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mercoledì 19 febbraio 2014

SUOR VERONICA BARONE 1856 - 1878 L'ESTATICA CAPPUCCINA DI PADRE PIO LA SCALA DA MAZZARINO MIN. CAPPUCCINO - UN GIGLIO TRA LE SPINE.




SUOR VERONICA BARONE 
1856-1878 
L'ESTATICA CAPPUCCINA 
di 
Padre Pio La Scala 
da Mazzarino 
Min.Cappuccino. 
Un giglio tra le spine 

L'amore vero e forte che Suor Veronica Barone ebbe per l'Immacolata e la Santissima Eucarestia, perfezionò e purificò sempre più l'anima di lei e corroborò il suo cuore a vincere il fomite della concupiscenza, onde riuscì a conservare il giglio della sua verginità, in tutta la sua purezza, in tutto il suo candore. Considerò questa virtù quale tesoro più prezioso affidatole da Dio, affinché lo custodisse e lo custodì strenuamente. Fin da bambina soleva dire alla propria mamma: Mamma-sorella, tu devi consegnare l'anima mia al Signore pura e bella come la ricevetti nel Santo Battesimo: tu mi devi bastonare, mi devi castigare, mi devi bene educare, che Dio ti chiederà conto dell'anima mia; sta attenta a custodire anche la purità delle mie sorelle, perché devi rendere a Dio anche conto delle anime loro. E come la purezza dell'aria esclude ogni nube ed ogni caligine, come la purezza della fonte cristallina rifiuta materie estranee e melmose da cui potrebbe essere inquinata; così – ella diceva – il cuore puro deve escludere e rigettare ogni ombra di affetti malvagi. E Veronica riuscì a rigettare da sé ogni fantasma impuro, ogni pensiero e desiderio di fango che l'avrebbe potuta macchiare; perciò divenne cara agli Angeli e specialmente al suo Angelo Custode dal quale spesse volte fu invitata ad odorare dei gigli paradisiaci. Mentre lavorava un giorno in compagnia della zia paterna Giuseppina Barone e di un'altra signorina, parlando loro dei pregi della verginità, ad un tratto venne rapita in estasi, atteggiando le sue braccia come se dovesse ricevere qualche oggetto da una mano invisibile: in quell'istante sentono una fragranza di gigli che una simile non la sentirono mai in vita loro. Quando si riprese dall'estasi, fra le dita aveva stami di gigli coperti di polline; erano gli stami che lei aveva tolto dai gigli offerti a lei dal suo Angelo Custode. Amore Chi sulle ali della Fede si eleva a contemplare Dio e le Sue opere e, speranzoso in Lui, attende l'adempimento delle sue grandi promesse, non può rimanere freddo e indifferente davanti a Dio così benefico e perfetto, ma deve sentire un'attrattiva per Lui, oggetto adeguato del nostro cuore, fine ultimo della nostra esistenza. Ma l'amore divino che ci unisce a Dio e ci fa divenire a Lui simile, - come il ferro infuocato diventa simile al fuoco, pur ritenendo la natura e le proprietà di ferro – è un dono del Cielo, un dono soprannaturale, uno dei più grandi doni che si conferiscono ad un'anima, per cui la Chiesa lo domanda a Dio rivolgendogli la preghiera, Accende lumen sensibus; infunde amorem cordibus; dono che viene da Dio conferito secondo gli piace e come vuole, non però capricciosamente, ma sempre in armonia con la sua bontà e sapienza. Veronica, sitibonda di amore divino, lo chiedeva continuamente nelle sue preghiere ed in certi istanti, quando l'anima sua raccolta in sé stessa, sentiva più vivo il bisogno di amare Dio, esclamava: Chi mi darà ali di colomba, perché spicchi il volo e vada a riposare nel seno del Divino Amore? Solo Dio può darmi queste ali, per le quali il mio cuore, sì grave e pesante, possa divenire agile e levarsi in alto. Allora, lacrime silenziose solcavano le sue guance e ritirandosi nella sua cameretta, teneva con Dio uno di quei colloqui semplici e fervorosi che tanto piacciano al Cuore divino. Contemplava la santità di Dio diffusa negli Angeli e nei Santi: Quanto sei amabile, o Signore, nella Tua Santità, mentre cotanto amabili sono le creature a cui tu l'hai partecipata! Che cosa è la sapienza dei più dotti che hanno scritto tanti volumi, rispetto a Dio che vede e comprende tutte le cose in tutte le loro parti, in tutte le loro relazioni? Che cosa è mai questa potenza che ammiriamo nel mare, nei turbini, negli eserciti rispetto alla Onnipotenza di Dio, che con una parola diede l'essere a tutto l'universo e può creare altri mondi più grandi e più belli? Che cosa è mai la maestà dei sovrani che li rende tanto ammirabili, pur essendo creature mortali ed imperfette come noi? La vera maestà si trova in Dio fremente della sua vita, scintillante della propria luce, circondato da una moltitudine immensa di Angeli che l'inneggiano e l'amano. Dio le infuse un amore tenero verso i peccatori ed uno zelo straordinario per la salute di loro. Quando conosceva la rovina di tante anime lontane da Dio, si offriva vittima al Signore per la loro conversione, ogni giorno pregava per loro. Questa carità di Veronica per il prossimo, si estendeva alle anime che, uscite da questa terra irradiate di grazia, ma non abbastanza pure da essere ammesse ai Divini amplessi, sono destinate a purificarsi attraverso il Purgatorio. In premio di siffatta carità, meritò da Dio il favore singolare di vedere molte anime salite dal Purgatorio al Cielo, tra le quali ricordiamo Giuseppe Santoro e il proprio figlio, così come Francesca Mondelli, nata Oddo, la quale dopo quattordici anni dalla sua morte, accompagnata dall'Angelo Custode, irradiata di una bellezza celestiale, fu vista da Suor Veronica ascendere al Cielo. A questo proposito Suor Veronica Santoro da Cassaro (Siracusa), con giuramento, attesta che andando a visitare Veronica ancora fanciulla, questa le domandò se avesse un fratello morto. La Santoro chiese come mai quella domanda, e la piccola Veronica: Ti confido che mi è apparsa l'anima di tuo fratello Gaetano, si trova nel Purgatorio e mi ha chiesto 3 Comunioni e tu mi devi aiutare sorella mia. Fatte le 3 Comunioni continuò a pregare per tutta la quindicina di Maria Assunta. Nella mezzanotte del 15 Agosto, come testimonia Suor Veronica Santoro da Cassaro, “vidi in estasi Veronica Barone e udì che domandò a Maria Santissima di fare uscire 7 anime dal Purgatorio e la terza fu quella di mio fratello Gaetano”. Così Veronica estendeva il suo amore di Dio alle creature, abbracciando vivi e defunti, giusti e peccatori, amici e nemici. Ma Suor Veronica Barone fu anche calunniata e perseguitata, anche da coloro dai quali doveva essere più stimata ed incoraggiata al bene. Le Monache Carmelitane Scalze del Monastero di Santa Teresa di Vizzini, dubitando e quasi beffandosi della vita straordinaria di Veronica, vollero provarla nel seguente modo: “ Madre Teresa Mazzarino, Priora del Carmelo di Vizzini, mandò Giuseppa Salafia da Veronica con il pretesto di chiedere se poteva ricamare un cuscino con l'effige di Santa Teresa di Gesù e di San Simone Stok, ma tale ricamo doveva essere fatto in breve tempo perché proprio il giorno dopo al Carmelo ricorreva una festa solenne per cui il suddetto cuscino ricamato doveva servire per l'inginocchiatoio del sacerdote celebrante. Quando la Signorina Giuseppa Salafia raggiunse Suor Veronica Barone per esporle e affidarle la commissione ricevuta dalle Monache Carmelitane, Suor Veronica aveva tutto saputo in spirito e battendo la mano sulla spalla della signorina Salafia, le dice con tono serio: So tutto, per cui dirai alla Madre Priora che non posso servirla. La Salafia, commossa, ritornò dalle Monache Carmelitane e riferì alla Priora ciò che Suor Veronica le aveva detto. La notte seguente, Suor Veronica apparve nel Monastero delle Carmelitane di Vizzini facendo un gran rumore da far sbalordire tutte le monache, le quali alzatesi dal loro giaciglio, videro per la porta interna aperta, entrare un raggio di luce ed udirono queste chiare parole: Non temete, sono io, Suor Veronica. E all'istante tutto disparve. Dopo di che le monache si convinsero della santità della serva di Dio. La vera virtù, s'impone anche ai suoi avversari. In Vizzini si parlava di Suor Veronica come di una santa, come di un fiore di Paradiso. Il signor Zappalà, medico chirurgo che in omaggio della scienza ostentava una certa incredulità e tanti preconcetti contro la buona fanciulla, dopo averla più volte avvicinata fu talmente convinto ed edificato dalle virtù di lei che ne parlava come di una santa e si raccomandava alle orazioni di lei e spontaneamente lasciava un ampio attestato dove trascrisse alcuni fatti straordinari veduti con i propri occhi e terminò la sua testimonianza, scrivendo: “Finché ebbi il bene di fare dimora in Vizzini, frequentai mattina e sera Suor Veronica, non più come osservatore, giacché sono pienamente convinto che quanto di lei aveva sentito era il vero e che essa tirava la vita per miracolo, ma perché mi reputava fortunato di avvicinarla per ricevere ammaestramenti spirituali”. Il Reverendo Padre Eugenio Scamporlino da Sortino, che per nove anni resse la Provincia Monastica dei Cappuccini di Siracusa, quando vide un fascio di luce da una immagine di Maria proiettarsi sul volto di Suor Veronica, rimase profondamente convinto della comunione di Luce interna tra la Madre di Dio e Suor Veronica. Il Reverendo Padre Spadaro Benedettino, dopo averla esaminata per ordine del Vescovo diocesano, la dichiarò inappuntabile per l'equilibrio dei pensieri, degli affetti e delle opere e concluse la sua indagine: “Sarei lietissimo se a quella anima eletta venissero decretati gli Onori degli Altari” . L'ex Provinciale Cappuccino, il Reverendissimo Padre Samuele Cultrera da Chiaramonte Gulfi (Ragusa), chiaro per le sue virtù e per le sue opere storiche-filosofiche che ha dato alla luce, ha trovato ortodossi e pieni di santa unzione i manoscritti di Suor Veronica Barone, ha riconosciuto con altri teologi da cui furono esaminati i manoscritti, essere conformi ai Dogmi di Fede, anche nei fatti che riguardano la vita di Gesù e di Maria e che Suor Veronica non poteva sapere se non attraverso una diretta interiore rivelazione dal Cielo. Gli alunni chierici del Seminario Vescovile di Agrigento (allora Girgenti) mentre governava quella Diocesi Sua Eccellenza Monsignor Gaetano Blandini, ricordano come lo stesso Monsignor Gaetano Blandini per incarico del Vescovo di Caltagirone, Monsignor Morana; esaminata Suor Veronica Barone, la stimasse degna di ricevere un culto sugli Altari ed esortava a tale scopo i Padri Cappuccini a raccogliere i fatti genuini riguardanti la vita di Suor Veronica e tesserne la storia che sarebbe riuscita vantaggiosa alla causa della Religione. E si noti che Monsignor Gaetano Blandini era da principio molto prevenuto contro Suor Veronica e che divenne successivamente entusiasta di lei dopo che l'ebbe più volte avvicinata per scrutarne la coscienza e giudicare de visu et de auditu di ciò che di soprannaturale fosse in lei. Il Provinciale degli Agostiniani di Sicilia, il Reverendo Padre Tascone, ritenne degna Suor Veronica di ricevere gli onori degli Altari e lo stesso fu testimone diretto dei prodigi che il Signore operava in Suor Veronica durante la predicazione per la Quaresima nella chiesa madre di Vizzini. Coroniamo le testimonianze di tali illustri uomini di Fede, con le parole di Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Blandini, già Vescovo di Noto: “Sentì, per santo obbligo di coscienza nel mio rapporto al Vescovo (al Vescovo della Diocesi di Caltagirone, Monsignor Morana), assicurare che davvero colei era un'anima privilegiata, deducendolo non tanto dai doni gratuiti straordinari riferiti dal suo direttore spirituale e dei quali io non volli chiedere alla giovine suora, quanto dalla modestia angelica, dalla semplicità infantile, dalla sapienza mirabile onde essa mi accennò di Dio e della vita interiore del suo spirito, di tutto l'assieme ne suscitò ammirazione, edificazione, convincimento profondo della santità di quell'anima da vincere anche quello che avrei provato se l'avessi vista operare per divina virtù dei miracoli”. 
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E oggi, giunti all'inizio del 2014, cosa ne è della causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio Suor Veronica Barone da Vizzini? Iddio ci perdoni se quelle chiare, sincere, testimonianze di autorevolissime Autorità religiose delle Chiese di Sicilia sulle virtù eroiche di Suor Veronica Barone, le abbiamo riposte in un cassetto buio e polveroso.  


Segue 
Testo riveduto e aggiornato 


LAUS  DEO

Pax et Bonum 


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano