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mercoledì 26 marzo 2025

IL PATRIARCA DEI CERTOSINI SAN BRUNO , PARTE SETTIMA prima


SOLITUDINE ALLA CORTE PONTIFICIA DI URBANO II

Il 25 maggio 1085 il Papa Gregorio VII si spegneva. Nonostante tutte le fatiche e le lotte sostenute, egli lasciava la Chiesa in uno stato doloroso ed assai angoscioso. Guiberto, arcivescovo deposto di Ravenna, era stato elevato in modo illegittimo al seggio di Pietro sotto il nome di Clemente III dall'imperatore di Germania Enrico IV; contro il Papa legittimo egli disponeva della potenza militare dell'impero. Prima di morire Gregorio VII aveva radunato i cardinali ed un certo numero di vescovi rimastigli fedeli e li aveva supplicati di scegliere, quale suo successore, un uomo con un carattere e virtù fosse in grado di continuare la necessaria riforma interna della Chiesa e di resistere alle pressioni dell'antipapa. Egli persino suggerì loro tre nomi: Desiderio, abate del monastero di Montecassino, Ottone, vescovo di Ostia, ed Ugo , arcivescovo di Lione. Venne eletto Desiderio, abate di Montecassino, il 24 maggio 1086. Dopo aver egli rifiutato per un anno la tiara, finalmente il 9 maggio 1087 fu consacrato e prese il nome di Vittore III. Ma il 16 settembre dello stesso anno Papa Vittore si spegneva a Montecassino, ove i successi di Enrico IV e di Guiberto lo avevano costretto a rifugiarsi. 

A causa delle agitazioni provocate dai partigiani dell'antipapa il sacro Collegio si riunì in Terracina, che allora apparteneva alla Campania, e diede Eudes ( o Oddone o Ottone ) di Chatillon-sur-Marne in Champagne, della famiglia dei Lagerii, quale successe il nome di Urbano II. Tale elezione riguardava Bruno personalmente. Urbano II nato verso il 1040, aveva fatto gli studi a Reims, al termine dei quali erasi risolto a prendervi dimora. Nel 1064 venne nominato arcidiacono della Chiesa remese e poco dopo canonico della cattedrale. Tra il 1073 ed il 1077 lasciò Reims per entrare nell'abbazia di Cluny; pertanto visse in detta città una ventina di anni. Vent'anni durante i quali fu dapprima allievo di Maestro Bruno, poi suo confratello nel capitolo metropolitano avanti di consacrarsi a Dio, come lui, nella vita monastica.. Tale incontro e stretta affinità spirituale tra Eudes e Bruno avranno, come vedremo fra breve, importantissime conseguenze sul destino di Bruno, se non della Certosa. Fin dalla sua elezione Urbano II risolse di circondarsi di persone sicure, di cui conosceva la perfetta fedeltà alla Chiesa ed all'opera intrapresa di Gregorio VII, e di associarle altresì al governo della Chiesa. Prima d'ogni altro invitò l'abate stesso del monastero di Cluny, Ugo, a venire a visitarlo. 

La lettera d'invito è commovente; e nessun documento ufficiale lo potrebbe farci conoscere lo stato della Chiesa meglio di codesta confidenza di Urbano II al suo padre nella vita monastica: << Ho assentito, dice il Vicario di Cristo, alla mia elezione non per ambizione né per desiderio di qualche dignità... ma perché , qualora nelle presenti circostanze non avessi secondo le mie possibilità prestato aiuto alla Chiesa in pericolo ( periclitanti Ecclesiae ), avrei temuto di offendere Dio... Prego te, che desidero tanto di rivedere, se hai per un po' di tenerezza, se serbi ricordo del tuo figlio e discepolo, di voler consolarmi con la tua presenza che molto lo desidero e, se mai fosse possibile, di visitare la tua Santa Madre Chiesa Romana con una tua venuta, per noi molto desiderabile. Ma nel caso che non fosse possibile non ti rincresca di mandarci alcuni dei tuoi figli e miei confratelli, nei quali posso vederti, riceverti, riconoscere la tua voce che mi consoli tra le immense perturbazioni in cui mi trovo; i quali mi rendono presente la tua carità e la vivezza del tuo affetto, ed altresì mi facciano sapere come stai e come vanno le cose nella nostra congregazione. Ti prego di ricordare a tutti i nostri confratelli d'innalzar preghiere alla clemenza di Dio Onnipotente finche si degni di restaurare nel pristino stato noi e la sua Santa Chiesa che vediamo soggiacere a sì grandi pericoli >>. 

Ugo, abate di Cluny, rispose all'invito del suo figlio; per altro il Vicario di Cristo non lo sottrasse alle sue responsabilità monastiche, bensì chiese poco dopo all'abbazia di Montecassino il monaco Giovanni che nominerà cardinale-vescovo di Tusculo e cancelliere di Santa Romana Chiesa. Così durante tutto il suo pontificato Urbano II chiamerà presso di sé una quindicina di monaci ai quali con la porpora cardinalizia conferirà altresì autorità. Tra questi nel 1096, Alberto, religioso del monastero di San Savino di Piacenza; Milone, monaco del convento di Saint-Aubin d'Angers, ecc... Non di meno sembra che nelle sue scelte Papa Urbano si abbia imposto una regola di prudenza: d'ordinario non togliere agli Ordini religiosi l'abate, il superiore che li mantiene nel fervore e nell'osservanza della regola; così che da una lettera quando con una lettera spedita da Capua e recante la data del 1° agosto 1089 chiama presso di sé Anselmo, abate del monastero di Le Bec, lo prega di condurre con sé << un religioso della sua abbazia, se ve ne sia qualcuno di cui sia sicuro che possa, essere utile al Sommo Pontefice >>; inoltre gli rende noto fin da quel momento che un allievo di Roma, fattosi monaco nell'abbazia di Le Bec, dovrà essere rinviato a Roma << prima della Quaresima dell'anno seguente >>. 

Anselmo quindi potrà far ritorno alla sua abbazia. Tal modo di procedere potrebbe forse spiegare almeno in parte, l'operato di Urbano II nei riguardi di Bruno. In ogni modo, Bruno un girono del tutto inaspettato venne a sapere che anch'egli era chiamato a Roma dal Vicario di Cristo, e non solo per starvi qualche tempo, ma per prendervi dimora. Nella sua sobrietà la cronaca Magister riferisce la cosa in modo ben chiaro: << Maestro Bruno... abbandonato il mondo, fondò l'eremo di Certosa e lo governò per sei anni. Per ordine formale di Papa Urbano ( cogente Papa Urbano ), di cui un tempo era stato Maestro, si recò nella curia romana al fine di esser di sostegno allo stesso Papa e di giovargli coi suoi consigli negli affari ecclesiastici >>. Quando e come giunse a Bruno l'ordine del Vicario di Cristo? Per determinare il tempo non abbiamo che due punti di riferimento di Cronaca Magister: Bruno rimase << sei anni nell'eremo di Certosa >>, e morì << circa undici anni dopo la partenza da detto eremo >>. 

Nonostante codesti due parti precisi, il tempo della recezione dell'ordine del Papa, che desidereremmo conoscere, rimane un po' vago: senza determinare in quale degli ultimi mesi del 1089 o dei primi dell'anno successivo, possiamo asserire che quell'ordine fu ricevuto << sei anni dopo l'arrivo di Bruno nell'eremo di Certosa >> e << undici anni prima della sua morte >>. Gli storici evidentemente han cercato di precisare; è stata avanzata un'ipotesi assai interessante, dato che ben collima con un insieme di fatti certi, alla quale volentieri aderiremo. come abbiamo già visto, Urbano II più volte chiamò presso di se grandi personaggi al fine di valersi dei loro consigli. Così fu di Rinaldo du Bellay, arcivescovo di Reims, che nel maggio del 1089 partì per Roma, invitato dal Vicario di Cristo. Orbene Rinaldo era stato eletto alla sede arcivescovile remese dopo il rifiuto di Bruno... Per qualche tempo egli rimase presso il Papa nel 1089 assisté al Concilio di Melfi ed il 25 dicembre dello stesso anno ricevé dal Sommo Pontefice  importanti privilegi in virtù dei quali gli erano conferiti il pallio, il primato della seconda provincia ecclesiastica belga, ed alla sede arcivescovile di Reims veniva confermato il diritto di consacrare i Re di Francia. 

Continua... 

Andre Ravier 

                                                                            LAUS  DEO

                                                                           Pax et Bonum 

                                                             Francesco di Santa Maria di Gesù