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mercoledì 31 dicembre 2014

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESA DI LISIEUX - PARTE QUINTA .

AUGURI DI BUON ANNO 
FF. 1048 - Riparata anche questa Chiesa , 
andò finalmente in un luogo chiamato Porziuncola, 
nel quale era stata costruita anticamente una Chiesa 
dedicata alla Beatissima Vergine 
che allora era, però, abbandonata e non curata da nessuno.
Quando l'uomo di Dio la vide così abbandonata, 
spinto dalla sua fervente devozione per la Regina del mondo,
incominciò a dimorare assiduamente in quel luogo, 
con l'intento di ripararla. 
Sentendo che là vi erano apparizioni di Angeli, 
come indicava il nome della Chiesa stessa 
chiamata fin dall'antichità Santa Maria degli Angeli, 
decise di restarvi, 
a causa della sua venerazione per gli Angeli 
e del suo preminente amore 
per la Madre di Dio.


La Venerata Madre 
Agnese (Paolina) di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux  
I primi passi nel chiostro 

Teresa entrò nell'Abbazia delle Benedettine, come semiconvittrice, nell'ottobre del 1881. Il compito di Paolina nei suoi riguardi pareva quindi terminato; contava vent'anni e pensò che era ormai ora di rispondere all'appello divino, già da molto tempo intenso. 
Finora la sua simpatia era stata per la Visitazione di Mans, ed aveva chiesto a che età sarebbe potuta entrare. << A ventidue o ventitré anni >>, le era stato risposto. 
Chinato il capo dinanzi a questa dilazione, ne attendeva la scadenza senza inquietudine, quando il 16 febbraio del 1882, un colpo decisivo della grazia mutò tutti i suoi piani. Ecco come la riferisce: 
<< Con papà e Maria assistevo alla messa delle 6 a San Giacomo, nella cappella della Madonna del Carmelo. Improvvisamente una luce vivissima investì la mia anima, e Iddio mi fece capire chiaramente che non alla Visitazione bensì al Carmelo Egli mi voleva. Devo aggiungere che mi s'affacciò alla memoria il ricordo di un'amica morta in concetto di santità l'anno precedente. Essa certamente doveva pregare per me. Mi era stato detto che aveva l'intenzione di entrare al Carmelo di Lisieux e di prendere il nome di Suor Agnese di Gesù. Ricordo che diventai rossa per l'emozione e temevo che nell'andare o tornare dalla Comunione, potessi essere notata. Mai avevo pensato al Carmelo, e ora, tutto d'un colpo, mi sentivo invasa da una irresistibile attrattiva. Appena tornata ai Buissonnets, confidai a Maria il mio segreto. Lei si limitò a farmi notare l'austerità del Carmelo e aggiunse che la mia salute non era poi tanto robusta per poterlo abbracciare. Il giorno stesso chiesi l'autorizzazione a mio padre mentre si trovava al Belvedere, e la sua risposta fu uguale a quella di Maria. Però m'accorsi che, in fondo, era assai fiero di vedere in me questa vocazione. L'incontrai, nel pomeriggio, salendo le scale. Era un po' triste. << Paolina mia, mi disse, non credere che se io son lieto di darti a Dio, non dovrò soffrire nel separarmi da te >>. E mi abbracciò profondamente commosso. Tutto nel suo parlare, nel suo agire era semplice come la sua bella anima patriarcale>>. 
Per Paolina, prendere una decisione voleva dire mettersi senz'altro a tradurla nella realtà con volontà incrollabile. Ottenuto il consenso del babbo e di Maria, ne parlò con il suo direttore, poi agli zii Guérin, senza incontrare opposizione di sorta.  
<<Ma, ahimè, con il mio silenzio, confidava in seguito, feci sanguinare il cuore così delicato e intuitivo della nostra piccola Teresa. Oh, se avessi saputo di farla soffrire tanto, come avrei agito diversamente, come le avrei detto tutto! Aveva nove anni, ma possedeva una saggezza che io neppure sospettavo! Oggi però mi rallegro pensando che il mio errore servì ai disegni di Dio. Egli lo dimostrò con le grazie che seguirono>> .
La Reverenda Madre Maria di San Luigi Gonzaga, allora Priora, accolse benevolmente questo promettente soggetto. Paolina non credeva che al Carmelo di Lisieux ci fosse un posto vacante, e perciò si era limitata a chiedere che si volesse appoggiare la sua domanda per il Carmelo di Caen. Quale non fu la sua gioia e la sua sorpresa quando si sentì rispondere che a Lisieux c'era una cella per lei.... Alla visita successiva, le si diede il nome di Suor Agnese di Gesù, nome che pareva fatto proprio per lei.

Postulandato e Vestizione 

L'ingresso in monastero fu fissato per il 2 ottobre del 1882. << Giorno di lacrime e di benedizioni >>, scriverà Santa Teresa del Bambin Gesù. 
Il signor Louis Martin, accompagnato da Maria e dal signor Guérin, condusse egli stesso al Carmelo la sua Paolina. Sulla soglia della clausura si trovavano il canonico Delatroette, superiore del monastero, e il reverendo Ducellier. Questi, in qualità di direttore spirituale, rivolse parole commoventi alla sua figlia spirituale. Chiusa la porta del monastero, la Comunità abbracciò la nuova venuta e la vide sì pallida per l'emozione che l'invitò a sedersi. Essa protestò con fermezza: << Ma non sono malata! >> Le religiose sorrisero; compresero però che la piccola probanda non mancava di energia. 
Il giorno dopo la maestra delle novizie, Madre Genoveffa di Santa Teresa, fondatrice del Carmelo di Lisieux, vedendola pensosa le chiese: E' triste? 
- Madre, sì. - E perché? - Perché mi pare di essere entrata vecchia al Carmelo... 
Eppure non aveva che vent'anni! 
Benché avesse fatto pieno e generoso il sacrificio della famiglia, pure sentiva profondamente l'immenso dolore che consumava la piccola Teresa. 
E' facile intuire quanto dovette soffrire durante la strana malattia della Santa. Teresa aveva il cuore sempre teso alla sua << piccola Madre >> e non permetteva che Maria, la sorella maggiore, la lasciasse se non per recarsi alla Messa o per andare a trovare Paolina. 
S'avvicinava intanto la data della Vestizione: 6 aprile 1883. La << piccola Madre >> avrebbe mai potuto non vedere, in quella circostanza, la sua cara Teresa? Rassegnarvisi non era facile; mandò a dire alla piccola malata che il giorno del suo fidanzamento la voleva perfettamente guarita. 
Il pio desiderio fu esaudito. 
Una stasi del male permise di condurre la piccola Teresa in parlatorio, prima che iniziasse la cerimonia della Vestizione. Sentiamone il ricordo lasciatoci dalla penna stessa di Santa Teresa del Bambin Gesù: 
<<Potei abbracciare la mia Madre diletta, sedermi sulle sue ginocchia, nascondermi sotto il suo velo e ricevere le dolci carezze; la potei contemplare così, deliziosa nel suo abito bianco! Fu certamente un giorno bello nella mia triste prova, ma quel giorno, o piuttosto quell'ora, passò veloce e mi fu giocoforza risalire nella carrozza che mi portò lontana dal Carmelo!>>. 
L'indomani fu di nuovo assalita violentemente dalla malattia e durò così fino al 13 maggio seguente, giorno del miracoloso intervento della Vergine del Sorriso. Che gioia per la giovane novizia quando apprese la eco di quella visione celeste dalla bocca della sorella Maria! 
<<Quanto è buona la Madonna! Scriveva alla piccola privilegiata. Non vedo l'ora di rivedere il tuo visino tanto caro al mio cuore. E' vero che riesco a vederlo fin da qui, ma, da un po' di tempo, il mio cannocchiale non è più quello di prima; durante la tua malattia, ho lasciata cadere una lacrima sulla lente e improvvisamente si è appannata.....
Ora però Maria Santissima ci copre tutt'e due del suo manto, ci custodisce nel suo cuore, ci benedice, ci ama, ci carezza con la medesima mano. Come posso dirlo – dopo ciò che è accaduto – che Teresita è lontana da Agnese e Agnese da Teresita?....
….Addio, amiamo molto la Madonna, amiamoLa. Ella è Madre, e sotto il suo sguardo, sorretta dalla sua mano, la piccola barca del tuo cuore sarà sempre al sicuro e veleggerà tranquilla verso il Cielo....>>
Non passò molto e Teresa stessa, in parlatorio, narrava i particolari della sua guarigione. Rinfrancata nelle sue aspirazioni alla santità da questa grazia mariana, la novizia, alla fine di quest'anno di benedizioni, confidava a suo padre:
<<Chiedo al Signore di conservarti ancora per molti e lieti anni alla tua famigliola, della quale sei modello, sostegno, protettore, angelo tutelare! - Caro papà, se seguiremo le tue orme, avremo tutte quante un posto ben alto lassù! Quanto a me, che sono in questo momento la beniamina di Dio e di mio padre in terra, mi renderei la più colpevole, se non mi adoperassi a rendere il cento per uno. - Oh quanto lo desidero, babbo mio! Come bramo di essere santa! E' qui che converge tutta la mia ambizione. So che tutto passa, so che nulla vi è di stabile quaggiù, e allora voglio unirmi a Dio, più che posso. Quanto è stata grande la sua misericordia di avermi attratta a Sè, sì giovane e per prima! Dico per “prima”, perché il Suo sguardo divino, babbo mio diletto e privilegiato, affascinerà ancora parecchie piccole colombe del tuo nido. - Nell'attesa, prega molto per noi tutte; chiedi che la tua piccola Carmelitana, la tua povera piccola <<perla>>, sia davvero una perla preziosa agli occhi di Dio e dei suoi Angeli, e che un giorno possa posare sulla tua fronte e brillarvi per tutta l'Eternità>>. 
Nella primavera seguente, con sollecitudine tutta materna si adoperò, pur da lontano, a preparare il cuore della sorellina alla Prima Comunione. Compose per lei un piccolo librettino che è l'espressione della sua pietà, della sua fantasia, della sua arte; ivi tutti i fiori della natura s'intrecciano, nel loro mistico simbolismo, in una ghirlanda di virtù. 
E ancora, attraverso una corrispondenza continua e permessa eccezionalmente, incoraggiava gli sforzi perseveranti di Teresa:
<<Vedo che la mia Teresita prepara bene il suo cuore per il gran giorno. Bisogna perseverare e non fermarsi un istante, perché un istante perduto è un fiore di meno nel piccolo giardino..... - ….Tu sarai davvero la colombina che porta il cuore a Gesù. Penso a te mentre incollo quest'immaginetta a principio del libro. Sai come Gesù ti ricambierà? Ti porterà in dono il suo stesso Cuore! Si potrebbe forse credere che il cuore di Teresita non s'attenda altro che un posticino in quello di Gesù, ma niente affatto: è la piccola Ostia, il Cuore stesso di Gesù che reclama di entrare nel cuore di Teresa! Che meraviglia! Son troppi forse due mesi e mezzo per rifletterci e per seminare fiori sul passaggio di questa dolce Ostia che contiene il Cielo? - Addio, Beniamina mia, non ti stanchi la fatica del giardiniere; i giorni volano rapidi e Gesù s'avvicina ..- Agnese di Gesù>>. 
Fine capitolo 5 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

giovedì 25 dicembre 2014

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESINA DI LISIEUX - PARTE QUARTA .

AUGURI DI BUON NATALE
FF. 1560.  Il Beato Francesco aveva per il Natale del Signore più devozione che per qualunque altra festività dell'anno, per la ragione che sebbene il Signore abbia operato la nostra salvezza nelle altre solennità, pure, diceva il Beato Francesco, fu dal giorno della sua nascita che Egli si impegnò a salvarci.



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux  
Il trasferimento ai Buissonnets a Lisieux   
Quando la famiglia lasciò Alençon per Lisieux, la vita si organizzò ai Buissonnets, sotto la guida amorosa del signor Luigi Martin. Sì, sopra ogni cosa, presiedeva in quel focolare modello l'amore. 
Tutti gareggiavano nel dare a Dio il primo posto, e ciascuno si sforzava di rendere felici gli altri. 
Paolina si rivelò, come la sua mamma, eccellente educatrice delle sorelline, contemperando la fermezza con la dolcezza, mai lasciando passare alcunchè di imperfetto e mai ritornando sopra un ordine dato. Con profonda intuizione, la giovinetta sapeva formare quelle piccole anime, sapeva adattare alla loro capacità le verità più alte. Esigeva molto da loro, ma non insisteva mai e tanto meno le scoraggiava. La sua santa piccola Teresa ci ha lasciato a riguardo tanti particolari che ci dispensano dall'insistere di più; e a lei, fiore prediletto, bastò farsi modellare dalla mano fraterna per divenire quel capolavoro, quella << miniatura squisita di santità>> come ebbe a dire il Santo Padre Pio XI, miniatura di santità che tutti incantava. 
Madre Agnese, a sua volta, ci ha lasciato le impressioni avute nel suo compito materno: 
<< Mi occupavo della sua bella piccola anima, dei suoi primi studi, di tutto ciò che la riguardava. Essa stessa ha narrato in qual modo la educavo. Ma io mi debbo rimproverare certe severità, del tutto inutili per quel cuoricino del Cielo! ….Mi occupavo di Celina e la preparai alla Prima Comunione. N'ebbi la più bella ricompensa, perché Celina quel giorno era come un giglio d'innocenza. Tutti ne furono meravigliati. La sera, quando ci ritirammo ai Buissonnets, mio zio mi disse: “Che bella Prima Comunione ha fatto questa fanciulla! Paolina, è tutta opera tua”. 
E Paolina umilmente aggiunge: 
<< Ho ricordato sempre questo complimento; l'ho preso come se mi venisse dal Signore >>. 
Il signor Louis Martin dava piena fiducia alle figlie maggiori: a Maria, per la direzione materiale della casa, a Paolina, perché s'interessasse delle sorelline. Dinanzi alle decisioni della prudente maestra si piegava egli stesso, privandosi perfino di condurre a passeggio, ad esempio, la sua << piccola regina >> se mancava il permesso della << piccola madre >>
Tanta autorità, amorevole ma ferma, la facevano grande agli occhi della sua alunna! E con quanta gioia correva dal papà al Belvedere per annunciargli ora una lode, ora una ricompensa: << papà è stata Paolina a dirlo per prima >>. Come per dire che l'aveva proprio meritata! 
Maria, modello di abnegazione, indovinando il desiderio di Paolina la quale voleva lavorare un camice al filet per il loro comune direttore spirituale, Don Ducellier, primo vicario della cattedrale di San Pietro e in seguito arciprete, lasciava a sua disposizione tutto il tempo possibile. Per lo spazio di due anni, la valente trinaia si sacrificò otto ore e mezzo al giorno attorno a questo lavoro di squisita finezza, che ora arricchisce la sacristia del Carmelo di Lisieux e fu usato dal Cardinale Pacelli, divenuto Pio XII, quando si recò, in qualità di legato pontificio, a Lisieux nel 1937. Oltre al resto, la più giovane aveva ereditata anche l'abilità della madre. Il signor Louis Martin, ben lieto di incoraggiare le doti, non mancò mai, ogni volta che si recava a Parigi, di portarle conchiglie d'oro e quanto vi fosse di meglio per i suoi lavori di pittura su pergamena e su avorio. 
Se le circostanze richiedevano l'apporto di una nota festosa, il genio della nostra artista non si trovava mai a vuoto, tanta facilità aveva per ogni genere di cose. Componeva poesiole di auguri che le sorelline poi recitavano al babbo o alla zia Guérin; nella distribuzione dei premi che essa organizzava ai Buissonnets per la sua unica allieva – distribuzione regolata dalla più rigorosa giustizia – inscenava dei teatrini, assegnava le parti alle giovani attrici: Celina, Teresa e cuginetta. In una parola era una animatrice e una seminatrice di gioia, e tale rimase per tutta la vita. 
Si può affermare che, anche nel campo spirituale, Paolina era l'ispiratrice. Dopo la sua uscita dalla Visitazione, il babbo le aveva offerto un dono a scelta. Ella chiese la collezione dell'<< Anno Liturgico >> di Dom Guéranger, che le fu senz'altro comprata. In collegio aveva avuto l'occasione di vedere più volte l'illustre benedettino il cui sguardo intelligente e penetrante l'aveva colpita, ed aveva anche potuto gustare profondamente la sua opera. Fu così che le serate ai Buissonnets poterono essere santamente nutrite dalla lettura dell'<< Anno Liturgico >>. Più tardi, al Carmelo, la Madre Agnese di Gesù vi troverà sempre un alimento per la sua vita spirituale. 
Il signor Louis Martin aveva battezzata Maria il << suo diamante>>, dal cuore buono e impetuoso insieme, che proiettava senza calcoli il suo splendore. Paolina era la sua << perla fine >>, perché sapeva nascondere le sue grandi ricchezze d'anima, di intelletto e di sentimenti sotto un dolce velo di modestia. 
La sua delicatezza era tutta rinchiusa in questo nome. L'antico gioielliere era esperto di pietre preziose! 
Fine capitolo 4 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

sabato 20 dicembre 2014

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESINA DI LISIEUX - PARTE TERZA .



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux  
La morte di una madre 

Un nuovo lutto, più doloroso ancora di quello di Suor Maria Dositea, si stava preparando. L'eroica signora Zelia Martin era minata da un male che l'andava consumando da molto tempo, che ora s'era fatto precipitoso e che presto ne spezzerà la vita. Di fronte alla sua missione materna incompiuta, essa implorò dal cielo la guarigione che sembrava, a lei come ai suoi cari, necessaria. La sua preghiera era però su un piano di abbandono completo in Dio. Incoraggiata dal marito Luigi, nel giugno del 1877 fece un pellegrinaggio a Lourdes con le altre figlie maggiori, sicura che la Madonna avrebbe ascoltata meglio la sua voce unita alle innocenti suppliche delle sue creature. 
<<..... Conto più su di te che sulle altre; non so perché abbia questa idea...>>, confessa alla cara Paolina che allora toccava i sedici anni. Anche questa volta Paolina si attaccò sì fermamente alla certezza del miracolo che la prudente mamma n'ebbe paura, e ne scrisse al fratello: 
<< …. Paolina vuole, a qualunque costo, forzarmi a dire che guarirò, perché le hanno assicurato che la speranza ferma dei malati è segno certo che otterranno la guarigione. Ma in ciò non posso accontentarla: la mia speranza non arriva alla certezza. Se la mia guarigione non sarà istantanea, non so proprio che cosa capiterà alla mia povera Paolina; si è presa la cosa troppo a cuore, e il colpo le sarà molto duro>>. 
E difatti Paolina non potè saltar dalla gioia come aveva sperato, perché il miracolo tanto atteso non si verificò. La coraggiosa madre s'industriava a rasserenare tutti: 
<< ...Il viaggio ha portato un aggravarsi del male, - scriveva essa al signor Guérin suo fratello - .Tuttavia non sono affatto disperata, penso ancora di guarire. Questo mio pensiero m'è venuto quando davo saluto alla Grotta, e per questo il ritorno lo feci assai lieta. Ho cantato sia al ritorno come all'andata; le ragazze però non cantavano; avevano un aspetto desolato. Ho dovuto darmi da fare per infondere loro un po' di calma: Paolina poi non voleva mangiare. Ho dovuto dirle un'ora dopo la partenza: credo fermamente che guarisco. Solo allora un lampo improvviso di gioia illuminò il suo volto e mi disse che cominciava ad aver fame. Mangiò di gusto e si addormentò>>. 
Quando la ragazza tornò a Mans, ricevette questo biglietto: 
<< ...Voglio sapere in quali disposizioni di spirito ti trovi e se sei ancora imbronciata con la Madonna. Non sperare molte gioie sulla terra, ne avresti troppe delusioni...Coraggio e fiducia! Prega con fede la Madre delle Misericordie, essa ci verrà in aiuto con quella bontà e quella dolcezza che ha la più tenera delle madri>>. Paolina non poteva tenere il broncio con la Madonna: era sua figlia e l'amava troppo. Vedendo l'insuccesso del pellegrinaggio, si mise in testa di comprare, a prezzo di personali sofferenze, la sospirata guarigione. La signora Zelia Martin la contrasta amabilmente: 
<< ...Tu mi dici che vuoi soffrire per me: me ne sono molto offesa. Dunque tu non vuoi che io mi guadagni il Cielo, lo vuoi tutto per te....Ne hai di coraggio, Paolina mia! Io forse avrò cento anni da passare in Purgatorio! Vorresti farli tu per me? Quando ci si mette, bisogna mettersi del tutto!>>. 
Ai primi di agosto, Paolina lasciò il Monastero della Visitazione di Mans con la speranza di ritornarvi, un giorno, e consacrare là la sua vita a Dio. Trovò la casa paterna nell'angoscia: la povera mamma era gravissima. Arrivava proprio per ricevere le ultime raccomandazioni. Alle due maggiori, Maria e Paolina, la morente affidò l'educazione delle sorelle minori, ma parve quasi presagire il compito materno che doveva assumere la seconda, e gliene diede difatti l'investitura in una maniera quasi profetica. Paolina si trovava sola vicino al letto. Essa le prese le mani, gliele baciò delicatamente e disse: 
<< ..Paolina mia! Tu sei il mio tesoro. So bene che sarai religiosa, che diventerai una santa: io mi sento indegna di avere una figliola come te, tu sei la mia gloria e la mia felicità>>. 
      ( Beata Zelia Martin )
<<....Io mi sentì piuttosto confusa da queste espressioni, confessa umilmente Madre Agnese di Gesù, perché troppo bene sapevo quanto fossi lontana dal meritarle>>. 
Eppure, proprio lei, qualche notte dopo la morte della << incomparabile >> mamma, doveva ricevere sotto forma di segno un messaggio che fu una consolazione per tutti i suoi cari. Vide un angelo splendente di luce, curvo sopra un banco di sabbia nell'intento di scrivervi la beatitudine divina: 
“Beati coloro che piangono perché saranno consolati”. 
Da << Storia di un'anima >> conosciamo già il gesto di Teresa, ormai orfana, che si abbandona fra le sue braccia e la sceglie per sua mammina. L'ammirazione per Paolina datava dagli anni più teneri e ricordando la sua prima infanzia, così scrive: 
<< ...Talvolta sentivo dire che Paolina si sarebbe fatta religiosa. Io allora, senza sapere cosa volesse dire, pensavo: Anch'io sì, sarò religiosa! Questo è uno dei miei primi ricordi, e da allora non ho mai più cambiato risoluzione. Lo devo al suo esempio se, dall'età di due anni, mi sentii attratta verso lo Sposo delle Vergini>>.  
Fine capitolo 3 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano 

lunedì 15 dicembre 2014

LA VENERATA MADRE AGNESE ( PAOLINA ) DI GESU' CARMELITANA SCALZA - LA " PICCOLA MADRE " DI SANTA TERESINA DI LISIEUX - PARTE SECONDA .



La Venerata Madre 
Agnese (Paolina)di Gesù 
Carmelitana Scalza 
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux  
Educanda al Monastero della Visitazione di Mans 

La famiglia si era ingrandita: era venuta Leonia, poi Maria-Elena, poi il primo Maria-Giuseppe, che presto doveva volersene al cielo. Infine arrivava nel 1867 il suo omonimo, e Paolina ne fu la felice madrina, ma anch'egli raggiunse ben presto in Paradiso il fratellino maggiore. 
La mamma, esausta per i suoi doveri materni e i ripetuti lutti, pensò di affidare l'educazione delle due figlie più grandi alle monache della Visitazione di Mans ove si trovava sua sorella maggiore, suor Maria Dositea. Le figlie delle migliori famiglie e della stessa nobiltà della regione ricevevano colà, oltre una soda istruzione, anche una formazione cristiana solida. Basti dire che erano amici e consiglieri della casa Mons. Mermillod, Mons. De Ségur, Dom Prosper Guéranger e il degnissimo Vescovo di Mans, Mons. D'Outremont. 
Maria e Paolina ne divennero educande nell'ottobre del 1868. Sarebbero tornate in famiglia per le vacanze di Natale, Pasqua e per quelle estive. La sofferenza di entrambe fu grande; però la minore il giorno della partenza, già forte, seppe ricacciare le lacrime. Pensava che col fare eco ai singhiozzi di Maria avrebbe raddoppiata la pena degli amatissimi genitori. Tuttavia il suo piccolo e sensibile cuore si sentiva soffocare e “quando non ne potevo più – confessa – dal desiderio delle vacanze, andavo, durante la ricreazione, da Maria e le dicevo: Parlami delle vacanze, Maria. E tosto Maria, che non mi rifiutava mai nulla, mi faceva la storia del nostro ritorno ad Alençon”: 
<< ….. Suona il campanello di fuori. E' la signora Martin che chiede di Maria e di Paolina, S'esce, eccoci fra le braccia di mamma! Andiamo alla stazione, e allora: Puf! Puf! Puf! La locomotiva sbuffa; il treno ci attende, montiamo su. Poi, via! Ella mi nomina tutte le stazioni, e infine: Bourg-le Roi, l'ultima, che mi fa sussultare il cuore. Anche Maria si entusiasmava. Ma quando dopo aver gridato: Alençon, Alençon! E parlato degli abbracci di papà e delle sorelline, soggiungeva con accento triste: Elena, però, non c'è, allora io sospiravo....>>. 
Ecco la prima lettera della collegiale al papà e mamma. Essa aveva già compreso quel che poi, più tardi, cercherà di inculcare con tanta profondità alla sua piccola santa Sorella, cioè che son le opere che provano l'amore. Ne riportiamo un tratto, rispettando lo stile infantile e le ripetizioni, del resto tanto eloquenti nella loro semplicità: 
<< …. Miei cari genitori, vi farò sempre piacere e cercherò di meritare questa settimana l'albo d'oro. Sono tanto contenta di scrivervi la mia prima lettera, so che essa vi fa tanto piacere. Vi amo con tutto il cuore e per questo vi reco tanto piacere; questa settimana ho avuto la rosetta. Farò piacere tutta la mia vita ai miei genitori. La vostra obbedientissima bimba Paolina Martin. La Visitazione, 22 novembre 1868...>>. 
E non si trattava di parole vane, perché la zia, la quale osservava da vicino le nipoti, in data 22 ottobre così scriveva alla signora Martin: << … Paolina è un gioiello di bimba, allegra come un fringuello, studiosa, attenta a far del suo meglio in ogni cosa..... 
Una sola l'ombra del quadro: 
l'esuberanza! ….questa bimba, avrebbe voluto essere a Natale una “congreganista di Gesù”, ma non se l'è meritato. Da cinque settimane non ha ottenuta la rosetta, è troppo vivace e irrequieta. Se per disgrazia la maestra la lascia senza lavoro, non la si tiene più, è già bell'è partita!....>>. 
La bambina sapeva quel che voleva e per questo la zia la chiamava scherzosamente “mordicus”. Felice tenacia che darà alla futura Priora del Carmelo di Lisieux tanta fermezza e perseveranza nel portare avanti le sue imprese. 
Già allora, agendo di volontà, voleva essere una fanciulla laboriosa, tanto che la madre stessa, orgogliosa, ne dava questa testimonianza al padrino: 
<< …. Venerdì sono stata a Mans a vedere le mie figlie; la zia e le maestre ne sono contentissime. Maria è una alunna eccellente; Paolina impara tutto quello che vuole e si applica molto. Tra le bimbe della sua età, è la più matura; conta undici anni, e ragazze di quattordici sono indietro di lei. Un giorno, a Maria che osò interromperla durante lo studio, diede questa risposta: Non perdiamo tempo che costa denaro a papà e mamma. Tutte e due ci fanno onore...>> (3 gennaio 1872). 
Paolina stessa dichiara: 
<< …. Mi sentivo portata alla pietà e tutto quello che mi parlava di Dio mi faceva piacere. Molto spesso, prima di prender sonno, cacciandomi sotto le coperte, dicevo a me stessa: penserò che Dio non ha avuto principio e non avrà mai fine...., che non abbia fine, arrivavo, mi pare, a farmene una pallida idea, ma che non abbia avuto mai principio, questo m'impressionava a tal punto da farmi sgusciare prima o poi dalle coperte, cercando di distrarmi per non pensare ad un mistero che mi schiacciava..>>. 
( Paolina Martin collegiale a Mans )
Il 2 luglio del 1872 – a quasi undici anni – s'accostò per la prima volta alla Mensa Eucaristica: 
<< …. Feci una buonissima Prima Comunione, mi pare, pensavo già di farmi religiosa..>>. 
Era suo vivissimo desiderio recitare, a nome di tutte, l'atto di Consacrazione alla Madonna; ed ecco che essendo mancata la bambina prescelta a causa di una indisposizione, ebbe la consolazione di vedersi incaricata a supplirla. 
Durante le vacanze di Capodanno venne al mondo la piccola Teresa: il 2 gennaio 1873. L'avvenimento portò un'onda di gioia in tutta la famiglia. Più di sessant'anni dopo, Madre Agnese ci raccontava la sua, quando, svegliatasi, sentì il babbo salire le scale e dire: Bambine mie, avete una sorellina!. 
Nel rievocare il fatto, la sua voce era rotta dall'emozione....Quale posto doveva prendere nell'esistenza di Paolina quella che il signor Martin chiamava “la piccola Regina!”. 
Sebbene orientata verso Dio, la natura ardente della fanciulla conobbe, tra le sue maestre, qualche attaccamento umano. Più tardi ne sentirà profonda umiliazione: 
<< …. Che miseria sono questi affetti esagerati! E' perché non ho ho amato unicamente Voi, o mio Dio! Perché mi sono lasciata tarpare e bruciare insieme le ali dalla fiamma ingannevole dell'affetto delle creature, tanto vano!....Scambiavo quella povera fiamma per la vera luce della felicità, ma essa s'è spenta ed io ne sono rimasta ferita, e aspettavo dalla vostra Misericordia “ali più lucenti e leggere” per drizzare il mio volo verso di Voi, o mio Signore, che solo bruciate e non consumate...>>. 
Bisogna pur dire che alcune delle sue amicizie non furono fuoco di paglia; vi rimase fedelissima e ne fu corrisposta. La sua migliore amica di educandato la precedette di sei mesi nella tomba; ed era commovente sentirla continuamente invocare la sua cara Paolina. L'educanda si rimproverava pure altre piccole debolezze di amor proprio: 
<< …. Quasi tutte le mie compagne della Visitazione erano nobili ed è incredibile la vanità che alligna a volte nelle piccole teste delle educande. Lo so per esperienza. Una certa compagna mi tormentava per sapere se nella mia famiglia potessi vantare almeno un parente nobile. Io ci rifletto e fortunatamente me ne sbrigo trovando il nome del signor le Lacauve (cugino del signor Martin) ….., Non ne fu contenta, e incalza: Di che che colore è il salone dei tuoi genitori, il loro canapè?. Mio Dio! Come faccio? Non conoscevo né salone, né canapè in casa! Come confessarlo? Ma la mia prontezza di spirito mi fece subito pensare ad una specie di poltrona a sdraio, di paglia, che si trovava nel chiosco. E' color giallo, dico a me stessa, e somigliava a un canapè. Allora tiro fuori la mia trovata: ...Il nostro canapè è color giallo. - Oh, molto signorile! Risponde la piccola alunna. 
Vanità delle vanità!....>>
Queste autoaccuse tanto leali danno più credito ad altre confidenze intorno a certi suoi intimi sentimenti: 
<< ...In Giugno e Luglio, quando il caldo era grande, la maestra ci faceva dire le preghiere della sera in giardino – il vasto recinto racchiudeva un pascolo e delle mucche -. Riusciva così poetica questa preghiera in comune, sotto un cielo puro, nel quale fissavo una bella stella d'argento – ne conoscevo anche il nome – che mi rapiva l'anima! Il mio cuore era una gamma di armonie....Ricevetti una volta, come strenna, un bel libro rilegato col labbro d'oro. Era la storia di Fabiola. Tale lettura mi entusiasmava. Quelle figure di eroi e di vergini martiri mi esaltavano..>>. 
Le maestre apprezzavano sempre più le sue doti: molto intelligente e studiosa, brillava davvero, specialmente in certe materie come il francese, il disegno e la cosmografia, scienza questa che la interessò sempre; invece l'aritmetica, a sua confessione, costituì sempre la pietra d'inciampo. La signora Martin era tuttavia felice di poter comunicare alla cognata: 
<< ….Le religiose della Visitazione mi hanno assicurato che Paolina ha delle meravigliose disposizioni, non per una cosa sola ma per tutte in generale..>>. 
Suor Maria Dositea a sua volta scrive: 
<< ...Paolina è molto irrobustita, però non cresce; rimarrà bassa di statura, la qual cosa non le garba troppo. E' una brava bambina, dal cuore d'oro...>>. 
La “piccola Paolina” come la chiamavano in famiglia, era, bisogna dirlo, la beniamina di tutti. I genitori, Maria, le sorelline facevano a gara nell'amarla; e quando la piccola Teresa cominciò a capire, alla domanda: “a che cosa pensasse”, immediatamente rispondeva: A Paolina. 
La zia Visitandina, volendo sottolineare l'ascendente che aveva la giovane educanda, così si esprimeva: 
<< … Avere questa bambina è un piacere; tutti le vogliamo bene, tanto è amabile e gentile. Se Iddio la lascia sulla terra sarà una donna felice; sa adattarsi a tutto, sa essere sempre d'accordo...Quanto a me, poi, mi basta vederla per essere ripiena di gioia, tanto è cara e candide e graziose le sue maniere..>>. 
E quel che è più singolare si è che da tutta questa gara di affetto e di simpatia, che l'accompagnò per tutta la vita, Paolina non ne risentì alcun danno – tanto aliena fu sempre di avvalersene – ma vi corrispose con una semplicità piena e sincera, sia nell'infanzia come anche quando toccò la celebrità. 
Nell'ottobre del 1875, Paolina fece ritorno alla Visitazione sola, perché Maria aveva già finiti i suoi studi. Un sacrificio duro per lei, inseparabili com'erano una dall'altra; regnava tra loro, nonostante una spiccata diversità di carattere, una vera fusione di cuori e una reciproca stima che mai si smentirono. 
Risale a quel tempo il moltiplicarsi delle lettere da parte della mamma all'educanda “isolata”. La corrispondenza materna è tutta spontaneità e delicatezza, doti che ritroveremo più tardi sotto la penna della Madre Agnese di Gesù. Citiamo qualche brano: 
<< …. Non saprei dirti quanto la tua ultima lettera m'abbia fatta felice. Ho notato tutti gli sforzi che fai, nonostante la tua naturale vivacità, per far piacere a tutti. Te ne sono infinitamente grata; se sapessi quanto ti voglio bene; in te, tutto m'attira.. ….Sono molto lieta di vedere che sei sempre citata nell'albo d'onore; questo mi compensa di tutte le mie piccole tribolazioni. Quando penso che ho una Paolina a Mans, e che presto mi farà ritorno, mi sento tanto felice! Addio, mia cara Paolina, tu, tu sei la mia vera amica, tu mi dai il coraggio di sopportare con pazienza la vita....>>. 
E ancora: 
<< ...La tua ultima lettera m'ha fatto piacere più delle altre, e, a render più piena la mia gioia, tua zia Maria Dositea mi dice che di te è contentissima, che sei molto obbediente e gentile. Io ti ringrazio, o Paolina mia, della gioia che così procuri a noi e a tutti. Il Signore saprà ricompensartene in questo mondo e nell'altro, perché ci si sente più felici anche nella vita presente, quando si compie coraggiosamente il proprio dovere>>.  
Questa preferenza non stuzzicava la vanità di Paolina; anzi era per lei uno stimolo a far bene, felice di procurare alla cara mamma tutta la consolazione possibile. Ecco come le scriveva nel 1877: 
<< ...Mia cara mammina, grande è stata la mia contentezza il giorno dei premi. Io non mi aspettavo affatto di ottenere la segnalazione in tutte le materie. Quale gioia non sarebbe per te se potessi avere la corona bianca, mammina mia cara. Ebbene, voglio fare ogni sforzo per meritarla. La zia è stata contentissima della mia pagella e spera di vedere presto la sua Paolina come Figlia di Maria. Io sto aspettando il 2 febbraio con grande impazienza>>. 
In quest'epoca andò soggetta a prolungati e fortissimi dolori di capo. Le si doveva imporre un completo risposo. Ciò l'affliggeva e la buona mamma non mancava di farle coraggio: 
<< … Una cosa ti raccomando: non darti pensiero né dei premi, né della corona bianca. Una cosa sola ti domando: che le tue maestre siano contente di te, e già vedo con tanta soddisfazione che è così; me l'ha confermato per iscritto Suor Maria Luisa Gonzaga>>
Paolina ebbe a subire tuttavia una penosa delusione nella distribuzione dei premi, alla vigilia della sua partenza dalla Visitazione. Narra ella stessa: 
<< …. M'aspettavo proprio, con le premiazioni, di ricevere anche la “corona bianca”. Sarebbe stata questa la più bella prova della soddisfazione generale per una educanda che termina i suoi studi. Nei miei nove anni di collegio, l'avevo vista dare una sola volta. Per ottenerla bisognava che l'alunna, durante il corsi dell'ultimo anno, avesse riportato i voti più alti, fosse stata segnalata sempre all'albo d'onore, avesse meritata la medaglia di cortesia, ecc. Più esaminavo i miei voti, e maggiormente mi persuadevo che la corona bianca sarebbe toccata a me. Ma purtroppo questo lo pensavo soltanto io. Arriva il momento della distribuzione. Niente corona per Paolina, niente per nessuna!. Aveste viste le mie lacrime alla fine....Andando ad abbracciare la Superiora, gliene manifestai la causa dicendo: “Mamma è tanto malata, e io sarei stata così felice, se avessi potuto offrirle la corona bianca”. La povera Superiora mi parve molto sorpresa. Poi cercò di spiegarmi la cosa, cioè: nell'ultimo trimestre avevo perduto un punto nella cortesia. Lo sapevo anch'io; ma siccome in seguito era stato accertato che io personalmente non avevo avuto colpa alcuna in una piccola storia con una novizia, in cui era stata tutta la classe di prima che aveva mancato, mi dicevo: Avrò ugualmente la corona bianca. Se avessi confidato le mie speranze alla prima maestra, tutto sarebbe andato bene. Mamma, vedendo la mia pena, mi disse: “Non è proprio il caso che te la pigli tanto, mia piccola Paolina; per me è come se l'avessi avuta, io sono contentissima di te, e se vuoi vado a comprarti una corona bianca!”. Sì, ma non sarebbe stata la corona che avrei voluta io>>. 
L'ultimo anno che passò al collegio del monastero della Visitazione di Mans, era stato rattristato dalla morte edificantissima della buona zia Suor Maria Dositea, avvenuta il 24 febbraio del 1877. La nipote era ricorsa a tutte le risorse del suo candido fervore per tenere in vita la cara zia. Lo dimostra questa lettera scritta alla mamma il 4 febbraio: 
Mia cara Mammina, eccomi finalmente Figlia di Maria! Quanto gode il mio cuore di poterti comunicare questa notizia! E ti ho pensata tanto il giorno in cui fui ricevuta e ho pregato tanto per tutti. Piena sarebbe stata la mia gioia, se la zia si fosse trovata guarita. Come lo sperava il mio cuore e nessuno sarebbe stato capace di disilludermi! Ora invece devo piegare la mia volontà a quella del Signore, dato che Egli non l'ha voluto. Sono stata a vederla subito dopo essere stata ricevuta come Figlia di Maria. Era l'ora dei Vespri. Si mostrò molto lieta nel vedermi con il nastro azzurro e la stella tanto desiderata. Tutta la giornata, la zia si sentì meglio; oggi invece l'ho vista un solo istante, ma mi è sembrato non stesse bene. Si vede proprio che il Padre de la Colombière non vuole essere beatificato; quando andrò in Cielo, chiederò a Dio dove si trova il suo posto per non star tanto a cercare, e quando l'avrò trovato, lo pregherò, con molta umiltà – s'intende – di volermi ascoltare cinque minuti: voglio sapere per quale motivo non mi ha guarito la zia, e vedere se le sue ragioni sono davvero “ragionevoli”... Ho sentito dire che per ottenere un miracolo bisogna avere fede; ebbene, io posso affermare che ne ho avuta tanta da poter trasportare tutte le montagne di questo mondo sulla luna. Mai ebbi una speranza uguale! Le religiose avevano la cera di chi dubita, anche la stessa nostra Madre; io sola credevo e speravo. Sarà stato per questo che il Padre de la Colombière si è rifiutato di esaudirci! Raccontarti tutto questo mi fa bene, cara mammina mia, perché – tu lo sai – non posso essere contenta, se non dopo averti confidato tutto. Tu sola – e nessun altro fuori di te – sa comprendere pienamente la tua Paolina. La tua figlioletta Paolina, Figlia di Maria. 
La veneranda ammalata aveva aggiunto, a matita, queste righe: 
<< ...La nostra Paolina è rimasta molto delusa per il mancato miracolo; credeva che alle tre dovessi trovarmi bella e guarita ed era l'ora della sua consacrazione alla Madonna. Avendole detto la nostra Rev.da Madre che il mio stato era immutato, si gettò tra le sue braccia, bagnandola di lacrime, tanto che poté fare la preghiera d'uso>>. 
Paolina custodirà a lungo il ricordo della santa zia monaca Visitandina: 
<< … Per tutto il tempo delle vacanze, avrò la grande consolazione di portare addosso il Crocefisso della mia cara zia, e non lo lascerò certo un istante; credo che questo sia il più grande piacere che la mamma mi abbia potuto fare. Mi pare proprio di essere insieme a mia zia. Dovunque vado essa mi segue, e così Nostro Signore, lei ed io siamo felici di passare insieme questi quindici giorni. Ci riuniamo spesso per parlare delle cose del Cielo....>>. 
Fine capitolo 2 
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano