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sabato 12 ottobre 2013

IL SANTO PAPA PIO X , TERZIARIO CAPPUCCINO - PARTE TERZA .


IL SANTO PAPA
PIO X
TERZIARIO CAPPUCCINO

LA CARITA’ DEL BUON PASTORE 

Carità evangelica esclusivamente dell’uomo di Dio , esercita senza sussiego ed anzi il più delle volte in segreto e con effetti sorprendenti .
Il Sarto fu di una tenerezza inesauribile verso gl’infelici , gli sventurati e i sofferenti nel corpo ma ancor più volse la carità a salvare le anime cadute e pericolanti . Charitas Christi urget nos .
Da Cappellano e da Parroco esercitò il Ministero - come devono esercitarlo tutti i Pastori delle anime per il bene spirituale e materiale dei Parrocchiani - come paterna carità , con sacrificio e con fiducia perenne nel ricambio della Provvidenza , nel rincalzo immancabile del Signore . Poiché se pensò che Cristo , benedicendo , aveva specialmente inteso di benedire i poveri in spirito , si sarà poi detto - il Santo Curato - che non della sola parola di Dio può vivere questo nostro povero corpo . E perciò ricco , quanto si può immaginare , di beni spirituali e viceversa poverissimo di beni terreni . Don Giuseppe spendeva le scarse risorse della Parrocchia a soccorrere la madre bisognosa e i poveri che andavano da lui , senza numerarli . La brama di soccorrere i bisognosi fu sempre in lui superiore alle possibilità .
Nel povero egli riconosceva Gesù .
E col povero divise il pane e gli indumenti .
Spesso si privò del necessario e , quando i soccorsi sorpassavano il limite delle sue povere entrate , piantava debiti , impegnava le cose personali . Se non c’è chi può testimoniare , del tempo che era Parroco di Salzano , che fosse lui stesso a portare i pegni al Monte di Pietà , c’è ancora chi si ricorda di avergli visto impegnare perfino le materasse del letto , mettendo bene spesso nell’imbarazzo le sue buone sorelle . Una volta , all’imbrunire d’una giornata sfibrante , piena d’intensa carità e più d’ogni altra evangelicamente operosa , ricevè la visita di una vedova , madre di cinque tribolati bambini . La donna versava nel cuore del suo Parroco la sua infinita miseria , piangendo . Quel giorno Don Giuseppe era triste e più povero di sempre . Ascoltava il calvario di quella madre infelice piangendo come lei , poi fra le lacrime che gli solcavano le gote : - Che potrò fare per te , madre dolorosa - le disse - io tribolato che sono ? Proprio oggi dovrei andare attorno a chiedere la carità a chi mi viene incontro per chiederla a me . Ma tu sei madre… hai cinque creature . Esse hanno ben diritto a vivere… Aspetta - fece interrompendosi brusco e rassegnandosi . Un lampo improvviso di carità impetuosa lo illuminò . Si assicurò che nessuno fosse in casa , chiamò , origliò . Nessuno rispose . Filò in cucina . Sul focolare c’era la pentola che bolliva . - Dopo tutto pensò - a noi può bastare il brodo . - Tirò fuori la carne e , volto alla donna : - Piglia - disse - questo è il companatico e questo è il pane . Ora va’ , fila - soggiunse basso e frettoloso come un manutengolo che regge il sacco - … e che nessuno ti veda… - E scomparve dietro l’uscio . Adorabile impulsività d’un ladro adorabile , nemico delle mezze misure , ignaro dei freni della prudenza , che non fa il bilancio fra il mio e il tuo nel modo usuale di tutti gli uomini Il mio a me il tuo a te bensì il mio e il tuo a te .

 < IL MIO E IL TUO TUTTO A TE >
Quando nel 1873 infierì il colera nel Veneto , il Sarto , nel fedele adempimento del suo dovere , restò al suo posto . Come l’Apostolo si fece tutto a tutti . Nulla omise per alleviare le conseguenze fatali dell’epidemia . Mons. Marchesan descrive così , brillantemente , un episodio della sollecita premura del Parroco di Salzano , nell’occasione del terribile flagello : << Sapendo che il primo dovere nell’assistenza degli ammalati spetta al Parroco , il Sarto non voleva che i Cappellani s’esponessero al pericolo ; ma ogni qual volta , accorreva lui stesso al letto degli infermi ; e il più delle volte non si prestava solo l’opera spirituale , ma altresì un’amorosissima assistenza materiale facendo , come vero infermiere , perfino le frizioni col ghiaccio .

< INFERIMIERE AL LETTO DEI COLEROSI >
Un giorno fu chiamato in fretta da un tale : - Signor Parroco - dice questo appena lo vede - son morto . - Eh non sei morto , no . - Sì , signor Parroco , son morto , mi confessi subito . - Sì , sì , ora ti confesso , e , voltosi ad uno della famiglia : presto - gli dice - va’ qui da Sògaro e fatti dare a nome mio un doppio di quel bon . Quello va e torna subito col doppio del vino . - Bevi , - disse allora Don Giuseppe al malato . - Signor Parroco non posso , non posso in verità . Bisogna notare che il nostro popolo , in tempo di epidemia , ha il pregiudizio che i medici e quelli che lo assistono gli somministrano dei veleniper mandarlo più presto all’altro mondo . L’Arciprete intuì , con la prontezza che sempre lo soccorse , il motivo di quel rifiuto e , versatone un bicchiere , bevve tutto d’un fiato dicendo poi : ora bevi tu . E l’ammalato a questa vista , divenuto obbediente , ne bevve un bicchiere , poi ne tracannò un secondo , e poi ancora un terzo e finalmente un quarto . - Adesso sta’ quieto , - disse il Parroco - e procura di sudare . Domani ritornerò a visitarti . - Il girono seguente l’infermo stava meglio >> . Questa regola di carità non mutò registro se pur non si accentuò quando fu Vescovo e Patriarca . Il primo atto al suo Patriarcato fu un appello alla carità : carità come la intendeva lui , lata , che abbraccia tutte le opere di Misericordia , corporali e spirituali . Nessuno era dimenticato . Satollò gli affamati , visitò gli infermi , suffragò i morti , consolò i carcerati , insegnò agli ignoranti , raffermò i dubbiosi . In qualche reclusorio si ebbero scene commoventissime di devozione e d’affetto per il Santo Vescovo ; e una volta un prigioniero , non potendogli dare altro , gli presentò un sonetto . Le rendite del Patriarcato . A lasciarlo fare , non gli sarebbero bastate per l’elemosina ; eppure era da queste che il Patriarca prelevava di più per i poveri della Diocesi .le cose andavan bene i primi due tre giorni del mese . Ma , dopo una settimana , cominciavano le dolenti note . Che farà ? Spender meno di quello che spendeva per sé ? Tanto valeva lasciarsi morir di fame .

< LA CAPPA ROSSA D’UN ALTRO > 
I veneziani avevano notato una certa disuguaglianza di colore nella cappa do seta scarlatta che il Cardinale indossava nelle occasioni . Sfido . Nessuno sapeva che la cappa era appartenuta al suo predecessore e che l’avevano fatta aggiustare e rammendare . Ma i rammendi non sono mai la roba nuova . A un suo amico , dallo stato di agiatezza precipitato nella miseria , disse : - Non ho proprio nulla per aiutarti . Ma ho questo Crocifisso di avorio . Prendilo , te lo do . - Il Crocifisso , antico , gli era stato regalato ed aveva un valore immenso . Era appartenuto ad un Santo Pontefice . Come i primi Vescovi dell’era cristiana per soccorrere i fedeli che morivan di fame , vendevano anche gli arredi sacri , il Patriarca Sarto regalò la preziosa Immagine a un cristiano tribolato . A un Parroco di Mantova che conosceva bene il cuore del suo antico Vescovo e che gli aveva chiesto aiuto per un’opera buona , scriveva da Venezia , accompagnando la lettera con una cospicua offerta : - Mi vergogno di mandarvi questa miseria . Ma non ho proprio nulla . Se a Mantova sono stato sempre povero , qui sono divenuto addirittura pitocco . -

< L’OROLOGIO DEL CARD. FERRARI > 
Un giorno incontrò in treno il Cardinal Ferrari - altra nobile figura di Pastore caritatevole nella sua Diocesi di Milano - e , vedendogli un bell’orologio d’oro , gli domandò scherzando : - Quante volte , Eminenza , ha fatto le scale del Monte Santo codesto orologio ? - Purtroppo punte - rispose l’interpellato sullo stesso tono scherzoso - perché chi me l’ha regalato ci ha fatto incidire lo stemma del mio monogramma . - che pecca - replicò il Patriarca - che peccà che anca mi no posso impegnar l’anello pastoral . E , con tutto ciò , gli pareva di far sempre poco . Come si trattava di poveri , tutto era sempre poco secondo lui . Sarebbe stato lo stesso se avrebbe avuto il pozzo di San Patrizio per svuotarlo per loro . Dire che la sua bontà era proverbiale a Mantova e a Venezia è dir poco . S’era fatto questa fama tra i suoi diocesani : il Patriarca ci vuol tanto bene che , quando morremo , per il piacere di rivederci , farà aprire per noi la Porte del Paradiso . Quando si recò a quel Conclave dal quale doveva sortire Papa Pio X e non far più ritorno a Venezia , essendosi risaputo che si era dovuto far prestare il danaro per il viaggio di andata e ritorno , i veneziani , esaltando la povertà e l’altruismo del loro amato Patriarca , dissero :- Poi X per la sua carità impegnerà anche San Pietro . - il suo nobile cuore ebbe campi sconfinati di esercitazioni . Dante lo avrebbe chiamato con l’aggettivo di San Domenico << Atleta >> della Carità .

< FRA GLI EMIGRANTI >
Era Vescovo a Mantova quando seppe che un gruppo di diocesani si preparava ad emigrare in America . Li volle visitare . E quando fu in mezzo a loro , parlò col cuore sanguinante , come un babbo , ai figlioli infelici che la miseria spingeva ad abbandonare , forse per sempre , il suolo della patria . Piangeva lui , piangevano tutti . L’Abate Padre Benedetto Pierami che fu il Postulatore della Causa di Beatificazione di Pio X , ha questo episodio di sapore evangelico .
E’ delizioso come una parabola di Gesù : << Un tale , commerciante , che stava a Mantova , aveva scritto , senza firmarlo , un libello , pieno di diffamazione contro il suo Vescovo . Il Vescovo non tardò a scoprire l’autore e si mise tosto a pregare per lui . A chi lo consigliava di fargli causa rispondeva : - Quel disgraziato ha più bisogno di preghiere che di castighi . << Passa un po’ di tempo e quest’uomo si trova tutto a un tratto rovinato . I creditori si slanciano contro di lui ; il fallimento era troppo certo ed essi avrebbero voluto che fosse dichiarato fraudolento . Tutto era perduto , allorchè una mano , anche quella anonima , riparò tutto il male . Il Vescovo di Mantova fece chiamare una vecchia signora dedita alle opere buone e le disse : - Lo vedete è un disgraziato ; non si può chiamare diversamente . Andate a trovar sua moglie e portatele questa . -

< “ PATER DIMITTE ILLI ” >
Parlando prendeva dal suo banco la grossa somma occorrente e la metteva in una busta : - Soprattutto - aggiunse - non dite che sono io che li mando . Se poi insistettero troppo potrete dire che la persona la quale ha messo insieme questa somma di danaro è la più pietosa delle dame , la Vergine del Perpetuo Soccorso >> .
Quando il flagello del terremoto , nel 1905 e nel 1908 , si abbattè sulle disgraziate provincie di Reggio e di Messina il contegno di Pio X fu quello di un Padre e di un Santo . Pregò fervorosamente per i morti che improvvisamente erano comparsi al Tribunale di Dio , per i feriti , per gli orfani abbandonati e poi provvide rapidamente per i soccorsi . All’appello di lui tutti con slancio e generosità . Il sentimento della responsabilità era fortissimo in lui . Tanto che salì tutti i gradini della scala gerarchica , adattandosi alla Volontà della Provvidenza , con le lacrime agli occhi . Una prova di come sentisse il suo Ministero Sacerdotale è il fatto singolare e quindi nuovo in Vaticano , che i primi anni del Pontificato , aveva voluto spiegar lui il Vangelo ai suoi diocesani di Roma , adunandoli ogni domenica , a turno , dalle varie parrocchie dell’Urbe , nel cortile del Belvedere . 

< IL PAPA RITORNATO… PARROCO > 
Quella volta naturalmente non poteva dire , come aveva detto da Parroco e da Cardinale << sono un povero Papa di campagna >> ma nel fatto volle mostrare che anche il Papa è un Vescovo e un Vescovo formato alla scuola della parrocchia . Fortunati quei diocesani che ascoltarono il Vangelo , spiegato da tanto Parroco ! Del resto Pio X aveva , più volte , affermato il principio che << tuti i ga dirito de vedar el Papa e no soltanto quei che ga bezi >> .
L’educazione dei giovani fu sempre una delle mire del suo Sacerdozio in ogni tempo .
A Tombolo , quand’era Cappellano , istituì una scuola serale per togliere i giovanotti alle cattive occasioni . Con questo ingegnoso stratagemma attrasse nella sua orbita tutta la gioventù scioperata del luogo e intanto seminava nei loro cervelli bucati qualche garno di sana morale .

< “ NON BESTEMMIATE PIU’ ” >>
 Quando si venne al’ergo e i giovani domandarono al Cappellano come avrebbero potuto rimunerarlo dell’amorosa fatica il Cappellano rispose : - Che non bestemmiate più , ecco la ricompensa . Coi fanciulli fu di uno zelo ancora più adorabile ; si mescolava persino ai loro giuochi per toglierli alle cattive compagnie dove avrebbero imparato bestemmie e oscenità . Grandi o piccoli , egli cercava sempre la salvezza delle anime .  
Pratico del mondo , conoscitore del bene e del male , correva dietro alle pecore contumaci : - Vogliano o non vogliano - diceva - le richiamerò erranti , le cercherò perdute , dovessi straziarmi fra i triboli della selva , cacciarmi nei luoghi più stretti , battere tutte le siepi , con quante forze mi darà il Signore scorrerò per ogni posto a richiamare l’errante , a cercare lo smarrito . Bontà e saggezza giocavano insieme , anzi la saggezza , essendo impersonata nella bontà , ora giocava l’una ora l’altra . Quand’egli andò a Mantova , il clero , di quella diocesi non brillava per zelo e austerità di vita . Ci volle il tatto del nuovo Vescovo per ridonare ai suoi preti quello spirito di ardente e dignitosa pietà che aveva reso famosi nei secoli passati i Vescovi e gli Abati della città di Sant’Anselmo e di San Luigi Gonzaga . Se occorreva correggere qualche Parroco che scantonava , lo faceva senza recriminazioni e senza schiamazzi . Anche in questo troppo accorto il Sarto per battere vie che potessero condurre a guai peggiori ! In questi casi preferiva correggere dando lui stesso esempi edificanti . Se l’uomo in questione era niente sensibile , doveva sentirsi mortificato più che se avesse avuto una forte reprimenda . Un prete è pigro ad alzarsi la mattina per andare in Chiesa a fare i suoi offici ? Monsignor Sarto lo sa . Esce all’alba , inosservato , dal palazzo , va a quella parrocchia di quel tal prete , entra in Chiesa , si chiude in un confessionale e comincia a Confessare lui i parrocchiani che aspettano in fila dinanzi al Tribunale di Penitenza . Lo sbigottimento del Parroco , quando lo sa , e più facile immaginarlo che descriverlo . E quando si incontrerà faccia a faccia con lui il Vescovo non gli minaccerà tuoni e fulmini con occhi truci di falco , ma gli dirà bonariamente : - Signor Parroco , non dico che sia peccato da dannarsi un pisolino di più la mattina , e magari andare a caccia quando la caccia c’è ; ma quando lei ha di questi impedimenti , li chiami pure bisogni , me lo faccia sapere . Mi mandi pure e chiamare . Vengo io a farle il servizio della parrocchia . 


< I PRETI IN BICICLETTA >
Così pure proibì i preti di Mantova di andare in bicicletta . L’uso era diventato abuso nella diocesi ed egli troncò di netto con una ordinanza che non ammetteva repliche . Un giudizio perentorio tagliava corto a tutte le istanze e discriminazioni : << Se non è proprio un’ignominia questo ordigno fa però ai pugni con la dignità e la gravità che deve rendere rispettabile il Ministero di un Sacerdote . Basta >> . E le biciclette sparirono dall’uso dei Sacerdoti . Di carattere sensibilissimo era facile alla commozione . Ma questo non vuol dire che non sapesse essere anche energico e severo , quand’era necessario , senza tentennamenti e autoritorsioni delle decisioni che aveva preso dopo matura riflessione . Sdegnava gli infingardi , i pigri spirituali , gli schiavi dei rispetti umani , gli impostori . In quanto al clero , lo amava più delle sue pupille , ma contro i travalicatori , senza essere implacabile era severissimo . Vero è quando doveva fare delle paternali si commuoveva e quasi sempre gli cascavano i lucciconi .

< PREFERIRE LA QUALITA’ AL NUMERO > In quanto alle VOCAZIONI , va ricordato che , mandato a Mantova in uno dei momenti più critici per la rarefazione dei Sacerdoti , dopo tutto non voleva che i SEMINARI si riempissero di infingardi , CAPACI DI BUTTARE VIA LA TONACA ALLA PRIMA OCCASIONE , A COSTO DI LASCIARLI SPOPOLATI . 
La messe essendo tanta e gli OPERAI scarsi auspicava e promuoveva INDEFESSAMENTE le VOCAZIONI ; ma sempre , com’è naturale , INCULCAVA DI PREFERIRE LA QUALITA’ al numero . Provvido e saggio pensare di un Pastore che sapeva il fatto suo .

TESTO TRATTO - IL SANTO PAPA PIO X - OPERA DELLE BIBLIOTECHE FRANCESCANE 
ALESSANDRO FRANCINI BRUNO 
UNIONE FRANCESCANA , VIA DEI CAPPUCCINI 28 - FIRENZE - 1936 .

 
LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano