La Venerata Madre
Agnese (Paolina)di Gesù
Carmelitana Scalza
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux
“La Canonizzazione di Teresa di Lisieux
e la nomina a Priora a vita di Madre Agnese”
Sua Eminenza il Cardinale Vico era venuto al Carmelo di Lisieux, in qualità di Legato Pontificio, per presiedere al Triduo in occasione delle feste della Beatificazione.
Sua Santità il Papa Pio XI, gli aveva affidata anche una missione più intima. La Comunità delle Carmelitane Scalze di Lisieux aveva fatto sapere al Santo Padre che era suo vivo desiderio mantenere come Priora del Carmelo la Madre Agnese di Gesù; Sua Santità, pur accondiscendendo, voleva che fossero rispettate le regole della prudenza.
A tal fine aveva pregato il Cardinale Vico di interrogare, in proposito, una per una le carmelitane di Lisieux. La Madre Agnese di Gesù, a cui la cosa era tenuta segreta, non sospettò nulla; del resto, il Cardinale Vico era così paternamente affezionato alle Carmelitane di Lisieux da sembrare naturale che egli volesse benedire ciascuna individualmente.
Al chiudersi dell'interrogatorio, un insolito sorriso illuminava i volti delle Carmelitane, senza tuttavia lasciarne indovinare il motivo.
Nel pomeriggio del 31 maggio 1923, l'eminente Porporato entrò solo nella clausura per riunire la Comunità monastica nella sala capitolare. E allora, rivolgendosi alla Madre Agnese di Gesù, le comunicò il mandato ricevuto e le consegnò il Rescritto che la elevava a Priora a Vita.
Appena l'eletta comprese di che si trattava, gli occhi le si riempirono di lacrime; umilmente genuflessa ai piedi del trono cardinalizio, con quella semplicità che le era abituale, accettò l'incarico come espressione della volontà di Dio e delle sue figlie carmelitane.
Il Cardinale sottolineò che l'eccezione era ben legittima, in favore di colei che aveva così bene diretto una Santa e che avrebbe perciò saputo formarne delle altre, e con un gesto di gioia tutta paterna, concluse:
“Questo ne è il sugello!”.
Se la Madre Agnese di Gesù si inchinò all'eccezionalità del motivo addotto, tuttavia, saggiamente, non si dispensò dal far riflettere su di una decisione in margine alle Costituzioni, le quali hanno in merito una prescrizione che le sembrava opportuna.
Nel 1924, una prova dolorosa si abbatté sul Carmelo di Lisieux. Suor Maria del Sacro Cuore (Maria Martin) ammalatasi di influenza perniciosa, poco mancò che morisse. Ma guarì e nessuna ombra venne più ad oscurare la gioia del 17 maggio 1925, giorno in cui Sua Santità Papa Pio XI innalzava alla gloria degli Altari Santa Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo.
Negli ambienti romani correva la voce di far venire alla Città Eterna le sorelle della Santa: Paolina (Agnese di Gesù), Celina (Genoveffa del Volto Santo), Maria del Sacro Cuore (Maria), Leonia (monaca Visitandina).
La loro umiltà si allarmò. Madre Agnese di Gesù ricorse al Cardinale Vico supplicandolo di intervenire per evitare loro il viaggio. Per meglio gustare una grazia così singolare, preferivano il silenzio del loro Carmelo e così anche per Leonia alla Visitazione.
In quel giorno solenne la Priora Madre Agnese rivolse alle sue figlie carmelitane elevate parole:
“Una di queste mattine, mi sono venute in mente, durante la Messa, quelle parole di Nostro Signore agli Apostoli, ancora tanto imperfetti:
Sì, care Consorelle...., è piaciuto a Lui di amarci in modo tutto particolare e ne abbiamo la prova oggi, che nel nostro Carmelo, una volta così umile e nascosto, splende ora tanta luce per l'umanità, zampilla una sorgente di grazie per tanti poveri cuori così assetati di pace e di verità.
Come corrisponderemo noi ai doni così grandi e gratuiti di Dio? Ebbene, ci ricorderemo come ha risposto alle sue misericordie la piccola grande Regina di questo giorno, quando ella, quaggiù, si riteneva la piccola umile serva del Signore. E, dopo aver considerato da vicino la sua umiltà profonda e vera, il suo amore così delicato, l'abbandono e la riconoscenza del suo cuore, e infine la fedeltà alla Carità fraterna, ci sforzeremo di praticare le medesime virtù, ripetendo sempre con lei, impotenti come siamo a rendere grazie a Dio e a ripagarlo di tanti benefici: <<Pagate voi stesso tutti i debiti>>. Solo così noi saremo assolte, perché solo così noi renderemo amore per amore”.
L'incorona una stella che scorgo brillar.
Nel Chiostro si intreccian festoni illuminati,
Che tripudio di luci! Mi sembra sognar..
D'un tratto tutto è avvolto da un fitto velo nero,
Ogni dove densa scende l'oscurità,
E l'alma nostra aspira al sol chiarore vero,
Alla luce che resta per l'Eternità>>.