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mercoledì 3 aprile 2013

FRA MANSUETO DA COMISO LAICO NOVIZIO CAPPUCCINO 1665 - 1895 .



MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .


FRA MANSUETO DA COMISO LAICO NOVIZIO CAPPUCCINO .

Nacque costui nella suddetta città il dì 10 Ottobre 1865 da poveri , ma onesti genitori , che furono Carmelo La Rosa e Giuseppina Cilio e nel battesimo ebbe il nome di Francesco .
Sin dalla fanciullezza mostrò una rara inclinazione alla pietà , fuggiva i puerili trastulli , e si stava in Chiesa ad assistere alle Sacre funzioni . Fatto grandicello , e dovendo con il lavoro delle sue mani guadagnarsi ilo necessario nutrimento , passava i giorni della settimana nelle fatiche della campagna , e allora se ne stava alla presenza di Dio , esortava gli altri alla osservanza dei doveri cristiani , la sera dopo la recita del Rosario , faceva ai contadini suoi compagni qualche devota meditazione sulle Massime Eterne , e si mostrava il primo con il suo esempio a fuggire il peccato , a praticare la virtù , ad essere umile e sottomesso ai parenti ed ai padroni che mai ebbero motivo a lamentarsi di lui .
La domenica poi e nei giorni festivi di precetto si vedeva in città per confessarsi e comunicarsi , ascoltare la spiegazione del Vangelo e del catechismo , leggere i libri di devozione e adempiere con tutto fervore i doveri di un perfetto cristiano . Per questo suo regolamento egli in Comiso da tutti era tenuto come un giovane d’intemerati costumi e come esemplare di virtù , caro a Dio e di edificazione al prossimo .
Nel 1889 portatisi alcuni Cappuccini per fondarvi un ospizio vicino alla Chiesa di Nostra Signora di Monserrato ceduta loro dal Rev.mo Capitolo della Chiesa Madre , Francesco restò invaghito della semplicità della loro vita , intese e subito corrispose alla Celeste Ispirazione di abbandonare il mondo , per cui fatte fervide preghiere e ottenuta la desiderata benedizione dei propri genitori e del Direttore della sua coscienza , Arciprete Parroco Don Emmanuele Rimmaudo , domandò ed ottenne di entrare , allora come Terziario , nel loro e povero Istituto .
Esauditi così i suoi Voti , egli fu lieto di ricevere il nostro Abito dalle mani del Ministro Provinciale , M. R. Luigi da Melilli , prendendo il nome di Fra Mansueto da Comiso per imitare le virtù di un altro laico dello stesso nome ivi vissuto Santamente nel secolo passato ( nel quale ho parlato nei precedenti post ) . Nel nuovo stato ben corrispose alla sua Vocazione e alle speranze della Provincia dovunque fu e di famiglia , in Comiso sua patria , in Chiaramonte Gulfi e in Ferla , dando sempre luminose prove di distacco dal secolo , di umiltà , di pazienza , di orazione e di assiduità al lavoro .
Ma non per questo era contento e soddisfatto il suo cuore che si aveva proposto mirabili ascensioni nella vita Spirituale . Egli desiderava ancor più , e quindi di congiungersi strettamente e indissolubilmente a Dio mediante la Professione Religiosa , che suole emettersi dopo il noviziato .
Fece dunque tali umili istanze e tali preghiere che i Superiori alla fine , riconoscendo di essere questa la Volontà del Signore che con secrete Ispirazioni a sé lo chiamava , gli concessero di presentarsi in Modica per cominciare in quel nostro Convento l’anno di prova . Nessuno può spiegare la gioia del suo cuore , manifestata pure con le opere , quando superate tutte le difficoltà , si vide ammesso come Laico Novizio in quel luogo di Paradiso . Unico suo pensiero sin dal primo giorno fu di corrispondere fedelmente alla Grazia che Iddio gli aveva accordata ; per cui si vide dei primi al coro di giorno e di notte , ai lavori manuali , agli uffici più bassi . La sua Obbedienza non aveva limite , la sua povertà era quella di un Vero Figlio di San Francesco ,
della castità era gelosissimo .


Egli così dava le più liete speranze nella Religione Serafica . Ma breve fu la vita nell’Ordine , e già prima che terminasse il Noviziato , Iddio lo volle come Servo Buono e fedele Coronare di Gloria e di onore e ammetterlo al Suo Eterno Gaudio .
Difatti ad un muro del corridoio inferiore del nostro Convento si teneva appoggiata una barella , sulla quale in occasione della Solennità del 29 Giugno , si collocava l’immagine di San Cristoforo , che secondo l’uso della città , si conduceva in processione dietro la statua del Principe degli Apostoli .
Essa stava in equilibrio mediante una pietra posta dalla parte esteriore . Il buon Novizio che coadiuvava un murifabro , senza prevedere alcun pericolo , prese quella pietra . Ma che ? All’istante , trovandosi egli ancora inchinato , la barella che era molto pesante cadde sopra di lui , lo stramazzò a terra e lo privò dell’uso dei sensi .
Il buon Frate non poté emettere istintivamente un forte grido . Alcuni Religiosi e Secolari che non erano lontani , a quella voce accorsero subito , levarono la barella caduta sopra di lui e si misero a confortarlo . Egli però non poté alzarsi . Si temette quindi di qualche frattura , onde fu chiamato il chirurgo che , presto venuto e osservato in tutte le parti Fra Mansueto , concluse che c’era spezzato l’osso della gamba destra .
Si fece la difficile operazione , alla quale fu necessario aggiungere il taglio . In tali dolorosi frangenti si ammirò da tutti l’eroica pazienza del servo di Dio . Stringendo nelle mani un piccolo Crocifisso


che sempre portava appeso al collo , meditava le di lui pene sulla Croce , e quindi in mezzo a tanti strazi se ne stava intrepido .
Non un lamento , un gemito , non una parola di dolore uscì dalla sua bocca , ma attingendo forza da Colui che era morto Affisso a un Patibolo d’ignominia , se ne stava sofferente e rassegnato , sopportando quelle atroci spasimi con indicibile costanza .
Continuarono per molti giorni i dolori , e continuò la sua edificante fermezza . Parve quindi migliorare in salute . Però Iddio volle meglio provarlo prima di ammetterlo al Suo Regno Eterno e Purificarlo come l’oro al fuoco , assoggettandolo ad altra malattia , quale fu il tetano . Appena questa si manifestò , cominciò da tutti a disperarsi della sua vita preziosa ed esemplare .
Egli stesso chiese gli ultimi Sacramenti e anticipò la Professione dei Voti .
Dopo di che umile e rassegnato , come era stato sempre , ai Divini voleri , attorniato dai Religiosi che nel corso dell’infermità l’avevano assistito e di giorno e di notte , fiducioso nella Misericordia del Signore , rese il suo spirito a Chi lo aveva creato il 17 Luglio del 1895 , dopo 8 mesi e 11 giorni di Noviziato , ove era entrato il 6 Novembre dell’anno precedente .
La sua morte fu compianta da tutti , perché egli era stato in ogni tempo buono , umile , paziente e assiduo nella pratica dei propri doveri , come cristiano e come Figlio di San Francesco .



                                                                              FINE

                                                                         LAUS DEO

                                                                       Pax et Bonum


                                                        Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                 Terziario Francescano


MEMORIE STORICHE DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI DELLA PROVINCIA MONASTICA DI SIRACUSA , RACCOLTE E PUBBLICATE DAL M. R. P. SAMUELE CULTRERA MINISTRO PROVINCIALE DELLA STESSA . ( 1895 ) .

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www.fraticappucinisiracusa.it/fragiuseppemaria/