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venerdì 2 agosto 2013

SAN PAOLO DELLA CROCE E GLI ABBANDONI DA PARTE DI DIO .


SAN PAOLO DELLA CROCE
E GLI ABBANDONI 
DA PARTE DI DIO 

Per circa cinquant’anni Dio lasciò Paolo nelle tenebre , nella aridità , nelle desolazioni interne le più dolorose ; soltanto a rari intervalli faceva discendere nella sua anima un raggio di cielo , come nella prigione dei Martiri . Volendo essere cercato con premura e con desiderio ardente dal suo Servo , il Signore , dopo avergli fatto gustare le più ineffabili gioie , gli aveva sottratto le sue comunicazioni e l’abbondanza dei suoi lumi . Sì , abitava in fondo al suo cuore e Paolo non ne dubitava , ma , fenomeno misterioso dei Santi ! A Paolo sembrava che Iddio fosse fortemente irritato contro di lui .
Era il culmine della Passione , l’ultimo tratto di rassomiglianza con Gesù nell’abbandono nel Calvario . 
La pace , la luce , l’amore , tutto pareva che fosse sparito !
La sua anima era immersa in un oceano di tristezza , era avvolta nell’oscurità .
Paolo non vedeva più Iddio nella sua anima , non lo sentiva più nel suo cuore .
La fede viva di una volta sembrava svanita in una notte di fitta tenebre . Pareva che il cielo non fosse più per lui e l’inferno gli si aprisse sotto i piedi . Senza appoggio né in cielo , né in terra , invocava un sostegno , implorava un raggio di luce…!
Era stato tormentato dai demoni , perseguitato dagli uomini , provato da Dio con dolorose infermità , ma non era questa la parte più acuta delle sue pene ; la spada che maggiormente feriva il suo cuore , la suprema agonia della sua anima era il timore di aver perduto il suo Dio , di non vedere più il suo Volto Divino . 
Fin dalla sua gioventù , preso da amore per la Divina amabilità , aveva desiderato l’unione col suo Dio . Per godere unicamente di lui , aveva tutto abbandonato ; per piacere al suo Sovrano Bene avrebbe dato mille volte la vita… E ora gli sembra di vedere Dio che lo respinge con disprezzo , Dio irritato , Dio lontano , Dio perduto per lui . Non sa trovare nel suo dolore né riposo , né consolazione . Il suo cuore si slancia verso Dio con tutte le sue forze…, ma nello stesso tempo gli sembra fortemente respinto , battuto , spezzato da una mano di ferro…

O abbandono del Golgota…! 
O terribile esilio del cuore…! 
O tenebre spaventose , angosciose agonie , strazi di tutto l’essere…!
Non una goccia dell’amaro Calice del Redentore , di cui il nostro Santo non sia stato abbeverato !
Dal più profondo di un immenso abisso , in mezzo ai flutti sollevati della tempesta , spinto a destra e a sinistra , in alto , in basso , col cuore spezzato e respirando appena anche Paolo grida : 
<< Mio Dio , mio Dio , perché mi hai abbandonato ? 
Oh , in quale stato mi trovo ! Temo a ogni istante che il Signore comandi alla terra d’inghiottirmi ! >> .
<< Sono in molti combattimenti , scrive ad un religioso , ma Dio non li fa conoscere all’esterno . Spesso anche nel dormire peno e tremo tutto , quando mi sveglio ; sono degli anni che spesso mi trovo in questo misero stato . Eppure questo mi pare un nulla in confronto di una grande Croce che tanti anni provo senza conforto…; mi pare una grandine che vendemmia ogni cosa e resto… come chi sta nel profondo del mare in fiera tempesta , senza aver chi gli porga una tavola per fuggire da naufragio , né dall’alto , né dalla terra . Vi è un lumino di fede e di speranza , ma così piccolo , che appena accorgo… >> .
<< Si figuri di vedere un povero naufrago… che se ne sta sopra una tavola…, ad ogni onda , ad ogni urto di vento teme di affogarsi… ( Si figuri ) di vedere un povero condannato alla forca che sta aspettando con continuo battimento di cuore , di momento in momento , che lo portino al supplizio . Così è lo stato mio >> .
La sua suprema risorsa nell’ora dell’agonia era l’abbandono in Dio , come Gesù abbandonato che si getta nelle sue braccia : << Padre , nelle vostre mani metto l’anima mia >> .
Iddio pareva lo fuggisse , ma Paolo si protestava che sempre l’avrebbe amato e seguito ovunque andasse , volendo essere tutto suo . Alle volte è stato inteso esclamare : << Nulla cerco in questo mondo se non voi , mio Dio !… Io vi voglio amare finché avrò vita… Niente voglio in questo mondo , ma solo il mio Dio… che è tanto buono… >> .

CANTO D’AMORE 

Qualche volta in questo oceano di prove , rialzando la testa al di sopra dei flutti , cantava con santo entusiasmo . Il canto è l’esplosione dell’anima che non può contenere in sé i suoi sentimenti . Tutti i Santi hanno cantato , i Martiri cruenti sul Patibolo , e i Martiri della carità sull’Altare del Sacrificio .
Nei canti di amore di Paolo della Croce pare sentire i canti d’amore di Francesco d’Assisi e di Teresa di Gesù .
<< Con la Croce il Santo amore perfeziona l’anima amante che gli offre un cuore ardente e generoso . 
<< Oh , perché no so dire i tesoro più prezioso del Divino che l’Altissimo nasconde nella sofferenza ? 
<< Ma è un grande segreto conosciuto soltanto da colui che ama , ed io che ne ho l’esperienza , mi limito ad ammirarlo da lontano . 
<< Felice il cuore che sta sulla Croce tra le braccia dell’Amato e non arde che di santo amore ! 
<< Più felice colui che nella sofferenza pura si mantiene trasformato in Cristo . 
<< Felice colui che soffre senza attacco alla sua sofferenza , non avendo altro desiderio che di morire a se stesso per amare maggiormente colui che lo ferisce !
<< Io ti do questa lezione della Croce di Gesù che maggiormente comprenderai 
nella santa orazione ! >>
Cosa sorprendente…! Quando maggiori erano le aridità , le tenebre , gli abbandoni divini , allora soprattutto sfuggivano dal suo cuore gli accenti più infuocati di amore , le più puri luci del cielo . Anche allora però il pensiero di dannarsi lo faceva tremare da capo a piedi e comunicava il suo terrore all’uditorio . Benché in quella condizione , afferrava alla prima parola lo stato delle anime , vedendo le loro prove e le loro difficoltà . Il suo stato gli serviva per ispirare meglio il coraggio , per dilatare il cuore , per suggerire i mezzi più efficaci , per vincere le tentazioni e disporsi ai favori celesti . 
Era nelle tenebre e diffondeva la luce ; nelle aridità ed infiammava i cuori di santo amore ; nella desolazione e consolava meravigliosamente le anime . 
Chi non avesse penetrato il suo interno l’avrebbe preso per un uomo favorito da Dio delle più grandi consolazioni .
Le virtù maschie sanno far senza delle dolcezze che vengono concesse alla debolezza dei principati . Il Signore , facendogli ignorare i suoi meriti , non gli dava alcuna luce del suo stato . Ecco perché , per quanto fosse abile a consolare gli altri , non poteva egli stesso uscire dall’abisso di amarezza in cui era immerso , né appoggiarsi ai consigli che dava alle anime o trovava nei libri .
<< La mia condotta interna , diceva al suo Direttore , è così oscura tenebrosa e intrecciata dai timori di avvilimenti , che non trovo in nessun libro da potermi sollevare , …né quietarmi . Leggo il Trattato Mistico del Taulero : qui ci trovo qualche cosa , ma non tutto ; sicché nel mare , delle mie tempeste , in cui mi trovo affondato , conviene che stia >> . 
Vedremo ancora nella sua anima qualche lampo , sentiremo anche qualche rombar di folgore , ma di una folgore che si allontana a poco a poco per lasciar posto alla serenità dei suoi ultimi giorni e del cielo . 

TESTO TRATTO DAL PADRE LUIGI TERESA DI GESU' AGONIZZANTE C. P.
SAN PAOLO DELLA CROCE 
FONDATORE DEI PASSIONISTI 
POSTULAZIONE GENERALE PP. PASSIONISTI
SS. GIAVANNI E PAOLO - ROMA 




LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
                                   Terziario Francescano