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martedì 24 maggio 2016

TERESA MARGHERITA REDI DEL SACRO CUORE DI GESU' - MONACA CARMELITANA SCALZA ( TERESIANA ) SANTA * 1747 + 1770 - PARTE TERZA.




Teresa Margherita Redi 
del Sacro Cuore di Gesù 
Monaca Carmelitana Scalza 
 (Teresiana) 
 Santa 
 *1747 +1770 

La prima Comunione segnò per Anna Maria un secondo passo per Gesù. Questo giorno l’aveva bramato con ardore fino dai suoi teneri anni. I soavi effluvi dell’Ostia di amore l’avevano spesse volte commossa, l’avevano rapita; ma ora che il suo desiderio stava per realizzarsi, non poteva frenare la sua commozione e sentiva che il suo cuore era ripieno di una tenerezza infinita. 
Le era stato insegnato che nel Sacro Tabernacolo palpita non solo l’amore, ma il cuore stesso dell’amore; quel cuore che è il Santuario della divina carità; quel cuore che ama tanto gli uomini e che spasima il desiderio di essere conosciuto e riamato nel Sacramento dell’amor suo. Questo cuore l’attraeva con le sue fragranze ed ella se ne innamorò prima ancora di ben conoscerlo e di provarne i mirabili effetti. Un amore ardente verso il Divin Sacramento divenne, anzi, la gloria sua e il suo programma, accendendosi fin d’allora nella sua anima brame sempre nuove di virtù, desideri grandi di santità, aneliti d’amore purissimo. 
Per prepararsi a ricevere la prima volta Gesù avrebbe voluto passare molte ore del giorno davanti al Santo Tabernacolo; ma come ottenere il permesso? 
Altri doveri l’attendevano; quindi, non potendo il giorno, consacrò all’orazione alcune ore della notte. Ed era contenta di poter offrire questo suo sacrificio al Signore, persuasa che ciò resterebbe palese soltanto a Gesù e a lei; ma s’ingannò. 
La curiosità delle compagne, che già s’immaginavano qualche cosa, crebbe tant’oltre che riuscirono ben presto a scoprire il segreto, ed ecco come. La sua sorellina Eleonora, data la sua tenera età, era stata posta a dormire nella camera medesima della Serva di Dio. Di questa creaturina si servirono le compagne per venire a conoscenza di quanto sospettavano. Seppero far così bene, che quella semplicetta narrò che Anna Maria passava alcune ore della notte in orazione. Ciò fu come una freccia al cuore della nostra Santa; se ne rammaricò fortemente con la sorella, la sgridò, pianse; ma il segreto era ormai svelato. 
Giunse finalmente il gran giorno, e fu come balsamo al suo dolore. Esaminò nuovamente la sua vita così pura ed innocente e, sembrandole vedervi qualche macchia, volle detergerla con una confessione generale. Il suo cuore era dunque pronto per ricevere l’Ospite Divino; la preparazione era stata lunga, come lunga fu quella dell’angelico Luigi, di cui aveva voluto seguire l’esempio. La notte che precedette il gran giorno Anna Maria non potè dormire; l’alba la trovò alzata in orazione. Ma quanto fu commovente la scena di quella mattina quando, inginocchiata davanti alle maestre, chiese perdono delle tante colpe che diceva di aver commesso! Poi, vestita di un abito candido, avvolta in bianco velo, si appressò all’altare. E quando il sacerdote scese i gradini e le presentò la candida Ostia, la fissò con uno sguardo di indicibile felicità, e nei suoi occhi brillarono le lacrime. 
Era la mattina dell’Assunzione della Vergine dell’anno 1757. 
Come esprimere le soavi dolcezze del suo cuore? In quel momento sentì che possedeva l’Infinito, che tutte le sue brame erano appagate; si sentì grande, sublime, perché stringeva al suo cuore Dio. Allora le parve che la fragranza dei fiori, che fin da bambina aveva attratto il suo cuore, non avesse che una impercettibile somiglianza col profumo di cui imbalsamava la sua anima questo Fiore divino. Tutte le armonie della terra non avrebbero potuto darle un’idea della melodia soave di quella voce che ora le ripeteva al cuore, come un dì a Santa Margherita Maria Alacoque: 
<< Io sono la tua vita, tu non vivrai più che in me e per me >>. 
In uno slancio, in un trasporto di purissimo amore, pensò allora che cosa avrebbe potuto trovare di meglio per offrirlo a Gesù. Trovò che questo non poteva essere che il suo cuore, la sua volontà, tutta se stessa: e, senza esitare, si donò interamente a Lui. Questo fu il suo trionfo sul Cuore di Gesù: Dio la << accolse e gradì come l’ostia d’olocausto >> ( Sap., III, 6 ). 
Da quel momento il Divino Amante avrebbe lavorato l’anima di Anna Maria: l’avrebbe formata più dolce, più umile, più semplice, più pura, perché potesse essere un giorno uno dei più leggiadri fiori del Carmelo Riformato. 
La gioia era dunque piena, completa: per tutto quel giorno sul suo volto di angelo apparve come il riflesso di una luce che lasciava chiaramente conoscere quale fosse stata l’intensità del fuoco, che durante la Comunione aveva acceso il suo cuore. Così trascorse quel giorno solenne, memorabile; giorno foriero di altri più lieti, nei quali il Cuore di Cristo avrebbe fatto sbocciare in quell’anima eletta fiori ridenti e fragranti di ogni virtù. 
La soavità e la dolcezza di quel giorno, i favori che ne riportò, lasciarono un’orma profonda nel cuore di Anna Maria. L’amore e la riconoscenza crebbero del pari con la grazia divina. Ogni volta che dipoi si accostò alla Santa Comunione, lo fece sempre con la stessa preparazione, con crescente fervore. 
<< Penetrata profondamente della santità del grande Mistero - si legge nelle memorie d’allora - portava ogni volta alla Sacra Mensa le medesime disposizioni e il medesimo cuore. Il frutto che ne raccolse fu una cautela sempre più vigilante nel fuggire l’ombra stessa di ciò che potesse dispiacere a suo Dio, una sollecitudine sempre più operosa nel cercare fedelmente in ogni azione il maggiore piacimento di Lui >>. 
Ma quali non furono le sue apprensioni, i timori di quel vergine cuore, quando riflettè che portava il tesoro delle sue virtù in vaso di creta fragile, e che avrebbe potuto, anche con la più piccola colpa, dispiacere a Gesù? 
Una volta concepì tale timore di esser caduta in un peccato veniale, da piangere una notte intera, e ne ritrovò la pace se non quando, rassicurata dal Ministro di Dio non essere la sua che una vana apprensione, udì dirsi: << Vai in pace, bambina mia; l’assoluzione non è necessaria; non ci pensar più >>. 
Da una tal vita al Chiostro è breve il passo. Mancava solo la voce del diletto che la chiamasse: questa voce non si farà molto attendere. 

FONTE: Padre Stanislao di Santa Teresa, dell’Ordine Teresiano dei Carmelitani Scalzi. Un Angelo del Carmelo, Santa Teresa Margherita Redi del Sacro Cuore di Gesù. 1934. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano