Visualizzazioni totali

mercoledì 26 marzo 2014

IL SERVO DI DIO PADRE GIACOMO FILON DA BALDUINA CAPPUCCINO.




PADRE GIACOMO FILON DA BALDUINA 
Cappuccino 
Servo di Dio 
Balduina (Padova) 2 Agosto 1900 – Lourdes 21 Luglio 1948 

Beniamino Filon nacque a Balduina (Padova) il 2 agosto 1900, sesto degli otto figli di Giacomo Filon e Giuseppina Marin, fu battezzato con i nomi di Beniamino e Angelo. Il padre era fattore nella sconfinata azienda agricola del barone Ugo Treves de’ Bonfili, residente a Padova e qui il piccolo Beniamino crebbe libero e felice a ridosso dell’Adige, delizia e conforto dei genitori, dei numerosi fratelli e della comunità, avendo l’occasione di conoscere i Padri Cappuccini, che arrivavano nella sua bella famiglia per la questua annuale. Nel 1910 ricevé la Cresima a Piacenza d’Adige (Padova) e la Prima Comunione nel 1911 a Balduina; dopo le prime tre classi nella scuola del paese natale, Beniamino Filon, continuò le altre classi a Lendinara nel Polesine, dove ritrovò i Padri Cappuccini che prese a frequentare nel loro convento e Chiesa, poco distanti dal centro cittadino. Nel 1918 compì il servizio militare a Milano, restando impegnato per la Patria per circa quattro anni, al suo congedo riprese la strada della Vocazione Religiosa fra i Francescani, che già a 17 anni aveva scelto, entrando nel seminario dei Cappuccini di Rovigo, studi interrotti per il servizio militare; quindi il 28 settembre 1922 a Bassano del Grappa, vestì l’Abito Francescano, iniziando il Noviziato con il nome di Fra Giacomo da Balduina. Ripresi con nuovo vigore gli studi liceali a Thiene (Vicenza) il 3 luglio 1924 fu trasferito a Venezia - SS. Redentore, nel grande convento della Giudecca e prese a studiare teologia con soddisfazione degli insegnanti. Ma sulla sua giovane vita, aveva 25 anni, si addensarono le nubi di una grave malattia, l’encefalite epidemica o letargica, contratta probabilmente durante il servizio militare. Il male che colpisce di solito i giovani, si manifestò con un processo infiammatorio dell’intero cervello, specie del “sistema frontale” che interessa l’attività motoria, verbale ed ideativa e a fra Giacomo, pur rimanendo integre le facoltà di comprensione, di pensiero e di giudizio, cioè quelle di intendere e volere, il suo corpo cadde in un’astenia generale, incapace di muoversi ed esprimersi come tutti i suoi coetanei, camminava a piccoli passi, parlava farfugliando, peggiorando nei giorni di maltempo. Pur dovendo reprimere la ribellione giovanile che provava, accettò la volontà di Dio e con la forza della volontà, raggiunse prima la Professione religiosa nei Cappuccini l’8 dicembre 1926 e poi la meta dell’Ordinazione Sacerdotale, avvenuta il 21 luglio 1929 a Venezia; celebrando la Prima Messa quindici giorni dopo nel suo paese natale Balduina, accolto da tutti gli abitanti e dallo stesso barone Ugo Treves de’ Bonfili, che prestò l’automobile. Sempre in preda alla malattia, che non lo lasciò più, dimorò per quindici mesi a Capodistria in Slovenia, per prepararsi al Ministero della Confessione, poi nel 1931 fu destinato ad Udine dove restò per 16 anni fino alla morte. Rinchiuso nel suo confessionale visse come “Confessore Santo”, attendendo i numerosi fedeli e sacerdoti, che ogni giorno accorrevano da lui, non solo da Udine ma anche dai paesi vicini. Un indiscusso specialista dell’encefalite letargica, visitò fra Giacomo da Balduina il 29 settembre 1932 e il suo fu un referto mortale: “La diagnosi è infausta, perché la malattia peggiorerà progressivamente e fatalmente, mettendo il paziente fuori combattimento fra qualche anno”. Prescrisse l’unica medicina che poteva portargli qualche sollievo, la scopolamina e grazie a questo medicinale, contrariamente alla previsione dell’illustre clinico, Padre Giacomo Filon visse per molti anni ancora, dedito completamente al Ministero delle Confessioni, dopo la celebrazione della S. Messa mattutina all’Altare della Vergine di Lourdes; sempre nel confessionale del coretto, dove non giungeva mai un raggio di sole, nemmeno in estate e in pieno freddo invernale, che ad Udine non scherza. Sempre sereno, semplice, nonostante la grave malattia, sorridente con tutti, molto buono; a detta di chi lo conobbe, adempiva il suo ministero con zelo mirabile, senza risparmiarsi le poche energie. Negli ultimi anni a causa dell’aggravarsi della malattia, aveva bisogno ormai delle grucce, gli fu concesso di accogliere i penitenti nella sua cella, più calda e situata al piano di sopra. Confidò ad un seminarista, anch’egli con le stampelle: “Io invece, non posso attendermi nulla di meglio. Mi sono offerto vittima a Dio per la santificazione dei sacerdoti. Dio ha accettato l’offerta e ha disposto che l’encefalite letargica fosse lo strumento più adatto al raggiungimento del mio ideale. Molto devoto della Madonna si recò in pellegrinaggio nel 1941 e 1946 a Loreto e nel 1948 a Lourdes, quest’ultima meta fu raggiunta dopo 35 ore di treno in una carrozza di allora con panche di legno, in preda alla febbre. Arrivò a Lourdes nei Pirenei, verso le 16 del 21 luglio 1948; venne subito trasportato all’”Asyle”, uno dei primi luoghi di accoglienza sanitaria, sorti intorno al complesso della Grotta della Vergine; il medico di guardia diagnosticò uno stress da viaggio, ma con il passare delle ore il respiro di Padre Giacomo diventò ansimante e affannoso, perdendo conoscenza. Aprendo gli occhi più tardi, con voce flebile prese ad intonare il ‘Magnificat’, verso le 23 la situazione divenne grave, il cappellano dell’Unitalsi di Trieste, accorso gli somministrò l’Unzione degli infermi e dopo un po’ padre Giacomo rese la sua anima a Dio, nella città di Maria. Venne sepolto nel cimitero parrocchiale del ‘Langelle’ di Lourdes, non lontano dalla Grotta benedetta. Dopo una riesumazione avvenuta il 9 giugno 1997, la salma è stata riposta nello stesso cimitero francese, dove è oggetto di venerazione di fedeli e pellegrini, specie veneti. La causa per la sua beatificazione è iniziata il 25 febbraio 1984. 


Autore: Antonio Borrelli – da Santi e Beati 


LAUS  DEO 

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano