Checché ne sia, la conversazione riferita da Bruno è una vetta nella storia della sua vocazione, uno di quei momenti sublimi e pieni, uno di quei tempi forti a cominciare dai quali si può contemplare l'interiorità di un'anima e rilevarne le diverse modalità. Per Bruno ed i suoi due compagni detto momento è un momento << di fuoco >>: << accesi di Divino Amore >> - << Divino Amore ferventes >> - i tre uominis'impegano di abbandonar ogni cosa per << aeterna captare >>, per << cercare di conseguire l'eterno >>. Ma a tale fervore Bruno non giunge senza che la sua anima vi sia disposta sotto l'azione della Grazia di Dio... A voler supporre- cosa ci stupirebbe non poco - che la conversazione nel giardino di Adamo siasi svolta prima che i canonici << oppositori >> si fossero rifugiati dal conte Ebal, non si potrebbe ragionevolmente farla risalire oltre l'anno 1076. Orbene, in detto tempo nella vita di Bruno tutto manifestava e confermava l'orientazione della sua anima verso un'assoluta ricerca di Dio. Di fronte a parecchie e gravi opzioni della sua esistenza egli aveva deliberatamente scelto Dio con una intransigenza ed un'integrità significativa: aveva consacrato gli anni della giovinezza e della maturità allo studio, e poi all'insegnamento della Sacra Scrittura; non solo aveva abbracciato lo stato clericale, ma aveva altresì accettato il canonicato nella forma allora in uso della cattedrale di Reims, ed in tale carica aveva dato prova di virtù di cui è pervenuto l'attestato attraverso i Titoli Funebri. Molti di tali titoli provengono infatti da persone o gruppi di persone che non hanno conosciuto Bruno se non prima della sua partenza per Sèche-Fontaine; e dai loro elogi si può ricomporre un profilo donde, anche tenendo conto della esagerazione agiografica, spicca una personalità pura e forte. Codesta sua personalità sta tutta in un contrasto: Bruno era un << Dottore >> eminente, e nondimeno era molto buono, prudente, semplice e retto. Abbiamo già parlato di lui << Maestro >>; quasi tutti i Titoli lo celebrano << Doctor Doctorum >>, l'espressione ricorre più volte; egli è la gloria di coloro che insegnano: << decus magistrorum >> talvolta l'elogio assume una forma abbastanza ardita: egli è il Dotto Esegeta dei Salmi ed un filosofo chiarissimo: << Doctus Psamistam clarissimus atque sophista >>; la gloria di Platone rimane offuscata delle lodi meritate dell'insegnamento di Bruno; questi non solo superava tutti i dottori, ma << formava eccellenti Dottori, e non dottori dappoco; fu il Dottore tra i Dottori, e non tra i semplici docenti >>, << faciebat summos Doctores, non istituendo minores; doctor doctorum fuit, non clericulorum >>. Talune espressioni sono quasi intraducibili: << Lumen et ordo viae ducentis ad alta sophiae >>, << exemplar quoque veri >>; l'idea di << verità >> ricorre più volte: Bruno era la << norma veri dogmatis >>: con lui ci si sentiva di procedere con sicurezza di dottrina e di esser nella verità del domma; la sua parola toccava il cuore ancor più che lo spirito: egli fu lo splendore dell'eloquio << splendor sermonis >> e, di conseguenza, la << Luce della Religione >> << Lux Religionis >>; << per suo merito, afferma uno degli autori dei Titoli, son divenute dotte tante persone che la mia mente non riesce a ricordare né la mia penna ad esprimere >>. Ma a tanta scienza, a tanti prosperi successi, a sì grande gloria faceva contrasto il carattere di Bruno. Anzitutto la sua straordinaria bontà, << bonus >>, il termine ricorre come come un ritornello in detti componimenti poetici dedicati alla sua memoria; << bonus >> per lui è quasi un soprannome << dictus Bruno bonus >>; la sua sua gioia sta nell'amicizia, egli desidera di essere amato << se cupiebat amatum >>; abbiamo altrove citato il magnifico attestato di fedeltà di Maynard di Corméry. Alla bontà Bruno univa la prudenza: << prudens >>, << prudentia >> son questi altresì dei termini che veramante qualificano; prudenza nelle parole, il che conferiva ad esse un accento incantevole: << floruit in mundo vir prudens ore profundo >>; prudenza nei consigli, prudenza nel modo di condursi, che creava attorno a lui come un clima morale elevatissimo: << informatio morum >>, << decus et prudentia mundi >>, << integritas morum >>, e gli conferiva un tal quale primato nella città di Reims: << maior in urbe >>. E tutto questo in una grandissima semplicità: << vir semplex >> , << simplex ut agnus >>, si potrebbero spigolare tante espressioni del genere nei Titoli Funebri. Detta semplicità d'animo si manifesta in tutta la sua vita ed in particolar modo al momento della partenza da Reims: egli dimostra allora il suo distacco, la sua rinunzia: << calcator opum >>, per quelli che lo hanno conosciuto, Bruno rimane colui che calpestò tante ricchezze , tanti onori; anche qui l'ammirazione crea espressioni poetiche intraducubili: << Pauper Bruno factus iter, quorum fuit ante magister >>.
Continua....
Andrè Ravier
LAUS DEO
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano