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giovedì 12 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Parte Dodicesima .




IL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

PARTE DODICESIMA



“ IVI E’ IL TUO CUORE DOV’ E’ IL TUO TESORO ”

Le sue Virtù poggiavano sulla Fede , su Dio , sull’Amore che portava al Suo Creatore . Con la Conversione l’anima sua si polarizzò verso l’infinito iniziando nel suo Spirito quella graduale trasformazione , che doveva spingerlo verso la Santità .
Quello stare abitualmente raccolto non era che un effetto dell’unione che lo legava a Dio , unione che si traduceva in Intimi e Ineffabili Colloqui nel fondo del Cuore , Colloqui in cui la Parola riesce pesante e superflua e in cui lo Spirito si esprime in un Linguaggio Misterioso e Soave .
“ Il 14 Giugno - scrive egli nel suo “ DIARIO ” - lo passai con una Presenza
di Dio quasi continua e durante il corso della giornata provavo delle Consolazioni Spirituali ” . Allora gli accendimenti del suo volto si facevano più notevoli ed egli si sentiva come Inabissare in Dio . A volte sentiva sì forte gli stimoli dell’Amore , sì violenti i palpiti del suo cuore , che , non sapendo come manifestarli , si abbandonava al linguaggio più eloquente dell’anima , quello delle Lacrime .
“ Il Giovedì Santo - scriveva nel “ DIARIO ” - Piansi in Cattedrale pensando all’Amore che Dio nutre per me , e Piangendo Pregavo acciocché mi desse i mezzi per poter sfogare questo Amore , e mi rivolsi anche alla Vergine Santissima per ottenermi tale Grazia ” .
Era Amore che in taluni momenti sembrava sommergere la natura materiale .
“ La sera del 13 Giugno - scrive nel “ DIARIO ” - dopo la Benedizione sentivo Grandi Consolazioni Spirituali , per cui a cena mangiai con una continua Presenza di Dio , e mi sentivo il cuore Inondato da tanta Consolazione , che se non fosse stato per Obbedire a lei ( il Direttore Spirituale ) , avrei preferito non mangiare ” . Poteva far sue le espressioni Infocate del Serafico San Francesco ,
del quale doveva divenire Figlio :
“ In foco l’Amor mi mise ! In foco l’Amor mi mise ! ” .
Era naturale che quest’Amore si polarizzasse principalmente verso il Santissimo Sacramento , il Dio Vivente nei Tabernacoli , per cui procurava di visitarlo in Cappella il più che poteva ; e poiché lo studio non gli lasciava tempo sufficiente , un giorno si recò dal Padre Rettore del Seminario e gli chiese di poter passare le ore libere in Cappella . - Figlio mio - gli rispose quello - le ore della giornata sono tutte contate per voi Chierici ; come dunque potresti soddisfare questi tuoi desideri ? - Potrei utilizzare - egli soggiunse - le ore di ricreazione , il tempo libero e quando i miei compagni si recano a passeggio , poi ci sarebbero anche i giorni di vacanza . In un primo tempo gli venne accordato . Ma poi il Rettore gli disse : “ Senti , figlio mio , questo stare a lungo in Cappella mentre i tuoi compagni sono a passeggio o a ricreazione potrebbe sembrare una singolarità . Meglio nascondere le Buone Azioni ed operare solo sotto lo Sguardo di Dio ; quindi sta al regolamento comune ” . Ne fu dolente ma Obbedì . L’Amore però è industrioso .
Esisteva in Seminario uno stanzino dove si conservavano strumenti di fisica ; e siccome egli s’intendeva di meccanica , credette d’aver trovato là il segreto per raggiungere il suo ideale , e ne chiese la chiave del Rettore , sotto il pretesto di sistemare quegli oggetti , e l’ottenne . In fondo alla porta di quella stanza , c’era una porticina che corrispondeva ad una finestra cieca della cappella .
Non si sarebbe potuta aprire ed osservare se di là poteva vedersi il Tabernacolo ? Con mano convulsa si adopera a forzare la serratura , che presto si apre . Il suo sogno si avvera . Veramente quella finestra cieca corrispondeva nella Cappella , e avvicinando la testa all’invetriata e torcendo a destra lo sguardo , stacca uno dei vetri , e sporgendo la testa dentro la Cappella vede e Osserva il Santo Tabernacolo con Libertà e Trepidazione . Finalmente !
Ma può star sempre la testa fuori dei vetri ?
E se qualcuno entrando in Cappella se ne accorgesse ? Nulla però è difficile a chi Ama . Compra uno specchio , e adattandolo tra il vano e la porticina , vi vede riflesso il Santo Tabernacolo , Oggetto dei Palpiti del suo cuore . Oh che fortuna ! Si prostra Riverente e da quella romita stanzetta inizia i suoi colloqui con Gesù , senza che nessuno sospetti di nulla . Questo Fatto Eccezionale venne svelato dopo la sua Morte dall’Amico Antonino Piraino , che coadiuvò quando egli aveva trovato difficoltà ad aprire quella porticina .
Poteva far sua la frase di San Giuliano Eymard :
“ Un TABERNACOLO e BASTA ! ” .
Aveva ragione di scrivere nel “ DIARIO ” : “ Uno dei giorni dell’Ottava del Corpus Domini stando in Chiesa Piansi di Tenerezza , pensando a quando è Bello e Dolce rimanere vicino al Diletto Gesù ” . Il 31 del mese , poi , “ trovandomi innanzi al Divino Maestro , Piansi pensando alle ineffabili Dolcezze del Suo Amore ” .
Da questa Tenerezza d’Amore traeva le Lacrime che d’ordinario gli sgorgavano pensando alla Passione di Gesù : “ il I° Venerdì del mese - scrive nel “ Diario ” - Digiunai in Onore della Passione del Signore , e dopo il sonno tenni in bocca per un’ora il legno di quassio in Onore del disgusto ch’Egli provò quando Gli diedero aceto e fiele… e l’altra sera mentre facevo l’esame di coscienza mi misi a Piangere pensando alla Passione di Gesù e al Grande Amore che lo fa stare nel Santissimo Sacramento ” . A questo Amore si collegava quello particolare verso la Vergine Addolorata che spesso Invocava e dalla quale otteneva Speciali favori , com’egli stesso afferma nel “ Diario ” .


FINE DELLA DODICESIMA PARTE

LAUS DEO .

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
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FONTE : PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO
Da monello a Santo - Vincenzino Diliberto
II Edizioni EDIZIONI PAOLINE 1959
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