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lunedì 28 marzo 2016

MODELLO DI NOVIZIO FRA CANDIDO MARIA DA MAZZARINO - PARTE SETTIMA.




XIII 
Mortificazioni 

La mortificazione cristiana si estende a tutto l’uomo, interno ed esterno, e come dice bene l’autore dell’Imitazione di Cristo, << si progredisce nella perfezione, in proporzione degli sforzi che si compiono per mortificarsi >>. 
L’uomo tende sempre ad espandersi, a godere,a soddisfare i suoi appetiti e le molteplici sue tendenze, che sovente contrastano la legge santa di Dio, e sono quindi d’impedimento all’acquisto della santità e del fine per cui siamo creati. 
Uno dei compagni (1) ci assicura: << A refettorio, io stavo seduto vicino a lui, e m’accorgevo che raramente mangiava tutta la frutta o i dolci, quando c’erano; molto più di rado prendeva vino >>. Il che viene avvalorato e categoricamente confermato da Padre Bernardino da Sortino, che nel Noviziato successe a Padre Simplicio: << Nel Noviziato - egli dice - a mensa non bevette mai vino, né mangiò frutta né dolci >>. 
Da noi si suole in certi giorni dell’anno mangiare in ginocchio a pane e acqua. L’otto Marzo troviamo nel Diario queste note: << Tutti i venerdì sono belli, poiché si fa silenzio e si medita la Passione del Signore, ma io sento una più grande gioia nei venerdì di Marzo, perché si fa pane e acqua, e sono più vicino al gran giorno del Venerdì Santo >>. Nel seguente venerdì scrive: << Anche oggi, come nei precedenti venerdì, ho sofferto un po’ a stare in ginocchio e a mangiare solo pane ed acqua. Ma poi ho pensato a Gesù, ai suoi numerosi patimenti, al suo lungo digiuno nel deserto. Pensavo: io almeno ho questo pane; ma Gesù cosa aveva nel deserto? >>. 
Si era scritto di proposito di << non bere mai fuori mensa >>, e vi rimaneva fermo. 
Infatti uno dei compagni (2) ci assicura: << Che non beveva quasi mai fuori mensa >>. Racconta uno (3): << era fine d’anno, e al mattutino di mezzanotte si doveva andare alle 11,30, per far coincidere il Te Deum di ringraziamento alle 12 precise. Quando mi alzai da letto, sentivo una sete fortissima, e mi ero deciso a bere, poiché essendo prime della mezzanotte, non mi impediva di fare l’indomani la santa Comunione. Lo dissi a Fra Candido, allora decano, e mi rispose: << - Finisce l’anno, fratello mio, fate una mortificazione. - Il che mi edificò, poiché mi fece pensare come fosse sua abitudine la mortificazione >>. 
La vigilia di taluni giorni più importanti, come il venerdì di Marzo e le festività più principali, il Padre Maestro offriva loro una pastiglia di chinino da tenere in bocca. 
Adattando l’adagio degli antichi, in amplitudine salus, alle cose dello spirito, diceva loro come tutto assuma sapore dolce, se si abitua la bocca all’amaro; e che tutto sembra amaro, quando la bocca è abituata al dolce. 
Fra Candido scrive: << Questa mattina il Maestro ci ha dato una pillola di chinino da tenere in bocca, in ricordo del fiele amarissimo dato a Gesù in croce prima di morire. Sentivo un po’ la ripugnanza e volevo rigettarla; ma ho pensato a Gesù e ai suoi patimenti lungo tutta la Passione, e mi sono quietato. Quanto ha sofferto Gesù per me! Quanto poco soffro io per lui! Oh eccesso d’amor del mio Dio! >>. 
Tra tutte le mortificazioni la più importante è senza dubbio quella della volontà, per cui nella vita religiosa si emette il voto d’obbedienza. 
<< Non andava mai in giro - ci dice un compagno - senza munirsi dell’obbedienza >> (4), mentre un altro più esplicitamente aggiunge che << dalla stanza di studio non usciva mai senza bisogno e senza permesso >> (5). 
Voleva con diligenza dipendere dall’obbedienza, poiché << l’uomo obbediente - come dice la scrittura - è quello che canta vittoria >>. 


XIV 
 Carità 

Amava tutti i compagni. Padre Ludovico da Mazzarino scrive: << Soffriva quando vedeva nel seminario punire qualche compagno, e talora mi pregava d’intercedere io >>. I compagni lo ricordano tutti: << Non negava l’aiuto a nessuno >>, dice uno (6): << richiesto si prestava ad aiutare i deboli e meno intelligenti >>, aggiunge un altro (7): << li amò tutti indistintamente >>, assicura un terzo (8); anzi, come rivela bene un quarto (9), << mai dalla sua bocca si udì mormorazione alcuna, e una volta confidò ad un collega di non esserci caduto neanche in passato >>. 
Un compagno racconta (10): << Ecco una lezione di carità ch’egli m’impartì con la sua abituale ingenuità qualche settimana prima di ammalare e morire, lezione che fa vedere quanto la virtù aggiungesse al suo carattere. Lo avvertii un giorno di compiere un ufficio che aveva dimenticato. Soddisfatto questo suo dovere, venne a ringraziarmi, e poi aggiunse: - Per fare completa la vostra carità avreste dovuto supplirmi, e poi avvisarmi d’essere più vigilante. - Ciò fa pensare - conclude il giovane - quale fosse il suo metodo nel fare carità >>. 
Il Padre Maestro spiegava come ci fossero nel mondo non poche anime generose che pregano molto e s’immolano per le vocazioni ecclesiastiche, pei chierici, religiosi e tutti coloro consacrati a Dio. E a tale scopo aveva stabilito ogni martedì l’applicazione della Comunione, di orazioni e giaculatorie. 
<< Stamattina ho fatto la Comunione pei Benefattori spirituali - scrive egli nel Diario ai 31 Agosto. - Essi pregano per la mia santificazione. Ma vi attendo io davvero? Fa’, o Gesù, che vi attenda sul serio, per corrispondere al fine per cui i benefattori pregano >>. 
Il 1° Settembre altri 14 giovinetti, provenienti dal seminario di Gela, indossavano pure l’abito cappuccino ed entravano nel noviziato di Calascibetta. 
<< Tornavo con la mente al 2 Febbraio quando anch’io, inginocchiato ai piedi dell’altare, compivo quest’atto. Che grande grazia ha largito il Signore ad essi, togliendoli dal mondo! >>. << Ho applicato la santa Comunione per loro affinchè cominciono bene il loro noviziato, per terminarlo meglio. Pensavo: Quanto sono felici! O Signore, fa loro conoscere la grande importanza di far bene il noviziato, incominciando fin da ora. Potessi ricominciare anch’io, poiché conosco la mia tiepidezza e infedeltà. Gesù, fa che possa anch’io riparare… >>. 
<< Nei Santi - dice San Paolo - 
tutto coopera in bene e tutto fornisce 
motivi d’amore e di santità >>. 

(1) Fra Aurelio da Ferla. (2) Fra Vittori da Gela. (3) Fra Leonardo da Licodia. (4) Fra Giovanni da Palazzolo. (5) Sebastiano Fava,da Palazzolo. (6) Fra Donato da Niscemi. (7) Fra Gioavanni da Palazzolo. (8) Fra Fra Vito da Mineo. (9) Giovanni Stornello. (10)  Fra Marino da Sortino.


FONTE:
PADRE SAMUELE CULTRERA - MODELLO DI NOVIZIO
FRA CANDIDO MARIA DA MAZZARINO CAPPUCCINO
SCUOLA SALESIANA DEL LIBRO ROMA 1944 - VIA TUSCOLANA 361


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano