La Venerata Madre
Agnese (Paolina)di Gesù
Carmelitana Scalza
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux
La Professione Monastica
Un delicato disegno della Provvidenza aveva stabilito che le due anime-sorelle dovessero donarsi a Gesù nel medesimo giorno – 8 maggio 1884 – la piccola Teresa nella fusione con il Dio dell'Eucarestia, e Suor Agnese di Gesù nella consacrazione verginale, che è la Professione Monastica.
La vigilia, Paolina scriveva a suo padre:
<< Una sola cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa tutti i giorni della mia vita. Babbo mio diletto, Teresita, il tuo angelo, non deve essere sola a gettarsi ai tuoi piedi e chiederti il perdono e la benedizione in questa benedetta vigilia del più grande dei giorni. Anche la tua Agnese, mio caro papà; essa soprattutto non potrebbe accostarsi all'altare senza avere ottenuto questo perdono del tuo cuore.
Ventidue anni, sono tanti sì, troppi, ahimè! Per aver avuto la triste possibilità di contristare il cuore del migliore dei padri! Però, se Iddio dinanzi ad un sincero dolore perdona ogni cosa, anche il mio amatissimo padre perdona tutto; io lo so, io lo sento, per cui non mi resta che gettarmi fra le sue braccia per ricevere la benedizione paterna, la prima e la più dolce al mio cuore dopo quella di Dio.A domani, mio caro papà, a domani! Ah! Lo confesso, nel pronunciare questa parola “domani”, stento a trattenere le lacrime; mi raffiguro la festa della terra e quella del Cielo: quaggiù, un Padre amatissimo che conduce, quasi per mano, due figlie all'Altare; Lassù, una Madre cara che ne riceve l'offerta e la presenta all'Agnello delle vergini. Oh spettacolo! Oh festa! Quali feste e quali gioie della terra si possono paragonare con queste?>>.
Cosa potremmo aggiungere per descrivere questo giorno di duplice e così totale offerta? Teresa sentiva che tutto il Cielo albergava nel suo cuore. E la << sua Paolina che adesso le era più unita che mai >> , pianse di gioia, mentre come Sposa di Gesù pronunciava, in una pace indicibile, i suoi santi Voti nelle mani della Madre Genoveffa di Santa Teresa.
La cerimonia si svolse nella Cappella del Santissimo Sacramento, perché la Priora, allora inferma, non poteva salire in Capitolo. La Comunità si era prodigata nella decorazione accoppiando le due elette in delicati simbolismi di corone intrecciate, di colombe e di scudi recanti le iniziali di Teresa e di Agnese.
Sul retro del foglio dov'era scritta la formula dei voti, la novella professa aveva vergato:
<< Per le mani di Maria in questo dì sì bello, accogli, Gesù mio, il tuo piccolo agnello. Tutto per piacere a Dio. Vivere d'amore e d'amore morire. Gesù, nascondimi nel segreto del tuo Volto e sarò salva >>.
Nel tardo pomeriggio il signor Louis Martin condusse al Carmelo la sua << Reginetta>> biancovestita.
<< Vidi – scrive Teresa – la mia Paolina divenuta sposa di Gesù; la vidi nel suo velo bianco come il mio e con la sua corona di rose. La mia gioia fu senza amarezza, perché speravo di raggiungerla presto e vicino a lei attendere il Cielo >>.
Non minore fu la consolazione della Madre Agnese:
<< Vidi la mia piccola Teresa nel suo velo bianco come il mio. Mi fissava con uno sguardo così profondo e dolce! Che istanti quelli per noi due! - La corolla esteriore di questo fiore purissimo, voglio dire le sue vesti di mussolina, mi sembrarono spiegazzate e d'un candore leggermente offuscato. Lo feci notare alla Comunità che era venuta a vederla: nessuna vi aveva badato. Oggi penso che il candore materiale, sia pur quello delle neve, non regge al paragone con il candore soprannaturale che possiede un cuore dove Dio pone le sue compiacenze, dove risiede con la Santa Comunione. E poiché io contemplavo il candore divino di un cuore di serafino, l'altro perdeva il suo splendore.
Me ne uscì dal parlatorio tutta infiammata, quasi come quando gli Apostoli ridiscesero dal Tabor. Mio Dio, se la vista di un Angelo sulla terra ha potuto darmi tanta forza e consolarmi tanto, che sarà quando potrò mirare eternamente la vostra bellezza increata, della quale quella dei santi non è che un pallido raggio? >>.
Gli anni di noviziato di Suor Agnese di Gesù seguirono il loro corso normale. Nelle difficoltà correva in cerca di una luce della Madre Genoveffa, la quale ne riportò tanta stima e fiducia che la scelse, a sua volta, a confidente. Un giorno, le posò la mano sul capo e sorridendo le disse: << Questa figliola! ….. Non posso trattenermi dal confidarle la mia anima!>> . La giovane religiosa seppe così bene far tesoro dei consigli ed esercitare una influenza così pacificante attorno a sé, che venne soprannominata << angelo di pace >>.
Fin dagli inizi della sua vita al Carmelo si cercò di sviluppare e sfruttare le sue capacità artistiche. Ce ne dà conferma ella stessa:
<< Mi dedicavo al lavoro per il bene della Comunità, che era molto povera, e ciò mi costava non poca fatica. Al tempo delle Prime Comunioni, arrivavo talvolta a dipingere anche quattro immagini in un solo giorno su pergamena, immagini che riproducevano la Prima Comunione di San Luigi Gonzaga ed erano composte di tre personaggi. In seguito feci lavori di miniatura su avorio. Ho dipinto anche il Volto Santo, la Madonna e i Santi, perfino sopra paramenti sacri.
Ah, sapessi – scriveva a Celina – qual pace si gusta quando non si lavora che per obbedienza! E come è dolce sentirlo! Senza l'obbedienza, che noia! Sono stanca di pitturare, ma dopo tutto, non è forse Gesù che mi mette il pennello in mano? Che mi stimino un artista o meno, non m'importa; che importa è che diventi un artista nella virtù >> .
E a suo padre scriveva:
<< Sto scrivendo delle bellissime sentenze sui muri dei corridoi. Al Carmelo non si possono più alzare gli occhi senza ricordarsi di Dio e della Patria che ci attende. E' un lavoro dolcissimo al mio cuore e lo amo molto. Ho voglia di scrivere questo versetto del salmo: “Il Signore mi ha presa per mano e mi ha salvata da mezzo del torrente>>, appunto perché questo Egli ha fatto per noi. Qual dolce appoggio non è questa mano del Signore!.
Auguro alle due colombine rimaste ai Buissonnets la medesima grazia che inonda il cuore delle sorelle maggiori. So che lo desiderano ardentemente. Possa questo desiderio, che è quello di un Padre incomparabile, realizzarsi un giorno! Addio, babbo mio caro, sono felice di essere tua figlia. Il tuo << diamante>> ti abbraccia>>.
Molto più tardi, nel revocare questi ricordi, Madre Agnese dirà:
<< ..E' molto tempo ormai che ho smesso di dipingere. La Comunità non ha più bisogno del mio lavoro; ha bisogno di santi, di copie viventi del nostro Sposo diletto. Possa essere io una di queste copie! >>.
Fine capitolo 6
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma.
LAUS DEO
Pax et Bonum
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano