Scrivendo tra il 1096 ed il 1101 - pertanto una ventina di anni dopo il periodo di tempo di cui trattiamo - all'amico Rodolfo Le Verd, prevosto del capitolo metropolitano di Reims, Bruno ci dà indicazioni assai preziose sulla propria vocazione: << Ben ti rammenti, mio caro, trovandoci insieme io, tu e il Fulcoio il Monocolo nel giardino adiacente alla casa di Adamo ove ero allora ospitato, abbiamo un po' di tempo parlato, mi pare, dei falsi piaceri e delle caduche ricchezze di questo mondo, come altresì dei gaudi dell'eterna gloria. Per cui, accesi il Divino Amore, promettemmo , facemmo voto e disponemmo di abbandonare quanto prima i fugaci beni del secolo per conseguire quelli eterni, e di ricevere l'abito monastico. Avremmo presto messo in atto il nostro proposito, se non si fosse differito al ritorno di Fulcoio, che allora si era recato a Roma. Indugiando questi a tornare ed essendo sopravvenuti altri motivi, venne meno il coraggio ed il fervore svanì >>. tale relazione è tanto mirabile quanto più rari i documenti certi concernenti la vita di San Bruno. Ecco un irrefutabile attestato se uno dei momenti più determinati della orientazione spirituale di Bruno. Sovente avremo di riconoscere l'importanza di quanto ci rivela tale confidenza e, in generale, la lettera a Rodolfo La Verd; per altro occorre che dapprima ci rendiamo contodi ciò che essa non ci manifesta. Ed anzitutto Bruno non dice nulla che ci consenta di determinare il tempo in cui avvenne quella conversazione. << Il giardinetto adiacente alla casa di Adamo >> senza dubbio ricorda la disposizione delle abitazioni dei canonici di Reims. La conversazione, dunque, si sarebbe svolta o prima dell'esilio dei canonici presso il conte Ebal, ovvero al loro ritorno. Prima dell'esilio? E' poco propabile: che cosa avrebbe impedito a Bruno di attuare fin da quel momento il proprio disegno? Al ritorno dell'esilio? Nulla di probativo scarta tale ipotesi. Nondimeno il testo contiene una piccola frase che rimane ad un tempo significativa e misteriosa. Al momento dell'incontro Bruno è << ospite >> di Adamo: << ubi tunc hospitabar >>; ed è ospite un po' stabile, non venuto per una semplice visita: Adamo infatti non assiste alla conversazione e Bruno riceve liberamente i due amici, di cui uno, Fulcoio, potrebbe d'altro canto essere il fratello stesso di Adamo. Tutte codeste circostanze sembrano indicare che la conversazione non si svolse a Reims, bensì un luogo ove, per una ragione che ignoriamo - semplice riposo, viaggio od esilio? - Bruno in quel tempo era ospitato. Pertanto non è prudente determinare con troppa precisione il tempo in cui avvenne codesto elevato colloquio spirituale tra Bruno , Rodolfo La Verd e Fulcoio il Monocolo. Tutto quello che si può affermare è che le circostanze erano tali che, se non fosse stato per il viaggio di Fulcoio a Roma, i tre amici avrebbero rinunziato al mondo << in vicino >> , vale a dire poco dopo il loro incontro da Adamo. L'incertezza riguardo al tempo dell'incontro, se non infirma per nulla l'intrinseco valore del documento, presenta tuttavia alcuni inconvenienti per il biografo che vorrebbe cogliere in detta risoluzione la profonda psicologia di Bruno, conoscere l'insieme dei suoi motivi e come registrare l'azione della Grazia in lui. La conversazione dei tre amici è segnatamente di Bruno sui << falsi piaceri e le caduche ricchezze di questo mondo, ed i gaudi della gloria eterna >>, sui << fugaci beni del secolo e su quelli eterni >>, la loro promessa, il voto, la risoluzione presa: tutto codesto insieme evidentemente non ha la stessa risonanza per noi che siamo portati a scorgere differenti stati d'animo sotto quelle espressioni, a seconda che: a) i tre amici godono ancora tranquillamente a Reims dei propri beni e delle prebende canonicali, b) ovvero si trovano in esilio privi di cariche e di beni, c) o, infine, hanno recuperato tutti gli onori e tutti i loro beni dopo la caduta del vescovo Manasse... Quanto a Bruno ci domandiamo più precisamente: era egli in quel tempo cancelliere e direttore degli studi a Reims, ovvero insieme al prevosto ed alcuni canonici si opponeva all'arcivescovo prevaricatore? - gli si opponeva senza il prevosto e col solo Ponzio? - ovvero era alla vigilia d'esser stato eletto arcivescovo di Reims? Secondo la risposta data, qualora si potesse, a tali interrogativi è ovvio che la conversazione nel giardinetto di Adamo assumerebbe toni abbastanza differenti. E non solo la conversazione, ma altresì la storia della grazia nell'anima di Bruno. Bisogna che ci contentiamo di quanto oggettivamente ci offre il testo e che rinunziamo a datare il colloquio. Per quanto istantanea ci venga presentata tale tripice vocazione: << Accesi di Divino Amore, promettemmo, facemmo voto e disponemmo di abbandonare quanto prima... >>, sembra escluso, se trattasi almeno di Bruno, il cui equilibrio, saggezza e ponderatezza ci sono ben noti, ch'egli abbia preso una sì grave risoluzione - e l'abbia confermata con un voto - senza averla prima ponderata e maturata dinnanzi a Dio. Diversamente sarebbe stato necessario ch'egli - come altresì i suoi due amici - avesse ricevuto un impulso veramente straordinario della Grazia: cosa che certo non è impossibile; ma se tale fosse stato il caso, la narrazione verosimilmente ne avrebbe portato traccia.
Continua...
Andrè Ravier
LAUS DEO
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano