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sabato 1 marzo 2014

SUOR VERONICA BARONE 1856 - 1878 L'ESTATICA CAPPUCCINA DI PADRE PIO LA SCALA DA MAZZARINO MIN. CAPPUCCINO - IL SEPOLCRO GLORIFICATO .




SUOR VERONICA BARONE 
1856-1878 
L'ESTATICA CAPPUCCINA 
di 
Padre Pio La Scala 
da Mazzarino 
Min.Cappuccino. 
Il sepolcro glorificato 

Il sepolcro non è l'ultimo fine di tutto l'uomo; attraverso la tomba si entra in una “Vita nuova” che non ha mai fine. Allora il giusto inizia la vera vita di pace e di felicità ed i suoi resti mortali, dissolvendosi nel sepolcro, attendono il gran giorno della risurrezione per partecipare alle glorie e alle gioie dell'anima glorificata. Così anche le ossa del giusto, sebbene mortali, hanno diritto, dietro la promessa divina, alla gloria e all'immortalità; esse perciò sono sacre ed inviolabili e Dio per renderle venerande su questa terra e dimostrare la gloria della santità dell'anima da cui furono e saranno alla fine del mondo ravvivate, opera dei prodigi. Per questi prodigi operati alle invocazioni di Veronica e al tocco delle sue reliquie, la fama che meritatamente godeva in vita è divenuta più chiara ed universale dopo la morte. Mentre nel Novembre del 1907 si costituiva in Vizzini il Processo Diocesano necessario per la Beatificazione di Suor Veronica Barone, a Firenze alcuni ossessi mostrarono chiaramente terrore di Suor Veronica. Un sacerdote Cappuccino scriveva infatti il 7 Dicembre 1907: “Ho presentato agli ossessi il ritratto e la reliquia dei capelli di Suor Veronica Barone e gli ossessi tremavano al contatto con essi, dicendomi che da quando Suor Veronica venne al mondo, non ha mai cessato di tormentarli”. Nella città di Modica, antica e prestigioso capoluogo della suddetta Contea, la signora G.G.A. di robusta costituzione fisica ma alquanto nevropatica, un giorno essendosi messa a letto per disturbi nervosi, senza causa apprezzabile, ebbe a riportarne, e per la prima volta in vita sua, una forma di lussazione completa dell'articolazione della spalla destra. Questo fatto che fu causa di violenti dolori per la signora, venne costatato da tre medici, il Dottor Carlo Tantillo, il Dott. V.Napolino, il Dott. Mario Tantillo. I Medici appena citati, stabilirono di sottoporre l'inferma alla cloro narcosi per ridurre la lussazione della spalla. Rinviarono l'intervento chirurgico al giorno dopo. Intanto, alcune signorine molto pie e religiose, verso le ore 23 si misero in preghiera e invocarono l'intercessione di Suor Veronica Barone da Vizzini, implorando la concessione della grazia di fare rimettere a posto l'osso lussato senza alcun intervento chirurgico. Dopo una lunga preghiera, attesero speranzose che fosse venuto il giorno per avere le nuove dello stato dell'ammalata. Quelle pie signorine oranti furono ascoltate da Suor Veronica Barone, infatti l'ammalata, cui non era valso nulla a calmare le atroci sofferenze, d'un tratto presa dal sonno cominciò a dormire serenamente come se nulla avesse. E mentre le era riuscito impossibile di trovare conforto in alcuna posizione, si girò d'ambo i lati più volte senza dare segni di sofferenza. Quando la mattina si svegliò, restò sorpresa di non sentire alcun dolore al braccio e i medici che erano nel frattempo venuti per praticare la riduzione della lussazione, constatarono il lieto avvenimento che cioè la lussazione si era ridotta spontaneamente non lasciando traccia alcuna si sé, neanche dolorabilità, riuscendo i movimenti tutti del braccio, sia attivi che passivi, perfettamente normali. Il Dottor Pietro Mannino da Vizzini, medico chirurgo, così testimoniò: “R.C.C., una signora distinta della cittadina di Francofonte, al termine della gestazione del primo parto, si rivolgeva piena di fiducia all'aiuto e all'assistenza di Suor Veronica da Vizzini. Per tutta la notte riposò tranquillamente ed era la notte del primo Gennaio. Prima di far giorno, la signora fu svegliata dal gemito del piccolo neonato venuto alla luce senza provocarle il minimo dolore, anzi, mentre dormiva. Da lei, dai parenti, dagli amici e da tutti coloro che intesero meraviglia, fu attribuito ciò all'intercessione di Suor Veronica da Vizzini. Francofonte 1907. Dottor Pietro Mannino”. A Salemi, in provincia di Trapani, la signora Emilia Maragioglio, affetta da parametrite e avendo inutilmente fatto ricorso a medici specialisti di Palermo e di Trapani, persa ogni speranza era caduta in depressione. Andò a trovarla un Padre Cappuccino, il quale si trovava a Salemi per la predicazione della Quaresima del 1905, volle distribuire alcune immaginette di Suor Veronica da Vizzini e ne diede una alla signora Emilia Maragiloglio. La sera la signora Emilia si raccomandò intensamente alla protezione di Suor Veronica e addormentatasi, vide in sogno una monaca cappuccina che, dalla immaginetta ricevuta, risultò essere proprio l'Estatica di Vizzini, la monaca le disse: Già sei guarita, domani ti devi alzare, ti confesserai e ti comunicherai per ringraziare il Signore”. La visione disparve e la giovane inferma si destò sentendo nelle membra un soffio di nuova vita. La mattina seguente, alle grate del parlatorio del Monastero della Concezione in Salemi, testimoniò alle monache la sua guarigione e dopo essersi confessata, ascoltò la Santa Messa e si comunicò per rendere grazie al Signore, così come le aveva detto in sogno Suor Veronica. Il 18 Gennaio, a Palazzolo Acreide, cittadina montana del siracusano, la signora Concetta Giangravè ritornava a casa dal fiume dove era andata a lavare i panni, trovò il suo bambino affetto da un forte catarro bronchiale e non riusciva a respirare bene. Per ordine del medico fu applicata al fanciullo una mignatta alla gola, ma il foro operato dalla sanguisuga rimase aperto e il piccolo Mariano rimase immerso nel proprio sangue. La povera mamma Concetta lo credette morto. Si rivolse disperata a Suor Veronica Barone perché le facesse rivivere il bambino e pose il libriccino con la biografia della Serva di Dio sotto il guanciale del fanciullino. Il bimbo guarì per intercessione della Serva di Dio. 
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A Catania, dove vi è sempre stata una fioritura di opere di beneficenza, di istituti e di collegi, Monsignor Forcisi, pro Vicario generale di Sua Eminenza il Cardinale Francica Nava, aveva fondato la “la Casa della Grazia” per le orfanelle abbandonate. Il locale, per quanto grande, divenne angusto per le orfanelle che aumentavano di numero ogni giorno. La Superiora della “Casa della Grazia”, Suor Grazia Basile, avendo ricevuta un'immaginetta della Serva di Dio Suor Veronica Barone da Vizzini, la presenta alle orfanelle e dice loro: “Preghiamo il Signore e la Vergine Madre della Santa Casa della Grazia che per intercessione della Serva di Dio Suor Veronica, possiamo avere in dono Dieci Mila Lire per l'ampliamento della nostra casa”. Il 17 Gennaio 1906 si presento a Monsignor Forcisi, fondatore della Casa della Grazia, una persona devota, la quale gli disse: “Avrei una confidenza da fare a Vostra Signoria e alla Superiora della Casa della Grazia, badi però che non sia presente altra persona. Mi dica quando Ella è comoda”. - Rispose Monsignor Forcisi: “Anche oggi stesso, verso le 3 e un quarto pomeridiane”. All'ora precisa si trovarono nella sala a pianterreno della Casa della Grazia per le orfanelle, così la “persona devota” potè donare e consegnare a Monsignor Forcisi un libretto di banca e accompagnato da un offerta, poi disse al Prelato: “Di questa somma ne facciano l'uso che credono a vantaggio delle orfanelle abbandonate della Santa Casa della Grazia, solo raccomando il segreto”. Monsignor Forcisi e la Superiora, Suor Grazia, aperto il libretto vi trovarono il capitale di Dieci Mila Lire. Si guardarono commossi e a Suor Grazia Basile apparve Suor Veronica Barone circonfusa di luce e di gloria: “Eccoti da Dio ottenuto quanto mi domandasti.

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Il Professor Marletta Basile, Direttore delle Scuole Elementari di Catania, il 10 Febbraio 1906, affetto da una malattia incurabile – faringo laringite catarrale cronica, dopo aver inutilmente consultati i più valenti specialisti, vedendo il male sempre più progredire da impedirgli la parola, si rivolse fiducioso alla Serva di Dio Suor Veronica Barone di cui possedeva un'immaginetta. Dopo pochi giorni otteneva la desiderata guarigione. Testimonianza consegnata al postulatore della Causa di Beatificazione. 


LAUS  DEO 

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano