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domenica 29 gennaio 2012

Santa Maria Maravillas de Jesus , Cristo unica Ragione di vivere . - Parte Terza .



SANTA MARIA MARAVILLAS DE JESUS , 
Carmelitana Scalza

PARTE TERZA

“ ANNI TEMPESTOSI ”
Qui non faccio storia , tanto meno storia di Spagna . Sulla Repubblica del 14 Aprile del 1931 e sulla guerra dal 1936 - 1939 molti hanno già scritto , in parte , e in gran parte non ancora . La repubblica venne con la sua sarabanda di incendi di Conventi , di leggi anticlericali , di espulsioni di Gesuiti e così via . La guerra , con i suoi errori da ambo le parti , soprattutto la guerra .
In queste circostanze Madre Maravillas MANIFESTO’ tutta la sua misura di SERENITA’ e di FORTEZZA , di FIDUCIA in DIO . L’11 Maggio 1936 , al primo incendio di Monasteri , il Vescovo le Comandò di uscire dal Carmelo . Madre Maravillas uscì , però si fermo sul Cerro , nella casa dei cappellani , con due Suore . Tutte tornarono a riunirsi il giorno seguente senza che ne mancasse una , benché la Madre lasciasse loro la libertà di tornare o fermarsi nelle loro famiglie . Questi furono di continuo trambusto e di mancanza di sicurezza ; ma lo stato d’animo di lei e riflesso in questo frammento di lettera al P. Torres , ancora del Dicembre del 1931 : “ Quello che mi sembra di notare e che per ora il Signore vuole solo che mi interessino le sue Cose . Quando ci domandano se siamo preoccupate , se abbiamo paura , mi suona così strano , mi sembra che abbia così poca importanza tutto ciò che ci potrà capitare e che soltanto importi la Gloria di Dio ” . Qui recuperiamo brevemente . Nonostante tutto nel 1933 ella fece la Fondazione in India , di cui parleremo più tardi . Si tenga conto inoltre che sua madre era morta , praticamente sola , il 13 Gennaio 1932 e che P. Torres dovette espatriare a causa della rivoluzione . Vuol dire che Madre Maravillas rimase priva di ogni aiuto e consiglio umano . Il 18 Luglio 1936 scoppiò la guerra civile . Le Carmelitane del Cerro furono espulse il giorno 22 del loro Monastero e portate prigioniere , però al Collegio delle Orsoline di Evase , e questo grazie all’intervento del Sindaco , “ il Rosso ” , che tempo prima era conquistato dal tratto della Madre . Vi rimasero sotto la tradizione della bandiera Francese , che difendeva la casa , fino al 7 Agosto , giorno in cui il Monumento che vegliano con la Preghiere e il Sacrificio fu Vergognosamente distrutto . Allora chiesero di esser trasferite a Madrid , e fu loro concesse . Si rifugiarono in un appartamento molto piccolo ma libero di un famigliare di una Suora , in via Claudio Coello , 33 .
Lì ammucchiate per 13 mesi condussero una vita Eroica di privazioni e ristrettezze , nella Speranza continua del Martirio . Poterono per molti giorni aver la Messa e sempre il SANTISSIMO SACRAMENTO per l’ADORAZIONE e la RIPARAZIONE a tutte le ore .
In più fecero il possibile per seguire la vita del Monastero .
Erano in attesa “ DEL MARTIRIO ” e difatti l’ebbero a portata di mano . Un giorno una pattuglia di miliziani , diretta dal celebre Avelino Cabrerai , fece un’ispezione che fini dopo una perquisizione e una lunga conversazione con la Madre .
Cabrerai , pistola in mano , rimase impressionato dalla SERENITA’ e dall’EQUILIBRIO della Priora . Un altro giorno tornò come amico a visitarle , con un altro compagno dall’aspetto ancor più fiero . Rimasero ancora più ammirati , sentendo le Monache Cantare i propri desideri di MORIRE per il SIGNORE , con TANTA GIOIA .
Ma il 13 Settembre del 1937 , prima dell’ordine Generale di abbandonare Madrid , Madre Maravillas , in mezzo a innumerevoli pericoli , ottenne con abilità di uscire dalla capitale con tutte , più alcune altre persone che erano arrivate e il P. Fiorenzo del Bambino Gesù , Priore dei Carmelitani Scalzi di Madrid , che si era rifugiato tra loro facendo da Cappellano . Il viaggio , in camion fino a Valenza , in treno fino in Francia , fu epico per le avventure e le difficoltà . In Francia poterono fermarsi un giorno a Lourdes e poi arrivare in Spagna , finendo il 28 dello stesso mese nel deserto di Las Batuecas , antico “ Deserto ” ( eremo ) dell’Ordine , che i Carmelitani si dolevano di aver venduto .
Provvidenzialmente il podere l’aveva recuperato la Madre poco prima che iniziasse la guerra , grazie alla generosità di Suor Dolores di Gesù ( Gandarias ) che , pur essendo novizia , aveva offerto tutti i suoi beni alla Madre Maravillas . Si sistemarono come poterono nella piccola casa degli ospiti , che era tutto ciò che restava in piedi dell’antico Eremo Carmelitano . Vi stettero un anno . Fu un anno di grande e totale POVERTA’ , però pieno d’aria , di sole , di solitudine , di PACE . Ne avevano bisogno . Nel Deserto , anche se non avevano la Clausura , facevano tutto come in Monastero . La Madre si fermò lì . Però doveva tornare al Cerro appena possibile . Nella primavera del 38 , essendosi liberato Getafe , uscì da Las Batuecas per controllare lo stato del suo Monastero .
Anche se il Cerro era sulla linea di fuoco , osò andarci . Era in uno stato pietoso , occupato per il tutto il tempo da miliziani e soldati . Lo si può immaginare .
La Madre si fece coraggio ; appoggiata ad un muro dell’orto , poté vedere che il sepolcro della Madre Maria Giuseppa non era stato profanato . Madre Maria Giuseppa era morta Santamente il 2 Luglio del 36 , dopo una dolorosissima malattia ; in quell’occasione Madre Maravillas diede il massimo , giorno e notte , con squisita Carità .
Tornò subito a las Butuecas , donde se ne andò definitivamente il 4 Marzo del 1939 . Era urgente porre a quelle devastazioni . Rimase , tuttavia , parte della primitiva comunità di Las Batuecas , perché il Vescovo di Coria-Càceres , da cui dipendeva quella vallata , si impegnò e ottenne dalla Madre un Carmelo fisso lì : venne infatti Canonicamente il 1° Marzo . Lo strappo per la partenza di un gruppetto di fondatrici fu un immenso sacrificio per tutte . “ Non torneremo mai a fare un’altra fondazione ” , commentò con le sue Figlie . Ma le fondazioni l’aspettavano numerose , fino alla sua morte . Bisognava restaurare il Convento del Cerro . Un lavoro improbo . Non c’era nessuno che volesse togliere macerie e immondizie . Le Suore fecero tutte da sole . Vivevano di nuovo presso le Religiose Orsoline e salivano e scendevano tutti i giorni al Cerro , quasi senz’acqua , senza nulla . Le tonnellate di spazzatura dovevano portarle i camion . Affiorò una bomba inesplosa che i soldati esitavano a levare . La Madre con Coraggio , proibendo alle sue Figlie di avvicinarsi , la portò fino al camion . Provvisoriamente si sistemarono , come poterono , in alcune abitazioni dei cappellani , che avevano rese abitabili . L’11 Giugno del 39 si potè fissare la Clausura . Però ci vollero due anni prima di vedere terminati i lavori .

FONDAZIONI IN INDIA
La fondazione in India avvenne prima della guerra civile , nei medesimi anni della Repubblica di Spagna . L’India è un paese di straordinaria religiosità “ atavica ” .
E di una psicoligia adatta alla contemplazione e ad un sentimento religioso . Un Monastero di Carmelitane poteva ben fiorirvi . E così fu . Nell’Ottobre del 1932 visitava il Cerro il Vescovo Missionario Carmelitano di Vijayapuram , Diocesi da poco smembrata da quella di Verapoli . Chiedeva una fondazione una fondazione delle sue Sorelle Carmelitane . L’accoglienza fu calorosa . E subito ci furono quelle che si offrirono a partire , cominciando dalla Madre Maravillas . Ma i superiori non la lasciarono andare . Le pratiche durarono un intero anno . L’11 Settembre del 33 partirono per l’India otto Monache , a capo delle quali era Suor Rosaria , una delle quattro fondatrici del Cerro . Le peripezie del viaggio su navi e treni si possono immaginare . E ai primi di Ottobre arrivarono in India . Dapprima abitarono in una casetta provvisoria , vicino al fiume , mentre si costruiva il Monastero su un’altura posto che lo chiamarono Santa Teresa . La città era Kottayam . Nel Giugno del 34 ebbe luogo la Solennissima Inaugurazione . Le Monache si adattarono subito a quell’ambiente così diverso in tutto dalla cultura europea . Della lingua , il malayalam , non capivano nulla , anche se i discorsi “ dovevano essere squisiti ” . C’erano grandi palme di cocco , il caimano che passava davanti alla casetta “ per salutarle ” , senza far loro del male . Nel Monastero arrivava il gran serpente velenosissimo che si nascondeva nell’orto e si avvitava in mezzo , finché lo prendevano gli esperti . Le scimmie andavano e venivano come in casa loro : un giorno si introdussero dalle finestre e tennero i Breviari in mano , aprendoli come stessero prendendole in giro . Il clima poi li faceva sudare , le poverette , fino a bagnare il pavimento del coro . Ma i Sacrifici fioriscono in Conversioni . Ecco infatti quel giovane Cherian , scismatico giacobita , che dopo il lavoro andava tutti i pomeriggi a trascorrere un momento in cappella , si Convertì con tutta la sua famiglia e diventò Mar Athanasius , Vescovo di Thiruvalla . In questa città , nel 1950 , fondarono un secondo Carmelo , dal quale ne nacque nel 1962 un altro , quello di Kottyam . Le Vocazioni si moltiplicavano in quelle terre feconde e la Madre Maravillas dalla Spagna inviò altre Monache e aiutò tutte con le sue lettere e le sue elemosine . Lei sul Cerro continuò a ricevere sempre più giovani . Gli anni del dopoguerra spagnolo conobbero una fioritura generosa . E con tutto questo ella “ stava facendo un danno orribile alla comunità . Come potrei permetterlo ? ”
( Lettera a P. Fiorenzo , 19.6.1931 ) . “ Che cosa le sembra che si possa fare di efficace per impedire che queste sorelle facciano una simile sciocchezza ? ” , cioè quella di tornare ad eleggerla Priora ( lettera a P. Fiorenzo , fine del 38 ) .
Così sempre . Ma Monache e Vescovi facevano orecchie da mercante . Madre Maravillas non voleva più far Fondazioni . Ma la Quantità di Vocazioni lo imponeva . Dato il numero chiuso di ciascun Carmelo ( 21 Monache ) , bisognava creare nuovi “ Colombai della Vergine ” , perché vi si potessero rifugiare tante Colombe . Così lei avrebbe potuto avere l’occasione di andarsi a nascondere , di scomparire in Angoli quasi Sconosciuti . Era la sua continua ASPIARAZIONE .

FINE DELLA PARTE TERZA

LAUS DEO

Pax et Bonum

Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano

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La sua vita è stata scritta dal Padre Baldomero Jimènez Duque , Carmelitano Scalzo “ Cristo unica Ragione di Vivere ” .
Traduzione del Padre Vincenzo Prandoni a cura della Postulazione Generalizia OCD .

domenica 22 gennaio 2012

Santa Maria Maravillas de Jesus , Cristo unica Ragione di vivere . - Parte Seconda .



SANTA MARIA MARAVILLAS DE JESUS , Carmelitana Scalza

“ Cerro de los Angeles ”

PARTE SECONDA

Cerro ( Colle ) de los Angeles è considerato il centro geografico della Spagna . Ma è un colle pelato , vicino a Getafe , nei pressi di Madrid , con un Eremo dedicato alla Vergine degli Angeli che gli da il Nome .
Fin dai tempi passati qualcuno aveva pensato di costruirvi qualcosa .
Nel secondo decennio del secolo XX prese corpo l’idea di erigervi un monumento al Cuore di Gesù . E l’Idea venne Realtà .
Sorse un monumento piacevole , opera di Aniceto Marinas , e la sua inaugurazione fu splendida . Il giorno 30 Maggio 1919 era presente
Re Alfonso XIII , con la sua famiglia , il governo e diverse rappresentanze per la Consacrazione della Spagna al Sacro Cuore . Un Atto forte del Re e un giorno di Gloria . Dopo questa Grande Festa , però , il Monumento rimase lì , esposto a tutte le intemperie , isolato . Per la Spagna Cattolica quell’Atto ebbe una risonanza profonda e intensa . Ma c’erano due spagne ! Lo stesso Atto di Consacrazione che il Re leggeva lo faceva intendere . Si era sulla cresta dell’onda dell’anarchia che seguì la prima guerra mondiale e la situazione politica e sociale si faceva sempre più incerta . Il Monumento del Cerro era una sfida all’ “ altra “ Spagna .
Non ci meravigliamo che , dopo la breve pace di Ribera il Monumento venisse sacrilegamente distrutto . Però prima , come abbiamo detto , era là , solitario . Gli mancava qualcosa che invitasse a far pellegrinaggi in quel luogo , che gli desse una vita spirituale , che offrisse accoglienza per Celebrazioni , per Atti Religiosi . Era necessaria , soprattutto , una Congregazione che Rivolgesse al Sacro Cuore un Amore Riparatore , che facesse del Cerro un centro Vivo di Preghiera , che Chiedesse il Suo Dominio Effettivo su “ tutta ” la Spagna , sul mondo .
Ed Egli Stesso Ispirò l’idea di Fondare un Carmelo , come una Lampada sempre Accesa presso la Sua Effige . Suor Maravillas di Gesù , nel giugno del 1923 , ebbe questa viva penetrante Ispirazione , che coincise con un’altra avuta ripetutamente in Settembre da Suor Rosaria di Gesù , dello stesso Monastero .
“ Perché voglio che tue quest’altra Religiosa vi immoliate continuamente per la Gloria del Mio Divino Cuore ” .
Siamo nell’ambito delle rivelazioni private , evidentemente . Comunque le due Religiose parlarono con la Madre Maria Giuseppa che ne fu Entusiasta e si Dichiarò disposta a Prendervi parte e ad Appoggiare la Fondazione . Incominciarono le consultazioni di norma : il Provinciale dell’Ordine , il Priore di Madrid e il noto Padre Lopez S.J. , il Padre Matteo Bradley , l’Apostolo della Consacrazione al Cuore di Gesù , che tanto s’era interessato per l’erezione al Monumento . Tuttavia approvarono l’idea .Però altra cosa era realizzarla . Madre Maria Giuseppa volle consultare il Padre Alfonso Torres , che era allora al culmine del suo Apostolato in Madrid . Egli non si era mai dedicato a Confessar Monache , però uscì dal Convento deciso a far qualcosa . E la conclusione fu di andare il giorno seguente a parlare con un suo amico , il Vicario Generale di Madrid Don Antonio Garcìa ( futuro Arcivescovo di Valladolid ) .
Sul momento sembrò loro qualcosa di impossibile : delle Monache là , sole , senza mezzi… Ma vollero dirlo al Vescovo Don Eijo Garay che - temevano - avrebbe respinto il progetto . Invece il Monsignor Eijo rimase entusiasta dell’idea : “ Le figlie di Santa Teresa sul Cerro degli Angeli ! Come non posso volerlo ?
Qui c’è la Mano di Dio ! ” Dopo aver fatto tutt’è tre una Novena allo Spirito Santo , unanimemente accordarono il sì . Bisognava però passare dall’ideale Mistico al lavoro Ascetico . Si affittò una casetta in Getafe per stabilire un Monastero in miniatura , dove le Fondatrici rimanessero quel tanto che occorreva per la costruzione del Monastero . In tutto fu di aiuto il Vescovo , Vero Fondatore del Monastero del Cerro . E il giorno 19 Maggio 1924 uscirono per il cerro quattro Religiose , le tre già note , più Suor Giuseppina di Santa Teresa , sorella di Padre Silverio . Le aspettavano sul Cerro il Vescovo , il Padre Torres , Don Antonio Garcìa , la madre di Suor Maravillas , ecc . Subito scesero alla Casetta di Geatfe e incominciò la Vita del Carmelo , con tutta serietà .
Il 30 Maggio di quell’anno 1924 , Suor Maravillas potè fare la sua Professione Solenne . I lavori del Monastero del Cerro cominciarono il 12 Aprile 1925 e già il 31 Ottobre 1926 le Suore poterono entrare nell’edificio . Però prima , il 28 Giugno 1926 , il Vescovo Nominava Priora della Fondazione Suor Maravillas ( fino ad allora faceva da presidente la Madre Maria Giuseppa ) .
Non valsero le sue scuse . E l’essere Priora fu per lei una carica pesante , che Dio andò esigendo da lei fino alla sua morte .

“ IN VEDETTA SUL CERRO ”
Per lei fu una sofferenza la carica dei Priorati : al Cerro , a Mancera , Duruelo , Arenas di San Pietro , La Aldehuela . Gli inizi dovettero essere duri . Faceva da Priora in Getafe la Madre Maria Giuseppa , e sembrava logico che dovesse venire nominata lei sul Cerro : era la più anziana , la Fondatrice dell’Escorial , da cui nasceva questa nuova fondazione . Suor Rosaria era anch’essa più adulta .
Ma il Vescovo , che aveva già cominciato a rendersi conto del Valore di Suor Maravillas , preferì questa quasi Novizia . Attraverso lettere della Madre Maravillas al Padre Torres ci rendiamo conto di quanto le sia costato questo incarico , “ il peggio che possa capitare a una Carmelitana ” , scrive . Era sicura che il Monastero era stato fondato , si , per Ispirazione Divina ( di questo non dubitò mai ) , ma non vedeva il motivo di porvi lei alla testa . Le sembrava di recar danno alle Consorelle . Quando vide col tempo che queste riuscivano Monache Eccellenti dalle sue mani Formatrici , lo attribuì al fatto che Dio le aveva accettate per poter Realizzare la Sua Opera , nonostante lei . Da ciò , il suo sforzo di liberarsi dal Priorato ogni volta che c’erano nuove elezioni ; e il suo desiderio di andare lontano , in Missione , in Inghilterra , in un Monastero Povero e Sconosciuto , dove non ci fosse nulla e venisse disprezzata , dove la temessero per il fatto che aveva comandato . O pensava di tornare all’allesso , dove la ritenevano una “ leggerina ” e pensavano che era da disprezzare , perché non era stata eletta , e così via… ( Si vedano le lettere di Luglio e Agosto del 1926 , del Gennaio , Giugno e Luglio del 1927 , del Gennaio e Maggio del 1929 , del Maggio del 1930 , del Marzo 1931 ecc. ) .
Il suo Ufficio nel Convento del Cerro fu , il primo luogo , quello di formare le sue Novizie . Le Vocazioni già in Getafe affluivano numerose . Madre Maravillas ebbe questo un Carisma Speciale : “ l’accordo dei testimoni unanime ” . Fu la Maestra “ Perfetta ” . A volte persino a me questa affermazione pareva esagerata , ma le sue Monache vi hanno insistito ripetutamente . Come faceva ? Ella non tracciò mai un programma sistematico sul tema . Ma lo conosciamo attraverso le sue lettere alle varie Priore . Innanzitutto , logicamente , era la prima in ogni cosa : Preghiera , Sacrificio , Lavoro , Abnegazione senza limiti… Secondo ( come conseguenza ) , voleva “ essere amata per essere obbedita ” , secondo il consiglio della Santa Madre Teresa nelle sue Costituzioni .
In questo modo intendeva radicare bene le Novizie nell’ideale del Carmelo , cioè cercar sempre il Volto sconosciuto e Amato di Cristo , nostro Bene , e dimenticarsi di sé per darsi a Lui , senza condizioni , e agli altri : la Chiesa i sacerdoti , le sorelle , le anime tutte . Così faceva la Madre Maravillas . Quelle che hanno vissuto con lei hanno potuto sperimentare sia attraverso mille fatti impercettibili di ogni giorno , sia attraverso fatti speciali e persino eroici che l’immagine della Madre che si era fatta non era un mito senza fondamento , ma una evidente realtà senza astruse esagerazioni . Ottenne per tutto il tempo dei suoi anni di Fondatrice il Miracolo di essere AMOROSAMENTE OBBEDITA senza COMANDARE , come abbiamo appena detto . E tutti i Monasteri che in seguito andò fondando e in cui non era Priora la ritenevano come “ Madre ” , per l’unione dei cuori che riuscì a realizzare in tutte le sue Carmelitane ( salvo alcune rare eccezioni , che ci furono , come sempre ci sono , ovunque ) .
Ho detto prima che lei non scrisse un “ Trattato ” sopra il tema : non ce n’era bisogno perché Santa Teresa lo lasciò già scritto : è il CAMMINO DI PERFEZIONE , il prontuario che dà vita alle Costituzioni delle Carmelitane . Da parte sua ella insegnò alle sue Figlie con la vita , le parole , le lettere e i biglietti ( piccole note o foglietti per ciascuna , in determinati momenti ) .
Sottolineiamo pure che questa FORMAZIONE Amabile era a volte necessariamente esigente , però senza un inutile rigore :
l’AMORE RENDE POSSIBILE TUTTO , e lo rende dolce .
Certo l’osservanza del Carmelo domanda molto ; e basta , se è vissuta con Amore , per far delle Sante .
Soprattutto le delicatezze ( quelle che Santa Teresa chiamava “ las piedades ” ) di Madre Maravillas per le inferme e per le bisognose erano qualcosa di inesauribile .
Non faceva caso alcuno invece a ciò che riguardava lei stessa : e questo poteva farlo perché era Priora . Molto intelligente , prudente e assai riservata , nascondeva i propri guai . Con tutto questo le sue infermità a volte si sviluppavano anch’esse . Già dai primi anni del Cerro il suo stomaco soffrì seri disturbi e cosi altri acciacchi . Molti anni dopo soffrì frequenti polmoniti , che “ curava ” avvolta da un mantello , seduta per terra , , aggrappata al tavolato . Così passava sempre le notti . L’intervento dei suoi direttori , che l’obbligarono a riguardarsi , risolse alcuni problemi in certe occasioni , come potremo vedere più avanti .
Ma il Cerro ebbe anche altre preoccupazioni . Il Monastero era stato fondato per porre un SEGNO d’AMORE FORTE per RIPARARE a nome di tutti le offese al SACRO CUORE .
La situazione politica andò peggiorando fino a diventare anticlericale e ostile alla Chiesa e sfociare nella Repubblica . Tutte le notti una Suora , da una finestra che permetteva di vedere la Sacra Immagine , vegliava perché nulla accadesse . In due si davano il turno e Madre Maravillas c’era tutte le notti . Molte volte faceva il modo di incontrare quella che vegliava per allentare la paura . Giunse perfino a chiedere a Roma il permesso che ottenne , di poter - in caso di attacco - uscire a circondare il Monumento con le proprie persone per difenderlo . Sarebbe stato per loro il più duro MARTIRIO , più GRANDE che perdere la vita , il lasciarlo solo fra i nemici .
“ Se deve ascoltare grida di odio , che possa ascoltare le nostri Lodi ” , scriveva .
Sorsero così le compagnie dei LAVORATORI DI SAN GIUSEPPE e le LAVORATRICI DI NOSTRA SIGNORA DI PILAR , che passavano le notti di fine settimana in ADORAZIONE nella Chiesa del Carmelo e occupavano alcuni locali annessi la Monastero che la Madre lasciava loro . Fu la principale opera di donna Catalina Urquijo de Oriol , appoggiata dalla Madre . Questa signora aiutò la Maravillas in ogni circostanza e necessità . Ma quanto ad aiuti , notiamo pure che Madre Maravillas nelle sue fondazioni volle vivere la POVERTA’ ESTREMA .
Cercava di fare Monasteri piccoli , con orto coltivabile , piccoli pollai , telai e confezioni di Rosari profumati con petali di rose ( ci vollero degli anni per procurare macchinari adatti per farli ) , lavoretti vari , come oggetti religiosi , immagini : tutto perché le Suore potessero vivere del lavoro manuale e PROVVIDENZA DI DIO , senza CHIEDERE per sé e dando quello che potevano a chi ne aveva bisogno . Questo impegno di vivere di lavoro manuale , che Santa Teresa già sottolineava , Madre Maravillas lo attuò e lo fece vivere energicamente nei suoi Monasteri , come poi venne ribadito in tutti i Monasteri di Clausura .

Le sue lettere erano cosparse di questi desideri . Scriveva :
“ Che desiderio ho della Vera Povertà che Nostro Cristo e di approfittare del poco che mi resta da vivere per praticarla secondo
il suo ESEMPIO ” .

FINE DELLA PARTE SECONDA

LAUS DEO .

Pax et Bonum

Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano


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Santa Maria Maravillas de Jesus
La sua Vita è stata scritta dal Padre Baldomero Jimènez Duque Carmelitano Scalzo “ Cristo unica Ragione di vivere ”
traduzione del Padre Vincenzo Prandoni a cura della Postulazione Generalizia OCD .

martedì 17 gennaio 2012

Santa Maria Maravillas de Jesus , Cristo unica Ragione di vivere . - Parte Prima .



“ Maravillas ”

Madre Maravillas ha acquistato subito dopo la Morte una Grande risonanza nel Carmelo e anche in tutta la Chiesa .
Sorprende forse che , fra tutte le Carmelitane , sia quella che meno ha atteso per Salire sugli Altari : ventiquattro anni scarsi .
Santa Teresa di Gesù (D’Avila ) attese trentadue anni ; la Piccola Teresa di Lisieux , ventisei .
E’ stata chiamata la “ Santa Teresa del secolo XX ” e con Ragione .
Le sue Fondazioni e la sua vita hanno molto Impressionato e la sua Presenza e le sue Realizzazioni hanno avuto un’Eco Provvidenziale e Profetica .
Questa biografia , redatta velocemente a motivo della sua Santificazione , vuole essere un Umile Omaggio a questa Donna Straordinaria e quindi alla Gloria di Dio , perché tutto è Grazia .


SANTA MARIA MARIVILLAS DE JESUS

PARTE PRIMA

“ AMBIENTE FAMILIARE ”


In Via San Gerolamo 28 ( oggi 40 ) , nel cuore di Madrid , nasceva , preceduta da tre fratelli , una Bimba , figlia di don Luis Pidal y Mon e di donna Cristina Chico de Guzmàn , Marchesi di Pidal . Era il 4 Novembre . In quel tempo essi vivevano a Roma perché don Luigi era ambasciatore presso la Santa Sede , ma rientrarono in Spagna perché la Creatura che aspettavano nascesse lì . La piccola fu Battezzata poco dopo , il giorno 12 , nella Parrocchia di San Sebastiano .
Personaggio importante , don Luis Pidal , insieme con suo fratello , il filosofo Alessandro Pidal , aveva creato nel 1881 il partito politico L’Unione Cattolica . Era un partito che ricevette le congratulazioni di Leone XIII e di quasi tutto l’Episcopato spagnolo , ma che fallì nel suo compito a causa delle divisioni fra Cattolici : integralisti , carlisti , “ mestizos ” …
I due Pidal ( dai quali prese nome la corrente dei “ pidalistas ” ) partendo da una prospettiva Cristiana , vollero portare avanti una politica conservatrice allo scopo di proteggere gli interessi della Chiesa e degli Ordini Religiosi .
Per questo i fratelli Pidal accettarono dei ministeri , e don Luigi anche l’ambasciata presso il Vaticano e la presidenza del Consiglio di Stato . Questo gli permise , fra le altre cose , di evitare una rottura fra la Santa Sede e la Spagna . Ripetutamente decorato , tra le alte onorificenze ricevette il prestigioso
“ Toson d’oro ” . Morì Santamente il 19 Dicembre 1913 .

Ed ecco in questo ambiente di Profonda Religiosità , di alto livello culturale e di notevole distinzione sociale iniziò la vita di Maria de Maravillas Pidal .

INFANZIA
Trascorse l’infanzia in famiglia . La sua nonna materna , Patrizia Munoz , si occupò in modo particolare della sua educazione . Era una persona piena di Pietà , che viveva la sua vedovanza come una Religiosa , nell’Austerità e facendo Opere di Carità .Trascorrevano lunghi periodi a Carrascalejo , vicino a Burras ( Murcia ) o a Santa Maria , vicino a Tarancòn ( Cuenca ) , nei poderi dei nonni materni . La Piccola , fin dai primi anni , si rivelava vivace e intelligente . Il contatto con la natura agevolò molto , senza dubbio , la sua formazione umana e pratica . Soprattutto era una Bimba incline alla Virtù . Il clima familiare non era da meno .
Ricevette la Prima Comunione il 7 Maggio 1902 .
Non andò in collegio , ma fu educata e da istitutrici e imparò l’inglese , francese e ricevette una buona cultura generale . Le donne iniziavano allora ad accedere agli studi superiori , ma non erano una conquista facile per loro . L’infanzia fu nel complesso normale : fece giochi e birichiate con i fratelli e le amiche . Solo una cosa va sottolineata : a cinque anni fece “ Voto ” di Castità nella soffitta di casa , prendendo come testimone ( credeva che ciò fosse necessario ) una domestica . Era un Voto a modo suo , ma un contenuto serio . Madre Maria Maravillas , ripeteva , qualche anno dopo , che la sua Vocazione Religiosa l’ebbe con la Nascita . E questa , obiettivamente , è la verità . I germi di una chiamata particolare , per ciascuno , vengono seminati con la Grazia Battesimale , che poi si scopre ( se si fa qualcosa per scoprirla ) quando e come Dio Vuole e secondo la capacità che Egli dà .
Questa Grazia di Intuire in modo infantile la propria Vocazione Religiosa fu Donata molto presto alla Piccola e mai si Cancellò dalla sua anima . Più tardi si sarebbe rinnovata più consapevolmente . Tra i sui difetti c’era il suo temperamento vivace che a volte si manifestava nei giochi , ma che con atti energici fu via via dominato in modo deciso .

GIOVINEZZA
La sua giovinezza fu ciò che ci poteva aspettare dal suo ambiente familiare , sociale e dalle sue buone qualità . Dovette partecipare con i suoi familiari a riunioni e feste dell’alta società del suo tempo . Era l’epoca della falsa “ pace alfonsina ” , quando la Spagna sonnecchiava con un alternarsi politico fra conservatori e liberali , mentre gli avvenimenti e i movimenti di fondo annunciavano tempi ogni volta peggiori : l’istituzione della libertà d’insegnamento , il socialismo , la perdita delle ultime colonie , la tragica settimana di Barcellona , l’anarchia che seguì la prima guerra mondiale e così via . Il Marchese di Pidal dovette operare all’interno di queste situazioni , e poté informare molto bene la sua figlia , con cui si intendeva magnificamente . Ella lo accompagnava molte volte parlando di Religione , di storia e di politica… e suonando il piano a quattro mani con lui . Dovette dunque partecipare a feste e a riunioni di società , sempre con quella discrezione e delicatezza che caratterizzavano il suo ambiente familiare . Mai ebbe da rimproverarsi alcunché di men che buono . In seguito si pose sotto la Direzione del Padre Juan Francisco Lopez , Santo e Saggio Gesuita , che la portò a una Maturità Spirituale più Profonda e l’animò a dedicarsi ad una vita di molteplici Opere di Carità .
A Carrascalejo , a Tarancòn e soprattutto a Madrid insieme con Suor Giulia , Figlia della Carità , Maravillas prodigò Sacrifici e denaro visitando i Poveri , catechizzando nel quartiere delle “ Injurias ” , accompagnata sempre da qualche persona . Per le sue visite era solita noleggiare una “ Simon ” ( macchina da nolo di quell’epoca ) e non usava , salvo qualche eccezione , quella dei suoi genitori . E la sua Vocazione ? Nel 1913 moriva suo padre , come abbiamo detto .
Maravillas lo assistette continuamente giorno e notte nella sua lunga malattia ; fu un momento durissimo per lei . I suoi fratelli Ninì e Alfonso si erano sposati ed ella sola con suo papà . Il Padre Lòpez disse di no per il momento a un suo progetto di farsi Religiosa . La sua Missione immediata era quella di occuparsi di sua madre e delle sue Opere Caritative . ( Si noti che di “ giustizia sociale ” allora quasi non si parlava e che sotto questo aspetto i Cattolici persero l’occasione di inserirsi ,
anche se ci furono iniziative e generosi sforzi di molti che stavano preparando la strada ) . Dovette aspettare anni ! Era desiderosa , ma serena , con una Padronanza Perfetta di sé . Quanto poté partire ? Quando glielo permise sua madre . Dove intendeva andare ?
Sua cugina Dolores Pidal le parlò del Carmelo e la Maravillas inziò a conoscere le Carmelitane ( San Giuseppe D’Avila ecc. ) .
Questo l’incantò : “ andare in Clausura , essere dimenticata , vivere nell’0razione e nel Silenzio , era quanto rispondeva alle sue più intime esigenze . Il luogo ?
Un giorno andò con un’amica a visitare le Carmelitane dell’Escorial ( Madrid ) e capì che quello era il suo posto . Ma il Padre Lopez le proibì di parlarne per un anno a Maravillas tacque tutto il tempo .
Poco dopo , la sua famiglia in San Sebastiàn incappò nell’epidemia mortale di influenza ed Ella , nonostante le preghiere di sua madre , volò a curarli , fino a rimanere anche lei vittima dell’influenza . Fu gravissima . Ciò fece riflettere sua madre . Se sua figlia sarebbe morta , l’avrebbe molto di più che se fosse stata in Monastero . E le diede il permesso . Per loro due era un Grande Sacrificio , ma Dio deve essere sempre “ el Mejor Sevido ” .

“ CARMELO DELL’ESCORIAL ”
Il Carmelo dell’Escorial era stato fondato nel 1910 dalla Madre Maria Giuseppa del Cuore di Gesù, del Carmelo di Salamanca , figlia dei Baroni di Andilla , che vuole usare la sua fortuna per la nuova fondazione e la volle intitolare al Sacro Cuore :
e infatti fu uno dei primi Carmeli in Spagna a portare questo Nome .
Il Convento era posto sul punto più alto dell’Escorial , da dove dominava l’abitato sottostante . L’amica di Maravillas entrò solo in parlatorio , mentre ella Pregava in Chiesa . Ma presto anche lei fu chiamata , poiché le Monache volevano salutarla e conoscerla . La piccola Pidal non aveva la Vocazione ? Madre Maria Giuseppa indovinò : “ Certo , ci sono persone che nel mondo conducano una vita buona , molto buona se si vuole , però sempre facendo la propria volontà . Inoltre , tutto il mondo le applaude , le tiene per sante . Quest’aureola rende più facile qualsiasi sacrificio che si fa . Dentro un Monastero è già un’altra cosa . Qui tutto appare nella Verità ” . E Maravillas , nel suo intimo : “ Questa Maestra è quella che fa per me ” . Sì , si sarebbe fatta Carmelitana all’Escorial . Dio la Chiamava lì . Vinte le ultime resistenze , il giorno 12 Ottobre 1919 entrava all’Escorial come Postulante e prendeva l’Abito il 21 Aprile 1920 . Quell’atto ebbe una risonanza e dei commenti di elogio persino sulla stampa liberale di allora . L’anno seguente , il 7 Maggio , emetteva i suoi Primi Voti . Suor Maravillas fu una Novizia - e poi una Professa - “ Perfetta ” , come però si suole dire di molte altre . Aveva ventisette anni e una Grande Maturità Umana . Seppe adattarsi subito al nuovo genere di Vita del Monastero , non senza qualche difficoltà , come quella dovuta a un ginocchio ammalato , che le impedì per diverso tempo di esercitarsi in qualche lavoro , e la costrinse a fare Orazione seduta , mentre le altre stavano in ginocchio . Fu per lei una vera umiliazione .
Nel 1924 l’influenza si impadronì dell’intera Comunità ; rimasero in piedi solo le tre più giovani , che si occupavano del tutto . Suor Maravillas lottava contro un sentimento di vanità che non riusciva ad estirpare dal suo animo . Mentre era Postulante , ricevette una Grazia dal Signore , una di quelle Parole sostanziali che , dice San Giovanni della Croce , producano quello che vogliono esprimere , non si dimenticano mai , anzi si Incidono “ a Fuego ” , col Fuoco .
Un giorno in parlatorio , qualcuno le fece un elogio che le riempì tutta di compiacenza . Nello stesso istante le sembrò di sentire nella sua anima queste parole del Signore : “ E me invece mi hanno preso per pazzo ” .
Suor Maravillas rimase colpita per sempre : una santa ossessione l’accompagnò per tutta la vita . Scrisse qualche anno dopo : “ Da allora tutti questi vani desideri si tramutarono in quello più grande che ho , di essere disprezzata , e quindi - soltanto per la Misericordia di Dio - fui libera da quella così grande miseria ” .


FINE DELLA PARTE PRIMA .

LAUS DEO .

Pax et Bonum

Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano

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Santa Maria Maravillas de Jesus .
La sua vita è stata scritta Dal Padre Carmelitano Scalzo Baldomero Jimènez Duquez “ Cristo unica Ragione di vivere ” .
Traduzione del Padre Vincenzo Prandoni a cura della Postulazione Generalizia OCD

domenica 15 gennaio 2012

Santa Maria Maravillas de Jesus , Cristo unica Ragione di vivere . - Presentazione .



SANTA MARIA MARAVILLAS DE JESUS Carmelitana Scalza
“ CRISTO UNICA RAGIONE DI VIVERE ”
PRESENTAZIONE

Da pochi anni ho scoperto la Vita di Santa Maria Maravillas de Jesus , una Monaca Carmelitana Scalza , figlia della nobile terra di Spagna , nazione che ha tanto influito storicamente e culturalmente nella nostra Sicilia .
Santa Maria Maravillas de Jesus è considerata la “ SANTA TERESA DEL XX SECOLO ” , la nuova Riformatrice del Carmelo Teresiano nei tempi moderni , la Figlia Più Fedele e Autentica Discepola di Teresa D’Avila .
Santa Maria Maravillas de Jesus ben comprese l’invito fatto a tutti i Religiosi e ai Contemplativi dal Concilio Vaticano II , di riscoprire e vivere l’Originario Carisma voluto dal Signore e Ispirato a ciascun Fondatore/Fondatrice di Ordini Monastici , Religiosi , Congregazioni e Istituti di Consacrati/Consacrate .
La Santa , in perfetta Obbedienza alla Chiesa , attuò nel Carmelo Teresiano un Ritorno alle Primitive fonti del Carisma e si pose senza esitazione alla Scuola della Santa Madre Teresa di Gesù .

Purtroppo in Italia Santa Maria Maravillas de Jesus è poco conosciuta , della Santa circolano alcune brevi biografie le quali purtroppo non consentono di scoprire a fondo Tutta la sua Ricchezza Spirituale .

La Chiesa bene ha fatto ad Elevare agli Onori degli Altari , Madre Maria Maravillas de Jesus .
Il Beato Giovanni Paolo II , che è stato in Vita Autentico Terziario Carmelitano , fu un Devoto della Madre e sostenne l’ideale di Vita Teresiana che Madre Maria Maravillas de Jesus Incarnò nella sua Vita e che è oggi riscontrabile nei diversi Carmeli da lei stessa fondati . Madre Maravillas de Jesus non si dedicò soltanto alla Fondazione di Monasteri di Carmelitane Scalze , il suo cuore di Madre pensò anche ai Confratelli Carmelitani Scalzi e volle sostenerli concretamente e con grande generosità .
Si prodigò affinché i Frati Carmelitani Scalzi potessero riscoprire il Carisma Contemplativo Carmelitano così come desiderato da Teresa D’Avila e San Giovanni della Croce .

La Santa ebbe sincere amicizie con Religiosi/Religiose Francescani e Stimò molto l’Ordine Serafico così come Teresa di Gesù .
Possiamo dire che Grazie a Madre Maria Maravillas de Jesus , il Carmelo Teresiano Contemplativo Rinacque , Ispirandosi in tutto all’Originario Carmelo Riformato da Santa Teresa D’Avila .

Ecco i Monasteri di Carmelitane Scalze dalla Santa in Spagna :
- Cerro de los Angeles ( 1924 ) , - Kottayam ( 1933 ) ,
- Batuecas ( 1933 ) , - Mancera de Abajo ( 1944 ) ,
- Duruelo ( 1947 ) , - Cabrera ( 1950 ) ,
- Arenas de San Pedro ( 1954 ) ,
- Hornachuelos-San Calixto ( 1956 ) , - Aravaca ( 1958 ) ,
- La Aldehuela ( 1961 ) , - Monteriar ( 1963 ) ,
- El Escorial ( 1964 ) , - La Encarnanacion ( 1966 ) .

Propongo la breve vita scritta dal Padre Baldomero Jimenez Duque Carmelitano Scalzo , affinché Tanti fedeli possano Innamorarsi di Madre Maria Maravillas de Jesus , mentre auspico che le Sue Figlie Carmelitane possano fondare un Monastero Teresiano in Italia .

LAUS DEO

Pax et Bonum

Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Preghiera .



PREGHIERA PER LA BEATIFICAZIONE
DEL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .



Oh Gesù ,
per quello straordinario Ardore di Penitenza
che infondesti in Fra Giuseppe Maria
e per quella Brama Divina
che gli fece escogitare mezzi sorprendenti per
ContemplarVi e AdorarVi nel Santissimo Sacramento ,
Vi Preghiamo umilmente di Farlo presto Ascendere
all’Onore degli Altari
per essere Glorificata la Vostra Bontà
e per accrescersi il numero dei vostri servi fedeli ,
specialmente tra la Gioventù . Così sia .

Pater , Ave e Gloria .


 
NOVENA ALLA SANTISSIMA TRINITA’
Per i meriti del Servo di Dio
Fra Giuseppe Maria da Palermo

Santissima Trinità ,
che chiamaste al sentiero della Virtù
Fra Giuseppe Maria da Palermo ,
concedetemi la stessa fedeltà alle Vostre Ispirazioni
e la Grazia che vi chiedo…
Pater , Ave e Gloria .
Santissima Trinità ,
che infondeste nel Vostro Servo Fra Giuseppe Maria
lo Spirito della Penitenza ,
concedetemi l’Amore della Mortificazione
e la Grazia che vi chiedo…
Pater , Ave e Gloria .
Santissima Trinità ,
che Infiammaste del Vostro Amore il Cuore
di Fra Giuseppe Maria ,
concedetemi di Amarvi Sempre Più
e la Grazia che vi chiedo…

Pater , Ave e Gloria .
________________________

Imprimatur :
Jacobus Arch. Siracusa , 1 Dicembre 1923

venerdì 13 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Fine della Parte Tredicesima .



IL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

 TREDICESIMA ED ULTIMA PARTE .


“ MORTE ”

Tra i Cappuccini di Sortino era divenuto oggetto di edificazione per tutti . Padre Eugenio , sì difficile ad elogiare , disse lui : - La sua vita nel Noviziato era più di ANGELO che di uomo .Intanto un anno era quasi trascorso e il giovane attendeva fiducioso a farsi Santo .
Se il lettore ricorda , nella prima lettera inviata da Sortino al padre Nicolò aveva scritto : “ Qui sto contentissimo e godo una Pace che spero che sia un Piccolo Saggio di quella che spero godere in Cielo ” .
E il Cielo sembrò invitarlo . Di salute stava bene e sembrava che le austerità lo rinvigorissero . Nessuno pensava che sarebbe stato Rapito così presto . Nei primi di Novembre 1885 aveva chiesto al padre Nicolò di voler passare tra i Frati laici , e non l’ottenne . Or sembrò che il Signore avesse voluto arricchire la Sua Corona con questa sua ultima Gemma , poiché dopo pochi giorni venne assalito da un forte dolore al petto . Avrebbe voluto sopportarlo in pace , com’era solito , ma sentendosi venir meno le forze , lo manifestò al Padre Maestro , che lo costrinse a letto . Il medico , accorso subito , la dichiarò una polmonite catarrale . Dopo due settimane di cure poté riaversi , ma non interamente , per cui scrisse al padre Nicolò : “ In salute poco bene , poiché alcuni giorni sono stato ammalato , ma ora sto meglio ” .
Volle rimettersi all’esercizio della vita comune . Guarito però interamente non era . Durante le Feste di Natale prese parte attiva a tutto , mostrandosi sempre lieto e gioioso . Il male gli covava , ed egli l’avvertiva , poiché il 27 Dicembre scrisse tra l’altro al padre Nicolò : “ Non sono ancora interamente guarito ” .
Il 30 lo riassalì la febbre , e nondimeno volle alzarsi per fare la Comunione ; però all’atto d’appressarsi al Santo Altare , credendosene indegno , si avvicinò a uno dei Padri dicendo : - Il Padre Maestro vuole che faccia la Santa Comunione , ma io vorrei esternamente , perché indegno . - Figlio mio - quello gli rispose - meglio Obbedire che sacrificare . Senza replicare si apprestò all’Altare e fece la Santa Comunione . Volendo ancora imporsi alla natura e nascondere il suo male , dopo la Messa si offerse per aiutare un compagno a pulire il corridoio ; ma costui , vistolo sofferente , gli cavò di bocca che non stava bene e corse ad avvertire il Padre Maestro , che lo costrinse a letto .
Il medico , senza pronunziarsi sulla gravità del male , si industriò ad arrestarne il corso , facendogli opportune prescrizioni . Intanto l’infermo , calmo , paziente e sempre uguale , al Padre Maestro che l’interrogava come stesse , rispondeva : - Bene , Padre Maestro . Quantunque quella mattina si fosse comunicato , la sera volle Confessarsi di nuovo . La malattia intanto galoppava .
L’indomani , 31 Dicembre , giovedì , andava peggiorando a vista d’occhio e il Padre Eugenio , fatto subito un telegramma al fratello di lui , Silvestro , in Palermo , dispose per un’assistenza ancora più assidua dell’infermo . Tuttavia né lui ne gli altri sospettavano che la catastrofe fosse imminente . Durante la notte il male si aggravò , senza ch’egli perdesse la conoscenza , tanto che Stringeva Devotamente al petto il Crocifisso , oltre alle Immagini della Madonna , di San Giuseppe e del Padre San Francesco , che talora anche baciava .
Verso la mezzanotte Padre Eugenio , trovandolo peggiorato - ma con lucidità di mente e la solita fortezza d’animo - gli disse : - Fra Giuseppe Maria , lo Sposo Celeste vi Chiama alle Nozze Eterne ; non sentite la Sua Voce ?
Adesso Vuol Darvi nel Santissimo Viatico il Suo Ultimo Amplesso per Trasportavi in Paradiso . Errò un lieve Sorriso sulle labbra del Servo di Dio , che mostrandosi lieto , rispose di Desiderarlo . Quantunque prostrato dalla veemenza della febbre , cominciò a fare Atti d’Amor di Dio e a Recitare Giaculatorie stringendosi al petto la Regola Francescana e la Corona della Vergine . Ricevuto il Suo Dio , serrò dolcemente gli occhi e le labbra , e stette immobile , mentre un Silenzio Profondo Regnava nella Celletta . Ma Padre Eugenio , che più di tutti Sentiva Stringersi il cuore nel Vederlo Avviarsi Rapidamente verso la Morte , gli fece Emettere la
Formola della Professione e immediatamente pensò di amministrargli l’Estrema Unzione , della quale l’infermo accompagnò sotto voce le Preghiere .
“ Capì che moriva - dicono i compagni - e si mostrò rassegnato alla Volontà di Dio ” .
Anzi , lungi , dal turbarsi , guardava tranquillo e sereno Sorella Morte che verso di lui si avanzava e ch’egli attendeva “ Contento ” .
E questa parola “ Contento ” si trova nella deposizione dei compagni .
Del resto , non aveva egli talora passate insonni le notti pensando al Paradiso ? Il 18 Febbraio del 1883 aveva scritto nel suo “ DIARIO ” : “ Svegliandomi durante la notte , Piansi pensando ancora di trovarmi ancora sulla terra d’esilio… e pensando che mi trovavo lontano dal mio Sommo Bene , mi posi a Piangere , desiderando ardentemente quel Giorno in cui l’anima mia , sciolta dai legami del corpo , andrà ad Unirsi Eternamente al Suo Dio ” . E questo Supremo Giorno era arrivato presto . Dopo l'Estrema Unzione il Padre Maestro gli chiese :
- Fra Giuseppe Maria , come vi sentite ?
- Bene ! - rispose egli .
Fu l’ultima sua Parola , ma quanto Meravigliosa Bella in Bocca ad un Giovane Morente nel Fiore degli anni !
Star bene quando si soffre , quando la natura è oppressa ed avvilita , quando si sta bene per subire le conseguenze fatali del Morte Morieris , non è di tutti . Solo i Santi possono Pronunziarla prima di Morire , come Corollario d’una Vita trascorsa Bene , onde in essi si riflette ciò che l’Evangelista dice del Divino Maestro , che fece Tutto Bene . I Religiosi con le lacrime agli occhi accompagnavano le Preghiere dei Moribondi che il Padre Eugenio Recitava estremamente commosso e che di tanto in tanto si fermava a mirare ancora una volta quel Caro Figliolo che la Morte stava per Rapirgli . - Un’ora dopo amministrati i Sacramenti - dice il medesimo Padre Eugenio - Fra Giuseppe Maria non era più , morendo placidamente , come uno che Dorma un Sonno di Pace .
Benedetto Figliolo ! Quest’ultima Espressione , che sembra troncata , pare dica lo stato d’animo dell’Austero vecchio , in preda all’angoscia per una perdita così immatura .

Fra Giuseppe Maria da Palermo si spense il Venerdì ,
1 Gennaio 1886 , alle ore 0,30 . Dalla bocca di Tutti si levò una sola voce : - E’ MORTO UN SANTO !

Durante i Funerali anche il Padre Eugenio non poté dominare la Commozione , tra l’ammirazione del popolo , che gli portava una Stima non Ordinaria .
Data la ressa della gente , che non cessava d’affluire in Chiesa , le stesse autorità proposero spontaneamente una dilazione per la Sepoltura , e il corpo rimase esposto due giorni interi , mentre tutti chiedevano qualche
Reliquia di Lui . Il trasporto al Cimitero avvenne la Domenica , giorno 3 , accompagnato da tutto il clero e dal popolo .
Poi giunse da Palermo il fratello Silvestro , che dal medesimo Padre Eugenio venne accompagnato al Cimitero , e vi sfogò in Lacrime il suo Cordoglio . Profondamente afflitto , appena rientrato in Convento il Padre Eugenio non riusciva a consolarsi . Sul tardi ebbe l’Ispirazione di Provare anche dopo la Morte l’OBBEDIENZA del DEFUNTO .
Chiama allora due Frati e il barbiere del Convento e si reca al Cimitero , dove aperta la Cappella , recita il De Profundis :
“ Dal profondo io grido a te , o Signore ,
Signore , ascolta la mia voce .
Siamo attenti i tuoi orecchi
alla voce della mia supplica .
Se badi alle iniquità , o Signore ,
Signore , chi mai potrà reggere ?
Ma presso di Te è Misericordia
e per via della Tua Legge io confido in Te , o Signore .
Confida l’anima mia nella Tua Parola ,
spera l’anima mia nel Signore .
Dalla vigilia del mattino sino a notte
speri Israele nel Signore .
Perché presso il Signore è la Misericordia ,
e copioso riscatto è presso di Lui .
Ed Egli riscatterà Israele
da tutte le sue iniquità ” .

Poi , accostandosi al feretro , con voce Autorevole e Solenne , dice al Defunto :
- Fra Giuseppe Maria , VOI FOSTE SEMPRE OBBEDIENTE ,
SIATELO ANCORA ADESSO !

Così dicendo , presogli il braccio destro e rimboccate la manica , vi lega un fazzoletto vicino al gomito , Ordinando al barbiere di dare un colpo di lancetta .

Ed ecco con Ammirazione di tutti Uscirne un Lungo Zampillo di Sangue Color Rosso Naturale , che descrivendo una ampia curva scorreva sul pavimento .
Non avendo altro che il Fazzoletto , Padre Eugenio ve lo Inzuppò slegandolo dal Braccio che , rimesso a posto , Cesso Di Dare Sangue .

Appena rientrato in Convento volle indossare l’altro Abito del Defunto per Devozione . Da quel momento i fedeli non cessarono di Invocarlo ,
Ottenendone Grazie Numerose , delle quali riportiamo solo qualcuna .
Quand’egli parti dal Seminario di Palermo per recarsi a Sortino ed entrare fra i Cappuccini , un suo condiscepolo ed ammiratore , il Chierico Antonio Bruno , rimase dolente del distacco . Era un giovane che aveva cercato d’Imitare il suo Esempio , e Privatamente aveva fatto anche Voto di Castità , mantenendo una Condotta Virtuosa ed Edificante . Caduto ammalato di meningite poco dopo la Morte di Fra Giuseppe Maria , si ridusse agli estremi . I Seminaristi suoi compagni sospettavano che il Diliberto ( Fra Giuseppe Maria ) se lo volesse chiamare in Cielo e ne interrogarono l’infermo , che non rispose .
Ma ecco il 9 Marzo , poco prima di morire lo sentono esclamare :
- O mio Vincenzino , finalmente sei venuto ! Oh ! Come ho sospirato di vederti !
Vieni qui siediti al mio fianco ! Poco dopo rivelò al Rettore del Seminario ch’era venuto il Diliberto insieme con la Madonna , per dirgli che l’indomani sarebbero ritornati per pigliassero con loro . E difatti morì dopo la mezzanotte . ( Il fatto venne pubblicato su la Sicilia Cattolica , quotidiano di Palermo , il 13 Marzo 1886 ) .
Altra apparizione , con completa guarigione dell’inferma , avvenne a Butera ( Caltanissetta ) nella persona della signora Montalto Carmela , madre del Cappuccino Padre Alessandro da Sutera , il quale chiamato d’urgenza al suo letto , mentre viaggiava Invocò il Patrocinio di Fra Giuseppe Maria , il quale durante il sonno apparve all’inferma e la guarì , dimodochè , quando il figlio era giunta era guarita . ( Pubblicato su Fiamma Serafica , Palermo , Marzo 1928 , pag. 95 )
Una certa signora Iaci , da Ferla ( SR ) che aveva il marito in Australia , avendo appreso che si trovava disoccupato , ricorse all’Intercessione di Fra Giuseppe Maria , del quale aveva visitato il Sepolcro in Sortino poco tempo prima . Fece varie novene , e la Grazia non veniva . Sfiduciata , voleva smettere , e lo disse a un Padre Cappuccino , che invece la rincuorò , e riprese quindi la Preghiera .
La notte seguente le apparve in sogno il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria e le disse : - Oggi avrai buone notizie . Svegliatosi lieta , pensò che quella mattina sarebbe stata la domenica , nella quale non c’era distribuzione di posta , per cui disse : “ Ma Fra Giuseppe Maria sbaglia di sicuro , poiché oggi è domenica ! ” . Ma con grande sorpresa nel pomeriggio le si presentò una signora che le disse :
- Tuo marito ha già ripreso lavoro . - Chi ve la detto ?
- Mi ha scritto mio marito , e mi dice che tuo marito ha ripreso lavoro e ti ha anche scritto . L’indomani mattina ricevette lettera che le confermava il fatto .
 
* * *
Il Processo Informativo per la sua Beatificazione venne iniziato dopo tre anni dalla Morte e fu terminato nel 1913 , quando venne firmato il Decreto d’introduzione per la Causa . Numerosi Ecclesiastici , Suore e specialmente Seminaristi , si sono lamentati di non Vedere Diffusa come Converrebbe la Conoscenza di questo Santo Giovane , da Incorreggibile divenuto Così Santo , tanto più che la sua Vita esercita un Innegabile Fascino , in particolare sulla Gioventù .

SPERIAMO CHE IL PRESENTE LAVORETTO INFLUISCA AD ESTENDERNE LA CONOSCENZA E IL CULTO




* * * FINE * * *

LAUS DEO .

Pax et Bonum

Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
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FONTE : PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO
Da Monello a Santo Vincenzino Diliberto
II Edizione EDIZIONI PAOLINE 1959
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Per Ulteriori Informazioni sul
Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo
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giovedì 12 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Parte Dodicesima .




IL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

PARTE DODICESIMA



“ IVI E’ IL TUO CUORE DOV’ E’ IL TUO TESORO ”

Le sue Virtù poggiavano sulla Fede , su Dio , sull’Amore che portava al Suo Creatore . Con la Conversione l’anima sua si polarizzò verso l’infinito iniziando nel suo Spirito quella graduale trasformazione , che doveva spingerlo verso la Santità .
Quello stare abitualmente raccolto non era che un effetto dell’unione che lo legava a Dio , unione che si traduceva in Intimi e Ineffabili Colloqui nel fondo del Cuore , Colloqui in cui la Parola riesce pesante e superflua e in cui lo Spirito si esprime in un Linguaggio Misterioso e Soave .
“ Il 14 Giugno - scrive egli nel suo “ DIARIO ” - lo passai con una Presenza
di Dio quasi continua e durante il corso della giornata provavo delle Consolazioni Spirituali ” . Allora gli accendimenti del suo volto si facevano più notevoli ed egli si sentiva come Inabissare in Dio . A volte sentiva sì forte gli stimoli dell’Amore , sì violenti i palpiti del suo cuore , che , non sapendo come manifestarli , si abbandonava al linguaggio più eloquente dell’anima , quello delle Lacrime .
“ Il Giovedì Santo - scriveva nel “ DIARIO ” - Piansi in Cattedrale pensando all’Amore che Dio nutre per me , e Piangendo Pregavo acciocché mi desse i mezzi per poter sfogare questo Amore , e mi rivolsi anche alla Vergine Santissima per ottenermi tale Grazia ” .
Era Amore che in taluni momenti sembrava sommergere la natura materiale .
“ La sera del 13 Giugno - scrive nel “ DIARIO ” - dopo la Benedizione sentivo Grandi Consolazioni Spirituali , per cui a cena mangiai con una continua Presenza di Dio , e mi sentivo il cuore Inondato da tanta Consolazione , che se non fosse stato per Obbedire a lei ( il Direttore Spirituale ) , avrei preferito non mangiare ” . Poteva far sue le espressioni Infocate del Serafico San Francesco ,
del quale doveva divenire Figlio :
“ In foco l’Amor mi mise ! In foco l’Amor mi mise ! ” .
Era naturale che quest’Amore si polarizzasse principalmente verso il Santissimo Sacramento , il Dio Vivente nei Tabernacoli , per cui procurava di visitarlo in Cappella il più che poteva ; e poiché lo studio non gli lasciava tempo sufficiente , un giorno si recò dal Padre Rettore del Seminario e gli chiese di poter passare le ore libere in Cappella . - Figlio mio - gli rispose quello - le ore della giornata sono tutte contate per voi Chierici ; come dunque potresti soddisfare questi tuoi desideri ? - Potrei utilizzare - egli soggiunse - le ore di ricreazione , il tempo libero e quando i miei compagni si recano a passeggio , poi ci sarebbero anche i giorni di vacanza . In un primo tempo gli venne accordato . Ma poi il Rettore gli disse : “ Senti , figlio mio , questo stare a lungo in Cappella mentre i tuoi compagni sono a passeggio o a ricreazione potrebbe sembrare una singolarità . Meglio nascondere le Buone Azioni ed operare solo sotto lo Sguardo di Dio ; quindi sta al regolamento comune ” . Ne fu dolente ma Obbedì . L’Amore però è industrioso .
Esisteva in Seminario uno stanzino dove si conservavano strumenti di fisica ; e siccome egli s’intendeva di meccanica , credette d’aver trovato là il segreto per raggiungere il suo ideale , e ne chiese la chiave del Rettore , sotto il pretesto di sistemare quegli oggetti , e l’ottenne . In fondo alla porta di quella stanza , c’era una porticina che corrispondeva ad una finestra cieca della cappella .
Non si sarebbe potuta aprire ed osservare se di là poteva vedersi il Tabernacolo ? Con mano convulsa si adopera a forzare la serratura , che presto si apre . Il suo sogno si avvera . Veramente quella finestra cieca corrispondeva nella Cappella , e avvicinando la testa all’invetriata e torcendo a destra lo sguardo , stacca uno dei vetri , e sporgendo la testa dentro la Cappella vede e Osserva il Santo Tabernacolo con Libertà e Trepidazione . Finalmente !
Ma può star sempre la testa fuori dei vetri ?
E se qualcuno entrando in Cappella se ne accorgesse ? Nulla però è difficile a chi Ama . Compra uno specchio , e adattandolo tra il vano e la porticina , vi vede riflesso il Santo Tabernacolo , Oggetto dei Palpiti del suo cuore . Oh che fortuna ! Si prostra Riverente e da quella romita stanzetta inizia i suoi colloqui con Gesù , senza che nessuno sospetti di nulla . Questo Fatto Eccezionale venne svelato dopo la sua Morte dall’Amico Antonino Piraino , che coadiuvò quando egli aveva trovato difficoltà ad aprire quella porticina .
Poteva far sua la frase di San Giuliano Eymard :
“ Un TABERNACOLO e BASTA ! ” .
Aveva ragione di scrivere nel “ DIARIO ” : “ Uno dei giorni dell’Ottava del Corpus Domini stando in Chiesa Piansi di Tenerezza , pensando a quando è Bello e Dolce rimanere vicino al Diletto Gesù ” . Il 31 del mese , poi , “ trovandomi innanzi al Divino Maestro , Piansi pensando alle ineffabili Dolcezze del Suo Amore ” .
Da questa Tenerezza d’Amore traeva le Lacrime che d’ordinario gli sgorgavano pensando alla Passione di Gesù : “ il I° Venerdì del mese - scrive nel “ Diario ” - Digiunai in Onore della Passione del Signore , e dopo il sonno tenni in bocca per un’ora il legno di quassio in Onore del disgusto ch’Egli provò quando Gli diedero aceto e fiele… e l’altra sera mentre facevo l’esame di coscienza mi misi a Piangere pensando alla Passione di Gesù e al Grande Amore che lo fa stare nel Santissimo Sacramento ” . A questo Amore si collegava quello particolare verso la Vergine Addolorata che spesso Invocava e dalla quale otteneva Speciali favori , com’egli stesso afferma nel “ Diario ” .


FINE DELLA DODICESIMA PARTE

LAUS DEO .

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
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FONTE : PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO
Da monello a Santo - Vincenzino Diliberto
II Edizioni EDIZIONI PAOLINE 1959
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mercoledì 11 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Parte Undicesima .




IL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO E NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

PARTE UNDICESIMA



“ SEGRETI DI SANTITA’ ”

Quali i lineamenti principali della Santità di Fra Giuseppe Maria ?
Quelli ordinari . Se una particolarità giova segnalare , è quella dei cocenti Desideri di Perfezione che tormentavano sempre l’Anima sua , le Brame Ardenti che tormentavano il suo Cuore , la costante preoccupazione di salire sempre più in Alto nell’Unione con Dio . Né a noi occorre fare appello alle concordi testimonianze dei suoi superiori e dei suoi numerosi compagni , quando abbiamo sott’occhio il suo “ DIARIO ” e le Lettere , dove Vibra tanta Fede , dove Palpita tanto Amore , dove si Sente Alitare il suo Spirito , che dopo la Conversione non conobbe che la Febbre del Cielo , dell’Eternità , di Dio . Per cui è difficile avvicinare questo Giovane senza Sentirsi Trascinare . Ognuno di coloro che lo conobbero ( e chi lo sta conoscendo adesso tramite questi Scritti ) , potrebbero far propria la frase dell’austero ed autorevole Padre Eugenio Scamporlino , che pur non lo ebbe sott’occhio che undici mesi soltanto : “ Fra Giuseppe Maria diede Prove Innegabili , Chiare ed Evidenti di tutte le Virtù ” . Ma quella ch’egli prese principalmente di mia fu l’Umiltà , per il Suo Valore Eccezionale ; per cui talora , rattristandosi , perché credeva di non averla , scoppiava in Pianto .
Scriveva nel suo “ DIARIO ” : “ Il 18 Giugno a letto Piansi pensando che non avevo l’Umiltà ” . Gli stava innanzi agli occhi la Dolce Figura del Divin Maestro e sembrava raccogliere dal suo labbro direttamente quelle parole : “ Imparate da Me che sono Mite ed Umile di Cuore ” , per cui lo Pregava con istanza e talora con Lacrime .
Il 10 Giugno scrisse egli nel “ DIARIO ” : Dopo la Comunione Pregai Dio e feci proposito di essere umile di cuore… e stando a letto chiedevo a Dio Piangendo la Grazia dell’Umiltà di Cuore ” . Chiedeva a Dio l’Umiltà , ma anche la Praticava , eliminando un falso concetto di se stesso .
Il 26 Maggio scrive nel “ DIARIO ” : “ Piansi nel pensare quanto è Doloroso trovarsi in questa terra d’esilio e nel conoscere la mia grande miseria… Poi nel Primo Venerdì del mese , Festa del Santissimo Cuore di Gesù , Piansi nel pensare alla mia grande inutilità a fare qualunque cosa ” . In fondo la sua costante occupazione era di alimentare nel cuore il Desiderio della Perfezione e della Virtù . Anche il tempo dello studio per lui era tempo di Preghiera , e l’Anima sua stava intenta a Dio , per cui il 31 Luglio scriveva : “ Trovandomi a studio Piansi per la cattiva mia esistenza e Pregavo Mamma Maria e Sant’Ignazio di Lojola ad impetrarmi una nuova vita ” . In Sortino , crescendogli la Brama dell’Umiltà , “ voleva fare sempre i servizi più Umili della Comunità , come spazzare , lavare stoviglie e simili , e tre giorni prima della Morte e quando già era ammalato chiese ad un compagno la scopa per aiutarlo a pulire i corridoi ” .
Ma voleva Abbracciare l’Umiltà nella sua Ampiezza , ed escogitava sovente cosa potesse fare di meglio . Un giorno s’inginocchia davanti al Suo Caro Crocifisso , e pensando e ripensando , delibera di presentarsi al Padre Eugenio , al quale dice : “ Padre mio , facilmente si sarà accorto come io sia senza memoria , senza scienza e senza santità , tanto necessarie in un Sacerdote , per cui penso di non ascendere al Sacerdozio . Prego quindi Umilmente affinché mi si faccia passare tra i Frati Laici ” . Il Buon vecchio , senza punto far trasparire la commozione che sicuramente dovette invadergli l’Anima , ponendogli la mano sul capo rispose : - Di questo Figlio Mio , ne parleremo inseguito . Un rifiuto non l’aveva avuto e quindi credendo di essere sulla via di realizzare il suo desiderio , pensò di metterne a parte il padre Nicolò , al quale indirizzò una lettera in cui in cui tra l’altro gli diceva : “ Lei ben sa , padre mio , come il Sacerdote dev’essere non solo Santo , ma altresì Dotto , poiché l’ignorante è nocivo a sé e agli altri . Ma anche supposto che fossi dotato di acuto ingegno da riuscire Sacerdote di grande dottrina , non ardirei mai di ascendere a tanta dignità ( non l’ottusità dell’ingegno quindi lo moveva , ma l’umiltà ) , perché mi manca il più necessario , ch’è la Santità ” .
Detto ciò gli chiede il permesso di passare tra i Frati Laici adducendo l’esempio di alcuni Santi . L’ingegnere Dilberto si turbò non poco nel leggere tale lettera , soprattutto perché conosceva la tenacia del figlio . Si trovava egli ancora a Roma ed ebbe il pensiero di recarsi direttamente dal Generale dei Padri Cappuccini , dicendo che mai e poi mai avrebbe consentito a tale desiderio del figlio . Gli venne risposto che non occorreva turbarsi per questo , poiché i Superiori e l’Ordine stesso hanno bisogno di buon Sacerdoti più che di Frati Laici . Comunque stesse tranquillo , che ciò non si sarebbe in alcun modo verificato . Dopo ciò rispose al figlio ch’egli non dipendeva più da lui , ma dai superiori , ai quali spettava l’accettare o no la sua richiesta . Difatti Fra Giuseppe Maria , scrivendogli lo assicurò col dire : “ Farò quello che lei m’ha detto , rimettendomi al Volere dei miei Superiori ” . Questi desideri d’Umiltà erano stati sempre di Alimento al suo Spirito fin dalla Conversione , e siccome il suo Direttore Spirituale nel Seminario gli Proibì di chiedere a Dio di venire disprezzato , egli se ne lamentò in certo modo col Signore scrivendo nel “ DIARIO ” : “ Se il mio Direttore Spirituale non me lo avesse Proibito vi chiederei , o mio Dio , la Grazia di venire disprezzato dai miei compagni e dai Superiori ; ma giacché egli non vuole , vi dico solamente che ho un Ardente Desiderio di essere disprezzato , senza pregarvi di effettuare questo desiderio ” . Come l’Umiltà , gli Sorrise pure la Penitenza sotto le molteplici sue forme , per il desiderio di reprimere i pravi istinti del vecchio uomo . Il 1° Maggio 1882 nella lettera al Canonico Pennino aveva scritto : “ Alcune volte ho fatto proponimento di mortificare la gola mangiando a tavola solamente quello che mi passano e nulla assaggiando fuori orario ; ma ecco che dopo pochi giorni portano qualche cassetta di dolci ai miei compagni , e io son costretto a mangiarne , perché se non ne mangio , i compagni se ne accorgono , e così la mortificazione non può durare più di una o due settimane ” .
Non di meno egli prendeva la rivincita contro queste forzate infrazioni che tanto lo affliggevano , tenendo in bocca quasi ogni giorno per qualche ora il legno di quassio , amaro quanto il chinino . La Legge che s’era Imposta era quella dei Santi : contrariare in tutto e amareggiare la natura .
Padre Eugenio da Sortino , accortosi che si limitava troppo nel cibo , gli aveva prescritto ogni giorno una data quantità di pane , ed egli allora , Obbedendo , si compensava col tagliuzzarlo in piccoli bocconi , volgendo e rivolgendolo fra le dita , e dopo averlo in certo modo insudiciato , lo mangiava , superando la naturale ripugnanza ; e poiché i suoi compagni lo tenevano d’occhio , una volta gliene chiesero il perché ed egli rispose : “ Perché così mi piace meglio ” .
Un giorno Padre Eugenio avendo visto ch’egli evitava destramente di mangiare di popone distribuita a tutti fuori orario , gli comandò di mangiarlo , ed egli , prontamente Obbedendo , ne mangiò anche la buccia . Evitava il vino più che poteva e dell’acqua usava parcamente . Scrive egli stesso nel “ DIARIO ” : “ Avevo molta sete dopo il passeggio , ma secondo il solito non volli bere , per mortificare la mia carne , e dicevo al mio Gesù : io ho sete , ma non voglio bere , acciocché sia dissetato da Voi , non però di questa sete materiale , bensì della Spirituale , cioè dell’Ardente Desiderio che ho nella Perfezione ” .
Molto parco nel parlare , occorrendo “ lo faceva a voce bassa e calma , con parole contate - dice un compagno - e nonostante le mie provocazioni , specialmente per le scale e in refettorio , egli mi resisteva con tale modestia e correttezza di modi , da richiamarmi al dovere con questo solo ” . Legge costante imposta ai suoi occhi era di non guardare mai per strada , specialmente donne , e ciò fin dal collegio San Rocco , come assicura il suo amico Antonino Piraino . A letto si sforzava di fare Orazione più che poteva . Scrive nel “ DIARIO ” : “ Ho fatto con molto raccoglimento gli Esercizi Spirituali , e il tempo del riposo vespertino l’ho passato in Orazione ; lungo la notte svegliandomi ho fatto un’ora o due ore di Orazioni ; la notte precedente all’ultimo giorno ne feci tre ore . Da questi Esercizi ricavai molto profitto ” . Non dimentichi il lettore che il “ DIARIO ” lo scrisse in Seminario .
Camminava sulla Via dei Santi e altra mira non aveva che di Imitarli : “ Dopo il passeggio - scrive di nuovo nel “ DIARIO ” il 30 Marzo - Piansi dinanzi ad un Crocifisso , pensando di essere stato io a crocifiggere il Mio Gesù con i continui peccati e le infelicità… Piansi ancora nel pensare che questa vita è un mare in burrasca e ogni momento c’è pericolo di naufragare , e mentre Piangevo Pregavo Gesù e Maria che mi guidassero al porto dell’Eterna Salute ” .
Scrive altro giorno , sempre nel “ DIARIO ” : “ Dopo il passeggio ero molto stanco , ma non volendo lasciarmi vincere dalla mollezza , continuai a stare in piedi… Il giorno 19 Giugno soffersi dolori di stomaco con sommo mio piacere senza lamentarmi ” . Sapeva distinguere bene la vera dalla falsa PENITENZA , per cui l’OBBEDIENZA gli era CARA al di sopra di tutto .
La praticò anche nelle cose minime col Confessore , con suo padre , coi superiori , senza esitare o stare a rifletterci , con animo volenteroso e lieto . Allorché aveva desiderato andare a Roma per convincere meglio di presenza suo padre Nicolò intorno alla sua Vocazione , e gli venne negato , egli , rispondendo , gli disse queste Parole Ammirabili : “ Io rimasi contento come se lei aveva scritto di venire ; e questo stare sempre contento nelle cose buone e cattive , conforme ai miei desideri o ad essi contrarie , deriva dall’essere uniformato alla Volontà di Colui che tutto dispone sapientemente per il mio bene ” .

Sapeva veder chiaro e non voleva vivere di illusione .
E per questo l’OBBEDIENZA è sempre REGOLA SICURA .

Era sempre serio , ma a tempo e luogo . C’èra anche quando sapeva essere lepido . Una volta il Padre Eugenio Scapolino , vedendolo sempre mortificassimo , mentre si trovavano per la ricreazione gli disse : - Olà ! Fra Giuseppe Maria , fate ridere i vostri compagni ! In verità veniva richiesto di ciò che non combaciava bene col suo metodo di vita , ne gli era usuale . Non di meno c’era di mezzo l’Obbedienza , la quale spiana a meraviglia ogni difficoltà per cui si mise a parlare in pretto palermitano , che ha non poche dissonanze col dialetto della provincia di Siracusa , “ per cui riuscì molto gradito ” , come assicura un suo compagno .


FINE DELLA PARTE UNDICESIMA

LAUS DEO .

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
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FONTE : PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO
Da monello a Santo - Vincenzino Diliberto
II Edizioni EDIZIONI PAOLINE 1959
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