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martedì 26 maggio 2015

SANTA MARIAM DI GESU' CROCIFISSO ( Marjam Baourday ) Carmelitana Scalza ( 1846 - 1878 ) PARTE SESTA .



SANTA MARIAM DI GESU' CROCIFISSO 
(Marjam Baourday) 
Carmelitana Scalza 
(1846-1878) 
Il Piccolo nulla 

Ma vennero le incomprensioni: sia la Superiora che il Vescovo cominciarono a dubitare di questa sorella che alternava manifestazioni straordinarie di grazia a momenti in cui pareva che addirittura il demonio prendesse possesso di lei: un'alternanza che Dio permetteva per purificarla completamente e per mantenerla nella piena coscienza del suo nulla.
L'accusarono di essere una visionaria, di procurarsi le stimmate da sé ferendosi con un coltello, di avere una troppo fervida immaginazione orientale, di non essere abbastanza trasparente con la superiora. Il Vescovo si convinse che certamente non era una santa, forse anzi soltanto una indemoniata.
Ed era vero che spesso il demonio tornava a tormentarla, quasi per costringerla a rinnegare Dio, mentre Dio si diceva certo dell'amore della sua figlia.
Satana le faceva commettere perfino, ma solo esteriormente, delle mancanze serie contro la Regola, proprio a lei che era sempre un prodigio di obbedienza.
Gesù però le diceva in anticipo: “Io ti vedo e basta. Rimani lì senza dir nulla”.
Le sembrava allora di essere tuffata in un lago circondato da serpenti, e anche la Madonna le diceva: “Io sono Tua Madre. Ti metto io in quest'acqua. Non ti muovere. Tu non mi vedrai, ma io veglierò su di te”.
Sempre, quando sentono parlare di queste possessioni diaboliche, i credenti sono scossi, anche perché ai nostri tempi si è diffuso il sospetto che si tratti solo di proiezioni dei turbamenti psichici di chi si crede posseduto.
Ma poi si scopre con orrore, e sempre più frequentemente, che non mancano uomini che volontariamente servono Satana con riti di impressionante malvagità, e invocano l'esplosione malvagia e distruttiva della sua demoniaca presenza.
Allora si capisce perché Dio chieda a volte a qualcuno dei suoi Santi di combattere faccia a faccia contro questo potere che cerca sempre di affermarsi in odio a Dio e agli uomini. E spesso questi santi devono subire non solo i tormenti provocati dal demonio, ma anche quelli inflitti dai benpensanti, che credono di aver capito tutto in anticipo e tutto vogliono spiegare con il loro preteso realismo.
Così Mariam venne rimandata nel suo Carmelo d'origine, in Francia. Tornò umilissima nel monastero di Pau; sapeva che Dio aveva i suoi misteriosi disegni.
Riprese la sua semplice vita di monaca conversa, fatta di tanto lavoro e inframmezzata da episodi prodigiosi.
Amava la natura e ne sentiva talmente l'incanto che a volte, in estasi, lei illetterata componeva bellissime poesie alla maniera orientale, e inventava anche strane e dolci melodie per cantarle.
Una mattina prestissimo, il 28 giugno 1873, la Priora la trova in estasi, seduta su un panchettino davanti a una finestra aperta: “Madre – le dice suor Maria – tutti dormono e nessuno pensa a Dio che è così pieno di bontà, così grande....nessuno ci pensa. Guarda, la natura lo loda, il cielo, le stelle, gli alberi, le erbe, tutto lo loda e l'uomo, che conosce i suoi benefici e dovrebbe lodarlo, dorme! Andiamo a svegliare l'universo!....Gesù non è conosciuto, Gesù non è amato!”.
Quand'era triste per la lontananza di Dio, la udivano pronunciare preghiere che sembravano salmi biblici, con lo stesso ritmo, con la stessa bellezza, ma a comporli era lei che non sapeva né leggere né scrivere. Ecco alcuni versi di un lungo “salmo penitenziale” da lei composto di getto:
“Signore, la mia terra è arida e bruciata,
inviami la tua rugiada.
La mia carne cade in corruzione,
i miei piedi non possono più portarmi,
e le mie mani non sanno muoversi.
I miei nervi sono ritratti,
le mie ossa sono disseccate,
il midollo delle mie ossa è come fumo marcito...”
Ed ecco un “salmo di contemplazione”:
“A chi assomiglio io, Signore?
Agli uccelletti implumi nel loro nido.
Se il padre e la madre non portano loro il cibo,
muoiono di fame.
Così è l'anima mia,
senza di te, o Signore.
Non ha sostegno,
non può vivere.
A chi assomiglio io?
A un piccolo chicco di grano sepolto nella terra.
Se la rugiada non lo abbevera,
se il sole non lo riscalda,
il chicco avvizzisce e muore.
Ma se tu doni
la dolcezza della tua rugiada,
l'ardore del tuo Sole,
il piccolo seme,
rigonfio di linfa e di vigore,
emetterà radici
e germoglierà uno stelo
rigoglioso di frutti abbondanti.
A chi assomiglio io?
A una rosa recisa
che nella mano subito appassisce,
e perde il profumo.
Ma se resta sul suo stelo
rimane fresca e smagliante,
intatta nel suo profumo.
Custodiscimi in te, Signore,
per donarmi la vita!
A chi assomigli Tu, Signore?
Alla colomba che dona il cibo ai suoi piccoli,
a una tenera madre
che nutre la sua piccola creatura”.

Sesta Parte
Tratto da: Padre Antonio Maria Sicari, OCD, Libro dei Santi Carmelitani, Edizioni OCD, Roma 1999, pp.105-123.



LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano