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lunedì 8 giugno 2015

LA SANTA DELL'EUCARISTIA GIULIANA FALCONIERI DELL'ORDINE DEI SERVI DI MARIA - PARTE PRIMA .

La Santa dell'Eucarestia 
Giuliana Falconieri 
dell'Ordine dei Servi di Maria 




Nella bella città dell'Arno a cui Carlo Magno aveva così felicemente imposto il nome di Fiorenzia – la città dei fiori – venne alla luce Santa Giuliana Falconieri in quel remoto secolo decimoterzo, che insieme al decimosecondo, noi amiamo chiamare l'età aurea della fede. 
Come afferma il padre Ledoux nella sua “Storia dei Sette Santi Fondatori” la più bella pagina della Chiesa di Cristo, fu scritta in quello spazio di tempo che abbraccia oltre duecento anni, cioè dal 1073 al 1303. La teoria della vita era allora intimamente cristiana e i risultati pratici, nonostante qualche ombra nel quadro generale, si potevano dire semplicemente meravigliosi. 
La fede regnava sovrana ed il mondo sotto il di lei materno dominio usufruiva di tutti i benefici influssi della più alta civiltà. 
In nessun periodo di tempo un numero così grande di mistici fiori olezzanti per rara santità, ha profumato il giardino della Sposa di Cristo, la Chiesa: nei più reconditi nascondigli, come alla luce dei centri più popolati della terra, in ogni stato della vita si potevano trovare anime generose, l'odore delle virtù delle quali ascendeva, qual dolce aroma, fino al Signore. 
Quando nacque la nostra Giuliana, Firenze chiudeva dentro la cinta delle sue mura circa 80.000 persone, numero che per se stesso la poneva tra le più importanti d'Italia. I suoi nobili erano in massima parte di origine toscana, ad essi seguivano i popolani, o ricchi borghesi, i quali si occupavano degli estesi suoi traffici mercantili. Sebbene oltre ogni dire immersa negli affari del mondo e in relazione di commercio con ogni parte dell'orbe, Firenze era essenzialmente una città religiosa. I suoi abitanti vivevano col cuore e con l'anima attaccati alla Chiesa; ne accettavano gli insegnamenti con quella semplicità di fede che fu un privilegio del Medio Evo; ubbidivano con sottomissione ai di Lei decreti ed avevano il massimo timore delle censure ecclesiastiche. 
Dopo il culto supremo dovuto a Dio, il principale oggetto di venerazione era per essi la Vergine Maria. Bastava nominare Maria, per destare nei Fiorentini un affetto tutto speciale. Di Lei parla il loro sommo poeta Dante Alighieri, quando nel Paradiso fa dire a San Bernardo: 
“Riguarda ormai nella faccia ch'a Cristo più assomiglia, chè la sua chiarezza sola ti può disporre a vedere Cristo” 
 (Paradiso, XXX – 84-86) 
In ogni parte della città si vedevano chiese, santuari e cappelle dedicate alla Madonna e sulla facciata di molte abitazioni private la sua statua occupava un onorata nicchia, dinanzi alla quale una piccola lampada rossa ardeva continuamente. 
La nostra santa apparteneva ad una delle più antiche e illustri famiglie di Firenze. Suo padre, Chiarissimo Falconieri, sebbene ricco e nobil uomo, conforme ai costumi di quei tempi, esercitava il mestiere di mercante in panni. 
Per mezzo di detto traffico egli era divenuto straordinariamente facoltoso, anzi, si dice che, avanzando negli anni, fu assalito da scrupolo di aver sorpassato il limite della stretta giustizia nel realizzare i suoi ingenti profitti. 
Fu per ciò, che pieno d'inquietudini, confidò i suoi timori al suo fratello Alessio, uno dei Sette Fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria. Questi lo persuase a ricorrere alla Santa Sede, onde ottenere la remissione di tutti quei falli, che, per avventura avesse potuto commettere contro la giustizia. Papa Urbano IV, che allora sedeva nella Cattedra di Pietro, gli concesse una dispensa plenaria, con permesso di erogare i denari, che giudicava di avere acquistato illecitamente, per la fabbrica della Santissima Annunziata, purché, tanto la dispensa quanto la ragione per cui fu concessa, venissero proclamate pubblicamente nella Cattedrale di Firenze. Il nobile e magnanimo Falconieri, non esitò un istante ad accettare l'apposita condizione, che, per un uomo meno umile e meno sincero, sarebbe sembrata intollerabile e più che sufficiente per dissuaderlo dal generoso atto. Così, in brevissimo tempo la chiesa della Santissima Annunziata, cominciò ad innalzare le sue maestose proporzioni a gloria di Dio e ad onore della sua Immacolata Madre. 


Fra i Santi si tien come massima che Iddio non si lascia vincere in generosità. Difatti nei disegni della sua benefica Provvidenza, si compiacque Dio di accordare al suo servo fedele un tesoro di gran lunga superiore alle ricchezze terrene, che il Falconieri aveva tanto generosamente prodigate per il decoro del suo santo tempio. Dinanzi alle ricchezze celesti, quelle terrene impallidiscono, come la luce di una candela dinanzi ai raggi del sole che splende sul mezzogiorno. 
Il Falconieri e la sua consorte Recordata, erano ormai avanzati in età e non avevano avuto alcun figlio. Innumerabili preghiere rivolgevano al Cielo per essere benedetti con figli, ma Dio sembrava sordo alla loro domanda. Fino a questo tempo perciò il palazzo dei Falconieri mai aveva risuonato dei piccoli passi e delle risa di un bimbo. Mentre però la chiesa della Santissima Annunziata andava innalzandosi, la Provvidenza volle conceder loro finalmente la desiderata consolazione e nel 1270 Recordata dette alla luce una bambina. 
Vi fu una gioia grande in quel giorno nella casa del nobile Falconieri, e la sera, mentre il sole scendeva dietro i mirabili colli di Fiesole sull'orizzonte in un cielo d'oro, illuminando coi suoi raggi le chiese e le torri di Firenze, il vecchio padre, come il Profeta Simeone, prese nelle sue braccia il tenero fiore, che era sbocciato a rallegrare i suoi ultimi anni e l'offerse a Dio. 

Prima Parte 
Tratto liberamente da: Maria Conrayville, La Santa dell'Eucarestia, Santa Giuliana dei Falconieri. Ed. L'Addolorata, Basilica SS.Annunziata, Firenze 1938. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano