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mercoledì 10 giugno 2015

LA SANTA DELL'EUCARISTIA GIULIANA FALCONIERI DELL'ORDINE DEI SERVI DI MARIA - PARTE SECONDA .

La Santa dell'Eucarestia 
Giuliana Falconieri 
dell'Ordine dei Servi di Maria 




Al fonte battesimale fu imposto, alla nostra Santa, il nome di Giuliana, e Sant'Alessio, suo zio, ne fu Padrino. Fin dalla culla incominciò a dar segni infallibili di quella santità, che doveva poi così meravigliosamente distinguerla. 
Si racconta che quando la sua balia rimuoveva le fasce, con cui allora si era soliti proteggere le tenere membra dei bambini, la piccola Giuliana giungeva le sue manine in atto di preghiera, e con un segno espressivo di profonda devozione ed amore, alzava gli occhi al cielo, a somiglianza di un cherubino che disceso dalle regioni della luce inaccessibile, avesse smarrita la via e fosse ramingo per qualche tempo in questa valle di lacrime. 
Di appena pochi mesi fu udita pronunziare spontaneamente e senza alcun suggerimento i santissimi nomi di Gesù e di Maria. I suoi genitori, allietati e sorpresi ad un tempo, ritennero questo fatto come indice certo che Iddio formava sulla loro figlioletta grandi ed eccezionali disegni e i loro cuori si riempirono di profonda gratitudine. 
Anche Giuliana, avanzando in età, come il divin Bambino di Betlemme, cresceva in sapienza e grazia. Si dilettava immensamente di sentir parlare di Dio e di cose sante, e sarebbe rimasta per lunghe ore sui ginocchi dello zio per ascoltare racconti sulle vite dei Santi e sulla loro beata magione. Qualche volta però si univa anche agli altri bambini della sua età e condizione e si manifestava un'ambita compagna di gioco; tale e tanta era la dolcezza ed affabilità con cui prendeva parte ad innocenti trastulli, che tutti la volevano per compagna e tutti grandemente la amavano. Il suo divertimento prediletto consisteva nel fare altarini ed adornarli dei più splendidi fiori. La si trovava spesso ginocchioni a pregare, o a cantare nella sua dolce e armoniosa voce di bambina qualche graziosa antica laude italiana alla Vergine Maria, che essa aveva probabilmente imparata dalla mamma o dalla nutrice. Qualche volta avrebbe dovuto lasciare questa occupazione nel suo più bello per andarsene a studiare o a ricamare, ma invece rimaneva più a lungo ai piedi del suo piccolo altare, provocando così qualche richiamo per parte della madre, che la voleva dai passatempi al lavoro. 
Giuliana ubbidiva all'istante con la massima dolcezza e docilità. In seguito, tanto la madre come la nutrice, affermarono che essa non le aveva mai disubbidite e nessun comando dato da loro dovettero ripeterlo una seconda volta. Accuratamente difesa da ogni contatto con il mondo esteriore, circondata da tutti quegli agi e comodità, che ricchezza e nobiltà combinate potevano dare, era cara ai suoi genitori come la pupilla dei propri occhi e formava l'idolo dell'intera famiglia Falconieri. I giorni della sua fanciullezza passarono come un sogno incantevole in una atmosfera di gioia e di amore, così che Giuliana entrò nella sua adolescenza, spoglia affatto e libera dalla più leggera traccia di vanità: la sua brillante e disinteressata natura, unita a un senso di squisita educazione, avvinceva ogni cuore e la rendeva oltremodo cara a chiunque aveva la sorte di avvicinarla. 
Era pure rimarchevole per la sua modestia e purità e il solo nome di peccato la faceva rabbrividire e tremare. 
Sant'Alessio, suo zio, non fu l'ultimo ad osservare lo svolgimento della grazia e i rari doni di cui essa appariva dotata. Egli pure, come i di lei parenti, dovette quasi istintivamente intuire che Iddio formasse su di essa speciali disegni, e quando la Provvidenza, causa la morte del padre, mentre era ancora giovinetta, attirò su di lui, come padrino e più prossimo parente, la responsabilità della sua vigilanza, Alessio comprese che su di sé si devolveva il compito di guidare questa privilegiatissima anima ai più alti sentieri della vita spirituale, per condurla a quella santità a cui Dio evidentemente la chiamava. 
Fu in vista di questo scopo che le sue visite alla famiglia Falconieri divennero più frequenti e, non occorre dirlo, esse formavano una sorgente di gioia la più grande per Giuliana. Un quadro degno di memoria il vederla seduta, sera per sera, ai piedi di Alessio, intenta a raccogliere le parole di celeste sapienza, che cadevano dalla labbra di lui. 


Ora non si tratteneva più a lungo in raccontarle graziose storie di Santi colle quali l'aveva rallegrata negli anni dell'infanzia, ma invece le parlava con grande trasporto della passione e dell'amore di Gesù Crocifisso, e di quanto ha sofferto per i peccati del genere umano. Le mostrava con vivo linguaggio la via reale della Croce, che tutti i veri amanti di Gesù e di Maria devono contemplare ed vivere in questa vita terrena. 
Di queste cose parlava il santo vecchio Alessio, ispirato da Dio, finché calde lacrime sgorgavano dagli occhi della sua piccola uditrice, e il di lei cuore, divampando di affetto per il caro Maestro che l'aveva tanto amata fino a morire per essa, si riempiva di un forte desiderio di seguirlo, ad esempio del suo santo zio, su quella medesima strada maestra che conduce al Regno di Cristo. 
Una delle pratiche di orazione dell'Ordine dei Servi di Maria è quella in onore dei Dolori di Maria Santissima. Sant'Alessio era particolare apostolo di questa preghiera e si adoperò per istillare nella sua nipotina i medesimi teneri sentimenti verso di essa. 
Forse per il Santo vegliardo il velo del futuro si era squarciato e già considerava in lei la futura Serva di Maria, che un giorno non solo sarebbe stata gloria e ornamento di quell'Ordine che tanto egli amava, ma ne sarebbe stata altresì potente patrona. 
Non appena Giuliana fu istruita a meditare i misteri della Passione e dei Dolori della Beata Vergine, si sforzò in ogni modo possibile per soffrire insieme a Maria. Incominciò col mettere da parte le migliori porzioni del suo cibo per darlo ai poveri; si asteneva dal vino, e se qualche volta veniva costretta a prenderlo per obbedienza, vi mescolava tanta quantità di acqua da renderlo senza alcun gusto. Sant'Alessio si meravigliava nel vedere la forza che Dio le concedeva in sì tenera età per praticare virtù così rare. Mentre questo era il suo principale scopo, tuttavia, per nutrire e sviluppare quelle stesse virtù, egli non trascurava affatto la coltivazione della sua mente. Si prese cura di farla istruire in tutti i rami di educazione che in quei tempi convenivano ad una giovane del suo rango. 
Giuliana era fornita di talenti e studiosa per natura, così che poté realizzare grandi progressi. Se noi mettiamo a contrasto le esigenze di educazione di una giovane dei nostri tempi con quelle di una sua pari del secolo decimoterzo o decimoquarto, troveremo che la sfarzosa compitezza della prima, perde molto in paragone con l'altra. 
Nel Medioevo una donna di alto rango, bene educata, poteva dire e capire in latino il Divino Ufficio; poteva leggere le opere dei Padri della Chiesa; la sua scienza relativa alle proprietà e qualità delle piante era fuor di questione, mentre la sua competenza nel curare gli ammalati era tale che feriti ed ammalati ponevano in lei la più grande fiducia e si assoggettavano alla sua cura senza alcuna esitazione. In una parola, al serio studio delle varie scienze, una donna compita del XIII e XIV secolo, aggiungeva un completo conoscimento di tutto ciò che poteva essere utile in ogni sfera di azione, domestica o di altro genere. 


Basilica Patriarcale di San Pietro
Santa Giuliana Falconieri

Seconda Parte 
Tratto liberamente da: Maria Conrayville, La Santa dell'Eucarestia, Santa Giuliana dei Falconieri. Ed. L'Addolorata, Basilica SS.Annunziata, Firenze 1938. 


LAUS  DEO

Pax et Bonum


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano