Visualizzazioni totali

giovedì 5 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Parte Quinta - b - .





IL SEVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO E NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

 FINE QUINTA PARTE " B "


“ ANSIE E CONTRASTI ”
E qui racconta con chiarezza molto umiliante come in quel giorno avesse commesso un peccato , specificandolo , e come venisse assalito da un dolore di testa , mollezza e malinconia incredibili , e poi continua a raccontare quanto noi a suo luogo abbiamo già esposto . Rievocando il grande beneficio della Conversione egli stente commuovere profondamente l’anima , per cui in modo degno di un Santo , aggiunse ancora in quella lettera : “ Ora che ho saputo le cause della mia Conversione , rivolga gli occhi al Cielo e Reciti con la bocca e col cuore il seguente Inno di Ringraziamento : - Oh Dio !… O Supremo Fattore !…
Oh Supremo Governatore delle anime nostre ! Io ti ringrazio per l’improvviso e Grande Mutamento che hai operato nell’animo del figliuolo mio . Un anno e giorni fa si trovava in preda ad ogni specie di sozzure , di voluttà , di contaminazioni , per la qualcosa la mente gli si era offuscata , il cuore corrotto , le membra infiacchite ; sicché se avesse continuato a menare una tal vita , non solo non avrebbe fatto alcun profitto nello studio , ma anche vittima dei suoi vizi . Ora invece , o Gesù mio , si sarebbe ammalato , e forse sarebbe rimasto egli non vive che per Te , egli non spera in altri che in Te , egli non Ama altri che Te . Quindi io te lo ripeto , né mi stancherò mai di ripeterlo : ti Ringrazio della Conversione che hai Operato nel figliuolo mio ” .

C’è in queste parole tutta l’Umiltà , l’Ingenuità e il Fervore di un Giusto . In modo severissimo , forse esagerando , giudica la sua condotta passata , fa la Confessione delle sue colpe giovanili e con le tinte più fosche . Se egli fece che piangere ; se egli le riparò con la peni prolungate , poiché il resto della vita non lavò quelle colpe con Lacrime Abbondanti e perché da allora non fece che macerare il suo corpo e se Dio lo Seppellì nei Segreti del Suo Misterioso Oblio , poiché fin da allora lo abbracciò e gli profuse grazie comuni , e non è giusto che anche noi ( lo nota anche il Canonico Ferrigno ) lo copriamo di un velo , ammirando il linguaggio di questo Piccolo Giusto che accusa se stesso , la forza di questo “ Nuovo Agostino ” che non teme di svelare per scritto le miserie della sua gioventù per dare maggior risalto alla Misericordia di Dio ? E quindi prosegue , l’Umile Penitente , a dire ancora : “ Ora che lei ha terminato di Ringraziare Dio , legga il resto della lettera .
Alcune volte entrando in qualche Chiesa aggregata ad un Monastero e sentendo i Sublimi Cantici che le Monache innalzano al Divino Fattore , mi immagino anche io di essere in un Monastero , chiuso in una cella , cinto da un Penoso Cilizio , coperto da una Tonaca , inginocchiato innanzi al Crocifisso , Che Prego per me e per i miei fratelli . Oh bei Sogni ! Oh Sogni Sublimi !… Quanto non sarò felice allorché si saranno avverati !… ” .
Manifestato quanto gli importava maggiormente , viene all’assalto finale con stile vigoroso , parole nette e precise . Egli si sente chiamato da Dio, e vuole seguirlo , nessuno dovrà o potrà Impedirglielo . “ Parmi che la Grazia che voglio Concessa - dice ancora Vincenzino - cioè quella di rendermi Religioso, sia Giusta e Santa ; d’altronde se lei osasse negarmela , risponderei che io la Voglio e lo farei col suo o senza il suo consenso . Non sa lei che la Vocazione si deve provare ma non Contrastare ? Non sa che l’opporsi alla mia Vocazione sarebbe lo stesso che Opporsi a Dio Che ne è la Causa Prima ? Non sa che Grandi e Infiniti sono i mezzi che ha un figlio Cristiano per sottrarsi al crudele giogo paterno onde riuscire al Suo Fine ? Quindi lei sarebbe stolto e crudele se osasse opporsi alla mia Vocazione ; sì , lo ripeto sarebbe stolto e crudele .
“ Mi scusi padre , se parlo a questo modo ; ma mi compatisca . Non è ira ma Amore che mi fa Parlare . “ Dunque , per conchiudere , le ripeto per una seconda volta , non mi neghi questa Grazia , poiché ciò essere Causa della dannazione dell’anima mia .
Il suo affezionatissimo figlio Vincenzino ” .

Immagini il lettore l’impressione dell’animo del padre alla lettura di questa lettera dove palpita il cuore e l’anima di un ELETTO ,
di un ANGELO , fu una RIVELAZIONE . Conosceva la Conversione del figlio ; ma era lungi dal pensare che fosse sì Profonda e si Costante . Conosceva il Cambiamento della sua vita , e vedendolo divenuto sì Buono , gli aveva portato più Affetto ; ma ora Apprendeva il suo Positivo Volere di Consacrarsi a Dio da Forte ; ora conosceva meglio la sua Volontà , la FORZA della Sua VOCAZIONE , il vigore della sua Risoluzione , l’Amore per LUI - che chiama “ Unico Bene Terreno ” - e il limite di questo Amore che non deve mai usurpare i Diritti di Dio : “ Non sa lei - gli aveva detto - che la Vocazione si deve Provare ma non Contrastare , l’Opporvisi sarebbe Opporsi a Dio Stesso ? ” . Parole Chiare , che dimostravano apertamente le sue Decisioni .

E l’ingegnere Nicolò Diliberto , che poi era Buon Cattolico , Bagnò di Pianto quella Pagina : “ Appena uscito mio figlio - egli dice - fui sollecito di leggere quella Lettera , e Piangevo come egli mi faceva la Confessione della sua vita ” . Tuttavia , allorché Vincenzino rientrò in casa , egli cercò di mantenere un aspetto indifferente . Dopo il desinare gli chiese chi fosse il suo Confessore e dove lo avesse potuto trovare . Saputolo , l’indomani si portò da lui , gli porse la lettera del figlio , domandandogli se egli “ avesse effettivamente rilevato in lui la Vocazione di farsi Religioso , o se non fosse quell’idea una aberrazione momentanea . La risposta fu che quanto Vincenzino diceva non era ostentazione , ma lo Sentiva Davvero ” . - Ringrazi Dio - gli rispose il canonico Pennino - per averle dato un tale figlio , e conservi gelosamente la Lettera . - Ma crede ella che sia OPERA della Grazia di Dio questa risoluzione di mio figlio , ovvero un fervore giovanile ?
- Mi sembra Opera di Dio , e perciò lo esorto ad assecondare almeno in parte i suoi desideri , anche per provarlo . L’ingegnere Nicolò Diliberto era Commosso , ma volle approfondire ancora la cosa . Andò a trovare i Padri Domenicani , suoi amici , fece loro leggere la Lettera e si consultò . Essi vollero conoscere il giovane e lo interrogavano minutamente ; poi dissero al padre che assecondasse la Vocazione del figlio . Convinto finalmente , chiamò una sera il figlioe gli disse :
“ Caro figlio , io non ho mai contrastato la Volontàdei miei figli , poiché non cerco il vostro Bene . Giacché vuoi dedicarti al Ministero Ecclesiastico , non posso far altro che darti volentieri il mio Consenso e i mezzi per riuscire Buon Sacerdote .
Dio ti Benedica e ti renda Santo in questo Nuovo Stato di Vita .

A questo Parlare del Padre Nicolò , il cuore inaridito di Vincenzino , come ARPA toccata da MANO ANGELICA , fu Inondato da tanta Gioia da farlo rompere in LACRIME . Il padre stesso volle Accompagnarlo dal Canonico Pannino , affidandolo a lui tutte le pratiche , disposto a sostenere le spese occorrenti per entrare in Seminario e Rimanervi .


FINE DELLA QUINTA PARTE - B -

LAUS DEO .

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano

___________________________________________________________________________

Fonte : PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO
Da Monello a Santo - Vincenzino Diliberto
II Edizione - EDIZIONI PAOLINE .
A.D. 2011.
___________________________________________________________________________

Per ulteriori informazioni sul
Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo
Visitare il sito :
www.fraticappuccini/fragiuseppemaria/