La Venerata Madre
Agnese (Paolina)di Gesù
Carmelitana Scalza
La “piccola madre” di Santa Teresa di Lisieux
“L'eco nel mondo”
L'intelligenza pronta e accorta di Madre Agnese di Gesù, il suo spirito soprannaturale e quella semplicità avvincente che era la sua nota caratteristica, conquistavano chiunque l'avvicinasse. I più alti dignitari della Chiesa avevano per lei una stima mista di venerazione e di rispettoso affetto, tanto che qualcuno amava chiamarla la << Piccola Madre>>, nome divenuto già storico, ed ella ne godeva.
Un giorno un Prelato le disse:
“Madre, è stata Lei la guida, la Madre spirituale di Santa Teresa del Bambin Gesù?
No, Monsignore, s'affrettò ella a rispondere, non io ma lo Spirito Santo.
Madre, preghi per me, insistette l'illustre visitatore.
Oh, sì, molto volentieri, ma lo faccia anche lei, Monsignore, per me; domandi che io sia davvero dolce ed umile di cuore”.
Una conversazione con lei fu, per più di un'anima, una grazia di luce e di pace. Un pastore protestante, turbato dalla lettura della Storia di un'Anima, andò in pellegrinaggio a Lisieux; ma la grazia decisiva che ne determinò la conversazione, la dovette ad un breve colloquio avuto con Madre Agnese di Gesù. In seguito sarà sempre nelle lettere della sua <<piccola Madre>> che cercherà le direttive più sicure per la sua anima.
Non possiamo tacere un episodio commovente di un Prelato del Vaticano, futuro Cardinale, ammesso a visitare l'interno del Monastero di Lisieux. Nell'atto di congedarsi, sulla soglia della clausura, La Madre Priora si inginocchiò per chiederne la benedizione; si vide allora il Prelato inginocchiarsi dinanzi a lei, rifiutandosi di alzarsi se prima non avesse ricevuto la benedizione della <<piccola Madre>> della Santa.
Quante volte questo gesto si ripetè alla grata del parlatorio! Un gesto che del resto anche i contemporanei di Santa Teresa d'Avila ci hanno descritto ripetersi nella vita della grande riformatrice del Carmelo.
A Roma stessa, Madre Agnese di Gesù godeva stima e venerazione. Un sacerdote francese che la conosceva bene, di ritorno dalla Città Eterna, le scriveva:
Lei può ben dire di trovarsi in quel centro della cattolicità. Lei, che al di sopra di ogni cosa preferisce la solitudine del Carmelo, è davvero colà amata e venerata con il titolo di << piccola Madre>> di maestra della <<più grande Santa dei tempi moderni..>> ....Iddio si serve di Lei, perché Lei è la piccola Madre di Teresa, perché Lei vive la piccolezza, l'infanzia spirituale, con una originalità forte e avvincente”.
Il Santo Padre Pio XI moltiplicò verso di lei le prove della sua fiducia e della sua riconoscenza.
Ogni anno, le destinava uno dei grandi ceri istoriati che solennemente benediva il giorno della Candelora. In occasione della Canonizzazione le fece avere un suo ritratto ad olio. Per le nozze d'oro della Madre Agnese di Gesù, sotto un acquarello che lo raffigurava accanto alla statua di Teresa nei giardini vaticani, scrisse queste parole:
<<Absens corpore, praesens spiritu>> ex toto corde benedicens!
8 Maggio 1934 PIO XI. PP.
Il Sommo Pontefice si rivolgeva, talvolta, al Carmelo della sua Santa prediletta per raccomandare alle preghiere e ai sacrifici delle religiose intenzioni delicate e dolorose.
Nacquero così talune iniziative, condotte perfettamente a termine dalla <<diplomazia>> tanto semplice quanto soprannaturale della Priora di Lisieux, donde la gratitudine della Santa Sede. Un alto dignitario della Chiesa scriveva:
Ella fece della Carità, molta Carità ed un gran bene, ed un po' ovunque, come nel passato fecero certi grandi santi, anch'essi separati dal mondo.
I suoi successi le attiravano continuamente richieste perché intercedesse a favore di casi aggrovigliati e spinosi. Ebbe sempre la prudenza di agire solo in conoscenza di causa e dopo aver chiesto consiglio di persone autorevoli; se queste si mostravano contrarie, si rifiutava di prestare il suo aiuto.
Un riserbo così cauto e saggio non faceva che accrescere il suo ascendente e difatti in Vaticano godeva il miglior credito. Una sua parola di raccomandazione era la migliore commendatizia perché tutte le porte si aprissero.
Sua Santità Papa Pio XII ebbe per lei la medesima benevolenza: si degnò di indirizzarle una ventina di lettere autografe, ne incoraggiò lo zelo così sollecito a favore della Chiesa, bene augurando <<per tutte le cause che Ella e le sue figlie generosamente promuovono>>.
Papa Pio XII quando vedeva un pellegrino proveniente da Lisieux, con il più vivo interesse, domandava notizie della Madre Agnese di Gesù.
Superfluo l'aggiungere che i Vescovi succedutesi nella sede di Bayeux-Lisieux – e basti ricordare gli ultimi: il Cardinale Suhard e S.E. Monsignor Picaud – ebbero in lei una fiducia illimitata.
Omaggi, venerazioni e lodi non abbagliavano la <<piccola Madre>>, la quale passava in mezzo a tante grandezze come se non le vedesse, con il candido sorriso e la semplicità di un fanciullo, incurante degli onori con i quali si voleva circondare la sua fama. Vedendo però l'impossibilità di rispondere a tante suppliche che giornalmente salivano sino a lei, come all'avvocata più accreditata presso la sua piccola Teresa, la sera, prima di concedersi un po' di riposo, rivolgeva uno sguardo amoroso all'immagine del Santo Volto che le stava dinanzi e formulava la preghiera che già sappiamo esserle cara: <<Pagate Voi ogni debito>>.
Ci diceva: Ho la ferma speranza che questa sola invocazione soddisfi tutti i debiti che ho contratto con le mie promesse di preghiere agli uni e agli altri.
Alcune settimane prima di morire, a chi le ricordava i trionfi della sua piccola Teresa, che si rifrangevano su di lei, rispose: Oh, non hanno mai eccitata la mia vanità! Ed era tanto vero!
Man mano che il ritmo dei pellegrinaggi si faceva più intenso, ella dovette limitare i colloqui in parlatorio ai casi indispensabili; in portineria era un vero assalto: tutti avrebbero voluto parlare con le sorelle della Santa.
Per Madre Agnese di Gesù, fu onere la gloria di cui era circondata e l'esprimeva nel canto:
<<....peso è ogni gloria, fuor che la gloria Eterna>>.
Gloria che visse ammirevolmente con totale distacco, sino alla fine dei suoi giorni terreni.
La corrispondenza fu il mezzo da lei prediletto per seminare il bene e la fiducia nelle anime. Sapeva dire molto in poche righe, e con uno stile spontaneo, soprannaturale, delicato, da conquistare ed insieme confortare i cuori. Ebbe veramente il dono di scrivere lettere e con la medesima facilità si rivolgeva a persone importanti come alle più umili. Stralciamo qualche tratto della sua corrispondenza sparsa in tutto il mondo e della quale non possediamo che troppi pochi frammenti:
“Posso assicurarla che la mia santa Sorellina le vuol bene, scrive ad una persona di riguardo. Solo Ella ha fiducia in Lei come in me, sua povera piccola Madre e non si fa riguardo di fare un po' la sorda. Tuttavia, Ella ode, e come! I nostri piccoli sospiri, Lasciamola fare e crediamo nel suo aiuto di ogni istante; questo sarà il mezzo migliore per attirarci grazie nascoste”.
Vorrei rispondere ad ogni riga delle sue lettere, ma mi è impossibile; le faccio allora leggere alla mia santa Sorellina, incaricandola di rispondere a lungo. Ha tutto il tempo che vuole in Cielo, benché effettivamente lo trascorra sulla terra.
La guerra incalza con le sue ansie ed i suoi dolori:
Tutto ciò che passa ci invita a rivolgere lo sguardo al Cielo e a staccarci da quaggiù. In queste ore tristi, come ad ogni istante, troviamo la pace solo dicendo e ripetendo la domanda del Pater: <<Avvenga il Regno tuo>>. Difatti, tolto il Regno di Dio, tutto è vanità. Se questo Regno divino si realizza, si realizza anche il nostro Regno; ma sarà sempre vero per noi, come lo fu per Gesù, che il nostro Regno non è di questo mondo.
Si china sui più grandi dolori:
Il suo cuore materno è stato straziato e lo è ancora forse. Sì, ma sulla ferita il Signore lascia cadere un balsamo divino, la sua luce e la sua fiamma d'amore.
In un periodo nel quale ella stessa soffriva:
Le sue pene, con le mie, sono preziose, lo sento; esse tengono i nostri cuori sotto il torchio, ma per far loro spremere il balsamo della confidenza in Dio, che è l'amore vero; le ritroveremo in Cielo cambiate in pure delizie.
I sacerdoti erano per Madre Agnese, come lo furono per Teresa, la porzione eletta del suo apostolato. Il rispetto di cui li circondava, non le impediva di dar loro consigli e incoraggiamenti in tono autoritario.
Ad un'anima che le confessava le sue tentazioni, rispondeva:
Non si faccia crucci sulla malizia del diavolo: non può fare nulla contro di lei, ancorché abbia la potenza che lei dice. Preferisco ignorare la teologia per poter dire con Santa Teresa che non lo temo più che una mosca. Sapesse come lo trovo sciocco, il diavolo!
Il medesimo qualificativo sprezzante ritornava sulle sue labbra ogni qual volta parlava del demonio. Ed aggiungeva:
Quanto a me, preferisco non parlarne.
Tracciava il seguente programma ad un giovane religioso che le aveva aperto la sua anima:
Santificarsi è la cosa più semplice! Non c'è da fare altro che immolarsi istante per istante al buon Dio, pensare a Lui, non preoccuparsi di ciò che non ci riguarda: allora il Cielo scende nell'anima, appunto perché il vuoto che si è scavato in essa attira la pienezza di Dio.
La sua corrispondenza aveva ancora una qualità: una puntualità meravigliosa: non ammetteva che le risposte si facessero desiderare.
Se una delle sue figlie era costretta ad essere ricoverata per un certo tempo in una clinica, ella trovava il tempo per scriverle ogni giorno due righe materne, nelle quali traspariva la sua affettuosa comprensione; le narrava fattarelli che permettevano all'esilita di vivere la vita del monastero.
Riportiamo uno dei tanti biglietti:
“Ogni giorno chiedo avidamente sue notizie alla ruota; poi corro da Suor Maria del Sacro Cuore e da Suor Genoveffa e sapesse con quanta attenzione e con quanto affetto mi stanno a sentire. Se le vedesse! Poi ricomincio per la Comunità...”
….”Eccoci all'Avvento! E presto sarà Natale, e poco dopo...il Cielo! Perché la nostra vita è tanto breve, anche se la si prolunga con un'operazione. Oh, che belle operazioni di grazie Iddio fa nella sua anima, figliola mia! Lo ringrazi e Lo preghi di continuare”.
…..”
Le sono riconoscente per l'onore del Monastero. Ora la piccola Teresa staccherà la sua aureola per restituirgliela il giorno della vita Eterna, quando l'avrà davvero guadagnata con umiltà, la dolcezza e con tutte le altre virtù praticate nell'ombra...E qualora <<inciampasse>> più volte, non importa. Più inciamperà umilmente, più brilleranno le perle della sua corona.
Madre Agnese di Gesù, la “piccola madre di Santa Teresa di Lisieux, Editrice Ancora, 1956. A cura della Procura delle Missioni dei Carmelitani Scalzi – Roma.
Francesco di Santa Maria di Gesù