Visualizzazioni totali

martedì 11 febbraio 2014

SUOR VERONICA BARONE 1856 - 1878 L'ESTATICA CAPPUCCINA DI PADRE PIO LA SCALA DA MAZZARINO MIN. CAPPUCCINO - IL TERZ'ORDINE CAPPUCCINO .




SUOR VERONICA BARONE 
1856-1878 
L'ESTATICA CAPPUCCINA 
di 
Padre Pio La Scala 
da Mazzarino 
Min.Cappuccino. 
Il Terz'Ordine Cappuccino 

Nel 1868 nella chiesa di San Giovanni Battista di Vizzini, venne a predicare per la Quaresima Don Giovanni Blandini. (Fu nel corso di quella Quaresima del 1868 che Febronia durante una visione, vide uscire dalla bocca di Don Giovanni Blandini mentre predicava, una pioggia di rose, rose che spargendosi sull'uditorio, cadevano poi sul pavimento della chiesa. Febronia più volte fu sul punto di gridare: “Guardate! - Cadono tante rose e non siete capaci di raccoglierle?” - E in quell'istante udì una voce dirle: “Prega, affinchè le rose (cioè le parole del predicatore) non vadano perdute, ma abbiano la forza di intenerire i cuori più duri e di condurli a Dio”. Don Giovanni Blanbini, fu poi Vescovo della Diocesi di Noto (Sicilia), uno dei più dotti e più zelanti Vescovi d'Italia). Don Giovanni Blandini, durante la predicazione per la Quaresima, istituì a Vizzini la Pia Unione delle Figlie di Maria e tra le altre fanciulle, volle aggregarvi Febronia Barone, piccola di età, gracile, ma devota, modesta e pia, tanto da recare impressione al Predicatore, il quale, conoscendo il nome di lei, omonimo della orientale Febronia, martirizzata sotto Diocleziano, Patrona di Palagonia – paese di origine di Don Giovanni Blandini; - manifestò il suo augurio che questa piccola fanciulla, sotto la guida della Regina delle Vergini, divenisse l'eroina di cui ne portava il nome: “modello di pietà, di modestia e di ogni altra bella virtù”(dalla lettera di Monsignor Giovanni Blandini, Vescovo di Noto di cui tratteremo più avanti). Forse in nessuna altra persona gli auguri di Don Giovanni Blandini ebbero un pieno e perfetto adempimento come nella fanciulla Febronia. Nel 1872, per ordine di Monsignor Morana, Vescovo di Caltagirone – sotto la cui giurisdizione ecclesistica si trova la città di Vizzini, - recatosi a visitare una giovinetta Terziaria Cappuccina, molto conosciuta per le grazie gratis date, scoprì, con suo stupore, che quella fanciulla era proprio Febronia Barone, la stessa fanciulla alla quale aveva rivolto il suo augurio quattro anni prima e che ora si chiamava Veronica e indossava le lane del Terz'Ordine. Il Terz'Ordine Francescano Cappuccino, che tanto facilita la via e la pratica della virtù e della perfezione, non poteva essere ignorato da Febronia, tanto desiderosa di perfezione e di virtù, tanto sitibonda di Dio e che già aveva deciso di vestirsi da monaca Cappuccina il “voto” fatto a Santa Veronica Giuliani, quando, per intercessione di lei, ottonne la bramata guarigione dalla malattia. Lo stesso Patriarca San Francesco d'Assisi, il quale le aveva ispirato di porsi nel cammino di perfezione cristiana, le aveva suggerito i 3 voti di povertà, castità e obbedienza e la esortò a vestire le lane (cioè l'abito religioso) del Terz'Ordine. E Febronia, per così dire, “nata già Terziaria”, nemica del fasto e delle vanità del mondo, aliena da tutte le mondanità; il 9 Luglio 1871 indossò finalmente l'abito religioso del Terz'Odine Cappuccino. Il giorno della Vestizione religiosa, fu uno dei più belli della sua esistenza, vi si preparò con speciali penitenze ed una fervente Novena e per dimostrare la sua filiale gratitudine a Santa Veronica Giuliani, la Serafina di Città di Castello – e molto più, per imitarla nell'amore di Dio, nel disprezzo del mondo – avendole nelle visioni il suo Sposo Gesù inculcato non solo a portare il nome di Veronica, ma d'imitarla nelle virtù; - ottenne di mutare il nome di battesimo di Febronia in quello di Veronica. Dopo le Sacre Funzioni, uscì di chiesa commossa e con il volto irradiato come un serafino, giunta a casa, esclamò: Come sono felice oggi, o mio Dio, mio Redentore, te ne ringrazio! Nessuno più riuscirà a strapparmi dalle Tue braccia. Che felicità! Quanto mi è stato concesso è superiore ai miei desideri. Non mi rimane altro che vivere santamente e morire in questo Ordine religioso. Questi propositi di vivere e di morire santamente nel Terz'Ordine Cappuccino, furono da Veronica osservati fedelmente, costantemente, né noi sapremo tributarle altro elogio più vero e più grande se non chiamarla Vera Terziaria Francescana! Dobbiamo ricordare che nel tempo in cui è vissuta la nostra Suor Veronica Barone, la Regola del Terz'Ordine Cappuccino, non ancora mitigata dal sapientissimo Pontefice Leone XIII, era più rigorosa e più austera. Ma, come la vergine santa Cecilia portava il Vangelo nel suo cuore, così la nostra Suor Veronica Barone custodiva gelosamente questa serafica Regola del Terz'Ordine, vera sintesi del Vangelo che sa rendere i suoi fedeli osservatori, degni di ascendere agli onori degli Altari, così come vi fece ascendere un San Luigi Re di Francia, un Sant'Enrico Re di Polonia, una Santa Rosa di Viterbo, una Santa Delfina, una Santa Cunegonda modello di virtù per le nubili donne, delle coniugate e delle vedove; e fra tutti la giovane Elisabetta Regina d'Ungheria, che nel Terz'Odine Francescano trovò il più efficace impulso per giungere a quel fastigio di santità da essere canonizzata due anni dopo la sua morte e ricevere un culto pubblico dai suoi figli e dai suoi nemici che l'avevano cacciata dal soglio e dal suo palazzo! Quanti grandi modelli di perfezione brillavano davanti la mente della nostra Suor Veronica! Ma soprattutto venne incoraggiata e guidata all'osservanza della Regola del Terz'Ordine dallo stesso Patriarca San Francesco. Costui l'amo fortemente e teneramente quale Figlia prediletta. In molte visioni le indicò le penitenze che doveva praticare e le virtù nelle quali, specialmente in qualche Novena, doveva esercitarsi. San Francesco le impetrò delle grazie speciali da Dio, in ciascun anno il giorno 4 Ottobre, fu sempre per Suor Veronica Barone un giorno di speciali favori. Era l'alba della Festa di San Francesco d'Assisi dell'anno 1876, Suor Veronica giaceva sopra il suo giaciglio, sfinita di forze per le penitenze e le lotte contro il demonio che aveva sostenuto nel corso della recita della Novena per San Francesco. Due sue zie, che l'avevano assistita in quella notte e la vegliavano amorosamente, ad un tratto videro Suor Veronica trasformarsi nel volto, tanto da sembrare un angelo. L'udirono parlare con personaggi che non vedevano, né comprendevano il senso di quelle parole. Sentivano solo una fragranza celestiale e un odore di ostie. Poco dopo, Suor Veronica esclamò: No, non posso comunicarmi senza candele accese, per riverenza al Santissimo Sacramento. Accennato alle sue zie che accendessero due candele benedette, queste furono accese e poste ai due lati del letto – su cui essa giaceva con gli occhi rivolti al Cielo e con le palme aperte – in modo orizzontale alle spalle; in questo istante una mano invisibile depone una Particola sulla lingua di Suor Veronica. Le due zie, piene di stupore, cadono in ginocchio, piangono, pregano. Suor Veronica viene rapita in estasi. Padre Giuseppe da Vizzini, suo Confessore, era stato informato da Suor Veronica alcuni giorni prima che proprio il 4 Ottobre il Patriarca San Francesco, già dell'Ordine dei Diaconi, l'avrebbe comunicata con le sue mani. Accompagnata quella mattina dalla Vergine Immacolata e da molti Angeli. L'8 Settembre del 1874 Suor Veronica ebbe una visione, titubante e confusa, non comprendeva il significato di una Croce ornata di fiori offerta a lei da Gesù. Santa Veronica Giuliani venne però a confortarla, dicendole: Sappi, o sorella, che il nostro dolcissimo Sposo ti si è mostrato con la sua Croce in mano ornata di fiori, per essere questi fiori il simbolo delle virtù in cui ti devi esercitare per conoscere tutto quello che hai visto. Un'altro giorno, il 15 Agosto 1874, mentre in una visione si trovava ai piedi della Vergine Maria, volendola pregare per ottenere dal Figlio Gesù alcune grazie, le si presentarono due religiose per dirle: Noi siamo due sorelle, Chiara d'Assisi e Veronica Giuliani. Non stare in dubbio, ma sii certa che noi preghiamo la Vergine Maria per te. Il 30 Giugno 1877 Suor Veronica Barone vide il Cuore di Gesù e le Sue mani tramandare raggi di Luce, ma non udendo da Lui alcuna parola, rimase atterrita da tale silenzio. Allora si rivolse d'istinto alla sua cara Santa Veronica Giuliani e questa venne ad incoraggiarla e confortarla. Se una delle caratteristiche dei Figli del Serafico d'Assisi è l'amore scambievole lasciatoci da Gesù, vero fondamento della perfezione cristiana, Suor Veronica Barone arse di questo “Amore Fraterno”, sentì sempre una speciale predilezione per le sorelle e i fratelli del Terz'Ordine. Negli ultimi otto anni della sua vita terrena, mai il sole volse al tramonto senza che ella volgesse una fervorosa preghiera per il Terz'Ordine, per il Sommo Pontefice, per la Chiesa, per la conversione dei peccatori, per le anime Purganti e per tutto il genere umano. Così, desiderava che pregassero i suoi Figli il Padre San Francesco d'Assisi. Davvero il Serafico Padre si interessava perché tutte le Sue consorelle s'incamminassero nella via della perfezione evangelica. Quando nella Festa dell'Assunzione di Maria, Suor Veronica vide in visione i sacerdoti, i religiosi e le sorelle Terziarie recarsi ad offrire a Maria Santissima le mortificazioni e gli atti di virtù praticate in Suo onore; si turbò per le sue consorelle che conosceva per i passi troppo lenti che esse facevano nel cammino di santità e tanto desiderò che progredissero con più slancio di cuore. La nostra cara Suor Veronica si adoperò efficacemente perché nella chiesa conventuale dei Padri Cappuccini di Vizzini, sede del Terz'Ordine, venissero celebrati sempre con solennità i Tridui e le Novene dei Santi dell'Ordine Francescano. Non si vergognava di chiedere lei stessa, davanti all'ingresso della chiesa dei Cappuccini, l'obolo ai fedeli, obolo che non toccava con le mani, ma faceva mettere in una borsa tenuta appositamente da un'altra consorella. Ella mai entrò in casa altrui, la propria casa fu per lei un vero monastero nel senso più stretto della parola. Dalla sua cameretta Suor Veronica Barone esercitò un vero e fecondo apostolato, altra caratteristica dei Figli di San Francesco d'Assisi, che in ogni tempo si adoperarono ad estinguere le inimicizie e le liti, a stabilire la pace nelle famiglie e nelle città, a promuovere nella società la virtù ed ogni vero spirituale benessere. Suor Veronica Barone condusse via molte anime dalla perdizione. A lei molti sacerdoti, non pochi diocesani e gli stessi Vescovi, chiedevano consiglio negli affari più importanti e nei negozii più delicati riguardanti la propria e l'altrui coscienza. Nessuno si pentì mai d'avere eseguito e messo in pratica i suoi consigli, molti da lei esortati ad abbandonare la via del peccato, s'incamminarono nella via della perfezione cristiana. Non pochi ritornarono per lei a quella Chiesa che prima avevano abbandonata, mostrandosi in tutto questo vera seguace e figlia di colui che nel Secolo XIII venne chiamato da Dio a riformare i costumi corrotti e ricondurre al Signore la società corrotta. Fu molto a cuore alla nostra Suor Veronica, la propagazione del Terz'Ordine Francescano, basta dire che vi fece iscrivere e aderire molti secolari e tutti i sacerdoti, prelati e Vescovi inclusi, che andassero a recarle visita. I sacerdoti dediti alla predicazione durante la Quaresima o per il Mese Mariano in Maggio o Ottobre, nella Chiesa Madre di Vizzini e in quella di San Giovanni Battista, si recavano a trovarla. La prima cosa che domandava ai suoi visitatori era se fossero iscritti al Terz'Ordine Francescano. E molti sacerdoti ripartivano da Vizzini come Terziari Francescani. Un giorno venne a visitarla Sua Eccellenza Monsignore Morana, Vescovo di Caltagirone, accompagnato da altri nove presbiteri. Invitata a dire loro qualche parola spirituale, sulle prime umilmente ricusò perché si reputava ignorante per cui non le conveniva di parlare di cose spirituali a coloro che erano maestri della Chiesa di Dio. Per obbedienza le venne imposto da Monsignor Morana che parlasse ed allora iniziò a dimostrare le grandezze del Terz'Ordine Francescano e ne parlò con tale unzione ed efficacia che tutti rimasero innamorati del Terz'Ordine e decisero di aderirvi. Soggiunse Suor Veronica: Sì, è volontà di Dio che Monsignore Vescovo e voi “otto” sacerdoti (erano però in 9!) ...vi ascriviate al Terz'Ordine. E ciò dicendo, li nominò uno per uno facendo il Segno della Croce con il dito su ciascuno dei presenti, i quali essendo nove, uno....fu da Suor Veronica omesso. Tale “omissione” destò in tutti curiosità, perciò fu pregata a nominare un'altra volta coloro che dei presenti dovevano iscriversi al Terz'Ordine. Suor Veronica un'altra volta li nominò ma omettendo di nominare un sacerdote, il nono dei presenti. Allora, le fu domandato perché non nominasse anche quel sacerdote ad iscriversi. Ed ella rispose: Così mi sento ispirata. Il sacerdote “omesso” prese parola e disse a Suor Veronica: Dunque non volete che io mi iscriva al Terz'Ordine? - Suor Veronica si limitò a ripetere che così....si sentiva ispirata. Questo fatto destò impressione in tutti gli astanti, i quali insistettero con il sacerdote “omesso” affinché manifestasse loro cosa l'impediva di iscriversi al Terz'Ordine. Allora il sacerdote “omesso” arrossendo, dichiarò che in verità non poteva iscriversi al Terz'Ordine …. una “seconda volta”...., essendovi già iscritto fin da quando era seminarista e....dopo negli anni lo aveva abbandonato! Tutto questo Suor Veronica non poteva conoscerlo “naturalmente”, non solo perché quel sacerdote era un forestiero che metteva piede per la prima volta in Vizzini; ma anche perché – come ebbe lo stesso a confessare pubblicamente – non confidò mai ad alcuno di essere stato iscritto al Terz'Ordine Francescano. Il Vescovo Morana e quei Sacerdoti, riconoscendo in questo fatto una luminosa conferma della Volontà di Dio manifestata tramite Suor Veronica Barone, il giorno dopo, confessati, indossarono con devozione l'abito e si cinsero del cingolo del Terz'Ordine Francescano. Chiudiamo questo capitolo con le parole che Padre Giuseppe da Vizzini lasciò scritto: Veronica mai trasgredì volontariamente, anche in cose leggere, la Regola del Terz'Ordine, ma si adoperò con tutte le sue forze ad osservarla e a farla osservare. 


Segue 
Testo riveduto e aggiornato 



LAUS  DEO 

Pax et Bonum 


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano