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martedì 30 aprile 2013

SANTA EUSTOCHIA CALAFATO ( 1434 - 1485 ) VERGINE , MONACA CLARISSA DI SAN FRANCESCO - PARTE TERZA .

                                     CANONIZZAZIONE DELLA BEATA EUSTOCHIA CALAFATO 
                                                           OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
                                                              Messina - Sabato, 11 giugno 1988 




1. “ Io sono la vera vite ” (Gv 15, 1) .
Cristo pronuncia queste parole - l’allegoria della vite e dei tralci - il giorno prima della sua Passione . Perciò esse acquistano un significato particolare . Si può dire che , tra le parabole del Vangelo , questa contiene in sé una singolare sintesi dell’opera salvifica di Cristo , il cui culmine è il mistero pasquale . “ Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo ” Qui troviamo come un commento a quelle altre parole : “ Il Padre mio opera sempre e anch’io opero ” (Gv 5, 17) . Il Padre opera mediante il Figlio . E l’operare del Padre rassomiglia al lavoro del vignaiolo . Quando il Figlio chiama se stesso “ la vera vite ” , lo dice perché il Padre ha deciso di innestare in lui e per lui la vita nuova nell’uomo : nelle anime umane , nella storia umana . La vigilia della sua morte Gesù ne parlò agli Apostoli , e questo ha una sua grande eloquenza . Poiché proprio tale morte , la sua morte , il Sacrificio della Croce , diventerà fonte di vita per l’uomo . Essa è la “ VITE ” mediante la quale la nuova vita , la Vita Divina deve essere partecipata ai “ TRALCI “ .
2. Ascoltando l’odierno brano del Vangelo , la nostra attenzione si è concentrata in particolare su di un “ Tralcio “ , cui la Vite Divina che è Cristo ha portato frutto di vita nuova : un frutto particolarmente abbondante . La Chiesa gioisce di poter oggi qui , a Messina , proclamare solennemente la Santità di una delle figlie della vostra terra siciliana : la Beata Eustochia Smeralda Calafato . Questa ragazza , stimando Cristo sopra ogni cosa , gli si donò totalmente ed iniziò un cammino di crescita nella Carità mediante severi sacrifici e lunghe veglie di adorazione dinanzi a quel Trono di Misericordia , che è la Croce , dinanzi a quel trono di Maestà , che è il Tabernacolo .
3. Le letture della presente liturgia di Canonizzazione ci permettono di penetrare nel modo migliore nella storia dell’anima di questa nuova santa della Chiesa . Ascoltiamo quindi , dalle parole del salmo , questo fervente grido del cuore , che cerca Dio con tutte le sue forze . Con slancio e in spirito di pietà eleviamo la voce per dire : “ O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia” (Sal 63 [62] , 1) . Matura e serena è quell’anima che avverte l’esigenza di Dio con la stessa intensità , con la quale la “ terra deserta , arida, senz’acqua ” (Sal 63 [62], 2) attende la pioggia che dà refrigerio e vita . Adulta nella fede e lieta nella grazia è quella persona che , sia nel silenzio della notte e della contemplazione , sia nella preghiera semplice , elevata anche nel lavoro quotidiano , si affida alla paternità divina per avere conforto e pace : Dio concede sempre questi doni a chi si rifugia sotto le sue ali (cf. Sal 63 [62], 9) . La contemplazione della Misericordiosa bontà Divina è cibo e bevanda che “ sazia l’anima ” (cf. Sal 63 [62], 6) , la quale viene ricolmata dalla linfa vitale di Cristo . L’assimilazione a Gesù , che ne deriva , fa vivere la persona in modo sovrumano , perché non si vive più per se stessi , ma per Dio , adempiendo i suoi voleri e partecipando alla sua vita , cercata con anelito incessante (cf. Sal 63 [62], 2) .
4. Il grande Pascal mise sulla bocca di Cristo queste parole “ Non mi cercheresti , se non mi avessi già trovato ” (B. Pascal, “ Pensèes ”, 553) . Non mi cercheresti , se io stesso per primo non ti avessi chiamato . Le parole del Profeta Osea alludono proprio a questa chiamata , all’invito di Dio . E questo è l’invito alle nozze spirituali . Dio chiamò Santa Eustochia , la prese per sé (cf. Os 2, 16) ed ella , nel deserto della sua angusta cella e nelle prolungate veglie , visse l’attesa del suo Signore e Sposo , il quale la rese capace di intendere le Divine Parole che rivolgeva al suo cuore (cf. Os 2, 16) . L’Onnipotente la fece sua Sposa per sempre nella Carità e nella compassione , e con questa vera , Divina Giustizia la condusse alla Santità ricolmandola di beni (cf. Os 2, 21) . Da parte sua , la nuova Santa , con umile costanza , perseverò in questo Amore e non esitò mai nel sacrificio , per crescere in tale Amore e permanervi .
5. Quando , dunque , l’anima umana sente la chiamata del suo Dio , di quel Dio che essa cerca , senza del quale è “ come terra deserta , arida, senz’acqua ” (cf. Sal 63 [62], 2) , allora si compie nell’uomo una conversione sempre più profonda . E questa conversione è , nel contempo , una grande “ rivalorizzazione ” , come lascia intendere San Paolo nella lettera ai Filippesi . La Chiamata - Conversione , che derivò dall’incontro con Cristo sulla via di Damasco , produsse nell’Apostolo delle genti un completo capovolgimento dei “ valori ” . Da quel momento il persecutore dei cristiani iniziò a ritenere una perdita quanto in precedenza aveva considerato come un guadagno . E, sebbene il seguire Gesù avesse portato con sé persecuzioni , sofferenze e fatiche non comuni , egli non mutò giudizio , anzi si rafforzò in esso (cf. Fil 3, 8) . Nella luce del Redentore risorto , l’unico suo desiderio fu di conseguire la comunione totale con lui (cf. Fil 3, 9) . Paolo , quale ineccepibile fariseo , aveva tentato di darsi una propria giustizia mediante una puntigliosa osservanza della legge , in tutte le sue prescrizioni . Ma con la Conversione comprese che la vera giustizia viene unicamente dal Signore Dio . La condizione prima per poter ricevere tale dono di benevolenza è la povertà di spirito , che apre l’anima a Cristo e la porta ad amarlo più di se stessa . Elargita per fede , la Giustizia Divina strappa gli uomini dalla bassezza del male e li eleva al vertice della figliolanza Soprannaturale . Da tale altezza luminosa è possibile avere uno sguardo vasto , penetrante , che consente di conoscere in profondità il mistero di Cristo (cf. Fil 3, 10) . E tale conoscenza di Cristo , nel quale “ sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza ” (Col 2, 3) , è Valore Supremo per l’uomo “ convertito ” , Trasformato dalla Grazia , ed è conoscenza non riducibile ad un mero apprendimento intellettuale . Essa è comunione di mente e di cuore con Cristo-verità , grazie alla quale si diventa pienamente partecipi della sua Passione , Morte e Risurrezione , condividendone pure la forza Redentiva . La conoscenza di Cristo , la consapevolezza di essere afferrati da lui , di “ trovarsi in lui mediante tale conoscenza ” , ci fa accogliere la “ Giustizia che deriva da Dio ” come Grazia sorgiva di impegno e come caparra , che ci rende certi dell’utilità delle energie spese con dedizione per l’edificazione del Regno .
6. Ne è splendido esempio Sant’Eustochia . Ella , ponendosi con assiduità alla Scuola di Cristo Crocifisso , crebbe nella sua conoscenza e , meditandone i misteri splendenti di grazia , concepì un fedele Amore per Lui . Per la nostra Santa la vita Claustrale non fu una mera fuga dal mondo per rifugiarsi in Dio . Ella con la severa ascesi , che si era imposta , voleva certamente unirsi a Cristo , eliminando sempre più ciò che in lei, come in ogni essere umano v’era di caduco , ma sentiva di essere al tempo stesso unita a tutti . Dalla cella del Monastero di Montevergine ella estendeva la sua Preghiera e il valore delle sue penitenze al mondo intero . In tal modo intendeva essere vicina ad ogni fratello , lenire ogni dolore , chiedere perdono per i peccati di tutti . Oggi Sant’Eustochia ci insegna la preziosità della consacrazione totale a Cristo , da amare con affetto sponsale , devoto , completo . Quando si aderisce a lui , si ama col suo stesso cuore , che ha una capacità infinita di Carità .
7. In questo giorno di festa , cari fratelli sorelle della comunità ecclesiale di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela , mi unisco alla vostra letizia e vi rivolgo con gioia queste parole piene di affetto pastorale . È cosa per me grata porgere , in primo luogo , il mio saluto ai signori Cardinali presenti , all’Arcivescovo della diocesi , Monsignor Ignazio Cannavò , che ringrazio per le cordiali parole , con le quali mi ha espresso , a nome proprio e di tutti , sentimenti di devozione, manifestando pure le attese ed i propositi di bene , presenti in ciascuno dei fedeli . Desidero salutare i confratelli nell’episcopato , i Sacerdoti , i Religiosi e le Religiose . In particolare , saluto cordialmente le Suore Clarisse del Secondo Ordine Francescano , di cui faceva parte colei , che ora è stata iscritta nell’Albo dei Santi . Porgo un deferente saluto a tutte le autorità civili e militari , che con preziosa collaborazione hanno facilitato questa mia venuta a Messina . Giunga , infine , il mio saluto a voi tutti , cari fratelli e sorelle , che siete intervenuti in così gran numero e con la vostra presenza festosa manifestate in modo semplice , ma autentico , la Comunione con la Chiesa , col Successore di Pietro , confermando così significativamente quanto ha detto il vostro Arcivescovo . Carissimi , mentre vi dico il mio compiacimento per il devoto affetto che avete per la vostra Santa , vi esorto ad essere come lei testimoni della luce , che illumina ogni uomo . Da secoli la invocate e onorate come Protettrice ; continuate ad imitarne la pietà Eucaristica ; come lei amate Maria santissima , la cui Devozione è ben radicata nella vostra terra , come egregiamente è attestato dalle numerose Chiese a lei dedicate in città e in diocesi - prima fra tutte la cattedrale , ove è Venerata sotto il titolo di " Madonna della Lettera " - e come dimostra anche l’alta colonna , che all’ingresso del porto reca la statua della Madre del Redentore . Miei cari , ricorrete sempre alla Vergine Santa ed Ella , oltre a favorire la vostra assimilazione a Gesù , vi insegnerà a compiere quanto è gradito a Dio , il quale consacra ciò che gli viene offerto , come questa celebrazione Eucaristica ricorda e compie
8. “ Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite , così anche voi se non rimanete in me ” (Gv 15, 4) . Ecco , oggi la Chiesa torna alla storia di uno di questi tralci , la cui vita si sintetizza pienamente in questo “ rimanere” in Cristo . “ Chi rimane in me e io in lui , fa molto frutto , perché senza di me non potete fare nulla ” (Gv 15, 5) . Ecco , la vostra nuova Santa “ messinese ” , Figlia della Sicilia , sembra ripetere attraverso i secoli e le generazioni questo invito di Cristo : “ Rimanete in me e io in voi ” (Gv 15, 4) . Questo invito di Cristo è stato riconfermato dalla testimonianza di Santa Eustochia , come , in antecedenza , lo fu dalla testimonianza della vita di tanti Santi di quest’isola , fin dai primi secoli del cristianesimo . Oggi , questo invito è rivolto dalla nuova Santa in particolare a voi Sacerdoti , a voi Religiosi e Religiose , che avete scelto la vita della piena consacrazione per servire con ogni energia all’edificazione del Corpo Mistico della Chiesa . Lo rivolge a voi sposi , perché la vostra famiglia sia nel mondo testimonianza della fedeltà amorosa del Creatore ; a voi lavoratori , che contribuite a portare elementi nuovi per una comune costruzione , ove il Signore possa a tutti dare pace e serenità . Invita anche voi , cari giovani , perché vi dedichiate alla conoscenza di Cristo , risposta vera ad ogni domanda e ad ogni attesa .
9. “ Rimanete in me e io in vo ” . “ In questo è Glorificato il Padre mio : che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli ” (Gv 15, 8) . La Chiesa , elevando alla Gloria degli Altari a nuova Santa , Glorifica Dio . “ La Gloria di Dio è che l’uomo viva ” (cf. S. Irenaei “Adv. Haer ” , IV, 20, 7: PG 7, 1037) che viva di quella pienezza di vita che è in Cristo : la Vite . Sì . L’uomo è chiamato alla Gloria in Cristo Crocifisso e Risorto . E, in questa esaltazione dell’uomo, riceve gloria il Padre. Poiché il Padre è “ il vignaiolo ” . . .

La santità dell’uomo - il frutto della coltura di Dio , la messe del Mistero Pasquale grazie al quale ogni cosa è instaurata in Cristo è la Gloria di Dio stesso .
Umile serva del tuo Maestro e Sposo , Santa Eustochia !
I tuoi concittadini e tutta la Chiesa gioiscono oggi della Gloria , che riceve Dio , Padre del Signore nostro Gesù Cristo , dal Frutto Maturo della tua Santità .



SEGUE


Tratto : www.ruggeriantonio.it/MESSINABEATAEUSTOCHIA.htm 



LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
                                    Terziario Francescano