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giovedì 13 novembre 2014

BEATO MARIE JOSEPH CASSANT - MONACO CISTERCENSE TRAPPISTA - PARTE PRIMA.



MARIE-JOSEPH CASSANT 
Monaco Cistercense Trappista 
Beato 
DIMORARE NEL CUORE DI GESU' 


Chi conosce “Le Gaillots”? Questo luogo è in Francia ed è situato nel territorio di Casseneuil, nel Dipartimento del Lot-et-Garonne. E' una terra molto fertile quella di Le Gaillots, coltivata prevalentemente in vigneti e alberi di susine. La terra e i frutteti richiedono una cura assidua, ma il raccolto abbondante ricompensa comunque l'uomo per la sua fatica. 
In questa regione troviamo imponenti fattorie, la loro fattezza e robustezza riflettono la prosperità dei propretari. Pierre Cassant, nato il 3 luglio 1841 e morto il 28 novembre del 1921, ha un carattere forte, conosce il suo mestiere e lavora con fierezza lungo tutto l'anno. A casa, ecco la moglie, Marie-Anais, nata il 6 ottobre 1845 e morta il 23 agosto del 1936, conduce una vita laboriosa specialmente nel provvedere alla grande casa-fattoria. La famiglia è molto credente e tutti alla Santa Messa domenicale e alle grandi feste di precetto. Pierre fa anche parte del consiglio parrocchiale e avrà modo di donare alla parrocchia una campana e le vetrate della cappella del Fonte battesimale. 
Nella loro fattoria accolgono anche i poveri del territorio e li aiutano con encomiabile generosità. Pierre ha due sorelle religiose presso l'Istituto delle Dame della Croce e il loro convento è ubicato proprio a Casseneuil, vicino alla chiesa parrocchiale. Suor Marie è dedita al servizio di sacrestana e Suor Filomena si occupa dell'educazione dei bambini del paese. 
Grande gioia per tutti alla nascita del secondo figlio di Pierre e Marie-Anais, nato il 6 marzo 1878 e battezzato il giorno seguente nella chiesa parrocchiale di Casseneuil con il nome di Pierre-Joseph. Il piccolo veniva tuttavia chiamato dai suoi cari Joseph ed è la gioia della grande casa dei Cassant. Fin dall'infanzia Joseph scopre la bellezza della chiesa parrocchiale, vi si reca sovente per la Messa domenicale e non solo. Le candele dell'altare, la fattezza delle belle statue dei Santi attirano la sua attenzione. I suoi occhi di piccolo fanciullo seguono i movimenti del sacerdote durante le liturgie. A casa, il piccolo Joseph imiterà i gesti del suo parroco e a modo suo gioca a celebrare messa ripetendo i canti del graduale. Emile, la sorella, non sembra gradire quel genere di occupazioni e i giochi del fratello Joseph; più tardi racconterà: “La sua vita fu la preghiera”. La loro cuginetta Canié, testimonierà al processo canonico di aver udito spesso ripetere al piccolo Joseph: “Tutto per Gesù”. 
Alcune religiose doneranno a Joseph per il Santo Natale una statuetta di Gesù di cera. Joseph la collocherà nella sua stanza, accanto al suo lettuccio e durante la giornata, così come nel cuore della notte, il piccolo si volgerà verso quella statuetta per pregare. Purtroppo un giorno la statuetta di Gesù cadde a terra rovinosamente e si ruppe, il piccolo Joseph cercò di riparare e ricomporre i pezzi della statuetta di cera, ma senza riuscirvi; finché non gli fu donata un'altra statuetta ma questa volta di terracotta. Joseph riserverà alla nuova statuetta lo stesso culto e la stessa fervorosa devozione fino all'età di 12 anni. 
Dove condurrà il nostro piccolo Joseph questa sua amicizia tutta per Gesù? 
I suoi famigliari, i genitori per primi, iniziarono a pensare all'avvenire di Joseph. Il 7 marzo 1884 compie 6 anni. Emile, la sorella, condurrà Joseph a 2 chilometri dalla fattoria dei Cassant, non lontano da Casseneuil. Quì vi era un pensionato-educandato retto dai Fratelli di San Giovanni Battista de la Salle, dediti all'educazione e all'istruzione dei fanciulli in un clima di gioia. 
Fino all'età di 9 anni, Joseph vivrà nell'educandato dei Salettiani come semi-convittore. Egli sperimenterà tutto il disagio di passare dalla calma della casa paterna al “caos” delle animate ricreazioni dell'educandato. La giornata nel convitto dei Salettiani inizia in cappella con la Santa Messa, dopo la Messa ogni bambino si dedica allo studio. Joseph imparerà a leggere, a scrivere e Fratel Luc sarà per il piccolo un vero e buon pedagogo paziente. 
I risultati dell'apprendimento del piccolo Joseph sono soddisfacenti. Dal 1887 al 1888, Joseph si trova in una classe composta prevalentemente da coetanei, tuttavia, poco a poco, i programmi di studio si fanno per Joseph più pesanti e non riesce a seguire il passo come vorrebbe e come risultava così facile per i suoi compagni. Non si discute la sua applicazione, difatti conquisterà ben 22 biglietti d'onore durante i quattro anni di educandato. Gli insegnanti sono unanimi: Joseph è studioso, laborioso, si applica......, egli fa tutto il possibile, è docile ai consigli dei formatori, studia e si sforza di studiare, ma la memoria visiva deve poter sostenere la memoria intellettuale. 
Joseph fisserà questo motto, questo metodo per tutta la sua vita: mattina e sera legge e rilegge i suoi appunti, studia sui suoi libri. Si dirà di lui che era un allievo pieno di buon senso, sempre diligente e serio ma.......con poca capacità di apprendimento. 
Non brilla nella sua classe, soprattutto in ragione della sua memoria limitata. Scriverà Dom Chenevière: “Joseph non ha l'attitudine e l'agiatezza degli spiriti brillanti e dei contemplativi dotti”. Comunque sia, Joseph dimorerà con semplicità e tranquillità nella scuola dei Salettiani. Sarà così anche quando torna a casa durante le vacanze per aiutare i suoi cari nel raccolto dell'uva e delle susine. Un anziano, compaesano di Joseph, testimonierà: “Joseph fu amato da tutti perché lui era sempre gentile con tutti e amichevole con ogni persona”. 
Il suo desiderio di diventare sacerdote era risaputo da tutti. Per prepararlo, affinché potesse essere ammesso al seminario minore, Padre Tulle, vicario parrocchiale, iniziò a insegnarli il latino......, così come Padre Brovens presso l'educandato dei Salettiani. Questi sacerdoti comprendono e incoraggiano Joseph. Ma lo studio del latino risulterà difficile per il nostro piccolo fratello, vi si applicherà ugualmente con tutte le sue forze, sacrificando il tempo libero e le ricreazioni. 
Fratel Hévien, nell'educandato, preoccupato per la salute del giovane Joseph, suggerisce ai confratelli di “usare la massima moderazione con il figliolo”: “ Egli farà quel che può e Dio farà il resto”. 

Fine prima parte.

Da: Demeurer dans le Coeur de Jésus, Fr. Jean-Christophe (Abbaye Sainte-Marie-du Désert, près Toulouse). Editions Traditions Manastiques 2008. 
Traduzione e adattamento dal francese a cura di Enzo Digrandi 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano