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venerdì 13 gennaio 2012

il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo : da monello a Santo - Fine della Parte Tredicesima .



IL SERVO DI DIO
FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO , 
CHIERICO NOVIZIO CAPPUCCINO 
1864 - 1886 .

 TREDICESIMA ED ULTIMA PARTE .


“ MORTE ”

Tra i Cappuccini di Sortino era divenuto oggetto di edificazione per tutti . Padre Eugenio , sì difficile ad elogiare , disse lui : - La sua vita nel Noviziato era più di ANGELO che di uomo .Intanto un anno era quasi trascorso e il giovane attendeva fiducioso a farsi Santo .
Se il lettore ricorda , nella prima lettera inviata da Sortino al padre Nicolò aveva scritto : “ Qui sto contentissimo e godo una Pace che spero che sia un Piccolo Saggio di quella che spero godere in Cielo ” .
E il Cielo sembrò invitarlo . Di salute stava bene e sembrava che le austerità lo rinvigorissero . Nessuno pensava che sarebbe stato Rapito così presto . Nei primi di Novembre 1885 aveva chiesto al padre Nicolò di voler passare tra i Frati laici , e non l’ottenne . Or sembrò che il Signore avesse voluto arricchire la Sua Corona con questa sua ultima Gemma , poiché dopo pochi giorni venne assalito da un forte dolore al petto . Avrebbe voluto sopportarlo in pace , com’era solito , ma sentendosi venir meno le forze , lo manifestò al Padre Maestro , che lo costrinse a letto . Il medico , accorso subito , la dichiarò una polmonite catarrale . Dopo due settimane di cure poté riaversi , ma non interamente , per cui scrisse al padre Nicolò : “ In salute poco bene , poiché alcuni giorni sono stato ammalato , ma ora sto meglio ” .
Volle rimettersi all’esercizio della vita comune . Guarito però interamente non era . Durante le Feste di Natale prese parte attiva a tutto , mostrandosi sempre lieto e gioioso . Il male gli covava , ed egli l’avvertiva , poiché il 27 Dicembre scrisse tra l’altro al padre Nicolò : “ Non sono ancora interamente guarito ” .
Il 30 lo riassalì la febbre , e nondimeno volle alzarsi per fare la Comunione ; però all’atto d’appressarsi al Santo Altare , credendosene indegno , si avvicinò a uno dei Padri dicendo : - Il Padre Maestro vuole che faccia la Santa Comunione , ma io vorrei esternamente , perché indegno . - Figlio mio - quello gli rispose - meglio Obbedire che sacrificare . Senza replicare si apprestò all’Altare e fece la Santa Comunione . Volendo ancora imporsi alla natura e nascondere il suo male , dopo la Messa si offerse per aiutare un compagno a pulire il corridoio ; ma costui , vistolo sofferente , gli cavò di bocca che non stava bene e corse ad avvertire il Padre Maestro , che lo costrinse a letto .
Il medico , senza pronunziarsi sulla gravità del male , si industriò ad arrestarne il corso , facendogli opportune prescrizioni . Intanto l’infermo , calmo , paziente e sempre uguale , al Padre Maestro che l’interrogava come stesse , rispondeva : - Bene , Padre Maestro . Quantunque quella mattina si fosse comunicato , la sera volle Confessarsi di nuovo . La malattia intanto galoppava .
L’indomani , 31 Dicembre , giovedì , andava peggiorando a vista d’occhio e il Padre Eugenio , fatto subito un telegramma al fratello di lui , Silvestro , in Palermo , dispose per un’assistenza ancora più assidua dell’infermo . Tuttavia né lui ne gli altri sospettavano che la catastrofe fosse imminente . Durante la notte il male si aggravò , senza ch’egli perdesse la conoscenza , tanto che Stringeva Devotamente al petto il Crocifisso , oltre alle Immagini della Madonna , di San Giuseppe e del Padre San Francesco , che talora anche baciava .
Verso la mezzanotte Padre Eugenio , trovandolo peggiorato - ma con lucidità di mente e la solita fortezza d’animo - gli disse : - Fra Giuseppe Maria , lo Sposo Celeste vi Chiama alle Nozze Eterne ; non sentite la Sua Voce ?
Adesso Vuol Darvi nel Santissimo Viatico il Suo Ultimo Amplesso per Trasportavi in Paradiso . Errò un lieve Sorriso sulle labbra del Servo di Dio , che mostrandosi lieto , rispose di Desiderarlo . Quantunque prostrato dalla veemenza della febbre , cominciò a fare Atti d’Amor di Dio e a Recitare Giaculatorie stringendosi al petto la Regola Francescana e la Corona della Vergine . Ricevuto il Suo Dio , serrò dolcemente gli occhi e le labbra , e stette immobile , mentre un Silenzio Profondo Regnava nella Celletta . Ma Padre Eugenio , che più di tutti Sentiva Stringersi il cuore nel Vederlo Avviarsi Rapidamente verso la Morte , gli fece Emettere la
Formola della Professione e immediatamente pensò di amministrargli l’Estrema Unzione , della quale l’infermo accompagnò sotto voce le Preghiere .
“ Capì che moriva - dicono i compagni - e si mostrò rassegnato alla Volontà di Dio ” .
Anzi , lungi , dal turbarsi , guardava tranquillo e sereno Sorella Morte che verso di lui si avanzava e ch’egli attendeva “ Contento ” .
E questa parola “ Contento ” si trova nella deposizione dei compagni .
Del resto , non aveva egli talora passate insonni le notti pensando al Paradiso ? Il 18 Febbraio del 1883 aveva scritto nel suo “ DIARIO ” : “ Svegliandomi durante la notte , Piansi pensando ancora di trovarmi ancora sulla terra d’esilio… e pensando che mi trovavo lontano dal mio Sommo Bene , mi posi a Piangere , desiderando ardentemente quel Giorno in cui l’anima mia , sciolta dai legami del corpo , andrà ad Unirsi Eternamente al Suo Dio ” . E questo Supremo Giorno era arrivato presto . Dopo l'Estrema Unzione il Padre Maestro gli chiese :
- Fra Giuseppe Maria , come vi sentite ?
- Bene ! - rispose egli .
Fu l’ultima sua Parola , ma quanto Meravigliosa Bella in Bocca ad un Giovane Morente nel Fiore degli anni !
Star bene quando si soffre , quando la natura è oppressa ed avvilita , quando si sta bene per subire le conseguenze fatali del Morte Morieris , non è di tutti . Solo i Santi possono Pronunziarla prima di Morire , come Corollario d’una Vita trascorsa Bene , onde in essi si riflette ciò che l’Evangelista dice del Divino Maestro , che fece Tutto Bene . I Religiosi con le lacrime agli occhi accompagnavano le Preghiere dei Moribondi che il Padre Eugenio Recitava estremamente commosso e che di tanto in tanto si fermava a mirare ancora una volta quel Caro Figliolo che la Morte stava per Rapirgli . - Un’ora dopo amministrati i Sacramenti - dice il medesimo Padre Eugenio - Fra Giuseppe Maria non era più , morendo placidamente , come uno che Dorma un Sonno di Pace .
Benedetto Figliolo ! Quest’ultima Espressione , che sembra troncata , pare dica lo stato d’animo dell’Austero vecchio , in preda all’angoscia per una perdita così immatura .

Fra Giuseppe Maria da Palermo si spense il Venerdì ,
1 Gennaio 1886 , alle ore 0,30 . Dalla bocca di Tutti si levò una sola voce : - E’ MORTO UN SANTO !

Durante i Funerali anche il Padre Eugenio non poté dominare la Commozione , tra l’ammirazione del popolo , che gli portava una Stima non Ordinaria .
Data la ressa della gente , che non cessava d’affluire in Chiesa , le stesse autorità proposero spontaneamente una dilazione per la Sepoltura , e il corpo rimase esposto due giorni interi , mentre tutti chiedevano qualche
Reliquia di Lui . Il trasporto al Cimitero avvenne la Domenica , giorno 3 , accompagnato da tutto il clero e dal popolo .
Poi giunse da Palermo il fratello Silvestro , che dal medesimo Padre Eugenio venne accompagnato al Cimitero , e vi sfogò in Lacrime il suo Cordoglio . Profondamente afflitto , appena rientrato in Convento il Padre Eugenio non riusciva a consolarsi . Sul tardi ebbe l’Ispirazione di Provare anche dopo la Morte l’OBBEDIENZA del DEFUNTO .
Chiama allora due Frati e il barbiere del Convento e si reca al Cimitero , dove aperta la Cappella , recita il De Profundis :
“ Dal profondo io grido a te , o Signore ,
Signore , ascolta la mia voce .
Siamo attenti i tuoi orecchi
alla voce della mia supplica .
Se badi alle iniquità , o Signore ,
Signore , chi mai potrà reggere ?
Ma presso di Te è Misericordia
e per via della Tua Legge io confido in Te , o Signore .
Confida l’anima mia nella Tua Parola ,
spera l’anima mia nel Signore .
Dalla vigilia del mattino sino a notte
speri Israele nel Signore .
Perché presso il Signore è la Misericordia ,
e copioso riscatto è presso di Lui .
Ed Egli riscatterà Israele
da tutte le sue iniquità ” .

Poi , accostandosi al feretro , con voce Autorevole e Solenne , dice al Defunto :
- Fra Giuseppe Maria , VOI FOSTE SEMPRE OBBEDIENTE ,
SIATELO ANCORA ADESSO !

Così dicendo , presogli il braccio destro e rimboccate la manica , vi lega un fazzoletto vicino al gomito , Ordinando al barbiere di dare un colpo di lancetta .

Ed ecco con Ammirazione di tutti Uscirne un Lungo Zampillo di Sangue Color Rosso Naturale , che descrivendo una ampia curva scorreva sul pavimento .
Non avendo altro che il Fazzoletto , Padre Eugenio ve lo Inzuppò slegandolo dal Braccio che , rimesso a posto , Cesso Di Dare Sangue .

Appena rientrato in Convento volle indossare l’altro Abito del Defunto per Devozione . Da quel momento i fedeli non cessarono di Invocarlo ,
Ottenendone Grazie Numerose , delle quali riportiamo solo qualcuna .
Quand’egli parti dal Seminario di Palermo per recarsi a Sortino ed entrare fra i Cappuccini , un suo condiscepolo ed ammiratore , il Chierico Antonio Bruno , rimase dolente del distacco . Era un giovane che aveva cercato d’Imitare il suo Esempio , e Privatamente aveva fatto anche Voto di Castità , mantenendo una Condotta Virtuosa ed Edificante . Caduto ammalato di meningite poco dopo la Morte di Fra Giuseppe Maria , si ridusse agli estremi . I Seminaristi suoi compagni sospettavano che il Diliberto ( Fra Giuseppe Maria ) se lo volesse chiamare in Cielo e ne interrogarono l’infermo , che non rispose .
Ma ecco il 9 Marzo , poco prima di morire lo sentono esclamare :
- O mio Vincenzino , finalmente sei venuto ! Oh ! Come ho sospirato di vederti !
Vieni qui siediti al mio fianco ! Poco dopo rivelò al Rettore del Seminario ch’era venuto il Diliberto insieme con la Madonna , per dirgli che l’indomani sarebbero ritornati per pigliassero con loro . E difatti morì dopo la mezzanotte . ( Il fatto venne pubblicato su la Sicilia Cattolica , quotidiano di Palermo , il 13 Marzo 1886 ) .
Altra apparizione , con completa guarigione dell’inferma , avvenne a Butera ( Caltanissetta ) nella persona della signora Montalto Carmela , madre del Cappuccino Padre Alessandro da Sutera , il quale chiamato d’urgenza al suo letto , mentre viaggiava Invocò il Patrocinio di Fra Giuseppe Maria , il quale durante il sonno apparve all’inferma e la guarì , dimodochè , quando il figlio era giunta era guarita . ( Pubblicato su Fiamma Serafica , Palermo , Marzo 1928 , pag. 95 )
Una certa signora Iaci , da Ferla ( SR ) che aveva il marito in Australia , avendo appreso che si trovava disoccupato , ricorse all’Intercessione di Fra Giuseppe Maria , del quale aveva visitato il Sepolcro in Sortino poco tempo prima . Fece varie novene , e la Grazia non veniva . Sfiduciata , voleva smettere , e lo disse a un Padre Cappuccino , che invece la rincuorò , e riprese quindi la Preghiera .
La notte seguente le apparve in sogno il Servo di Dio Fra Giuseppe Maria e le disse : - Oggi avrai buone notizie . Svegliatosi lieta , pensò che quella mattina sarebbe stata la domenica , nella quale non c’era distribuzione di posta , per cui disse : “ Ma Fra Giuseppe Maria sbaglia di sicuro , poiché oggi è domenica ! ” . Ma con grande sorpresa nel pomeriggio le si presentò una signora che le disse :
- Tuo marito ha già ripreso lavoro . - Chi ve la detto ?
- Mi ha scritto mio marito , e mi dice che tuo marito ha ripreso lavoro e ti ha anche scritto . L’indomani mattina ricevette lettera che le confermava il fatto .
 
* * *
Il Processo Informativo per la sua Beatificazione venne iniziato dopo tre anni dalla Morte e fu terminato nel 1913 , quando venne firmato il Decreto d’introduzione per la Causa . Numerosi Ecclesiastici , Suore e specialmente Seminaristi , si sono lamentati di non Vedere Diffusa come Converrebbe la Conoscenza di questo Santo Giovane , da Incorreggibile divenuto Così Santo , tanto più che la sua Vita esercita un Innegabile Fascino , in particolare sulla Gioventù .

SPERIAMO CHE IL PRESENTE LAVORETTO INFLUISCA AD ESTENDERNE LA CONOSCENZA E IL CULTO




* * * FINE * * *

LAUS DEO .

Pax et Bonum

Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano
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FONTE : PADRE SAMUELE CULTRERA OFM CAPPUCCINO
Da Monello a Santo Vincenzino Diliberto
II Edizione EDIZIONI PAOLINE 1959
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Per Ulteriori Informazioni sul
Servo di Dio Fra Giuseppe Maria da Palermo
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