MARIE-JOSEPH CASSANT
Monaco Cistercense Trappista
Beato
DIMORARE NEL CUORE DI GESU'
Sui passi dei Padri
Il 30 novembre 1894, Joseph lascia la sua famiglia. E' un momento difficile per tutti, è l'ora degli addii. Papà Pierre, mamma Marie-Anais ed Emile non sembrano condividere la decisione di Joseph. Lui avvertirà nel suo cuore tutta la sofferenza dei suoi cari.
Emile, la sorella, lo accompagna fino all'abbazia, resterà fino al giorno dopo quando farà ritorno, da sola, a Casseneuil. Joseph invece passerà qualche giorno nella foresteria del monastero, entrerà in clausura il 5 dicembre. Ha soltanto sedici anni e nove mesi.
Nella sua lettera ai suoi cari li rassicura scrivendo loro: “La mia partenza è stata triste, ma spero che adesso tutti voi siate contenti. Io mi sento molto felice di trovarmi in questo luogo...Abbiamo tre pasti al giorno, il vitto è di magro ed è molto buono e molto sostanzioso”.
Inizia ad iniziarsi, ad addestrarsi alla preghiera, al domino su sé stesso, alla rinuncia. Il suo grande desiderio: essere interamente di Dio alla scuola del servizio del Signore. Senza saperlo, trova nel Direttorio dell'Ordine molte delle devozioni che lui stesso amava e seguiva particolarmente nella sua Casseneuil: la devozione all'Eucarestia e alla Passione di Gesù, la devozione al Sacro Cuore, alla Vergine Maria, a San Giuseppe, le preghiere per le anime del purgatorio.
In una sua lettera scrive: “Questa vita mi coinvolge....Ringraziate Dio di avermi condotto qui. Abbiate fiducia in Dio ed io pregherò per voi”. Aggiunge nello scritto tutto il suo affetto, la sua gratitudine e un buon giorno per quanti lo conoscono. La sua nuova famiglia è il monastero e in questa famiglia vi è un padre che è l'abate e dei fratelli che sono i membri della comunità monastica.
Adesso facciamo un po' di storia tutta da scoprire. Sul finire del V° Sec., incontriamo San Benedetto Abate con dei suoi discepoli a Subiaco, successivamente a Monte Cassino redigerà e donerà loro una Regola di vita, prima della sua morte avvenuta nel 547. Joseph resterà ammirato per l'espansione dell'Ordine benedettino nel Medio Evo per tutta l'Europa così anche per la storia della fondazione di Cluny dalla quale dipenderanno più di duemila monasteri.
Ma nel XI° Sec., il fervore iniziale nei monasteri benedettini si affievolì al punto da suscitare delle riforme della vita monastica per un ritorno alla purezza e fedeltà dell'originario carisma. Nel 1098 una di queste riforme vide la nascita di Citeaux, con i suoi primi abati: Roberto, Alberico, Stefano. Da questa fondazione, il giovane Bernardo de Fontaine e alcuni suoi compagni monaci, furono inviati nel 1115 a fondare il monastero di Clairvaux e Bernardo ne divenne il primo abate. Il “futuro” San Bernardo di Chiaravalle contribuirà molto all'espansione dei benedettini Cistercensi. Presenti in tutta l'Europa, sul finire del XVI° Sec., conteranno ben 600 monasteri.
Dopo un tempo di “rilassamento” della vita monastica, dovuto anche alle commende (l'abate non veniva eletto dalla sua comunità ma era nominato arbitrariamente dal Re di Francia), spunta una nuova sorgente alla Trappa, in Normandia, dove l'abate de Rancé, dopo la sua conversione, intraprende nel 1664 la riforma della sua comunità monastica. Nel suo libro Sulla santità e sui doveri della vita monastica, l'abate de Rancé opta ed esorta a riscoprire “l'amore per il Signore”: “Voi non potete immaginare che l'integrità attraverso la quale potete guardare a tutte le vostre regole, le vostre fedeltà ai digiuni, le vostre veglie, il vostro lavoro, le vostre mortificazioni, il vostro silenzio e le altre vostre austerità, sussistono per voi per poter conquistare, tramite questi doveri, l'amore di Dio e ad amare Dio. La carità di Dio è una disposizione tutta interiore..... , risiede dentro il cuore ed è il cuore e con il cuore che si ama nella verità. L'amore è un affezione del cuore; quando il cuore non vi anela più, egli non è più un amore credibile”.
L'amore si prova con le opere e in primo luogo attraverso una penitenza espiatrice dei propri peccati.
Alla fine del XVIII° Sec., una terribile prova: la Rivoluzione francese sopprime le abbazie. Rifiutando questa crudele violenza, l'anziano Maestro dei novizi della Trappa, Dom Augustin de Lastrange, raggruppa dei monaci volontari per raggiungere la Svizzera presso la Valsainte. Dalla Svizzera iniziò una vera e propria odissea monastica, la prepotenza e i veti imposti dai rivoluzionari napoleonici non impedì ai Trappisti di raggiungere l'Austria, la Russia, la Germania del nord e persino le terre del nuovo mondo. Al termine di tale odissea, Dom Augustin poté tornare in Francia per ristabilire e riaprire molti monasteri cistercensi trappisti.
Fu alla Trappa d'Aiguebelle, nel Drome, che la diocesi di Tolosa fece richiesta nel 1849, di una fondazione di monaci a Bellegarde-Sainte-Marie, luogo di pellegrinaggio mariano. Il clero locale, convinto che i Cistercensi venerano la Vergine Santa e sono dediti alla preghiera e al lavoro manuale, spera che la comunità Cistercense potrà essere un buon esempio di vita cristiana per la popolazione rurale della regione.
Il 21 dicembre 1852, arriveranno i primi due monaci e tre fratelli conversi. La gente del paese aveva iniziato a costruire una dimora per i monaci, ma al loro arrivo tale struttura non era ancora abitabile. I monaci si sistemeranno in delle capanne e lì passeranno l'inverno. “E' meglio che a Betlemme”, rispondono i monaci a quanti li compatiscono. L'arrivo dei nuovi monaci permetterà di costruire l'attuale abbazia di Santa Maria del Deserto nel 1867.
Com'è la vita monastica all'arrivo di Joseph Cassant?
Nel 1892 il Santo Padre Leone XIII aveva riunito in un solo Ordine ben tre congregazioni di Trappisti e ne approverà, nel 1894 le nuove Costituzioni. Gli eccessi del XIX° Sec., sono tralasciati, vi è un ritorno alla tradizione anteriore a Rancé, tuttavia le consuetudini di una spiritualità austera persistono e si riflettono nel Direttorio dei novizi del 1869. Joseph copierà nelle sue carte molte parti del Direttorio.
Un Direttorio che si sofferma a descrivere la vita del Trappista come quella di un religioso penitente, il quale deve persuadersi che egli è venuto al mondo nella solitudine unicamente per soffrire. Ma il Direttorio, sottolinea fortunatamente anche altri aspetti della vita monastica trappista: la penitenza è un frutto dell'amore; la croce non ha senso se non è portata con amore; l'orazione è l'anima della vita religiosa.
Solo nel 1910, con il Santo Padre Pio X, si arriverà a redigere un nuovo Direttorio orientato prevalentemente ad esaltare la vita interiore del carisma cistercense Trappista.
Il Maestro dei novizi, il Padre André Malet, consapevole dell'austerità del Direttorio, vigente all'epoca dell'ingresso del nostro Joseph nella Trappa, saprà adattarlo in funzione di ciascun candidato alla vita monastica, per facilitare l'ingresso di ciascuno alla vocazione monastica nel cammino della penitenza e della contemplazione.
Da: Demeurer dans le Coeur de Jésus, Fr. Jean-Christophe (Abbaye Sainte-Marie-du Désert, près Toulouse). Editions Traditions Manastiques 2008.
Traduzione e adattamento dal francese a cura di Enzo Digrandi
LAUS DEO
Pax et Bonum
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano