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venerdì 5 agosto 2022

IL PATRIARCA DEI CERTOSINI SAN BRUNO PARTE TERZA - prima

 IL PATRIARCA DEI CERTOSINI

SAN BRUNO 

PARTE TERZA PRIMA



MAESTRO  BRUNO

Al termine degli studi fece forse Bruno un breve soggiorno a Parigi? Ricevè gli Ordini Sacri? Predicò? In quali regioni?… Tanti punti oscuri, riguardo siamo privi di documenti attendibili, salvo l’indicazione di un Titolo Funebre da cui sarebbe rischioso trarre conclusioni troppo precise: << Multos Faciebat sermones per regiones >>. Un semplice chierico aveva studiato ed era fornito di titoli della scuole di Reims poteva essere chiamato a predicare davanti al popolo. Allo storico Bruno certamente farebbe luce il sapere quando ed in quali circostanze egli fu promosso canonico della collegiata di San Cuniberto di Colonia. 

Purtroppo non conosciamo che il fatto stesso, trasmessoci da Manasse, arcivescovo simoniaco di Reims: << Questo Bruno, egli dice nella Apologia che indirizzo a Ugo di Die ed al Concilio di Lione nel febbraio del 1080, questo Bruno non appartiene al mio clero; non è pure nato né è stato battezzato nella mia diocesi: è canonico della collegiata di San Cuniberto a Colonia nel regno teutonico >>. Riguardo al tempo e alle circostanze di detta nomina si possono formulare delle ipotesi. La prima consiste nel riallacciarla alla riorganizzazione della collegiata di San Cuniberto, fatta dall’arcivescovo di Colonia Herimann II; detta collegiata fu di nuovo dotata di 24 canonici. Forsechè Herimann volle allora onorare la famiglia di Bruno e creare per bruno stesso, le cui doti già affermavano, un vincolo personale con la Chiesa di Colonia? 

In tale ipotesi Bruno sarebbe stato nominato canonico fin dalla prima giovinezza. Ovvero bisogna attendere il tempo in cui la bontà dell’insegnamento impartito lo renderà celebre? Colonia in tal caso avrebbe voluto partecipare all’omaggio che veniva reso ad uno dei suoi figli; da parte nostra propendiamo per detta opinione. Un’altra ipotesi sovente è stata avanzata: nel 1077 o poco dopo, al tempo della sua lotta contro Manasse, Bruno si sarebbe orientato verso Colonia; ma tale ipotesi no sembra vero simile: oltre che i documenti sembrano indicare ch’egli rimase dal conte Ebal di Roucy col gruppo dei canonici che si opponevano all’arcivescovo simoniaco, come si sarebbe potuto rifugiare a Colonia ove avrebbe trovato una condizione di cose ancor più grave di quella di Reims? Dal marzo del 1076 l’imperatore Enrico IV aveva imposto a Colonia un intruso, Ildufo, contro cui clero e popolo, fedeli a Gregorio VII, insorgevano invano… 

Allo stato presente delle ricerche bisogna che ci conteniamo del semplice fatto innegabile: Bruno è nato verso il 1030, come già si è detto -- ci si pone un problema: tra la fine dei suoi studi e la nomina alla carica di gran maestro e direttore delle scuole di Reims, verso il 1056, che cosa fece Bruno? Quale fu la sua vita? Come occupava il tempo? Sembra che una risposta sia necessaria. Non è concepibile che a Reims, meno che in qualsiasi altra città, la gravosa carica di << summus didascalus >>, di responsabile degli studi, sia stata conferita ad un professore che non avesse dato prova della sua capacità. Se Bruno soggiornò a Parigi od a Colonia, di breve durata furono i suoi soggiorni. Tanto più che Bruno, ancora prima di essere nominato maestro e direttore degli studi, od almeno lo stesso tempo, fu elevato ad un’altra dignità, cioè promosso canonico della cattedrale di Reims. Non era un onore dappoco l’appartenere a quell’illustre capitolo metropolitano. 

<< Bruno, Ecclesiae Remensis, quae nulli inter Gallicanas secunda est, canonicus… >>, la Chiesa di Reims in quel tempo non era superata da alcun’altra Chiesa di Francia, dice la cronaca Magister…. Tale gloria non è usurpata. Reims figurava allora come metropoli; celebre e potente era il suo capitolo cattedrale che contava 72 canonici ed era retto dalla Regola che nel 816, per suggerimento di Ludovico il Pio, il Concilio di Aix-la-Chapelle aveva elaborato per i canonici. Regola monastica e la libertà del chierico: il canonico sottomesso alla d’Aix rimaneva secolare, conservava i suoi beni, aveva casa propria e godeva di redditi; le prescrizioni concernenti il digiuno erano precise, ma abbastanza moderate; una certa vita in comune era imposta, senza essere assoluta né troppo rigorosa. 

Tale moderazione poteva forse in certi capitoli cattedrali far cadere nella mediocrità ma sembra che non fosse questo il caso di Reims. Verso il 980 il capitolo metropolitano remese era adottato quale esempio di perfezione << in castitate, scientia, disciplina, in correptione et exhibitione bonorum operum >>, ed al tempo di Bruno meritava tale elogio. Quando l’arcivescovo Gervasio in due delle collegiate della sua diocesi ( in quella di San Timoteo nel 1064 e in quella di San Dionisio nel 1067 ) i canonici regolari, che vivevano sotto più stretta osservanza, specialmente riguardo alla vita comune ed alla povertà, il capitolo della cattedrale non accolse tale riforma. 

Bruno pertanto fu canonico del clero secolare, e mai canonico regolare. Nel corso dei secoli gli arcivescovi di Reims ed altri benefattori avevano riccamente dotato il capitolo della loro cattedrale. Lo stesso San Remigio ( morto verso il 533 ) per primo ne aveva dato l’esempio: ai chierici della cattedrale --- aveva proprietà a sud della Loira ed in Germania fino alla Turingia. Ogni vescovo poi in occasione della sua intronizzazione s’impegnava di rispettare detto patrimonio. I redditi di tali proprietà ogni anno venivano divisi tra i canonici; Bruno pertanto, alla pari di tutti gli altri membri capitolari, dovette ricevere la parte che gli spettava di tale ricchezze…

Detti redditi venivano ad accrescere il suo patrimonio che molto verosimilmente non era trascurabile. Due Titoli Funebri della cattedrale di Reims ( 52 e 53 ) ci fan sapere che al momento della partenza da codesta città egli godeva di abbondanti proventi ed era << divitiis potens >>. Pertanto, se si giudica da quel che ci è dato di conoscere della vita dei canonici di Reims in quel tempo, ecco come viveva Bruno, canonico della suddetta città: abitava fuori dal chiostro della cattedrale, in una casa di sua proprietà; godeva di proventi che gli consentivano di condurre una vita confortevole ed agiata, aveva dei domestici e poteva facilmente ricevere a casa degli amici, tanto più che per i canonici non vigeva l’uso di prendere tutti i pasti in comune. 

Il loro obbligo principale era di partecipare regolarmente all’Ufficio canonico della cattedrale; e si può credere che Bruno non mancasse di adempiere puntualmente tale dovere. Frequentò forse i monaci delle vicine abbazie? Quella di  Saint-Thierry distava solo alcuni chilometri della città, quella di Saint-Remi era vicinissima alle mura cittadine. In ogni caso certamente li conobbe, e via via che in lui prendeva consistenza il progetto di vita monastica dovette informarsi del loro genere di vita. Quando lascerà Reims per Sèche-Fontaine di due cose non potrà dubitare: della sua grande stima ed amicizia per i monaci di San Benedetto e della convinzione di non essere dal Signore chiamato a quel genere di vita.

 E’ ovvio che ciascun membro capitolare fuori delle Ore canoniche era libero di disporre come meglio credeva del suo tempo. Ma, se fin d’allora Bruno fosse stato tentato di dedicarsi ad una lunga contemplazione e di far della sua dimora una solitudine, non avrebbe potuto adempiere gl’incarichi  affidatigli dall’arcivescovo, poiché nel 1056 fu maestro e direttore delle scuole della città di Reims. 

Ci sarebbe di grande utilità il conoscere con esattezza quando Herimann, gran maestro delle scuole remesi, si dimise dalla carica, poiché Bruno gli successe immediatamente. Tali dimissioni verosimilmente vennero date poco dopo l’elevazione di Gervasio di Chateau-du-Loir alla sede arcivescovile di Reims nell’ottobre del 1055, e senza gran rischio di sbagliare possono essere fissate alla fine del 1055 od al principio del 1056. La promozione di Bruno alla dignità di maestro e direttore degli studi sarebbe dunque avvenuta nel corso dell’anno 1056.


Andrè Ravier


Continua..


LAUS DEO


Francesco di Santa Maria di Gesù

Terziario Francescano