La Venerata Madre
Agnese (Paolina)di Gesù
Carmelitana Scalza
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux
La morte di una madre
Un nuovo lutto, più doloroso ancora di quello di Suor Maria Dositea, si stava preparando. L'eroica signora Zelia Martin era minata da un male che l'andava consumando da molto tempo, che ora s'era fatto precipitoso e che presto ne spezzerà la vita. Di fronte alla sua missione materna incompiuta, essa implorò dal cielo la guarigione che sembrava, a lei come ai suoi cari, necessaria. La sua preghiera era però su un piano di abbandono completo in Dio.
Incoraggiata dal marito Luigi, nel giugno del 1877 fece un pellegrinaggio a Lourdes con le altre figlie maggiori, sicura che la Madonna avrebbe ascoltata meglio la sua voce unita alle innocenti suppliche delle sue creature.
<<..... Conto più su di te che sulle altre; non so perché abbia questa idea...>>, confessa alla cara Paolina che allora toccava i sedici anni.
Anche questa volta Paolina si attaccò sì fermamente alla certezza del miracolo che la prudente mamma n'ebbe paura, e ne scrisse al fratello:
<< …. Paolina vuole, a qualunque costo, forzarmi a dire che guarirò, perché le hanno assicurato che la speranza ferma dei malati è segno certo che otterranno la guarigione. Ma in ciò non posso accontentarla: la mia speranza non arriva alla certezza. Se la mia guarigione non sarà istantanea, non so proprio che cosa capiterà alla mia povera Paolina; si è presa la cosa troppo a cuore, e il colpo le sarà molto duro>>.
E difatti Paolina non potè saltar dalla gioia come aveva sperato, perché il miracolo tanto atteso non si verificò. La coraggiosa madre s'industriava a rasserenare tutti:
<< ...Il viaggio ha portato un aggravarsi del male, - scriveva essa al signor Guérin suo fratello - .Tuttavia non sono affatto disperata, penso ancora di guarire. Questo mio pensiero m'è venuto quando davo saluto alla Grotta, e per questo il ritorno lo feci assai lieta. Ho cantato sia al ritorno come all'andata; le ragazze però non cantavano; avevano un aspetto desolato. Ho dovuto darmi da fare per infondere loro un po' di calma: Paolina poi non voleva mangiare. Ho dovuto dirle un'ora dopo la partenza: credo fermamente che guarisco. Solo allora un lampo improvviso di gioia illuminò il suo volto e mi disse che cominciava ad aver fame. Mangiò di gusto e si addormentò>>.
Quando la ragazza tornò a Mans, ricevette questo biglietto:
<< ...Voglio sapere in quali disposizioni di spirito ti trovi e se sei ancora imbronciata con la Madonna. Non sperare molte gioie sulla terra, ne avresti troppe delusioni...Coraggio e fiducia! Prega con fede la Madre delle Misericordie, essa ci verrà in aiuto con quella bontà e quella dolcezza che ha la più tenera delle madri>>.
Paolina non poteva tenere il broncio con la Madonna: era sua figlia e l'amava troppo. Vedendo l'insuccesso del pellegrinaggio, si mise in testa di comprare, a prezzo di personali sofferenze, la sospirata guarigione. La signora Zelia Martin la contrasta amabilmente:
<< ...Tu mi dici che vuoi soffrire per me: me ne sono molto offesa. Dunque tu non vuoi che io mi guadagni il Cielo, lo vuoi tutto per te....Ne hai di coraggio, Paolina mia! Io forse avrò cento anni da passare in Purgatorio! Vorresti farli tu per me? Quando ci si mette, bisogna mettersi del tutto!>>.
Ai primi di agosto, Paolina lasciò il Monastero della Visitazione di Mans con la speranza di ritornarvi, un giorno, e consacrare là la sua vita a Dio.
Trovò la casa paterna nell'angoscia: la povera mamma era gravissima. Arrivava proprio per ricevere le ultime raccomandazioni. Alle due maggiori, Maria e Paolina, la morente affidò l'educazione delle sorelle minori, ma parve quasi presagire il compito materno che doveva assumere la seconda, e gliene diede difatti l'investitura in una maniera quasi profetica. Paolina si trovava sola vicino al letto. Essa le prese le mani, gliele baciò delicatamente e disse:
<< ..Paolina mia! Tu sei il mio tesoro. So bene che sarai religiosa, che diventerai una santa: io mi sento indegna di avere una figliola come te, tu sei la mia gloria e la mia felicità>>.
( Beata Zelia Martin )
<<....Io mi sentì piuttosto confusa da queste espressioni, confessa umilmente Madre Agnese di Gesù, perché troppo bene sapevo quanto fossi lontana dal meritarle>>.
Eppure, proprio lei, qualche notte dopo la morte della << incomparabile >> mamma, doveva ricevere sotto forma di segno un messaggio che fu una consolazione per tutti i suoi cari. Vide un angelo splendente di luce, curvo sopra un banco di sabbia nell'intento di scrivervi la beatitudine divina: