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giovedì 21 maggio 2015

SANTA MARIAM DI GESU' CROCIFISSO ( Marjam Baourday ) Carmelitana Scalza ( 1846 - 1878 ) Parte Quarta .




SANTA MARIAM DI GESU' CROCIFISSO 
(Marjam Baourday) 
Carmelitana Scalza 
(1846-1878) 
Il Piccolo nulla

Mariam continuò a servire presso la famiglia Nadjar a Marsiglia, ma era già afferrata da una attrazione irresistibile verso il mondo soprannaturale.
A 19 anni riuscì ad entrare nel Noviziato delle Suore di San Giuseppe di Marsiglia, anche se non aveva altro da offrire che il suo amore per Dio e la sua disponibilità per i mestieri più umili.
Si offriva con gioia per tutti i lavori più pesanti. “Fare io questo, perché io avere tempo”, diceva nel suo francese approssimativo, mentre si sforzava di anticipare le compagne nella fatica.
Se la correggevano diceva: “Perdono, io molto cattiva. Tu pregare per me”. Dava del “tu” a tutti: consorelle, superiore, vescovi e cardinali. E questa rimase la sua caratteristica per sempre.
La maggior parte del tempo la passava in cucina o in lavanderia. Ma tra i fornelli e il bucato spesso cadeva in estasi e aveva visioni.
Dal giovedì al venerdì, sulle mani e sui piedi le apparivano stimmate sanguinanti, ma credeva che si trattasse di una malattia e nascondeva le ferite con ogni cura: se ne vergognava.
Siccome in Palestina aveva conosciuto dei lebbrosi, credeva di aver contratta la lebbra e diceva alla sua superiora: “Madre, stammi lontana, altrimenti prenderai la mia malattia!”. E questa, davanti a tanta ingenua umiltà, ribatteva: “Stia tranquilla, figlia mia, non è molto probabile che io la prenda”.
Il mercoledì chiedeva di prolungare il lavoro, perché doveva recuperare il tempo che avrebbe perduto “nei due giorni di malattia”.
Diceva alla superiora: “Madre, mi puoi dare qualche suora per aiutarmi a finire il bucato? Perché il giovedì e il venerdì sono malata, e vorrei finire adesso!”.
Nel 1867, in assenza della Madre generale che la capiva e la proteggeva, venne improvvisamente dimessa dal Consiglio dell'Istituto delle Suore di San Giuseppe di Marsiglia, perché ciò che le accadeva turbava troppo la comunità delle religiose.
Le consigliarono di entrare in un Carmelo, pensando che la clausura l'avrebbe meglio protetta dalla curiosità del mondo.
Giunse così al Carmelo di Pau (oggi passato ad altri religiosi), nei Bassi Pirenei, presentata dalla sua vecchia maestra di noviziato con l'assicurazione che “quella piccola araba era obbediente fino al miracolo”.
Fu accolta dalle Carmelitane Scalze di Pau e prese il nome di Suor Maria di Gesù Crocifisso.
 
Pau. Ex monastero Carmelitane Scalze

L'Apostolo San Paolo non aveva forse scritto “di non volere sapere nient'altro, se non Gesù e Gesù Crocifisso? Ebbene, per Suor Mariam questo fu vero alla lettera: non sapeva nient'altro.
Aveva ventun anni e ne dimostrava dodici, talmente era minuta. Sapeva solo fare dei lavori materiali: la cucina e il bucato e la cura dell'orto erano i suoi compiti abituali. Il resto però era tessuto da cose prodigiose.
Le estasi continuavano, ma bastava che la maestra di noviziato la richiamasse per obbedienza che ogni fenomeno straordinario si interrompeva immediatamente.
D'altra parte lei se ne vergognava, era convinta di cedere al sonno e l'angustiava il fatto di non riuscire a resistere a “quel sonno”. A volte si accusava di non saper pregare. Diceva alla Priora: “Nella preghiera non ho distrazioni, ma non riesco a concludere nemmeno la preghiera più corta. Comincio il Padre Nostro e mi fermo su queste due parole senza riuscire a continuare. Penso: Oh mio Dio, tu così grande, così potente, tu sei nostro Padre! Tu che sei in cielo, mentre noi siamo piccoli vermiciattoli, polvere, cenere.... Eppure noi abbiamo il coraggio di offenderti! Oh mio Dio, abbi pietà di noi.... E poi mi perdo e mi addormento”.
E continuava: “Se poi recito l'Ave Maria e comincio a dire alla Madonna: Sei così buona tu, così buona, o Madre mia! Tu Madre di Dio e Madre degli uomini! E noi poveri peccatori!...., poi mi perdo e mi addormento: impossibile continuare... Come devo confessarmi per il fatto che non riesco a continuare?”.
Le stimmate riprendevano sempre a sanguinare nel giorno in cui si commemorava la Passione del Signore, anzi le si era aperta una piaga sul costato simile a quella di Cristo ferito in Croce.
Le mettevano sopra dei piccoli panni bianchi per asciugare il sangue e sul panno, la macchia di sangue, da sola, prendeva la forma di un cuore sormontato da una croce e a volte si leggevano anche le iniziali di “Gesù Salvatore”. Sono reliquie che esistono ancora. 

Provava uno straordinario affetto per Papa Pio IX (oggi Beato) che chiamava “mio Padre” e che sembrava conoscere, non si sa come, tutte le sofferenze che attanagliavano la Chiesa nelle diverse parti del mondo, e prevedeva perfino certi pericoli materiali che minacciavano le persone vicine al Pontefice.
Nel 1868, dopo la preghiera, fece avvertire per tre volte il Santo Padre che la caserma più vicina al Vaticano era stata minata. Nessuno le diede ascolto. E il 23 ottobre di quello stesso anno la Caserma Serristori di Borgo Vecchio saltò in aria in pieno giorno.
Da allora a Roma cominciarono ad ascoltare con attenzione i messaggi che venivano dalla novizia di Pau. Così riuscirono per tre volte ad evitare dei disastri, quando l'anno successivo fece avvertire che, durante la celebrazione del Concilio Vaticano I, tre edifici sacri erano stati minati.
Fu così che il Papa Pio IX e il Cardinale segretario di Stato presero a interessarsi di lei e in seguito Mariam ne approfitterà per ottenere direttamente dal Santo Padre il permesso di fondare due monasteri di Carmelitane Scalze in Palestina, permesso che la curia romana purtroppo continuava ripetutamente a negare.
Ciò che colpiva in lei era il candore: proprio il candore di una bambina che non conosce malizia alcuna. Ad esso univa una generosità senza limiti: non sapeva risparmiarsi, quando c'era bisogno di lei; la mortificazione le sembrava naturale.
 Le fondatrici del Carmelo di Betlemme. Mariam è la seconda in alto
Quarta Parte
Tratto da: Padre Antonio Maria Sicari, OCD, Libro dei Santi Carmelitani, Edizioni OCD, Roma 1999, pp.105-123.




LAUS DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano