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martedì 25 febbraio 2014

SUOR VERONICA BARONE 1856 - 1878 L'ESTATICA CAPPUCCINA DI PADRE PIO LA SCALA DA MAZZARINO MIN. CAPPUCCINO - ORE ESTREME .




SUOR VERONICA BARONE 
1856-1878 
L'ESTATICA CAPPUCCINA 
di 
Padre Pio La Scala 
da Mazzarino 
Min.Cappuccino. 
Ore estreme. 


L'uomo, composto di un corpo soggetto alla corruzione e alla morte e di un'anima che tende a sciogliersi dai legami del corpo, è naturalmente mortale. Nell'ordine temporale nessuna esigenza vi ha nell'anima e nel corpo perché rimangono uniti per sempre; e se prima del peccato originale l'uomo era mortale in quanto al corpo Corpus mortuum est propter peccatum (San Paolo Apostolo) ciò gli era dovuto non in forza della sua natura, ma in virtù di un'azione soprannaturale con cui Dio avrebbe impedito la separazione dell'anima e la corruzione del corpo. La vita di Suor Veronica Barone, ricca di virtù e di meriti, così gloriosa a Dio ed utile alla società a cui era apportatrice di favori celesti, doveva – secondo il nostro modo d'intendere – protrarsi per lunghi anni sulla terra ma avanti a Dio anche le anime grandi sono un nulla; Egli è il solo immutabile, il solo necessario. L'angelo della morte non poteva ritardare di un minuto di quanto era prescritto da Dio per vibrare il suo colpo su questa esistenza preziosa, la quale, sebbene giovanissima – non avendo che 20 anni – ripeteva essere giunta alla meta del suo mortale pellegrinaggio. Già la sua salute più che mai affranta, faceva intravedere prossima la sua dipartita da questa terra, molti ne dubitavano per essersi altre volte guarita da altre infermità mortali, ma essa tre giorni prima la sua morte ne avvisava per lettera il Padre Sebastiano da Militello, secondo una promessa fattagli di avvisarlo prima di morire. Questa lettera fu ricevuta con ritardo e quando Padre Sebastiano giunse a casa di Veronica, lei era già spirata. Il 3 Gennaio del 1878, Suor Veronica disse apertamente ad alcune sue intime: Dopo dimane, vigilia della Epifania, mi troverò nella chiesa dei Padri Cappuccini. - Anzi, la sera prima la sua dipartita, la manifestò alla signorina Mariannina Mondelli. L'indomani, giorno di venerdì, fu assalita dai soliti disturbi e sua madre ricordandosi che Veronica le aveva detto che sarebbe morta il venerdì in cui non avesse avuto tentazioni, sospettò della prossima catastrofe e senz'altro si diede a piangere. Giunse Padre Giuseppe, il Padre Spirituale di Veronica e invitò alla calma, entrò nella cameretta di Veronica e le domandò: Oggi hai avuto tentazioni? - Rispose Veronica: No, non le ho avute, devo morire. Soggiunse Padre Giuseppe: Come faremo con tua madre, che temo abbia a farti perdere il frutto delle tue fatiche? - Rispose Veronica: Faremo come vorrà vostra Riverenza, nelle cui mani come sono vissuta voglio morire. Noi non sappiamo ciò che sia passato tra Suor Veronica e il suo Confessore, i quali si fermarono in segreti colloqui per ben due ore, solo conosciamo che, quando egli uscì dalla cameretta della moribonda, disse segretamente alla sorella di lei : Se dopo la mezzanotte Veronica peggiora, mi manderete a chiamare subito. Poi, volgendosi a mamma Vincenza che lo tempestava di domande per sapere come fosse la sua Veronica, cercò di consolarla con parole di conforto e l'esortò a sottomettersi alla Volontà di Dio. Ciò detto torno al Convento. Quì il Padre Giuseppe avrebbe dovuto amministrare alla sua penitente l'Estrema Unzione, i segni della prossima fine erano già evidenti, ma egli che credeva imminente la morte di Veronica, sperava, da buon padre e sacerdote, di amministrare l'Estrema Unzione la mattina seguente, inoltre temeva che mamma Vincenza vedendo vicino la morte della figlia, avrebbe cagionati molti disturbi in quelle ore nelle quali più necessaria era la calma, perciò credette conveniente attendere l'indomani mattina. Doveva Veronica opporsi alla volontà del suo Confessore ed insistere perché le venisse assolutamente amministrato un Sacramento così salutare e proficuo? Non crediamo che abbia fatto bene a tacere. I Santi nelle ore ardue e difficili, hanno praticamente quella santa prudenza che è il senso di Cristo. Nell'omissione del Sacramento dell'Estrema Unzione, non vi fu colpa in Veronica che anzi lo desiderò ricevere ma non potè opporsi al suo Confessore, né vi fu colpa in Padre Giuseppe perché non credeva che Veronica morisse prima del Vespro del giorno seguente, come egli stesso dichiarò alla signorina Mariannina Mondelli. Padre Giuseppe tornò dunque al Convento, Veronica rimasta senza di lui sentì invadersi il cuore di una tremenda mestizia; chiamò a sé sua sorella Giovannina e le fece accendere le candele del suo altarino e quindi iniziarono a recitate le Litanie della Madonna. Dopo, raccomandò Giovannina di rassettare il piccolo mobilio della camera perché tra poco, le dice, verrà molta gente, quindi prosegue: Quando io non sarò tra i viventi, prenderai per te la medaglia della Madonna che mi pende al collo e il mio Crocifisso....poi conserverai i miei ricordi, la devozione al glorioso San Francesco...abbi in sommo pregio la veste del Terz'Ordine. Non macchiare mai l'anima con un solo peccato volontario...mi contenterai in tutto questo, non è vero? - Sì che ti contenterò – Rispose Giovannina - Ma perché mi amareggi con queste parole, forse devi morire questa notte? Aggiunse la sorella. La risposta di Veronica fu: La morte viene quando meno l'aspetti, è giusto che siamo ben preparati: hai custodito papà e mamma affinché riposino? - Rassicura Giovannina: Sì, tutto ho fatto, già stanno a letto. Ora Veronica, più serena, chiede alla sorella: Mandami a chiamare il Padre Confessore! Fece questa richiesta con insistenza e vivo desiderio, ma uno scroscio di pioggia intensa scoraggiò Giovannina dal svegliare papà Francesco perché andasse a chiamare Padre Giuseppe al Convento. Suona l'ultima ora per Suor Veronica, sua madre si desta dal letto è agitata da timori e sospetti, alzatasi dal letto le si avvicina e ad ogni istante la chiama. Veronica risponde alla madre sempre più con voce fioca e sottile, finché tace. Al riflesso delle candele che ardono sull'altarino di Veronica, mamma Vincenza e Giovannina si accorgono che Veronica ha già le labbra immobili, gli occhi chiusi, il volto pallido, non respira più e il corpo è freddo. E' morta! Gridano mamma Vincenza e Giovannina, è morta! La casa in un'istante e nel cuore della notte, si riempie di gente, il vicinato è addolorato e si vede privato della presenza santa e preziosa della loro cara Veronica. Nessuno vuole credere alla morte della fanciulla, una fanciulla di appena 20 anni! Nel frattempo, Padre Giuseppe sta recitando i Salmi Penitenziali nella sua cella, si affacciò alla finestrella attendendo qualche chiamata, fuori era buio ma riuscì a scorgere il padre di Veronica che correva ...e Padre Giuseppe capì che qualcosa era accaduto alla sua figlia spirituale. Raggiunta in fretta la casa di Veronica, la trova cadavere, immobile e fredda, senza alcun segno di vita. L'anima però non si era distaccata, perché attendeva il comando del Padre Confessore. Padre Giuseppe, rammaricato per non essere stato chiamato prima, esclama: Povera figlia! E sentendosi come ispirato, provò a chiamarla piangendo: Veronica, dammi l'ultimo segno della tua ubbidienza! - Veronica apre gli occhi e li tiene socchiusi. Padre Giuseppe chiede un altro segno della sua ubbidienza, reggendole la mano, sente la propria mano premuto dal pollice della mano di Veronica. Allora le comanda: Va! Va a godere quel Dio che hai servito ed amato. - E Veronica, abbandonando lentamente la mano che aveva dato a Padre Giuseppe, ricevuto il precetto obbedienziale, ricadde nell'immobilità e spirò placidamente nel Signore. In quel momento, la signora Emanuela Pulselli, in sogno vide un fascio di luce che dal Cielo si posava sopra la città di Vizzini e in quel fascio di luce intravide Maria Immacolata condurre al Cielo una giovane monaca. Dalla maschera mortuaria di Veronica, la signora Pulselli riconobbe dopo che quella giovane monaca vista nel sogno con la Vergine Immacolata mentre ascendevano al Paradiso, era Suor Veronica Barone. Volata quell'anima benedetta al Cielo, il suo corpo privo di vita iniziò ad acquistare colorito e bellezza, non sembrava morta, ma addormentata in un dolce sonno. Il giorno dopo, Vigilia dell'Epifania, nella chiesa conventuale dei Cappuccini di Vizzini, si portò il feretro con il corpo di Veronica e secondo quanto lei stessa aveva predetto: bella, vegeta, olezzante quale fiore di Cielo, spirante amore e fiducia nei più timidi che aborriscono la vista dei morti. Non vi fu persona in Vizzini che non andasse a vederla, da tutti i paesi circostanti vennero, persino da Siracusa, da Catania. Fanciulli e anziani, nobili, ricchi e tanti poveri; tutti gareggiavano per baciarle la mano. Destava commozione vedere i bambini abbracciare Veronica, le madri avvicinavano i loro piccini al feretro, gli adulti cercavano di toccarla con fazzoletti, medaglie, corone del Rosario e altri oggetti di devozione che poi riportavano a casa come preziose reliquie o per applicarli alle persone inferme per gravi malattie. L'8 Gennaio la salma fu trasportata con un corteo funebre solenne e numeroso, tanto che la città di Vizzini non ricordava un simile concorso di gente, nemmeno per un avvenimento sacro o profano. Veronica fu sepolta nel Cimitero del Comune di Vizzini. Dopo un mese dalla morte di Suor Veronica Barone, sul far di una sera dolce e serena, si posava una fanciulla vestita di bianco, inghirlandata di fiori, irradiata di una luce vivida e bianca, che rivolgeva al custode del Cimitero comunale – l'unica persona da cui fu veduta – queste parole: Dite che mi facciano uscire da qui. Il Consiglio municipale di Vizzini non credette di prestare fede alla visione del custode. Dopo 5 anni dalla morte di Veronica, i genitori decisero di far esumare il corpo di Veronica per seppellirlo in un proprio loculo, il corpo di Veronica fu trovato integro e incorrotto dal Capomastro Salvatore Cicero. Suor Veronica Barone, vanto e onore di Vizzini, decoro dell'Ordine Cappuccino, gloria della Chiesa, madre e maestra della vera virtù e del vero eroismo.  


Segue 
Testo riveduto e aggiornato 



LAUS  DEO 

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano