SUOR VERONICA BARONE
1856-1878
L'ESTATICA CAPPUCCINA
di
Padre Pio La Scala
da Mazzarino
Min.Cappuccino.
Isterismo o tentazioni?
Ciò che spicca mirabilmente nella vita della Serva di Dio Suor Veronica Barone e forma la più smagliante caratteristica, è la lotta diuturna e continua sostenuta contro le potestà dell'inferno.
Le parole di Gesù udite da Veronica nelle prime visioni all'altare del Crocifisso nella chiesa di San Giovanni Battista in Vizzini, quando le fu detto di doversi preparare ad una guerra, le udì internamente ripetere nel suo cuore per il corso continuo di 6 mesi. Veronica allora non capì il significato di queste parole, come il Serafino d'Assisi non comprese le parole del Crocifisso quando gli disse: Va o Francesco, ripara la mia Chiesa; che egli interpretò di restaurare la chiesa di San Damiano e non la Chiesa universale.
Nelle visioni posteriori, Dio fece capire a Veronica che l'aveva destinata a combattere con Satana: combattimenti che divennero accentuati nelle Novene e nei Tridui che precedevano le grandi solennità della Chiesa; combattimenti che erano quasi sempre premiati dal suo Sposo Divino con qualche visione di Paradiso o con altri godimenti e carezze spirituali onde Gesù suole incoraggiare le anime predilette sofferenti ed afflitte a sostenere per amor Suo o dolori e le afflizioni.
La nostra Veronica, ricevuto da Dio il comando di doversi preparare a siffatti combattimenti, vi si preparò con preghiere speciali, con mortificazioni e digiuni, seguendo in ciò l'esempio del suo Divin Maestro Gesù che per ben quaranta giorni si ritirò nel deserto prima di permettere a Satana di tentarlo. Erano gli ultimi giorni di Ottobre del 1871 e Veronica presaga di quanto in breve le sarebbe accaduto, pregava incessantemente il suo Padre Confessore, Fra Giuseppe da Vizzini, che non l'abbandonasse in quei giorni prossimi che dovevano essere tremendi, ma l'assistesse con la santa obbedienza, con il consiglio e con la parola – perché – Veronica soggiunse: Dio mi ha fatto conoscere che devo molto soffrire: tutto l'inferno si scatenerà contro di me.
Queste parole piene di mestizia, ma vibranti di una Fede soprannaturale, ci richiamano le pagine pietose del Vangelo, quando il Figliolo di Dio prima di morire in Croce, mestamente rivela la Sua Passione ai Suoi cari Discepoli.
L'ultima sera di Ottobre del 1871, Veronica veniva elevata in un'altissima estasi; la si vide con le mani incrociate sul petto, gli occhi rivolti al Cielo, elevata da terra fino a toccare con il suo capo il tetto della sua cameretta; non reagiva a nessuna voce o rumore, solo di tanto in tanto ripeteva tra se stessa queste parole: Sono pronta di fare tutto, se l'obbedienza me lo concede.
Spuntava l'alba del primo Novembre e molti fedeli si recavano alla chiesa conventuale dei Frati Cappuccini per suffragare i loro morti. Veronica invia un messaggio al suo Padre Spirituale, Fra Giuseppe da Vizzini, in cui gli manifesta che dovrà soffrire per tutto il mese di Novembre per suffragare i defunti, e soggiunse: Pensi, Vostra Reverenza di darmi forza, chè quest'opera di Dio sta riposta nelle mani di lei, sarò battuta dalle tentazioni, ma ricevendo o comandi che l'obbedienza vuole darmi, sarò vincitrice in tutto.
Ricevuta l'obbedienza e confortata dal Confessore a sottomettersi ai Divini Voleri, si vede assumere poco dopo un atteggiamento imponente da far impaurire tutti quelli che la circondano; la si vede sotto l'impero di una forza invisibile, strapazzata per terra, strangolata persino; fa a tutti orrore, la lingua la ritira fin quasi a scomparire; è gettata a terra o per aria; tormenti e dolori che diventano più forti ed intollerabili fino a chè invocando i Santissimi Nomi di Gesù e di Maria o il nome di qualche altro Santo, ritorna in sé stessa.
Il Sacerdote Benedetto Capuana, in un'altra stanza da dove poteva essere visto da Veronica, fece di nascosto il Segno della Croce; nell'istante Veronica sentì un fremito di sdegno e va fremente verso quel luogo dove era Don Capuana, il quale impaurito e spaventato, fuggì da un'altra porta.
Era proprio il demonio che combatteva con Veronica? E perché attribuire ad una causa preternaturale questi fenomeni che oggi la scienza spiega come cause naturali? Questo dubbio venne alla mente della stessa madre di Veronica, vedendo la figlia sbattuta qua e là e udendo delle parole che la figlia rivolgeva a personaggi invisibili: non credeva mamma Vincenza a quelle apparizioni diaboliche e tra sé stessa un giorno pensava: Se fosse vera questa lotta tra mia figlia e i demoni, io dovrei vederli questi spiriti. Nell'istante che passava questo pensiero nella mente della madre, Veronica proruppe in queste parole: Che cosa suggerisci, o mosca, a mia madre? - (Veronica nominava il demonio mosca). Allora un mostro apparve alla madre e alla signora Mariannina Fagone, un mostro che investe entrambi e le fa trabalzare per le scale, facendo scuotere tutta la casa. In quell'istante Veronica gridava: In Nome di Dio, non le toccare, non le molestare! - La madre e la signora Fagone si rifugiarono sotto la scala dell'abitazione, tremanti e spaventate.
Veronica con un prodigio, quale fu quello di leggere il pensiero della propria madre a cui apparve realmente satana, dimostra che si tratta di una vera lotta con il demonio.
Un giovane, il cui nome teniamo in riserbo per discrezione, che non avvicinava sacerdote né frequentava i Sacramenti e da molti anni non metteva piede nella Casa del Signore; sentiva un'avversione profonda contro Suor Veronica, la quale, secondo il suddetto giovane, non era altro che una visionaria, una fattucchiera, una strega.
Un giorno tale giovane si sentì ancora più fortemente spinto contro Suor Veronica che, armatosi di una rivoltella, andò a trovarla per scaraventarle contro ogni ingiuria e ogni vituperio e con l'animo risoluto di minacciarla con l'arma in suo possesso se Veronica, con quelle allucinazioni ed ipocrisie, continuasse ad ingannare la povera gente.
Con queste disposizioni, si avviò verso la casa di Veronica, ma il giovane non è ancora giunto all'abitazione della famiglia Barone, che Suor Veronica dice a mamma Vincenza: Mamma, apri la porta che sta venendo un amico a visitarmi. - La madre apre la porta e veramente vede quel giovane uomo che stava per giungere e desiderava entrare. Egli entra, ma alla vista di Suor Veronica impallidisce, sente in sé un'improvvisa mutazione interiore, tutte quelle ingiurie che voleva vomitarle in faccia gli spariscono dalla memoria e dal cuore. Veronica, consapevole del fine perverso per il quale quel giovane uomo era venuto a trovarla, disse: Entra qua nel mio stanzino, vieni qua caro fratello mio e siediti vicino a me, di che temi? - Bastarono queste poche parole perché quel giovane uomo deponesse tutto l'odio che gli bolliva nel petto contro di lei e contro la Religione. L'indomani andò a prostrarsi ai piedi di un confessore e da lì in poi divenne un fervente cattolico ed un devoto di Suor Veronica.
La nostra Veronica fu sempre sincera, umile, ordinata in tutte le sue azioni, ignorò la doppiezza, chiamava il padre Francesco “fratello” e la madre Vincenza “sorella”. Il suo Confessore lasciò scritto che Veronica era sincera e pura come una fanciulla, ma basta la testimonianza di Monsignor Giovanni Blandini, già Vescovo di Noto, il quale andando a trovare Veronica con preconcetti contrari per esaminarle lo stato psicologico-morale; attesta che fra le altre virtù vi era in Veronica la modestia e la semplicità.
La sera del 15 Dicembre 1872 Veronica, dopo una lunga contemplazione, fa chiamare il suo Padre Spirituale, Fra Giuseppe da Vizzini e gli fa conoscere che per la prossima Novena del Santo Natale, deve prepararsi ad una battaglia contro l'inferno, ma è sicura di vincere con la Grazia di Dio. Le armi con le quali deve combattere sono l'obbedienza, la protezione di Gesù, il Sangue Preziosissimo di Gesù, l'amore di Gesù ed il pensiero di essere sposa di Gesù e figlia di Maria.
Il Padre Confessore, Fra Giuseppe, non potè opporsi ad una sì chiara Volontà di Dio e diede a Veronica la sua benedizione per adempirla. Nel cuore della notte, Veronica si trovò assalita da molti demoni che la minacciavano di soffocarla e la spingevano a commettere peccati. Grida Veronica: Avanti! Avanti tutti quanti siete! Avanti che con l'obbedienza, con il Sangue e l'Amore di Gesù vi vincerò! - Ma gli spiriti infernali la stramazzarono per terra, la trascinarono sul pavimento della camera, la soffocarono e per tre volte consecutive la costringono a rimanere con la lingua tra i denti. I genitori e la sorella piangono, molte persone che erano presenti, tra cui alcuni sacerdoti don Ferdinando Barresi e don Gaetano Privitelli, non bastarono per trattenerla un minuto che una forza irresistibile la strappa dalle loro mani. Veronica non si sgomenta, ma sta ferma nella santa obbedienza, come scoglio di granito che non si muove, sebbene flagellato dai rumorosi cavalloni del mare tempestoso.
In questa lotta continua senza prendere cibo, senza prendere riposo, senza aprire gli occhi, passa tutta la Novena del Natale. Al quinto giorno i demoni la elevano in alto e la spingono dentro un piccolo finestrino, minacciandola di precipitarla. Da 6 ore circa era stata messa in quel finestrino e sembrava che da un momento all'altro venisse soffocata. I presenti non potendola ritrarre, iniziarono a pregare e dopo un po' l'estatica proferì queste parole: Fate quello che vi piace, o miei amici, ne avete per un altro quarto d'ora. - Le persone presenti, tra qui la signora Mariannina Mondelli e Maria Morello, si rallegrarono e affacciatisi alcuni al finestrone di quella casa, videro che il Padre Confessore, Fra Giuseppe, veniva a trovare Veronica. Ben compresero allora che un solo cenno di Fra Giuseppe sarebbe stato sufficiente per liberare Veronica dal pericolo di precipitare dalla finestrella. Entrato Fra Giuseppe, dopo averle rivolte alcune parole di conforto, comanda a Veronica di scendere da quella finestrella pericolosa, così scese lentamente, come una piuma sopra il suo pagliericcio.
Intanto, era venuto il medico, il Dottor Luigi Ventura, chiamato appositamente da Padre Giuseppe perché potesse esaminare la giovane Veronica, ancora sofferente e se quel fenomeno di cui ella pativa, fosse un fenomeno patologico di nevrosi, di epilessia o d’isterismo.
Il Dottor Ventura dopo aver tutto esaminato e osservato, domanda: Ma è proprio questa la giovane moribonda di pochi giorni or sono, per la quale avevo già ordinato il sotterramento? Per me, credo essere impossibile che un corpo così sfinito, debole, estenuato con una vita così languente, abbia potuto resistere a tanti strapazzi e a tutte queste torture; per me è un caso strano e non vi trovo rimedio.
A questa confessione d'impotenza del Dottor Luigi Ventura, che aveva poco prima definito Veronica una “epilettica-isterica”, soggiunse Padre Giuseppe da Vizzini: Ebbene, voi non sapete trovare rimedio a questa malattia e giudicate il caso disperato, voi vi trovate davanti ad un nuovo fenomeno, perché non è una malattia naturale; ella durerà così per altri sei giorni (la durata della Novena del Natale), poi avrà una piccola calma per essere un'altra volta assalita dalle potestà dell'inferno sino all'Ave Maria della Vigilia del Santo Natale, in quell'ora, terminata la Novena non avrà più assalti e sarà libera da tutte queste sofferenze.
Il Dottor Ventura chiese: Ma vivrà sino al 24 Dicembre? - Rispose Padre Giuseppe: Sì! La sera del 24 ad un'ora di notte, Veronica ritornerà allo stato primiero. - Proprio ad un'ora di notte? - Sì.
Il Dottor Ventura se ne andò senza dichiararsi favorevole al soprannaturale, ma fece chiaramente conoscere che quei fenomeni sfuggivano alla scienza.
La sera del 24 Dicembre, Vigilia del Santo Natale e nell'ora predetta da Padre Giuseppe, cessavano le “tentazioni” di Veronica, la quale rimaneva con le braccia incrociate sul petto, con gli occhi chiusi, stanca, spossata, raccolta in una profonda meditazione. Intanto, s'inoltrava la notte del Natale e molte persone vollero restare a casa di Veronica, perché dopo tanti fatti straordinari, attendevano qualche prodigio nell'ora della mezzanotte, ora di gioia e di allegrezza per l'Orbe Cattolico.
A Vizzini si parlava di Veronica come di una santa fanciulla e non solo nel suo paese natio, ma in tutti i paesi vicini dai quali accorrevano fiduciosi per ottenere grazie, per raccomandarsi alle sue orazioni.
Segue
Testo riveduto e aggiornato
LAUS DEO
Pax et Bonum
Francesco di Santa Maria di Gesù
Tereziario Francescano