IL SACRO CUORE DI GESU'
A
ROSOLINI
La storia di due grandi tesori spirituali seminati da
Dio nel cuore di Rosolini:
il Santuario del Sacro Cuore di Gesù
e il Monastero
della Visitazione di Santa Maria
a cinquanta cinque anni dalla fondazione
DIO HA SCELTO CIO' CHE NEL MONDO E' DEBOLE
L'umile strumento
Ci accingiamo a ripercorrere attraverso le memorie e la memoria vivente delle testimonianze, la storia del Monastero della Visitazione di Rosolini, noto più comunemente quale Santuario del Sacro Cuore; una storia come un misterioso evolversi di eventi, in cui Dio la luce attraverso le ombre e conduce per mano i protagonisti per attuare un progetto che gli sta a cuore.
E' appunto il Sacro Cuore il vero e unico protagonista di questa storia; Egli si è scelto dei collaboratori tra i più piccoli e i deboli, secondo la Sua preferenza nota all'Apostolo San Paolo: Non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i forti.... perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio (I Cor 1,27-29).
Tra questi deboli, emerge la figura di una donna, Carmela Aprile, che avrà un ruolo fondamentale nell'attuazione di questa opera.
Carmela Aprile
Il 25 aprile 1878 nasce nella ridente località di Rosolini, da povera famiglia, Carmela Aprile.
Rimasta precocemente orfana del padre, patisce sofferenze fisiche e morali che segnano profondamente la sua adolescenza.
Nel 1896, a soli 18 anni, contrae nozze, continuando ad assaporare tristezze e difficoltà: la morte di un bimbo in tenerissima età, la povertà e la disoccupazione del marito costretto ad emigrare ad Alessandria d'Egitto, dove muore di polmonite nel 1904.
A questo lutto, segue la morte della madre e di un altro figlio: dolori sopra dolori, da togliere il fiato.
Secondo gli usi del tempo, soprattutto nei piccoli centri rurali, la vita della vedova ventiseienne doveva trascorrere chiusa nel ritiro domestico, avvolta e quasi sigillata in perenni gramaglie.
Alle vedove non era riconosciuto alcun ruolo sociale, perché dove non c'è uomo, non c'è nome, come recitava un amaro proverbio. L'unica occupazione compatibile con la sua sventura era quella di restare nell'ombra, accudire i familiari anziani, se ve ne erano, e frequentare la Messa mattutina, quella che veniva celebrata all'alba.
Se la vedova si trovava in condizioni economiche precarie, non aveva altre risorse che affidarsi alla generosità dei parenti, propri o del marito, ed eseguire piccoli lavoretti e servizi presso famiglie benestanti.
Ma Carmela non si uniforma a questo modello: da quando, all'età di 22 anni, ha ricevuto la Cresima, ha intrapreso una vita di soda pietà, sotto la paterna e dolce guida spirituale del Parroco Don Vincenzo Sgadari, sacerdote esemplare e di venerata memoria per la santità di vita.
La tempesta del dolore, quindi, non l'abbatte, ma fa maturare nel suo intimo frutti di rassegnazione e di amore alla Croce.
Non conosciamo i particolari, ma è certo che la sua devozione è forte, risoluta, generosa, se nel 1907 spende ben tre Lire – una discreta somma per quei tempi – per acquistare un'immagine del Sacro Cuore di Gesù particolarmente espressiva per la dolcezza e profondità dello sguardo, in cui il pittore ha concentrato tutto il suo talento.
Incorniciata e appesa sopra un altarino nella modestissima casa di Carmela, questa icona dell'Amore divino diviene oggetto di umili omaggi, depositaria di preghiere, sfoghi, aspirazioni, sorgente di consolazione; e poiché l'occhio di Dio si posa volentieri sull'umile, ed è disposto a concedere tutto ciò che gli viene chiesto con fede nel nome del Figlio suo, le grazie non tardano a scendere, come rugiada benefica, su tante anime tribolate.
Un fiume di Misericordia
Nell'intimità del proprio cuore, Carmela intanto si rende docile alle ispirazioni della grazia e accoglie con semplicità ciò che lo Spirito le fa intravedere:
Quì sorgerà un Santuario, un giardino, un Istituto....
Avverte, inoltre, dei segni esterni un po' misteriosi che la tengono in stato di vigile attesa.
Un giorno – era il 28 settembre 1909 (una felice coincidenza il cinquantesimo di fondazione del monastero con il centenario – 1909-2009 di questo avvenimento che ha ispirato l'opera di cui si rievoca la storia), durante una passeggiata in campagna con alcune amiche, ecco un vento impetuoso, un bagliore, e il disegno di un cuore apparire nitido sulla terra. Mentre le amiche che le sono accanto appaiono scosse da un timore reverenziale, Carmela raccoglie quel segno come una spinta a rinvigorire la propria devozione.
Questa data, in seguito, sarà ricordata con una solenne festa annuale, per commemorare l'intervento di Dio sui passi delle Sue creature.
Lo zelo e il confidente abbandono al Cuore divino della giovane vedova, si traducono in fecondo apostolato per impetrare grazie segnalate.
Carmela Aprile ha iniziato la sua missione, quale umile apostola del Sacro Cuore di Gesù; a lei ricorrono quanti attendono una grazia, un miracolo. Ed ella, ardita e confidente, addita quel Cuore fa cui la fede tutto ottiene.
Si racconta che nel 1910, durante un periodo di siccità cha aveva fatto prosciugare la cisterna, rimedio alla sete di tutto il quartiere, Carmela con la fiducia dei piccoli, cala nel fondo asciutto della cisterna una piccola immagine del Sacro Cuore, e subito l'acqua affluisce.
Nel 1914 il giovane Salvatore Azzaro, di 18 anni, affetto da tifo, meningite e polmonite, dato per spacciato dai medici, non esita ad attribuire la sua insperata guarigione al Sacro Cuore ( Questo documento, come gli altri di cui si farà menzione, sono conservati nell'Archivio del Monastero della Visitazione di Rosolini).
Perfino dall'America Latina, una signora, Maria Bravo Lopez, con espressioni poetiche, ringrazia il Sacro Cuore per aver salvato la vita del marito.
Da ora in poi, le richieste di preghiere, le suppliche e gli attestati di gratitudine si moltiplicano.
Il Parroco, Don Vincenzo Sgadari, segue con interesse e saggezza questa benefica e multiforme manifestazione dell'Amore Misericordioso, incoraggia la sistemazione di una prima cappellina, e ottiene da Vescovo di Noto, Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Vizzini, la facoltà di celebrarvi la Santa Messa e custodirvi il Santissimo Sacramento.
Continua
Fonte:
“Cinquant'anni di storia 1959-2009, Monastero della Visitazione di Santa Maria-Santuario Sacro Cuore di Gesù di Rosolini”, a cura della Federazione dei Monasteri della
Visitazione dell'Italia Centro-Sud. Giugno 2009.
LAUS DEO
Pax et Bonum
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano