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domenica 30 dicembre 2012

PADRE GIUSEPPE ANTONIO DA MELILLI LETTORE E PADRE VINCENZO DA CALTAGIRONE PROVINCIALE , CAPPUCCINI .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


PADRE GIUSEPPE ANTONIO DA MELILLI LETTORE CAPPUCCINO .

Apparteneva costui ad una delle famiglie Passanesi . Da fanciullo venne educato nella PIETA’ , nella frequenza dei SACRAMENTI e nell’Osservanza dei Precetti di DIO e della Chiesa .
Ben presto la vicinanza della sua casa al nostro Convento , i saggi consigli dei parenti e dei Religiosi , la bontà dei suoi irreprensibili costumi , e più che tutto , le CELESTI ISPIRAZIONI che sentiva nel suo VERGINE CUORE , lo trassero alla Sequela del PATRIARCA D’ASSISI nel nostro Istituto .
Vestì la povera divisa di Cappuccino , e fu ammesso nel Noviziato , dal qual uscì giovane Saggio , Fervoroso , di liete speranze per la Provincia .
Si applicò quindi alle belle lettere e alla scienze Sacre , che meglio si addicono al Sacerdotale Ministero . Divenuto poi UNTO del SIGNORE e avuta , previo esame , la patente di Predicatore , si ritirò , parecchi anni nel nostro cenobio di Calascibetta per Studiare Profondamente in quella Biblioteca , una delle più fiorenti della Provincia , ove compose il suo Quaresimale ed altre Prediche con alcune Mute di Spirituali Esercizi , nella Predicazione dei quali Mirabilmente si DISTINSE .
Indi per Obbedienza si ritirò nel Patrio Convento , in cui dimorò finché visse , uguale sempre
a se stesso .
RISPLENDEVANO IN QUEST’UOMO I LINEAMENTI DEL PATRIARCA D’ASSISI E DEL DOTTORE SERAFICO .
Era Umile , senza affettazione , mansueto , dolce , familiare a tutti senza volgarità , opportunamente faceto senza leggerezza , CONSULTATO DA TUTTI , anche dai Preti , ma senza sua ostentazione . RIGIDO OSSERVATORE DELLA POVERTA’ non permetteva che in modo alcuno e sotto diversi pretesi si fosse offesa , contro la volontà espressa del SANTO LEGISLATORE .
Quando veniva a conoscere che si preparava carne o pesce per la mensa dei Religiosi , soleva domandare se l’una o l’altro erano stati comprati oppure offerti dai Benefattori .
Nel primo caso non li mangiava , nel secondo sì - Prestandogli i devoti al denaro come elemosina di Messa , EGLI NEMMENO VOLEVA TOCCARLO CON LE MANI , MA OFFERIVA LA MANICA DELL’ABITO , donde poi era deposto sul tavolo del Superiore .
In ogni cosa , nel vestire , nella stanza , nei cibi amava sempre l’uso POVERO e di PROVARE gli effetti del VOTO , che oltre dell’OBBEDIENZA e della CASTITA’ AVEVA FATTO A DIO .
Dettò lezione di scienze Sacre alla nostra gioventù , e dalla sua scuola uscirono diversi Padri che si distinsero per Pietà e Sapere , principalmente l’ex Provinciale Angelo da Sortino che per vari anni dimorò nel Convento di Melilli , e fu sì retto , adornò di tanta PERFEZIONE RELIGIOSA , Dotto e Pio , che si ritenne come uno dei più BELLI ornamenti della Siracusana Provincia in questi ultimi tempi . Egli stesso soleva dire in lode dell’antico Maestro che il Lettore Giuseppe Antonio era CHIAMATO ai suoi tempi il SAN FRANCESCO della Provincia .
Si segnalò nella Predicazione degli Esercizi Spirituali , e particolarmente nella PARTE ISTRUTTIVA , sia nei Conventi , sia nella MADRE CHIESA della Patria , o altrove .
Predicando , il suo portamento e il suo dire avevano del serio e del grazioso , ed era esatto nella Dottrina , castigato nella Parola , fervido e pieno di Unzione nel MUOVERE gli affetti .
Pochi anni prima che morisse IDDIO lo volle assoggettare alla dura prova della cecità , ed ecco in qual maniera . Si soleva Festeggiare , come oggi si fa , nella nostra Chiesa ogni anno in Settembre l’ADDOLORATA , anche con qualche Solennità esterna .
Fu deposto un sacco di polvere nella sua Cella , e quindi si mosse dubbio sulla qualità di essa .
Egli che si trovava solo , ne prese alcuni acini , quali appena accesi , la fiamma si comunicò in tutto il sacco .
Lo scoppio e il fetore trassero in un istante gli spaventati Religiosi , che trovarono lo sventurato prosteso a terra semivivo , e non si sa come , fuori la Cella , già fessa e piena di fumo .
Si prestarono tutti i soccorsi alla vita del paziente , il quale però rimase cieco .
Sciagura fu questa che egli soffrì con rassegnazione , senza perder punto la sua naturale e virtuosa amenità , espressa in tutte le occasione favorevoli o infauste col ripetere :
<< Sia per Amore di Dio >> .
Durante la prefata cecità , aiutato dal suo bastoncello e assistito da qualche Frate che lo faceva scendere in Chiesa , proseguì la sua VITA APOSTOLICA Predicando e Ascoltando le Sacramentali Confessioni sino agli ultimi giorni , finché Settuagenario il 5 Agosto del 1819 , terminata questa mortale carriera , COMINCIO’ A VIVERE PER GLLI ANNI ETERNI .
I cittadini accorsero numerosi attorno alla bara del defunto , già trasportato nella nostra Chiesa , e proclamandolo Santo facevano a gara per aversi un pezzettino della sua Tonaca , sicché i Religiosi dovettero supplirne un’altra .
Per mezzo di lui IDDIO si compiacque concedere diverse Grazie , delle quali per brevità raccontiamo la seguente . Era gravemente infermo un certo Ferdinando Cianfrino , fratello germano di un altro Padre Giuseppe Antonio venuto all’Ordine più tardi del primo , di cui prese il nome .
L’AMMALATO SE NE STAVA A LETTO CON UN TUMORE AL GINOCCHIO , CHE DOVEVA ASSOGGETTARE AL TAGLIO , E GIA’ IL CHIRURGO CANNATA ERA PREPARATO PER LA DOLOROSA OPERAZIONE . LA SERA PRECEDENTE FU CONSIGLIATO L’INFERMO DI APPLICARE SUL GINOCCHIO UN PEZZETTO DELLA TONACA DEL SERVO DI DIO .
LA MATTINA ANDO’ IL CHIRURGO E TROVO’ FERDINANDO ALZATO DAL LETTO INTERAMENTE GUARITO .
<< RIMASTO ATTONNITO DI QUELLA NOVITA’ ATTESTO’ CHE SENZA UN MIRACOLO , DI CUI SAREBBE PRONTO A FAR FEDE GIURATA , NON POTEVA QUELLA AVVERARSI >> .


PADRE VINCENZO DA CALTAGIRONE PROVINCIALE CAPPUCCINO .

Questo Padre Vincenzo , della famiglia Mingrino , dopo di avere nel Convento di Caltagirone e nella Provincia sostenuto con decoro diverse cariche , di Guardiano , di Lettore della nostra gioventù e di Definitore eletto nel 1791 , fu assunto due volte al Provincialato ; la prima nel Capitolo di Lentini il 27 Maggio 1794 , e la seconda in quello celebrato nella stessa città il 12 Maggio 1802 .
Fu uomo di ORAZIONE , di Studi e di governo , e l’ultimo che FIORI’ nel Convento di Caltagirone di cui parla Mons. Mario Nineo Jannì , dandoci questi pochi cenni :
<< Ultimo a ricordarsi è il Padre Vincenzo Mingrino… socio dell’Accademia Calatina e Predicatore ACCLAMATISSIMO .
Studioso della storia del proprio Convento , aveva già intrapreso a scrivere la vita del Padre Innocenzo , ma non poté schizzarne se non i primi capitoli , i quali non riuscirono altro che un compendio dell’Itinerario .
Promosse l’OPERA stupenda degli adorni della Sepoltura dei Frati , che allogò al Padre Bonaventura Paternò , RINCALORI’ la DEVOZIONE alla VERGINE ADDOLORATA e morì in età di 82 anni , dei quali 65 ne aveva passati Monaco , il 1° Febbraio del 1825 . ( 1 ) >> .

( 1 ) - Questa sepoltura in cui si esponevano alla vista dei riguardanti i cadaveri dei Monaci ed anche di taluni Secolari in veste da Frate , a bello studio secchi , era una meraviglia di arte e di pazienza , poiché sulle pareti all’intorno , il suddetto Paternò aveva condotto bellissimi disegni , a scudi e fiori , di piccole ossa di morti , intrecciate e inanellate così , che componevano il più gentile bassorilievo .
Profittiamo di questa occasione per rendere i dovuti ringraziamenti a Mons. Mario Jannì , CAMERIERE D’ONORE IN ABITO PAONAZZO DI S. S. LEONE XIII , PROF. DI TEOLOGIA DOGMATICA E DI S. ELOQUENZA , DIRETTORE DELLA POLIANTEA ORATORIA DI PALERMO E BEN CONOSCIUTO NELLA REPUBBLICA LETTERARIA ; perché con tanto AFFETTO ALL’ORDINE in età giovanile , al 1871 , ebbe la premura di RACCOGLIERE e PUBBLICARE la Biografia del Padre Innocenzo Marcinò con appendice do cenni sui più ILLUSTRI CAPPUCCINI CALTAGIRONESI .
Oh ! - se si fosse fatto lo stesso per i Frati degli altri Conventi della Provincia !
Allora avremmo trovato pronto altro materiale per queste MEMORIE .
A LUI QUINDI LODE .
E’ STATO IL PRIMO CHE SI SIA INTERESSATO DEI NOSTRI .
Dopo del suo troviamo soltanto un altro grazioso lavoretto di Salvatore Damaggio Cavarra con il titolo : I Cappuccini in Terranova di Sicilia , 1895 .

* DESIDERIAMO CHE IL LORO ESEMPIO SIA SEGUITO DA ALTRI PER AVERCI POI UNA MONOGRAFIA COMPLETA DELLA PROVINCIA .



                                                                                           FINE

                                                                                      LAUS DEO

                                                                                    Pax et Bonum


                                                                     Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                              Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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mercoledì 19 dicembre 2012

FRA FILIPPO DA PALAZZOLO ACREIDE LAICO CAPPUCCINO .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


FRA FILIPPO DA PALAZZOLO ACREIDE LAICO CAPPUCCINO .

Di un altro Laico , INSIGNE PER RELIGIOSA PERFEZIONE E PER DONI RICEVUTI DA DIO , dobbiamo ora tener parola . E’ questi Fra Filippo da Palazzolo Acreide .
Egli entrò nell’Ordine nostro per il solo fine di STACCARSI dal mondo , SERVIRE CON FEDELTA’ L’ALTISSIMO e assicurare la sua ETERNA SALVEZZA .
I fatti ben corrisposero ai suoi retti propositi , perché in tutto il tempo che dimorò in Religione fu VISTO SEMPRE AVANZARSI DI VIRTU’ , dare di sé BUONO ODORE , Mortificarsi con la Penitenza e Faticare per l’acquisto del CIELO , UNICA META DEI GIUSTI .
Le virtù però che si VIDERO in lui primeggiare furono l’UBBIDIENZA , l’ORAZIONE e l’UMILTA’ . Con la PRIMA sottometteva in tutto la sua volontà a quella del superiore , che tiene il LUOGO DI GESU’ CRISTO . Essendogli dato il laborioso Ufficio do ortolano , egli l’eseguì sino alla vecchiaia , lavorando senza lamentarsi , e accettando l’impiego come DATO DA DIO , per la cui GLORIA egli faticava e soffriva .
La SECONDA l’Orazione era il pascolo più dolce del suo Spirito : in essa si tratteneva tutto il tempo che aveva libero , sia di giorno sia di notte : spesso visitava CRISTO IN SACRAMENTO e a LUI sfogava con sospiri e pianti il suo tenero cuore :
ONORAVA E PREGAVA L’IMMACOLATA e teneva spesso sottocchio una medaglia che la rappresentava e che portava nel suo ROSARIO : anche in mezzo alle occupazioni e ai lavori manuali AVEVA DIO PRESENTE , e nulla faceva che non fosse stato diretto a maggior ONORE DI LUI , eseguendo così il detto dell’Apostolo : << Omnia in Gloriam Dei facite >> .
La TERZA l’Umiltà , FONDAMENTO d’ogni VERA PERFEZIONE , in lui era ben radicata , e si vedeva RISPLENDERE nel suo PORTAMENTO, nelle sue PAROLE , nelle sue OPERE , nel vestire , nella stanza , in TUTTO .
Qualche volta , trovandosi nell’orto , non udiva il solito segno della campana che chiamava i Frati alla povera mensa . Essi andavano in refettorio , ma prima per celia serravano la porta della selva .
Fra Filippo poi tornava , bussava sommessamente , e non essendogli aperto , senza punto turbarsi , se ne stava lì a Pregare .
GESU’ CRISTO DICE CHE CHI SI UMILA SARA’ ESALTATO . Qui se humiliat , exaltabitur .
<< Questa esaltazione compiuta la dà in Cielo ; ma la comincia a dare anche in terra a quelli che lo temono , perché essi godono del sentimento della buone coscienza , e sono da lui DIFESI E PROTETTI , sino a dire il PIETOSO SALVATORE , parlando ai giusti : UN CAPELLO NON CADRA’ DALLA VOSTRA TESTA SENZA LA VOLONTA’ DELL’ETERNO PADRE CHE STA NEL CIELO : Capillus de capite vestro non peribit . Tante volte i Santi sono da lui anche esaltati in faccia ai popoli coi MIRACOLI , che sono sospensioni delle leggi ordinarie della natura >> .
Fra Filippo era Umile , sentiva bassamente di sé , si riconosceva e si rivelava innanzi agli altri quale uomo di nulla . NELLA SUA UMILTA’ FU ESALTATO ANCHE IN QUESTA VITA E COI MIRACOLI . Trovandosi nel Noviziato si spezzò un grande vaso ripieno di olio .
I Frati presenti restarono attoniti e confusi , sì per la perdita dell’olio come per l’infausta notizia che dovevano dare al Superiore . Fra Filippo che si trovava li non si scoraggiò ; ANZI PIENO DI FEDE IN COLUI CHE TUTTO PUO’ , col mantello coprì il vaso mentre gli altri raccoglievano l’olio di terra . Tolse poi il mantello , e il vaso si trovò interamente SANO E PIENO D’OLIO , come lo era avanti .
Il Maestro dei Novizi non volendolo credere al PRODIGIO che i Frati come testimoni oculari raccontavano , ORDINO’ a Fra Filippo di riempire d’acqua un paniere ; ed egli lo fece senza esitazione alcuna .
Essendo il paese in grande scarsezza di vino , i poveri Religiosi erano costretti a provarne con più ragione il bisogno .
Un dì il nostro Laico si presentò al Guardiano , pregandolo di dargli il permesso a Questuarne qualche poco .
Questi acconsentì ; e il Fraticello si accinse all’opera , girando di qua e di là , ma indarno .
Allora PREGO’ IL SIGNORE che provvedesse LUI STESSO , direttamente , LA FAMIGLIA DEL PADRE SERAFICO SAN FRANCESCO SUO FEDEL SERVO , e all’istante si sentì ISPIRATO a portarsi alla fontana del Fiume grande , che scaturisce nella nostra selva .
Ivi giunto con quella semplicità e FIDUCIA CHE SONO PROPRIE DEI SANTI riempì la zucca di acqua e si ritirò al Convento . QUELL’ACQUA FU MUTATA IN VINO , CUI I FRATI APPENA ASSAGGIATO , NON SAPEVANO DONDE FOSSE VENUTO .
Il signor Alfio Solicato ed altri tre compagni si portarono un dì nel nostro orto per trovarvi il buon Frate .
Ivi giunti , entrarono nella grotti cella , ove Fra Filippo soleva conservare le povere masserizie necessarie per la coltivazione dell’orto ; ma lui non videro ; onde si divisero e bevvero il vino di un fiaschetto che ivi trovarono , e che Fra Filippo soleva dare a bere a quelli che lo aiutavano nella coltura dell’orto . Usciti poi , e camminando di qua e di là , mirarono il Devoto Laico intento a lavoro . Lo salutarono , ed esposto il motivo della loro venuta , stavano per licenziarsi , quando Fra Filippo GENTILMENTE LI OBBLIGO’ a condursi con lui nella grotticella e bere un po’ di vino del suo fiaschetto .
Essi si scusavano in tutti i modi , ma poi per non rendersi sospetti del furto , accettarono l’invito . Ma quale non fu la loro SORPRESA NEL TROVARE PIENO DI VINO IL FIASCHETTO CHE AVEVANO VUOTATO ?
All’istante domandarono perdono al Servo di Dio della celia che avevano inteso fargli , a cui egli rispose :
<< MARIA IMMACOLTA HA OPERATO QUESTO PRODIGIO . RENDIAMO A LEI LE DOVUTE GRAZIE >> .
Fra Filippo nell’umile impiego di ortolano non cessava di esercitare la CARITA’ e di SOCCORRERE il prossimo nei BISOGNI , somministrando agli indigenti che andavano da lui verdure mangerecce .
Un povero uomo , padre di numerosa famiglia spesso si portava a domandargli l’elemosina , e questi di BUON CUORE dava un mazzo di cavoli .
Quell’uomo credendo una volta di dare alla famiglia una pietanza più abbondante , dopo aver ricevuta la solita elemosina segretamente TAGLIO’ MOLTI ALTRI CAVOLI , NE FECE UN FASCIO E SE LI PORTO’ IN CASA dicendo : STASERA I MIEI FIGLI FARANNO LA PASQUA .
RIMASE PERO’ DI SOMMO STUPORE COLPITO , QUANDO NEL DISTRIBUIRE QUELL’ABBONDANTE VERDURA , OGNUNO RICEVEVA LA STESSA QUANTITA’ CHE AVEVA AVUTO NEL PASSATO .
Il M. R. Giacinto da Palazzolo Acreide che tali MERAVIGLIE ha registrato , aggiunge un altro prodigio CONFERMATO CON GIURAMENTO della stessa persona che lo aveva visto .
Fra Filippo mandò un giorno ad attingere acqua un giovane che faticava nell’orto .
Questi gli chiese il recipiente , e quegli gli rispose : ECCO LA’ UN PANIERE PRENDILO E VA .
RISE IN SUO CUORE IL GIOVANE PER LA NOVITA’ DEL COMANDO , MA PURE OBBLIGATO DALL’UOMO DI DIO , UBBIDI’ .
GIUNTO ALLA FONTANA CHE E’ DAVANTI ALLA GROTTA DELL’ORTO , MISE IL PANIERE SOTTO IL CANALETTO , ED ECCO IL “ MIRACOLO ” , LO RIEMPI’ D’ACQUA SINO ALL’ESTREMITA’ , lo portò seco stupefatto e lo presentò all’umile Frate , che da quella occasione prese argomento a PARLARE DELL’IMMENSA BONTA’ DEL SIGNORE .
Continuando nell’esercizio delle suddette TRE VIRTU’ , che tutte le altre compendiano , e nelle meraviglie che L’ONNIPOTENTE per lui si DEGNAVA OPERARE , CARO A DIO , ai Religiosi , al popolo , alla Provincia , egli si ridusse alla vecchiaia , nella quale non cessava , in quel modo che poteva , di lavorare , di castigare il suo corpo e di mortificare la sua volontà .
Colpito poi dall’ultima infermità che doveva trascinarlo al sepolcro , si rassegnò ai DIVINI VOLERI , chiese di essere munito dei RELIGIOSI CONFORTI e , attorniato dai Frati che PREGAVANO per lui , spirò nel BACIO DEL SIGNORE il dì 30 Marzo 1817 .



                                                                                  FINE

                                                                             LAUS DEO

                                                                           Pax et Bonum


                                                          Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                   Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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domenica 9 dicembre 2012

PADRE LUIGI DA CASTROGIOVANNI PROVINCIALE E FRA GIUSEPPE DA MINEO LAICO , CAPPUCCINI .



 MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


PADRE LUIGI DA CASTROGIOVANNI PROVINCIALE CAPPUCCINO .

Di specchiate e singolari virtù fu adorno il Padre Luigi da Castrogiovanni .
PERFETTO OSSERVANTE DELLA REGOLA che aveva professata e delle Costituzioni dell’Ordine , si DISTINSE specialmente nella POVERTA’ SERAFICA , per la pratica della quale mostrava in ogni cosa STRAORDINARIO ZELO .
Trovandosi SUPERIORE in vari Conventi , INCULCAVA ai Frati Laici di NON QUESTUARE più di quanto esigevano i veri BISOGNI delle Comunità in quel solo giorno , RIPONENDO TUTTA LA SUA FIDUCIA NELLA DIVINA PROVVIDENZA , LA QUALE NON LASCIA DI SOCCORRERE COLORO CHE TEMONO IL SIGNORE E ADEMPIONO I PROPRI DOVERI .
In prova di che si narra che una volta , in tempo di trebbia , i Frati Laici giravano al solito per le campagne , Questuando del GRANO , e avevano già accumulato circa ettol. 8 di frumento .
Il Padre Luigi allora Superiore del Convento se ne accorse e VIETO’ di CONTINUARE la Questua .
Si afflissero a questa proibizione i Laici e dissero che si trovavano nel meglio della Questua e che molti Benefattori li attendevano per far loro l’elemosina , necessaria per altro ad una numerosa famiglia , oltre ai molti poveri .
Rispose loro il Guardiano :
<< NO , NON VOGLIO . BASTA SIN QUI . NOI ABBIAMO DUE FEUDI , IL CORO E LA PORTA ; NEL PRIMO SI FANNO PREGHIERE AL SIGNORE PER SANTIFICARE NOI E TUTTI I FEDELI . NELLA SECONDA SI DISTRIBUISCE IL PANE AI POVERELLI , CHE RAPPRESENTANO LA PERSONA DI GESU’ CRISTO . DA QUESTI DUE FEUDI CI VIENE E CI VERRA’ SEMPRE LA PROVVIDENZA PER IL NOSTRO CORPORALE SOSTENTAMENTO .
CI BASTI DUNQUE IL GRANO CHE SI E’ RACCOLTO >> .
Non passarono infatti che pochi mesi , e quando era consumato il frumento , ECCO DIVERSI BENEFATTORI CONDURRE al cenobio chi un ettolitro e chi più o meno di grano .
Così si AVVERO’ l’INTERVENTO della PROVVIDENZA non solo per il vitto necessario ai Frati ; ma ancora per una Abbondante Elemosina da farsi ai POVERELLI nella porta .
Fu GRANDEMENTE DEVOTO DELLA SS. VERGINE SOTTO IL TITOLO DI VISITAZIONE , Patrona della sua Patria . In ESSA poneva dopo DIO tutta la sua Confidenza , la PREGAVA , L’ONORAVA , E SPESSO SECO LEI SI TRATTENEVA IN FAMILIARI COLLOQUI .
Per le sue RARE QUALITA’ di mente e di cuore , dopo di essere stato innalzato alle varie cariche di Guardiano , di Lettore , di Missionario e di Definitore , nel Capitolo di Biscari ( Acate ) il 3 Gennaio 1786 fu Eletto pure Ministro Provinciale ; nel quale Ufficio tutta la sua premura era quella di caldeggiare sia con l’opera , sia con la parola , con i consigli , con le ammonizioni e con le circolari la Religiosa Osservanza , per la quale era pronto ad OGNI SACRIFICIO .
Da TUTTI ERA TENUTO COME UN PADRE DI ALTA SANTITA’ , onde lui si ricorreva negli Spirituali e temporali bisogni .
Il popolo di Enna , oggi Castrogiovanni , SPERIMENTO’ SPESSO L’EFFICACIA DELLE ORAZIONI DI LUI , per la cui cooperazione fu ricostruita la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo .
Si racconta che egli assiduamente e di presenza assisteva ai lavoratori , e che una volta si trovava con essi sopra la fabbrica , quando un manovale che vi portava una brocca di acqua , salito l’ultimo scalino della scala , cadde a terra .
Tutti gli astanti si commossero , gridando pietosamente : GESU’ , MARIA !
Il Padre Luigi però fiducioso nel patrocinio della VERGINE , senza punto scomporsi :
<< NON VI TURBATE , DISSE , CHE NON OCCORRE ALCUN DANNO >> .
Allora essi guardando attonniti il manovale , lo videro all’impiedi sano e salvo , senza alcuna lesione , con la brocca vicina ancora piena d’acqua .
Dagli astanti questo fatto venne REPUTATO PRODIGIOSI e divulgato in tutta la città .
Altra volta il popolo Ennese era molto tribolato per la carestia di quell’anno , e più per una siccità estrema nei mesi di Marzo e Aprile , onde le piante ed i seminati erano in pericolo di seccare .
Tutti quindi presagivano una pessima , anzi negativa raccolta , che avrebbe prolungata la carestia .
Erano rimaste inesaudite le continue PREGHIERE indirizzate in privato ed in pubblico all’ALTISSIMO dai lacrimosi fedeli , i quali alla fine risolvettero di RECARSI nel nostro Convento per trovare il Padre Luigi e scongiurarlo a portarsi con loro alla Chiesa Madre , per PREGARE LA MADONNA alla cui Protezione è affidata l’antica città .
Il Padre Luigi sulle prime pensava di negarsi , rimproverando anzi quell’affollato popolo , e dicendo che esso non meritava affatto la Grazia Domandata a causa dei suoi peccati e delle offese fatte a DIO e alla VERGINE MADRE .
Indi commosso dalle LACRIME e SOSPIRI di quei ferventi fedeli si recò con essi alla Chiesa Madre in atteggiamento di Penitenza e di Umile PREGHIERA .
Arrivati che furono , egli fece svelare il SIMULACRO DELLA MADONNA , salì il Pulpito e Predicò con immenso fervore , RIVOLGENDOSI ORA ALLA MADONNA CON PREGARLA DI CONCEDERE LA PIOGGIA SI VIVAMENTE DESIDERATA , ed ora il popolo piangente per eccitarlo sempre più alla fede , al PENTIMENTO e alla PREGHIERA .
In questo frattempo nell’orizzonte , che sino allora era stato sereno e limpido , COMPARVE UNA NUVOLETTA , LA QUALE GRADO GRADO CRESCENDO E LARGAMENTE ESTENDENDOSI , SI SCIOLSE IN BENEFICA PIOGGIA , CHE RISTORO’ LE ARSE CAMPAGNE e consolò quel popolo , A CUI FECE AMMIRARE L’EFFICACIA DELLE ORAZIONI del Padre Luigi e la BONTA’ DI MARIA , che in quelle strettezze SI ERA MOSTRATA PIETOSA E BENEFICA VERSO I SUOI DEVOTI .
Un uomo di tanta virtù , sì GRADITO ALLA VERGINE e al popolo sì caro , dopo una lunga vita austera e penitente MERITAVA DALLA MISERICORDIA DEL SIGNORE IN PREMIO UNA CORONA DI GLORIA .
Avendo da forte atleta combattuto contro le disordinate passioni , serbata costantemente la FEDE ai VOTI SOLENNI e consumato il corso dei suoi giorni di questa vita mortale , ben poteva ripetere con l’APOSTOLO :
<< Reposita est mihi corona iustitiae >> .
E questa CORONA nutriamo fiducia che l’ETERNO GIUDICE gli abbia CONCESSO nel 1810 , quando egli fra le Lacrime dei Religiosi e dei fedeli abbandonò la valle del pianto , addormentandosi placidamente nel sonno dei GIUSTI .


 FRA GIUSEPPE DA MINEO LAICO CAPPUCCINO .

Di costui non sappiamo se non che in varie occasioni MOSTRO’ DI POSSEDERE IL DONO DEI MIRACOLI .
Ciò basta a farci argomentare della sua VIRTU’ IN GRADO EROICO ; giacché sebbene i DONI SOVRUMANI GRATUITI DA DIO NELLA SUA IMMENSA SAPIENZA POSSA CONCEDERE ANCHE AI PECCATORI , PER L’ESECUZIONI DEI SUOI ALTISSIMI FINI , pure secondo l’economia ordinaria della dispensazioni della GRAZIA non li ACCORDA SE NON A COLORO CHE , FACENDO CONTINUA VIOLENZA A SE’ STESSI E MORTIFICANDO L’UOMO VECCHIO , FANNO RIVIVERE IL NUOVO SECONDO L’IMMAGINE DI GESU’ CROCIFISSO , UNICO MEDIATORE FRA DIO e gli uomini .
Il Necrologico della Provincia venendo in conferma di quanto affermiamo , ci dice , che Fra Giuseppe da Mineo morì in FAMA DI SANTITA’ .
Ciò vuol dire che egli FEDELMENTE OSSERVO’ I VOTI PROFESSATI , SI MANTENNE RELIGIOSO SECONDO IL CUORE DI DIO , FREQUENTO’ I SACRAMENTI CHE SONO LE SORGENTI DELLA GRAZIA ; fu Esemplare , Modesto , Devoto , Paziente , PIENO DI CARITA’ VERSO DIO E VERSO IL PROSSIMO .
Non può essere nel rigore della PAROLA SANTO IN MORTE CHI NON E’ STATO TALE IN VITA :
<< Qualis vita , finis ita >> .
Ancora si conserva in Mineo VIVA LA MEMORIA delle Virtù di Fra Giuseppe e dei PRODIGI che OPERO’ .
Raccontiamo il seguente .
Un giorno del mese di Maggio portatosi a Questuare del vino per i bisogni dei poveri frati , andò a domandarlo per Carità alla signora Donna Agrippina Cocuzza Benefattrice del Convento , la quale al vedere Fra Giuseppe col solito fiasco , afflitta perché non aveva che dargli , gli disse :
Fra Giuseppe nella botte non sta più vino ; ecco la chiave della cantina , andate e vedete con i vostri occhi ; il vino scorre appena , e se voi potete riempire il fiasco , riempitolo pure .
Fra Giuseppe allora si portò nel luogo designato , ivi si pose in ginocchio , FECE UN PO’ DI ORAZIONE , QUINDI ALZATOSI RIEMPI’ IL FIASCO DI VNO PRELIBATISSIMO , e ritornò a restituire la chiave alla padrona , dicendole :
<< SIGNORA ECCO LA CHIAVE . NELLA BOTTA VI E’ MOLTO VINO : VI AVVERTO DI NON SPOTTERLARLA >> .
La padrona volle assicurarsi del fatto e non trovò alcuna difficoltà .
ESSA ATTINSE VINO NON SOLO PER TUTTO IL TEMPO DELLA MESSE E DELLA TRABBIA , MA PURE SINO AGLI ULTIMI DI SETTEMBRE , quando suol farsi il raccolto del mosto .
Questo in quell’anno fu sì copioso , che essa non aveva dove riporlo , ONDE RISOLVETTE DI TOGLIERE IL PORTELLO ALLA BOTTE CHE SINO ALLORA AVEVA MANDATO FUORI IL SOLITO VINO . MA QUAL FU LA SORPRESA QUANDO SI ACCORSE , CHE IN ESSA NON SOLO NON SI VEDEVA SEGNO DI UMIDITA’ , MA ERA ANZI TUTTA COPERTA DI RAGNATELE ?
PER CUI EBBE MEGLIOA CONVINCERSI CHE QUELLA QUALITA’ DI VINO CHE SINO A QUEL DI’ AVEVA ATTINTO , ERA STATA PRODIGIOSA E RICEVUTA PER I MERITI DI FRA GIUSEPPE . Da altri FATTI che si narrano di lui si rileva che egli VEDEVA PURE LE COSE OCCULTE E LE LONTANE , E CHE DIO SI MOSTRAVA AMMIRABILE NEI SANTI SUOI , COMUNICANDO LORO LA SUA VIRTU’ , SI COMPIACEVA DI RENDERSI GLORIOSO IN UN POVERO FRATICELLO , CHE ERA RIEMPITO DEL SUO SPIRITO E DELLA SUA ARDENTE CARITA’ .
Per tali Meraviglie il popolo di Mineo nutriva GRANDE FIDUCIA nelle ORAZIONI di Fra Giuseppe , a cui si rivolgeva nei suoi bisogni , mentre egli sempre Umile si riconosceva il più miserabile di tutti , attendendo a Santificare se stesso con la pratica indefessa di tutte le virtù e l’osservanza della regolare disciplina .
Mentre però in vita privata Ascendeva di Virtù in Virtù sino al VERTICE della PERFEZIONE RELIGIOSA , non cessava di far bene agli altri con l’esemplarità e la Purezza dei Costumi , le Preghiere , i consigli e le correzioni .
Essendo vecchio di anni , di Religione e di meriti fu sorpreso dall’ultima infermità che doveva ridurlo alla polvere , di cui era stato plasmato .
DOMADO’ I SACRAMENTI , ricevuti i quali si mise in agonia e dolcemente spirò .
I fedeli che lo avevano AMATO ed AMMIRATO in vita , si riversarono a folla nella nostra Chiesa per vederne l’esamine spoglia e PREGARE per la PACE ed ETERNO RIPOSO di COLUI che tanto per essi AVEVA PREGATO .
La sua morte avvenne nel 1811 .



                                                                                 FINE

                                                                            LAUS DEO

                                                                          Pax et Bonum


                                                          Francesco di Santa Maria di Gesù 
                                                                   Terziario Francescano


 MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBLLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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mercoledì 5 dicembre 2012

PADRE INNOCENZO DA TERRANOVA LETTORE E PADRE TOMMASO DI AVOLA DEFINITORE , CAPPUCCINI .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


PADRE INNOCENZO DA TERRANOVA LETTORE CAPPUCCINO .

Per ragione cronologica diamo il primo luogo anche in questo secolo , come facemmo nel secolo XVIII , ad un Frate di Terranova che molto si distinse per vastità di scibile , e che morì a 57 anni di sua età . L’egregio signor Damaggio scrive di lui questi cenni biografici :
<< Rev. Padre Lettore Innocenzo Arancio , Sommo Filosofo , gran Matematico , eccelso Meccanico >> . << Nacque egli da Mastr’Angelo , murifabro , e Domenica Giammarasi il 1° Novembre 1745 . Ancora fanciullo , venne dai genitori mandato alla scuola dei Cappuccini , dove diede saggi non dubbi d’immaginazione creativa e di svegliato ingegno >> .
<< Innamorati quei Padri delle RARE DOTI del giovanetto allievo gli proposero di Vestire l’Abito loro ; e Santino , che tale era il suo nome , scorgendo in quell’invito il VOLERE DEL CIELO , di buon grado accondiscese , e con Lettere di Obbedienza fu mandato a Comiso , dove indossò il RUVIDO SACCO DEL POVERELLO D’ASSISI ( 19 Settembre 1761 ) , e forse anche vi percosse gli studi Chiesastici >> . << Fin qui Frate Innocenzo non aveva nel secolo nome alcuno , perché la sua FAMA si era TENUTA RISTRETTA fra le solitarie mura del Chiostro ; non andò guari però che gli si offerse propizia occasione per segnalarsi altamente >> .
L’occasione fu la seguente .
Arrivato all’anno ventuno della sua età e compiuto con prove evidenti d’INGEGNO SUBLIME il corso di FILOSOFIA e di TEOLOGIA , si presentò con gli altri alunni della Provincia a Mons. Vescovo di Siracusa , pregandolo di venire da lui AMMESSO AL SACRO ORDINE DEL SUDDIACONATO .
Il Vescovo come era suo diritto e gli fece delle INTERROGAZIONI SULL’ARCANO MISTERO DELLA SANTISSIMA TRINITA’ , ALLE QUALI EGLI RISPOSE CON TANTA ACUTEZZA DI MENTE , CON TALE PROPRIETA’ DI LINGUAGGIO E PROFUSA ERUDIZIONE CHE IL VESCOVO INSIEME AGLI ALTRI ESAMINATORI LO AMMIRO’ , LO ENCOMIO’ E CON PIACERE LO APPROVO’ !
<< DA ALLORA IN POI IL NOME DI ARANCIO INCOMINCIO’ A SUONARE BEN ALTO NELL’ISOLA TUTTA ; ne furono intricate questioni o sottili argomenti che dagli eruditi non si ebbe a ricorrere a sì gran personaggio >> .
<< ASCESO AL SACERDOZIO e ritornato in Patria , si diede a INSEGNARE Lettere , Filosofia , Matematiche , e altre discipline talmente che dalla sua scuola , come da un ATENEO , uscirono poi non pochi individui , i quali furono il LUSTRO DELLA SIRACUSANA PROVINCIA >> .
<< Sul Fiorire del secolo scorso , previo altre PROVE del suo GRANDE SAPERE date nell’ACCADEMIA NAPOLITANA , in disputando , RIPORTANDO MOLTE LODI E RIPETUTI APPLAUSI , VENNE ELETTO DA FERDINANDO BORBONE “ PROFESSORE DI FISICA GENERALE ” , E INDI SPERIMENTALE NELL’UNIVERSITA’ DI CATANIA , DOVE NON SOLO SI DISTINSE NELLE SCIENZE CHE EGLI INSEGNAVA , MA BEN ANCORA IN OGNI RAMO DELLO SCIBILE UMANO .
Quivi infamato di un delitto che non aveva commesso , fu deposto di carica e tramutato in Paternò . ( Il Di Marzo , nelle Aggiunte al Lessico Topografico Siculo di Vito Amico , attribuisce erroneamente a questo esimo Cattedratico il Discorso STORICO-FISICO SULL’ATMOSFERA di Pachino , il quale fu scritto invece da Litterio Arancio , giusta rapporta il Mira nel Gran Dizionario Bibliografico . Palermo 1875 ) . >> .
<< Ivi colpito da mortale paralisi il mattino del 20 Febbraio 1802 passò a miglior vita , dopo aver passati 40 anni nella Religione , lasciando inediti vari scritti , fra i quali c’era una RETORICA e un SAGGIO SUI PREGIUDIZI FILOSOFICI >> .
Un ritratto con questa iscrizione ancora lo ricorda ai viventi :
Rev. P. Lector Innocentius ab Heraclea Cappuccinus phisicae generalis professor . Vir ob doctrinae praestantiam laudandus , praesertim vero in metaphisica , geographia ac mathematica incredibili velocitate cursum aripuit . Praeteritis annis bis in ludo litterario , in Accademia Neapolitana , disputavit cum magno plausu . Habito tali experimento a nostro rege Ferdinando in Catanensi Universitate phisicae generalis , ac postea pro sui ingenii argutia sperimentalis phisicae cathedram obtinuit . Vixit suis exterisque carus . Diro morbo correptus ex hominum vita migravit Panormi , aurora diei XX februarii 1802 . Fuit aetatis suae curriculum 57 , religionis vero 40 .


PADRE TOMMASO DI AVOLA DEFINITORE CAPPUCCINO

Fu costui BEN DEGNO DISCEPOLO dell’ex Provinciale Padre Francesco di Avola , di cui abbiamo parlato . Era un uomo di RIGIDI COSTUMI , DI VITA AUSTERA E IRREPRENSIBILE , DI VASTO SAPERE E DI UNA FACONDIA TALE NEL DIRE , CHE NESSUNO OSAVA CONTRADIRLO O RESISTERGLI . DOTTO IN FILOSOFIA , IN TEOLOGIA DOMMATICA E MORALE , in canonica possedeva pure a meraviglia l’eloquenza del PULPITO .
Portatosi in Roma in occasione di condurvi un suo nipote che voleva VESTIRE L’ABITO CAPPUCCINO ( Fu questi il Padre Salvatore che dopo di essere Ordinato sacerdote ritornò in Provincia ove fu Lettore e Definitore . In quel tempo in Sicilia erano chiusi i Noviziati ) , fu TALMENTE AMMIRATO DAI PIU’ DOTTI PADRI , CHE IN LODE DI LUI EBBERO A DIRE :
<< OVE MAI SI SMARRISSERO LE SCIENZE DOMMATICHE , MORALI E CANONICHE , SI TROVEREBBERO NEL PADRE TOMMASO DI AVOLA >> .
ANCHE VENUTO A CONTESA COL SUO AMICO E COLLEGA SACERDOTE DON GIUSEPPE DUGO , PARROCO DI AVOLA , PER LA FESTA DELL’ADDOLORATA , CHE SI CELEBRAVA NELLA CHIESA DEL NOSTRO CONVENTO NELLA TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE , COME TUTTORA SI CELEBRA , MOSTRO’ LA SUA ERUDIZIONE IN CANONICA .
LA CAUSA INFATTI FU PORTATA NEL TRIBUNALE DELLA REGIA MONARCHIA IN PALERMO . VI ANDO’ A DIFENDERLA LO STESSO PADRE TOMMASO , FACENDO QUEL LUOGO E ALLORA DIFFICILE VIAGGIO A PIEDI , APPOGGIATO SOLO AD UN PEZZO DI CANNA CHE GLI SERVIVA DA BASTONE E CON LA BISACCIA ADDOSSO , OVE ERA IL BREVIARIO .
IVI EGLI STESSO PERORO’ LA CAUSA INNANZI AL TRIBUNALE E SOSTENNE LA DIFESA PER PARTE DELLA CHIESA DEL NOSTRO CONVENTO , NON PAVENTANDO QUEI CELEBRI AVVOCATI CHE DIFENDEVANO PER PARTE DEL PARROCO PRETESI DIRITTI DELLA CHIESA MADRE .
PARLO’ COSI’ BENE ED ESPOSE CON TANTA CHIAREZZA E DOTTRINA LE SUE RAGIONI CHE NON SOLO OTTENNE FAVOREVOLE SENTENZA , MA VENNE AANCHE ONORATO DAL PRESIDENTE CHE , SCESO DAL SUO SEGGIO , LO ABBRACCIO’ TENERAMENTE E LO BACIO’ DICENDOGLI :
<< OH , PADRE MIO , VOI AVETE SBAGLIATO LO STATO , SE VI FOSTE FATTO AVVOCATO , SARESTE RIUSCITO UN PORTENTO >> .
Però come avanti dicemmo , essendo uomo di vita austera , il suo modo di governare assai rigido non si adattava alle spalle di tutti , onde sì nel Convento di Avola , come nella Provincia in molte occasioni si meritò la TACCIA DI RUVIDO .
E fu per questo che egli non arrivò alla carica di Ministro Provinciale , per la quale del resto godeva di tutti i meriti ; sebbene sia stato Definitore eletto nel capitolo di Avola il 12 Maggio 1772 .
RICCO DI MERITI ACQUISTATI IN 51 ANNI DI VITA RELIGIOSA E PENITENTE , il 17 Marzo del 1807 PAGO’ L’ESTREMO TRIBUTO CHE OGNI UOMO DEVE ALLA DIVINITA’ .
Gli si fece ritratto , a piè del quale si leggono alcuni versi dettati dal suo AMICO CARISSIMO DON GIUSEPPE ALESSI DI AVOLA , DOTTO NELLE COSE SACRE E PROFANE .
Essi sono i seguenti :
Adm. Rev. P. Thomas ab Hybla Cap.nus obiit 17 Martii 1807 , aetatis ann. 73 , Relig. 51 .
Multa hic jam vivens docuit sacra , multa profana ;
Sed melius quod nunc mortuus ipse docet ,
Nempe quod est mundi vanum titulosque decoros .
Et sibi quos habuit quid valuere sui ?
Qui peramat Christmas , prodesse , ac coetera spernit ;
Cunctuque qui mundi stercora vera putat .


                                                                                    FINE

                                                                              LAUS DEO

                                                                            Pax et Bonum


                                                            Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                    Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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