chiesa alla Madonna .
Al di là di alcune credenze popolari che hanno voluto legare l'origine del Santuario a un'apparizione della Madonna , si può dunque affermare che fu proprio lo Spirito ascetico Mariano di San Guglielmo e dei suoi discepoli a fare in modo che sulle cime del monte Partenio si elevasse un faro di Devozione alla Santa Vergine Madre di Dio .
Da allora lo scopo principale della nuova famiglia Monastica fu quello di servire Dio mediante la Devozione alla Madonna , che i discepoli di Guglielmo presero ben presto a diffondere in tutta la Campania e nelle regioni adiacenti , organizzando numerosi pellegrinaggi verso la loro casa madre .
La devozione mariana fu concepita dai Bianchi Figli di Guglielmo come la via più efficace per inserirsi nel mistero della Trinità di Dio e della Redenzione operata da Gesù .
Il motivo fondamentale del faticoso viaggio e dell'aspra salita alla Chiesa di Santa Maria di Montevergine , delle prolungate preghiere e delle offerte dei credenti , divenne l'invocazione della potente Intercessione della Madonna per ottenere la Misericordia di Dio .
Fu così che Montevergine si trasformò presto nel Santuario mariano più famoso e visitato dell'Italia Meridionale , e i pellegrinaggi assunsero la loro specifica caratteristica .


SEGUE



LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
                                    Terziario Francescano                                                                    
                                                                    





                                                                                 

sabato 18 maggio 2013

VENERABILE FRA INNOCENZO MARCINO' SACERDOTE DELL'ORDINE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI - QUINTA ED ULTIMA PARTE .


" Il cristiano deve spesso porsi avanti gli occhi i libri dei Santi per
iscorgere 
in quelli i difetti di cui si deve correggere e le virtù di cui  deve abbellirsi
per
piacere agli occhi del suo Dio "
                                     
                                                  San Pio da Pietrelcina

Lettera 18.  Pietrelcina 28.7.1914 a Raffaellina Cerase Terziaria Cappuccina .
Epistolario Vol. II. Ed. 2002 .


VENERABILE FRA INNOCENZO MARCINO' DA CALTAGIRONE
( GIUSEPPE MARCINO' )
SACERDOTE - GENERALE
DELL'ORDINE DEI FRATI 
FRANCESCANI CAPPUCCINI
Ritorno in Sicilia


Il 3 giugno 1650 venne convocato il nuovo Capitolo Generale e a succedere al Padre Innocenzo fu il suo Consultore , Padre Fortunato da Cadore . Il Venerabile , sbrigati tutti gli affari del suo Ufficio e congedatosi dal Santo Padre , decise di passare due mesi interi nel convento dei Cappuccini di Albano Laziale e successivamente , il 7 settembre s'imbarcò per la Sicilia .
Il Vice Re di Napoli lo volle incontrare e dispose che il Santo Frate fosse accompagnato su un'apposita galera diretta a Messina . Il Padre Innocenzo portava con sé le alcuni frammenti delle Reliquie di Santa Lucia , Vergine e Martire , la figlia più illustre di Siracusa e a Siracusa , appena arrivato , il Padre ebbe le accoglienze più indimenticabili . Il 1 gennaio 1651 potè raggiungere la sua amata Caltagirone e non fu piccolo il giubilo che la sua cara patria gli tributò . Riprese le abitudini e gli usi dei confratelli , riabbracciò la vita semplice e fraterna del Convento . Tutto faceva con la massima puntualità , malgrado l'età , tutto con lo stesso fervore . Appena la campanella segnava l'ora del coro , era il primo a muoversi dalla sua cella , come ebbe a testimoniare il suo ultimo confratello assistente . Persino a mezzanotte per l'Ufficio di Mattutino , non mancava mai . Al mattino si svegliava prima degli altri e se accadeva qualche volta che il fratello sacrista si addormentava , il buon Padre Innocenzo andava da lui a svegliarlo .
Nelle Feste principali dedicate alla Vergine Santissima , che allora erano più frequenti nel calendario liturgico e tanto amate dal popolo di Dio , il Padre si sedeva sul pagliericcio e passava il resto della notte in preghiera , fino all'ora della celebrazione della Messa mattutina e terminata questa , il Padre partecipava a quella successiva , spesso con le funzioni di sacrista o di chierichetto . La sua celletta si presentava nuda e sfornita di tutto , il suo AMORE per la POVERTA’ EVANGELICA rimase inalterato fino all'ultimo giorno della sua esistenza terrena . Rientrando nel caro convento di Caltagirone , il Venerabile Padre Innocenzo continuò la sua dedizione verso gli infermi . I suoi confratelli DEPOSERO ai Processi che il Padre “ aveva tanta Carità con gli infermi e non cessava mai di venirli a visitare , giorno e notte ” - come afferma l'infermiere incaricato del tempo , Fra Andrea da Caltagirone .
Uno degli infermi che morì tra le braccia di Padre Innocenzo , fu quel Padre Santo , che egli soleva scegliere come compagno durante le sue uscite dal convento , onde far riferire a lui la cantilena dei bambini , che vedendolo ripetevano : il Padre Santo! Il Padre Santo ! .
Il giorno prima della morte di Padre Innocenzo , il 15 novembre 1655 , appena in città si diffuse la notizia che le ore del Frate Cappuccino erano contate , si adunò il Senato della città e in forma ufficiale si recò al Convento per rendere l'ultimo omaggio al loro grande concittadino .
Si ripetè la scena avvenuta ad Assisi quattro secoli prima , quando San Francesco esausto e sfinito , uscendo dall'abitato per andare a morire a Santa Maria degli Angeli , culla dell'Ordine , si volse a Benedire la sua città e per attirare su di essa le Grazie del Signore . Così fece il Padre Innocenzo , il quale si volse alla sua Caltagirone per Benedirla con tutto il suo Amore . Nell'agonia , né una parola , né un movimento , né un'espressione , solo quello sguardo che rivelava tutta l'intensità del suo affetto al Signore Gesù .

I suoi occhi si riposavano sul Crocifisso e il 16 novembre , poco dopo la mezzanotte , chiese al suo confratello assistente Padre Sebastiano , di leggergli il brano della Passione nel Vangelo di San Giovanni : “Ante diem festum Pasquae......”
Socchiuse gli occhi e spirò quietissimamente , come testimoniò il confratello Padre Paolo . 

Il 3 aprile 2009 il Papa Benedetto XVI  lo ha dichiarato Venerabile , avendone riconosciuta l'eroicità delle Virtù .


Autore : P. Samuele Cultrera , OFM.Capp. , Compendio della vita di P. Innocenzo da Caltagirone . M.D'Auria Editore , Napoli 1932 . 
www.padreinnocenzo.com. 


 LAUS  DEO

Pax et Bonum 


Francesco di Santa Maria di Gesù
                                    Terziario Francescano