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martedì 4 febbraio 2014

SUOR VERONICA BARONE 1856 - 1878 L'ESTATICA CAPPUCCINA DI PADRE PIO LA SCALA DA MAZARINO MIN. CAPPUCCINO - INFANZIA .




SUOR VERONICA BARONE 
1856-1878 
L'ESTATICA CAPPUCCINA 
di 
Padre Pio La Scala 
da Mazzarino 
Min.Cappuccino. 


Infanzia
Fin dai primi anni, la nostra Febronia si mostrò amante del nascondimento e della solitudine, obbediente ai minimi cenni dei suoi pii genitori, inclinata fortemente a piacere a Dio e contraria a tutte le vanità del mondo. Non aveva compiuti che appena tre anni e un fanciullo più grande di lei, le strappò una piccola collana di coralli che le adornava il collo. Il fanciullo compiuta la marachella, se la diede a gambe levate, Febronia non reagì, non emise un grido, non gli rivolse un rimprovero ma avvicinatasi a mamma Vincenza che voleva invece inveire contro l'audace fanciullo, le disse: Mamma, non gli fare del male, il Signore non vuole che io porti siffatte vanità. Ricusò sempre di prendere parte ai giochi ai quali era invitata da altri bambini nel suo vicinato e quando la madre la invitava a divertirsi con gli altri piccini, la nostra Febronia le rispondeva: Mamma, non te ne curare. Proibiva all'altra sua sorella, più piccola, di andare fuori casa e saputo che una volta era andata ad una festa per le nozze di uno zio, al ritorno la rimproverò e amorevolmente soggiunse: Ricordati che alle feste da ballo, ballano i demoni e tu non ci devi andare perché si odono parole brutte e tante offese verso Dio. Piccina di quattro anni, si ritirava nella sua cameretta, dove aveva costruito un piccolo altare, davanti al quale pregava lungamente. Fu vista molte volte da sola ridere e fare mille moine come se parlasse e giocasse con altri fanciulli; spesso la si vedeva gongolante di una allegria vivace, impetuosa, tanto che la povera mamma Vincenza si impensieriva e si meravigliava come potesse la piccina divertirsi da sola e giocare nella sua cameretta, mentre in realtà fuggiva la compagnia degli altri bambini. Ma da molte osservazioni e rivelazioni fatte successivamente negli anni da Febronia stessa, sappiamo che lei fin dai primi anni di vita conversava e giocava familiarmente con Gesù, che le appariva come un Fanciullo. Fin dalla tenera età, amò la semplicità nel vestire, rifuggiva dall'indossare vesti foggiate con frange ed altri ornamenti. Con le sue stesse manine si toglieva e gettava via dai suoi abiti tutto ciò che le appariva come vanità. Si disordinava apposta i propri capelli, appena pettinati dalla buona mamma Vincenza secondo la moda di quei tempi, ed ogni volta, prima di farli risistemare, diceva: Mamma, non te ne curare, queste cose sono dei vermi della terra, non sono per me, mamma. La madre ignara di quello che lo Spirito Santo operava in questa bambina, da una parte sentiva dispiacere di vederla così contraria agli ornamenti che potevano farla ben comparire, dall'altra si meravigliava nell'udire risuonare quelle massime di virtù cristiana sulle labbra della sua adorata piccina. Forse sembreranno incredibili tutte queste cose, considerando l'età della piccola Febronia e il poco sviluppo delle sue facoltà mentali, ma non possiamo mettere in dubbio e molto meno negare, secondo le regole della sana critica, quei fatti che vengono attestati e dimostrati da molte persone di diversa età e diverse condizioni. Vogliamo negare ai Santi quelle attitudini e quelle energie d'intelligenza e di volontà che riconosciamo in alcuni ingegni privilegiati, mentre più forti ragioni militano in favore dei nostri Santi, perché avvalorati dalla Divina Grazia e coadiuvati in modo straordinario da Dio? Correvano gli anni 1860 e 1861 quando – dopo i preliminari di Villafranca (11 Luglio 1859) e il trattato di Zurigo (17 Ottobre 1859), unite al Piemonte, l'Emilia (18 Marzo 1860), e la Toscana (22 Marzo 1860); Garibaldi....con i suoi, sbarcando a Marsala (6 Maggio 1860) favoriva l'insurrezione della Sicilia e di Napoli.. La nostra Febronia, udendo che molto sangue veniva sparso dai nostri fratelli, che molte spose rimanevano vedove e molti figli privi dei loro padri, va a prostrarsi davanti ad una immagine di Gesù Flagellato alla colonna e con accento pietoso lo prega per le anime di quelle povere vittime, lo prega per il ristabilimento della pace, lo prega per il trionfo della Religione cattolica e della giustizia con tale fervore da offrire la propria vita in olocausto. Non sappiamo fino a qual punto fossero esaudite da Dio le preghiere di questa eroica bambina, però, dalle sue rivelazioni apprendiamo che durante quelle sue preghiere, le apparve Gesù in forma di Fanciullo tenendo nella mano destra un giglio e nella mano sinistra una corono di spine, e le confermò che doveva essere Sua Sposa e mediatrice tra Lui e i poveri peccatori. Qualche anno dopo, ammalatisi, ebbe a soffrire una misteriosa febbre prolungata, fastidiosa e per colmo delle sue sofferenze fu colpita da una specie di lebbra. I suoi genitori, Francesco e Vincenza, afflitti e dolenti si adoperarono in tutti i modi per la guarigione della piccina. Perduta ormai ogni speranza nei rimedi umani, si rivolsero al Cielo e fra altri voti, promisero a San Francesco d'Assisi di vestire per qualche anno dell'abito religioso francescano la piccola Febronia, qualora fosse stata guarita. Era il 3 Ottobre, vigilia della Festa di San Francesco d'Assisi e la piccola inferma ebbe la seguente visione: Le pareva trovarsi nella chiesa conventuale dei Padri Cappuccini in Vizzini, si vide davanti ad un altare ricoperto da un tappeto di fiori, sull'altare risplendeva una bellissima giovane vestita con l'abito religioso delle Cappuccine e dalla quale ripetutamente era invitata ad avvicinarsi a lei con queste parole: << Vieni a me! Vieni a me! Piccina mia, io sono Veronica Giuliani, scesa dal Cielo per consolarti. Stai dunque di buon animo! Nel Cielo ho pregato il Celeste Medico per la tua guarigione e ti assicuro che appena ti farai il Segno della Croce e invocherai per 3 volte il Nome di Gesù, sarai guarita>>. Febronia, destatasi, non eseguì i suggerimenti avuti durante la visione e va a dire alla sua mamma che desidera scendere dal letto, ma appena scesa si abbandonò a terra per la debolezza. La mamma la rialzò e la pose sul lettuccio ma ecco che Febronia sente una voce interiore dire: Figlia, perché non hai eseguito quanto ti è stato suggerito? Allora Febronia si fa devotamente il Segno della Croce, invoca per tre volte il Nome di Gesù e immediatamente riacquistò la salute, più vegeta e più bella di prima. La gioia fu ridonata ai genitori, che tuttavia nulla sapevano della visione, essi comunque piangono di allegria e in ginocchio devotamente ringraziano il Signore per siffatto Beneficio. Fin dalla sua infanzia, l'Amore di Dio le premeva sommamente, le stava in cima a tutti i pensieri, formava l'oggetto più caro del suo cuore. Sitibonda di questo Amore ne cercava i mezzi, perciò bambina di 6 anni, fu condotta da papà Francesco e mamma Vincenza alla chiesa conventuale dei Padri Cappuccini di Vizzini e per partecipare ai Divini Uffici. Durante la celebrazione della Santa Messa, nel tempo preciso del Santo Sacrificio, Febronia vide in visione sull'altare maggiore San Francesco d'Assisi, il Serafico Padre era circondato da una Luce intensa ed era tutto in atteggiamento devoto. Attirata dalla amabilità del Santo chiese: Padre! Con quali mezzi si può amare Dio e divenire Santi? Siffatta domanda, rispondendo ai desideri del cuore del Serafico Patriarca, le meritò la seguente risposta: Sappi, figlia diletta, che io fondai la mia perfezione nella povertà, castità e obbedienza. Mi spogliai di ogni affetto terreno ed in tutte le aridità di spirito e in tutti i travagli e nelle tentazioni, ebbi fiducia in Dio solo. Detto questo, San Francesco la benedisse e disparve. Febronia non chiese al Santo ricchezze, né sanità o beni di questa terra o altri favori, ma chiese i mezzi per amare Dio e divenire santa. 
Febronia per quella visione rimase talmente infervorata che subito rivolse a Dio questa preghiera:
“Gesù, amor mio, 
da oggi innanzi voglio essere 
tutta vostra, 
voglio sciogliermi 
totalmente 
da tutti i legami 
con cui il mondo 
 mi tiene a sé unita 
 e faccio voto 
di povertà, 
di castità, 
di ubbidienza”. 
Questo voto di Febronia non fu lo scatto di un effimero fervore, né l'effetto di una improvvisa risoluzione, tanto facile ad essere concepita e tanto più facile, specie nella gioventù, ad essere dimenticata; ma fu una risoluzione ferma che mantenne sino alla morte. Dio stesso volle incoraggiare con un prodigio questa sua serva all'osservanza di siffatte promesse che le aveva ispirate. Giaceva gravemente infermo su un lettuccio, un fratellino della nostra Febronia, Giuseppe, circondato dai genitori, dai parenti singhiozzanti. Febronia era seduta vicino al fratellino, ad un tratto si addormenta e nel sonno ebbe una visione: Vide scendere dal Cielo una lunga processione di fanciulle vestite di bianco e fra esse una bellissima Signora che emergeva per maestà e bellezza. Febronia chiese: Chi sono queste belle creature? - Una voce le rispose: Sono gli Angeli con la loro Regina qui venuti per accompagnare l'anima di tuo fratello Giuseppe al Paradiso. Dopo pochi minuti, la processione risaliva verso il Cielo e l'anima del piccolo Giuseppe accolta dal suo Angelo Custode ed accompagnata dagli altri spiriti celesti, si congedava dalla sorella dicendole: Addio Febronia amata sorella, ci rivedremo in Cielo! Ricordati dei Voti che il 4 Ottobre facesti nella chiesa dei Padri Cappuccini, prega il Signore per tutto il genere umano, come lo pregherò io lassù in Cielo. Febronia accompagnava con lo sguardo quelle schiere di Angeli che si elevavano in alto tra le nubi, si apriva il Cielo e tra una Luce di mille aurore e il canto di mille Vergini, vedeva un lembo di Paradiso. Poco dopo, si affievolisce la Luce, cessano i profumi, le melodie tacciono, la visione si è dileguata, Febronia ode pianti e grida: è il pianto dei suoi genitori e dei parenti. Febronia apre gli occhi e vede Giuseppe, il suo fratellino, spirato. Tale visione la confermò nei suoi propositi: il desiderio di sempre più conoscere ed amare Dio divenne in lei una febbre cocente. Non sapendo ancora leggere, pendeva dalle labbra di chiunque parlasse di Dio o di argomenti spirituali o pertinenti alla cristiana perfezione. Da quei colloqui non riusciva a distaccarsi, tranne quando la mamma aveva bisogno del suo aiuto in casa e Febronia ubbidiva prontamente ma recandosi dalla sua mamma, diceva a quanti stavano continuando a parlare di Dio: Beati voi che sapete tante belle cose di Dio! Quando saprò io conoscere queste ricchezze? Chiunque, confessata e comunicata, che entrava in casa di Febronia, era da lei accolta devotamente e festosamente. L'amore ai Sacramenti della Confessione e della Eucarestia, fu innato in lei; fin dall'età di cinque anni esortava papà Francesco e mamma Vincenza a confessarsi con frequenza: Mamma, va a confessarti. Confessati, mamma - ripeteva spesso, e la madre le rispondeva: Ora non posso, devo preparare il pranzo, se non è pronto a mezzogiorno tuo papà s'inquieta – e Febronia alla madre: Mamma vedrai che papà non s'inquieta, va a confessarti, penserò io al pranzo – e la mamma: Ma tu sei piccina – risponde Febronia: Non te ne curare, vai a confessarti, qui ci penso io. Erano così dolci e penetranti le insistenze della bambina, che la madre per accontentarla andava a confessarsi. Allora, la piccola Febronia, rimasta sola in casa, chiudeva di dentro la porta d'ingresso e preparava il pranzo. Ritornata la madre, con meraviglia, vide la tavola apparecchiata e le vivande pronte. Era l'Angelo custode che aveva coadiuvato la bambina? Del resto quando la mamma, già comunicata, ritornava dalla chiesa, Febronia si accorgeva subito che l'Agnello Divino era sceso nel cuore di lei: festosa e giuliva le si avvicinava al petto e l'abbracciava, la baciava, ne assorbiva quasi l'alito, le ripeteva infatti: Beata te, mamma, che hai preso il Signore! Che gioia devi provare. Che sorte è la tua! Per quanti giorni ti fu data la Comunione? - rispondeva la mamma: Per tre giorni – e Febronia: Che fortuna mamma, che fortuna ricevere Gesù per tre giorni! (negli anni in cui visse la nostra serva di Dio, la Comunione non era concessa con frequenza, ma alla nostra Febronia (Veronica) fu data l'opportunità di comunicarsi ogni giorno). 


Segue 
Testo riveduto e aggiornato 


LAUS  DEO 

Pax et Bonum 


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano