Visualizzazioni totali

venerdì 31 maggio 2013

PIO XII LETTERA ENCICLICA HAURIETIS AQUAS SULLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU' - PARTE PRIMA .



                                                                                                    PIO XII 
                                                                                       LETTERA ENCICLICA
                                                                                        HAURIETIS AQUAS
                                                               SULLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ 
                       Ai Venerabili Fratelli Patriarchi , Primati , Arcivescovi , Vescovi e agli altri Ordinari locali 
                                                          che hanno pace e comunione con la Sede Apostolica . 
                                                          Venerabili Fratelli , salute e Apostolica Benedizione .
« Voi attingerete con gaudio le acque dalle fonti del Salvatore » (1) . Queste parole , con le quali il profeta Isaia simbolicamente preannunziava le molteplici e abbondanti benedizioni di Dio , che l’era messianica avrebbe apportato , spontanee ritornano sulle Nostre labbra , allorché diamo uno sguardo ai cento anni che sono trascorsi da quando il Nostro Predecessore di imm. mem. Pio IX , ben lieto di assecondare i voti del mondo cattolico , si compiaceva di estendere e rendere obbligatoria per la Chiesa intera la Festa del Cuore Sacratissimo di Gesù . Innumerevoli , infatti , sono le grazie celesti che il culto tributato al Cuore Sacratissimo di Gesù ha trasfuso nelle anime dei fedeli ; grazie di purificazione , di sovrumane consolazioni , di incitamento alla conquista di ogni genere di virtù .
Noi pertanto , memori della sapientissima sentenza dell’apostolo S. Giacomo :
« Ogni donazione buona e ogni dono perfetto viene dall’alto e scende dal Padre de’ lumi » (2) , a buon diritto possiamo scorgere in questo culto , divenuto ormai universale e ogni giorno sempre più fervoroso , il dono che il Verbo Incarnato , nostro Salvatore Divino e unico Mediatore di grazia e di verità tra il celeste Padre e il genere umano , ha fatto alla Chiesa , sua mistica Sposa , in questi ultimi secoli della sua travagliata storia . Grazie a questo dono d’inestimabile valore , la Chiesa può agevolmente manifestare l’ardente carità che essa nutre verso il suo Divin Fondatore e corrispondere in più larga misura all’invito che l’evangelista S. Giovanni riferisce come rivolto da Gesù Cristo stesso :
« Nell’ultimo gran giorno della festa , Gesù levatosi in piedi , diceva ad alta voce : “ Chi ha sete , venga da me , e beva chi crede in me . Come dice la Scrittura , dal ventre di Lui sgorgheranno torrenti d’acqua viva ”. Ciò Egli disse dello Spirito che dovevano ricevere i credenti in Lui (3) . Agli uditori di Gesù non fu certamente difficile cogliere in quelle sue parole , che contenevano la promessa di una sorgente di « acqua viva » che sarebbe scaturita dal suo seno , una chiara allusione ai vaticini con i quali i profeti Isaia , Ezechiele e Zaccaria predicevano l’avvento del Regno Messianico , come pure alla tipica pietra che , percossa dalla verga di Mosè , versò acqua in abbondanza (4) .
La carità divina ha in realtà la sua principale sorgente nello Spirito Santo , ch’è Amore personale sia del Padre che del Figlio in seno all’augustissima Trinità . Ben a ragione quindi l’Apostolo , quasi facendo eco alle parole di Gesù Cristo , attribuisce allo Spirito Santo l’effusione della carità nell’animo dei credenti : « La carità di Dio si è riversata nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci fu dato » (5) . Questo strettissimo nesso , che secondo le parole della S. Scrittura intercorre tra la carità che deve ardere nei cuori dei cristiani e lo Spirito Santo , ch’è Amore per essenza , ci manifesta in modo mirabile , Venerabili Fratelli , l’intima natura stessa di quel culto che è da tributarsi al Cuore Sacratissimo di Gesù . Se è vero , infatti , che questo culto , considerato nella sua propria essenza , è un atto eccellentissimo della virtù di religione , cioè un atto di assoluta e incondizionata sottomissione e consacrazione da parte nostra all’amore del Redentore Divino , di cui è indice e simbolo quanto mai espressivo il suo Cuore trafitto ; è vero parimente , ed in un senso ancora più profondo , che tale culto è il ricambio dell’amore nostro all’Amore Divino . Poiché soltanto per effetto della carità si ottiene la piena e perfetta sottomissione dello spirito umano al dominio del Supremo Signore , allorché cioè gli affetti del nostro cuore in tal modo aderiscono alla divina volontà da formare con essa quasi una cosa sola , secondo che è scritto : « Chi aderisce al Signore forma un solo spirito con Lui » (6) .


SEGUE


                                                                                LAUS  DEO

                                                                               Pax et Bonum


                                                              Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                      Terziario Francescano