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venerdì 6 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Parte Sesta .



IL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO E NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

 PARTE SESTA


“ SEMINARISTA ”

Il 5 Giugno - Pentecoste di quell’anno - entrò in Seminario , dove vestì l’Abito Talare . Man mano che egli andava scoprendo il nuovo metodo di vita , rimaneva soddisfatto , dicendo che era proprio quello che aveva desiderato in cuor suo . L’ordine la disciplina , la divisione del tempo , tutto trovava di suo pieno gradimento . Ma mentre Vincenzino rimaneva Rapito dalla vita di Perfezione così seriamente disposta , i Seminaristi alla loro volta restavano Ammirati di ciò che vedevano in lui . Vincenzino ottenne dai suoi superiori a proseguire a Confessarsi col Canonico Pennino , come pure di ricevere di tanto in tanto le visite dell’amico Antonino Piraino . In quel Sacro Luogo diede nuovo impulso al suo spirito mediante letture metodiche e scelte . Si innamorò delle Opere di Santa Teresa d’Avila , che formarono il libro prediletto del suo cuore , e in seguito prese ad amare quell’altra opera classica del Rodriguez , che è l’Esercizio di Perfezione . In Seminario non entrò - Come si disse - per rimanervi , ma per studiare la sua Vocazione e scegliere un Ordine in cui entrare . Le meditazioni e Preghiere che faceva per conoscere la volontà di Dio lo illuminarono a seguire la via maestra , cioè di non fidarsi di se stesso . Però non si smarrì , poiché procedeva con molta Umiltà e Rettitudine di Intenzione, sapendo bene che la voce del cuore quando non va d’accordo con l’OBBEDIENZA , non è VOCE di DIO .
Tale studio sulla propria Vocazione , durante il primo anno di Seminario la riepilogò egli stesso in una lettera del 1 Maggio 1882 al Canonico Pennino Confessore . In essa gli espone , le oscillazioni del suo spirito , poiché un po’ si sentiva inclinato alla vita attiva , un po’ alla contemplativa ; un po’ aveva pensato di rendersi Certosino e un po’ di altro Ordine e infine aveva concluso di rendersi Sacerdote Secolare , volendo Imitare la Vita Perfetta di Gesù Cristo . In conseguenza di ciò , in una seconda lettera del medesimo giorno gli esponeva il bisogno di vivere da solo in una casa per Santificarsi meglio , elencando i motivi per cui nel Seminario una perfetta vita di Orazione , come egli desiderava , non poteva farla .

Voleva ad ogni COSTO FARSI SANTO , una FAME insaziabile di DIO lo DIVORAVA , e una SETE inestinguibile di PERFEZIONE lo spronava a nuovi mezzi per giungervi .

“ L’Amore di Dio e il desiderio ardente della Perfezione Cristiana - egli dice in tale lettera - mi mossero a scriverle questa… vedendo essere impossibile fare in Seminario una vita solitaria e dedita all’Orazione, ho pensato ad una casuccia a parte… l’orario giornaliero del Seminario , per quanto adatto alla vita ordinaria dei Chierici che si avviano allo stato ecclesiastico , non può essere di ostacolo a quella che vorrei fare io , con mortificazioni , senza ricreazioni e passatempi ” . E dopo aver elencato i motivi che gli impedivano di raggiungere il suo ideale , soggiunge : “ Io sento in me un ardente desiderio di farmi Santo , e son sicuro che facendo questa Vita Solitaria posso giungervi… ho sete e fame di Perfezione Cristiana , e il giorno in cui sarò Solitario potrò soddisfarla…
Lei ha osservato la grande differenza tra la vita che facevo in casa mia e quella che adesso faccio in Seminario ; così spero che migliore sia per essere andato a vivere solo… ” .
Egli sperava che il Confessore fosse andato presto a consolarlo approvandogli il progetto . Ma scorrevano i giorni e il Canonico Pennino non compariva . Prende di nuovo la penna e sotto la pressione di quei desideri ingigantiti e insoddisfatti traccia un quadro più completo dei bisogni del suo Spirito , versa intero il suo cuore sulla carta e quasi vuole fotografarlo : “ Forse lei non ha letto che una volta soltanto questa lettera - egli dice - e quindi non ha potuto considerare bene quello che vi si contiene . La prego di leggerla almeno tre o quattro volte… io coi grandi e innumerevoli peccati che ho commesso non solo ho fatto male all’anima mia ma anche a quella degli altri ; perciò per espiarli non solo devo pensare a me , ma anche agli altri ; perciò per espiarli non solo devo pensare a me , ma anche agli altri , e così riparare la perdita di quelli che ho strappato al Cuore di Dio . Questo potrei ottenerlo abitando da solo , e così Pregando e studiando e mortificando la mia carne riparerei il male fatto a me stesso ; esercitandomi poi nelle Opere di Misericordia riparerei quello fatto agli altri…
“ Il vivere da solo non avrebbe poi cosa strana , poiché tanti Chierici dei paesi lo fanno . Se poi paresse tale , poca importa . Di quanti mezzi strani agli occhi del mondo non si è servito Dio per Convertire i peccatori e per Santificare coloro che hanno sperato nella Sua Misericordia ? Chi può mai comprendere gl’imperscrutabili Decreti Divini ?…
“ Oh Gesù , io non posso più resistere , ho ardente desiderio di dedicarmi tutto a Voi , poiché Voi Solo siete Infinito e quindi Degno di Infinito Amore , e perché siete l’unico oggetto dell’amor mio…
“ Se Dio vuole che dobbiamo seguire le Sue Ispirazioni , perché non devo mettere in pratica questa ? Chissà che Dio non abbia disposto di darmi questa grazia allorché sarò nella solitudine ? Chissà se non sia proprio questo lo stato di vita al quale mi chiama ? Chissà che non sia questo il mezzo di cui Dio vuol servirsi affinché incominci a Santificarmi ?…
“ Sappia , o padre , che io ho un ardente desiderio di dedicarmi tutto a Dio senza alcuna riserva e di far tutto per la Sua Gloria , essendo Egli l’unico Oggetto dell’amor mio… Ora siccome io con la Grazia di Dio e per mezzo della Intercessione della Santissima Vergine spero farmi Santo , così devo incominciare fin da ora…
“ Sappia , o padre , che l’anno passato in questo stesso giorno , cioè il 29 Maggio 1881 , diedi la lettera a mio padre , per la quale ottenni di potermi dedicare al Ministero Ecclesiastico ed entrare in Seminario .
“ La prego quindi di venire questa sera a darmi il sospirato consenso , affinché in tutto il tempo di mia vita non dimentichi questo giorno memorabile . La prego di esaudire le mie umili preghiere .
Vincenzino Diliberto ”

Il Servo di Dio svela in questa lettera , nella sua pienezza , il Tesoro di Sentimenti , di Aspirazioni e di Palpiti che martellavano il cuore , e gli sforzi per espugnare ogni titubanza nell’animo del Confessore le conferiscono un particolare risalto fra tutto il suo epistolario . Come ritardare ancora a questo giovane la libertà di spaziare libero nel campo della Santità ? Che cosa desiderava egli mai se non di servir Dio e amarlo senza limiti e misura ? Egli, spinto da quel grande desiderio di solitudine avrebbe affrontato impavido tutte le dicerie , senza preoccuparsi di nulla ; ma i Superiori non potevano non tener conto della impressione che in Seminario e fuori avrebbero prodotto quel fatto . Se per i Chierici non palermitani la cosa andava , per lui , che aveva la famiglia , era inammissibile , molto più che doveva uscire proprio dal Seminario , dove aveva dimorato un anno . Né il padre suo avrebbe potuto farvi buone accoglienza . La sua proposta dunque non poteva raggiungere lo scopo e il suo desiderio non poteva essere soddisfatto . Chi mai avrebbe potuto comprendere , specie tra i Secolari e soprattutto il padre , che il Seminario non fosse luogo adatto per la Santificazione dei Chierici ? Nessuno avrebbe potuto approvargli questo desiderio all’infuori del Confessore che ne conosceva appieno i sentimenti , le aspirazioni , la volontà e il carattere . Però è ben chiaro che Dio lo Chiamava ad un genere di vita più austero e Santo ; in una parola lo chiamava ad una Religione Claustrale.

Il Canonico Pennino , andato a trovarlo , gli fece comprendere che quel suo desiderio non poteva essere preso in considerazione . Quindi il Servo di Dio si uniformò , sapendo che la Volontà dei superiori manifesta quella di Dio . E non ne parlò più . Si ingannava egli dunque ? Certamente no . I sogni di Vincenzino erano purtroppo veri ! La sua casa doveva essere povera , piccola solitaria ; doveva formare il dolce nido dell’anima sua , il tacito campo delle sue penitenze , la compagna fedele dei suoi silenzi , la muta ascoltatrice dei suoi gemiti , il talamo segreto del Beato Sposalizio che il suo caro Gesù gli apparecchiava . Ma dove se ne stesse questo ritrovo soave , egli non lo sapeva ancora . Dio però , mentre egli con rinnovata volontà tendeva a farsi Santo , gli preparava quella beata mansione .

Siccome fra gli scopi della solitudine da lui anelata vi era quello di poter avvicinare più liberamente il suo Confessore , il Canonico Pennino , per confortarlo gli Ordinò di iniziare un “ DIARIO ” col quale potesse tenerlo ragguagliato dei sentimenti e delle aspirazioni dell’Anima sua . Cosi ebbe inizio questo nuovo mezzo di contatto col suo Direttore Spirituale , che svela anche a noi le ricchezze non comuni che fermentavano nel cuore di questo Piccolo Penitente , sempre anelante alle altezze della Vita dello Spirito .

FINE DELLA PARTE SESTA

LAUS DEO .

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano


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FONTE : PADRE SAMUELE CULTRERA
OFM CAPPUCCINO
Da Monello a Santo
II Edizioni EDIZIONI PAOLINE - 1959
A.D. 2011 .

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