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lunedì 14 dicembre 2015

ATTORNO ALL'ALTARE CON SAN FRANCESCO D'ASSISI - PARTE TERZA.




III - Sintesi teologica sull’Eucaristia 


Gli scritti di San Francesco ci offrono per intero e per esteso la dottrina teologica sull’Eucaristia: l’istituzione, il << memoriale della Morte e della Risurrezione del Signore >> ( cfr anche Sacr. Concilium, 47 ), il sacrificio di Cristo, la presenza reale e il Pane di vita eterna. Il Santo insiste sulle condizioni per ricevere il Corpo di Cristo e su quelle per amministrarlo degnamente: da qui, il sommo rispetto per i sacerdoti, per le chiese, per la Sacra Scrittura. 

Vediamo nei particolari questi insegnamenti.
 

a) Istituzione dell’Eucaristia. 
Nella lettera a tutti i fedeli, viene ripetuta la descrizione dell’ultima cena, con le parole del Vangelo ( soprattutto di San Matteo ) e del Canone della Messa.
 

b) Memoriale del Signore. 
Nella lettera al Capitolo Generale, è ricordato: << Ha detto Egli stesso: “ Fate questo in memoria di me ”; se qualcuno agisse diversamente, diventerebbe un altro Giuda traditore, e si renderebbe colpevole verso il Corpo e il Sangue del Signore >> . Un richiamo simile è nella lettera ai governanti. 
Nel commento al Pater noster, San Francesco chiede come << pane nostro quotidiano >> al Padre: << il diletto Figlio tuo, Signore nostro Gesù Cristo… perché possiamo ricordare e capire e onorare l’amore che Egli ebbe per noi, e tutto ciò che per noi disse, fece, sopportò >>. 
Ecco, dunque, l’Eucaristia << memoriale >> perenne di tutta la vita del Cristo per noi, è centro della vita cristiana. 
 

c) Sacrificio di Cristo. 
Del sacrificio di Cristo, rinnovato sull’altare dal sacerdoti, parla nella lettera a tutti i fedeli; nella lettera al Capitolo generale, in cui è posto l’accento sul fatto che << Egli solo opera in questo mistero, come a Lui piace >>; e che il merito e il valore della Santa Messa si estendono ed applicano ai << presenti ed assenti che ne sono degni >> . 
 

d) Gesù Eucaristia esempio di umiltà. 
Nelle Ammonizioni, San Francesco invita a considerare l’umiltà del Figlio di Dio che, dopo essersi umiliato nell’Incarnazione, << viene a noi tutti i giorni sotto apparenze umili; tutti i giorno discende dal seno del Padre sull’altare, tra le mani del sacerdote >>. Un inno a questa sublime degnazione è contenuto nella lettera al Capitolo generale.
 

e) Presenza reale.  
L’Eucaristia è << la sola cosa che noi in questo mondo abbiamo corporalmente dell’Altissimo >>. 
Questa presenza reale è affermata e confessata in continuazione da San Francesco: nella lettera ai chierici; nella lettera al Capitolo generale; nel Testamento; nelle Ammonizioni
Si può, anzi dire che questa è la realtà che maggiormente entusiasma il Santo, lo invita alla devozione per le chiese, e per i sacerdoti. Da questo insegnamento, avranno origine anche molte forme della devozione eucaristica di tutti i francescani. Nella lettera a tutti i fedeli, s’insiste sulle visita: << Dobbiamo fare frequenti visite nella chiesa >>.
 

f) Rispetto per l’Eucaristia. 
Dalla fermezza di fede nel mistero eucaristico e nella presenza reale, consegue l’altissimo rispetto che se en deve avere: << Io voglio che questi santissimi misteri siano onorati e venerati al di sopra di ogni altra cosa e che siano riposti in luoghi preziosamente ornati ( Testamento ). 
La stessa povertà francescana, a questo riguardo, deve essere proposta, poiché non si tratta più dei frati, ma del Signore dell’universo ( Lettera ai custodi ). 
Ma il rispetto esterno sarebbe soltanto ipocrisia, se non fosse accompagnato o non fosse originato dalla purezza interiore di chi riceve nel proprio corpo il corpo di Cristo ( Lettera ai fedeli ), o da chi lo consacra e lo amministra ( Lettera al Capitolo generale ).
 

g) Condizioni per amministrare e ricevere l’Eucaristia.  
Il discorso di San Francesco si fa più insistente, quando si rivolge ai sacerdoti che debbono consacrare ed amministrare l’Eucaristia o ai fedeli che la ricevano. 
E’ necessaria non soltanto la grazia abituale, ma anche la speciale grazia che faccia distinguere con attenzione e devozione il cibo eucaristico da ogni altro cibo: << Tutti coloro che videro il Signore Gesù Cristo nella sua umanità, e non videro né credettero, non ubbidendo alla voce del Divino Spirito, che Egli era il vero Figlio di Dio, sono condannati. Così, ora, tutti coloro che vedano il Sacramento del Corpo di Cristo, che viene consacrato per mezzo delle parole del Signore sull’altare, dalle mani del sacerdote, sotto le specie del pane e del vino, e non credono, ubbidendo alla voce del Divino Spirito, che sia veramente il Corpo e il Sangue del Signore Gesù Cristo, sono condannati >> ( Ammonizioni ). 
<< Badiamo, quanti siano chierici, di evitare il grande peccato e l’ignoranza che alcuni hanno intorno al Santissimo Corpo e Sangue del Signore nostro Gesù Cristo… 
Tutti quelli, poi, che amministrano così sacrosanti misteri, e specialmente coloro che li amministrano senza il dovuto rispetto, considerano tra loro quanto poveri siano i calici, i corporali, i lini che vengono usati per la consacrazione del Corpo e del Sangue del Signore nostro Gesù Cristo: il quale è lasciato da molti in luoghi indegni, viene portato per via in modo lacrimevole, viene consumato senza le dovute disposizioni e amministrato senza riverenza >> ( Lettera a tutti i chierici ). 
Ai fedeli pure va il richiamo: << L’uomo disprezza, contamina e calpesta l’Agnello di Dio, quando - come dice l’Apostolo - non distinguendo nel suo giudizio né discernendo il Santo Pane del Cristo dagli altri cibi o azioni, lo mangia con leggerezza e senza le dovute disposizioni. Dice infatti, il Signore per bocca del Profeta ( Ger. 48, 10 ): << Maledetto colui che compie con frode l’opera del Signore >> ( Lettera a tutti i chierici ).
 

h) Preparazione alla comunione. 
Perché la comunione sia devota ed efficace, e produca quindi i frutti voluti da Cristo, è necessario lo stato di grazia ( Ammonizioni ); la fede e la devozione, la purezza di cuore e d’intenzione ( Lettera ai fedeli; e Lettera al Capitolo Generale ); ed inoltre una abituale santità o almeno un costante proposito di tendere verso la santità ( Lettera al Capitolo generale ). 
Da qui, l’insistenza sulla confessione sacramentale e sulla contrizione abituale: << I frati non debbono omettere di ricorrere ai Sacerdoti, poiché la potestà di legare e di sciogliere è stata accordata soltanto ai sacerdoti. Così contriti e confessati, essi riceveranno il Corpo e il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo, con molta umiltà e venerazione, ricordando ciò che dice il Signore stesso: Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna; fate questo in memoria di me >> ( Ammonizioni XX ). 
E nella Lettera ai fedeli: << Noi dobbiamo confessare al sacerdote tutti i nostri peccati, e ricevere da lui il Corpo e il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo >>. 
Né basta un semplice atto di penitenza, ma è necessario vivere in uno stato di pentimento abituale, apportando in continuazione frutti degni di penitenza nel distacco del peccato: << Ora, tutti coloro che non vivono nella penitenza e non ricevono il Corpo e il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo; ma si danno ai vizi e ai peccati; che seguono la propria concupiscenza e i loro cattivi desideri; che non osservano quanto hanno promesso; coloro il cui corpo è schiavo del mondo, dei desideri carnali, delle preoccupazioni e sollecitudini secolari, schiavi del diavolo che l’inganna ( essi infatti sono suoi figli e compiono le sue opere9: tutti costoro sono dei ciechi, poiché non vedono la vera luce, il Signore nostro Gesù Cristo >> ( ibid. ).
 

i) Rispetto per i sacerdoti.
Strettamente collegato con la venerazione per l’Eucaristia, San Francesco inculca in tutti i suoi scritti il più alto rispetto per i sacerdoti, dei quali non vuole considerare la vita privata, ma soltanto la dignità eccelsa di ministri dell’Eucaristia. Forse nessun altro Santo ha tanto insistito su questo concetto: eppure egli, per umiltà, non volle essere consacrato sacerdote! E c’è anche da considerare quale disistima verso i sacerdoti era diffusa nel periodo storico in cui egli visse. 



l) Il sacramento dell'Amore.
Per San Francesco, l’Eucaristia non è soltanto questione di fede; ma è principalmente questione di vita. L’uomo diventa abitazione di Dio, viene inserito nella vita divina ( Lettera a tutti i fedeli ). Anzi, al momento della comunione, lo Spirito Santo, presente con la grazia, accoglie Gesù nell’anima del fedele ( Ammonizioni ). Inseriti nella vita divina, dobbiamo amarci come fratelli e figli dello stesso Padre ( Lettera a tutti i fedeli ). 
L’Eucaristia deve essere veramente il simbolo e la forza d’unione della comunità. Per questo, nella Lettera al Capitolo generale, San Francesco insiste che nelle chiese francescane ci sia l’unica Messa della comunità, per sentirsi tutti partecipi della stessa mensa e quindi totalmente fusi: un cuore solo, un’anima sola ( Lettera al Capitolo generale ). 
Il quadro è completo; San Francesco ci si presenta così non solo fortemente basato sulla migliore tradizione dogmatica della Chiesa Cattolica, ma anche aperto all’insegnamento che nessuna revisione e nessun aggiornamento teologico potrà rinnegare. 
Tanto vero, che anche oggi noi possiamo riprendere in mano i suoi scritti e riscontrare la perfetta consonanza con i decreti del Concilio Vaticano II e con il magistero di tutti i Papi, fino a Paolo VI. 
E, del resto, la fedeltà all’insegnamento della Chiesa, la scrupolosità nel rispettarne i riti, sia nella celebrazione eucaristica che nella recita dell’Ufficio Divino, è un altro dei punti su cui San Francesco ha particolarmente insistito. 
 


MOMENTI DI RIFLESSIONE 
1. Quali sono i punti fondamentali dell’insegnamento eucaristico di San Francesco? 
2. Quali altri insegnamenti sono dati da San Francesco, che abbiano rapporti diretti o indiretti con l’Eucaristia? 
3. Quali conclusioni pratiche potresti tirare per la tua vita spirituale dagli insegnamenti di San Francesco? 

FONTE: 
Luciano Canonici - Francescano, 
Attorno all’altare con San Francesco d’Assisi. 
Edizioni FIAMMA NOVA ROMA 1968. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano