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lunedì 13 gennaio 2014




IL ROSARIO 
NELLA VITA CRISTIANA 
di 
PADRE RAIMONDO SPIAZZI, O.P. 
8 gennaio 1918 - +24 ottobre 2002 
Parte Quinta 
Il Rosario: Scuola di vita spirituale 


Una << summula di spiritualità >>
Tutto l’itinerario della vita spirituale è descritto nel Rosario. Per il fatto stesso che esso presenta alla nostra meditazione i misteri della vita di Cristo e di Maria, è una scuola per la nostra vita. Essendo insieme una preghiera, ci serve per chiedere e ottenere da Dio, con la mediazione di Maria, l’aiuto necessario al compimento delle opere buone, mediante le quali raggiungiamo la santità e la salvezza. Specialmente le anime desiderose di una spiritualità più squisita e di un progresso continuo nella perfezione cristiana, , possono trovare nel Rosario la luce, la guida per il loro cammino. 
In esso vi è il compendio, quasi una piccola << summa >> della spiritualità cristiana: le anime sinceramente devote di Maria possono servirsene come di uno strumento per attuare una vita spirituale sempre più perfetta, in unione e ad imitazione di Maria: una spiritualità mariana, insomma, in cui il programma cristiano della vita spirituale viene svolto nella luce della Madre Celeste. 
Infatti, che cosa è la vita spirituale, e come vi si inserisce il Rosario? 
La Via dell’anima 
Per ogni animo Dio ha tracciato una via. Temperamento, educazione, circostanze, condizioni ambientali, influenze sociali, doni soprannaturali, grazie carismatiche, sono tutti elementi che concorrono, come strumenti di Dio, a svelare e a fissare quella via in ogni vita. E se mille sono le vite, mille, si può dire, sono le vie del Signore. Chi potrebbe enumerarle? Ma vi è un elemento sostanziale comune nella vita spirituale, pur nella molteplicità di tendenze e di esperienze: ed è l’orientamento, l’offerta, la conformazione dell’anima a Dio, con il conseguente distacco da ciò che non è lui, e la disciplina di tutte le energie che sono in noi perché non ci siano di ostacolo, ma di aiuto, nel cammino verso di lui. 
Si comincia con la << conversione >>: dal peccato alla grazia, o da uno stato di mediocrità e tiepidezza a un nuovo slancio di vita secondo la grazia. 
Si ha così il primo << incontro >> con Gesù, il rivelatore ed il mediatore di Dio. Poi ha inizio nell’anima la crescita della grazia, lo sviluppo della carità, la vita di consacrazione e di amore. E’ tutto il dinamismo del << progresso >> spirituale, che deve essere incessante, se si vuole conservare la vita, perché vivere è muoversi e progredire. 
E poiché non vi è progresso senza sforzo, e non vi è amore senza sacrificio, come << prova >> della sincerità della conversione e dell’adesione a Dio, come cooperazione dell’anima all’azione che Dio va svolgendo in essa per perfezionarla. Si giunge così, attraverso molte tappe, alla << unione >>, alla vita di intimità con Dio, inizialmente sulla terra, in modo perfetto in Cielo. 
L’anima allora è immersa con Cristo in Dio; non è più che uno spirito solo con lui; a un certo punto, sulle altezze del 
<< matrimonio mistico >>, gode abitualmente della sua presenza, non pensa, non sente, non vive, non respira altro che Lui. Questo è l’itinerario comune a tutte le anime che vogliono la vita spirituale. Questo è il triplice stadio del cammino da compiere per giungere a Dio. Ma che cosa fare, come comportarci nella nostra corrispondenza all’azione di Dio? 
Chi ci ha creato senza nostro intervento, non ci salverà senza la nostra cooperazione. 
E’ necessario operare. Che cosa dunque si deve fare? 
La grande risposta ce l’ha data il Cristianesimo, noi non possiamo sbagliare. 
La nostra << Via >> è Gesù. Tutta la nostra opera consisterà in questo: << imitare Gesù >>. 
Proprio per questo egli è venuto sulla terra: per aprirci la via di Dio, per mezzo della redenzione e del suo insegnamento. Noi sappiamo quello che dobbiamo fare: una cosa semplicissima: << seguirlo >>. Seguire Gesù, imitare Gesù, significa riprodurre in noi i suoi misteri, ossia i fatti della sua vita, adorandone e assaporandone l’intimo valore. Solo così rispondiamo al disegno eterno di Dio che chiamandoci a sé ci predestinava ad essere conformi all’immagine del suo Figliolo (Rom. 8,29), a prendere la fisionomia di Gesù. Solo così noi ci lasciamo compenetrare in tutte le nostre azioni, in tutte le zone del nostro essere, da quella forza divina che Gesù stesso ci comunica come partecipazione della sua vita: la Grazia. 
L’ascetica è dunque lo sforzo di configurazione a Gesù; la mistica è la contemplazione amorosa dei misteri a cui l’anima è in certa misura conformata, e attraverso la configurazione e la contemplazione di Gesù, fa giungere all’unione luminosa e sapida con Dio. Ma c’è una via facile per giungere a Gesù, un metodo semplice per riprodurre in noi i suoi misteri? 
Sì, è l’Imitazione di Maria. Maria è l’immagine più perfetta di Gesù, e insieme ci è tanto vicina. Essa è completamente della nostra stirpe, ed è nostra madre spirituale. Ci è così facile e soave imitarla. E questo è anche il disegno di Dio. 
Pertanto, il segreto della vita spirituale è questo: imitare Gesù imitando Maria, per giungere all’unione intima con Dio. Riprodurre in noi i misteri di Gesù e di Maria, che diventano perciò anche i misteri della nostra anima. Orbene un compendio, un metodo facile, una << scuola >> della vita spirituale intesa così, è il Rosario. 
Il dinamismo spirituale del Rosario 
Il Rosario non è una lunga cantilena, una ripetizione meccanica di parole senza vita, tanto meno una gara di rincorso nella preghiera. Non è neppure un semplice insieme di preghiere vocali – Pater, Ave e Gloria – dette con l’unico scopo di assolvere i doveri religiosi o di ottenere grazie. 
Il Rosario è soprattutto un compendio della vita di Gesù e di Maria: una presentazione e una contemplazione dei loro misteri, che provoca nell’anima uno sforzo per riprodurre in sé quei misteri, configurandosi misticamente a Gesù e a Maria. E’ dunque pascolo di contemplazione e forza d’azione, scuola di vita ascetica e di vita mistica, sinfonia di preghiera che accompagna dolcemente l’elevazione dell’anima contemplante, punto di incontro con l’anima di Cristo e con l’anima di Maria. 
Il Rosario non può non essere vivente e operante, come la contemplazione non può non aprirsi in azione, come il Verbo divino procedente dal Padre nell’atto della contemplazione eterna, non solo procede ma anche spira l’Amore ( Cfr. San Tommaso d’Aquino, S.Th., q.43,a.5,ad2; II-II,q.182,a.2; a.4,ad 2). 
Non perché sia una ripetizione di preghiera, ma perché è una scuola di contemplazione e di vita cristiana, la Madonna con tanta insistenza nelle sue apparizioni e nei suoi messaggi lo raccomanda alle anime. Per questa stessa ragione lo additano i Pontefici al popolo cristiano. Non che debba trascurarsi la preghiera vocale: anche questa ha la sua importanza. La ripetizione delle invocazioni al Padre Celeste, alla Madonna, alla Santissima Trinità, è come un battere continuo alla porta del Cielo per avere protezione e benedizione. Anche la preghiera di domanda è un bisogno e un dovere. Il Rosario è un buon mezzo per soddisfare questo dovere. Soprattutto, esso ci permette di entrare in un dolce colloquio d’amore con la Madre, cui rivolgiamo con insistenza le dolci parole: Ave Maria, Salve Regina! Ma la adorazione, la lode, la contemplazione piacciono molto di più al Signore e a Maria, sono una forma più elevata e ricca di vita spirituale e di preghiera. 
Nel Rosario, come nella Liturgia, devono avere il posto principale. Pertanto nel Rosario noi contempliamo i misteri della santa umanità di Cristo e di Maria. Misteri di Gaudio, di Dolore, di Gloria: sono le varie fasi della vita di Gesù e di Maria, da Nazareth a Betlemme, al Calvario, al Cielo. Sono soste dell’anima a contatto con Gesù e con Maria. Sono dolci effusioni del cuore acceso di amore per quei Cuori che hanno tanto amato gli uomini. Ma mediante l’umanità di Gesù, noi penetriamo più profondamente nel suo mistero divino. Noi tocchiamo e contempliamo la sua divinità, nella sussistenza eterna della Trinità, dal cui seno il Verbo discende per farsi uomo senza cessare di essere Dio, e dove noi siamo chiamati a pervenire un giorno attraverso la nostra inserzione nel corpo mistico del Dio-Uomo, per partecipare noi pure alla gioia senza fine dell’eterna contemplazione e dell’eterno amore. L’anima frattanto pregusta questa gioia dell’unione con Dio raggiunta per mezzo di Maria e di Gesù. Attratta nel vortice dell’amore divino, essa vuol rendersi più degna di Dio, sempre più simile a Maria e a Gesù. Ed ecco che vuole passare all’azione, e in ogni campo e in ogni ora della sua vita vuole vivere come Maria e Gesù, pensare, amare, comportarsi come Maria e Gesù. Allora, dalla contemplazione dei misteri passa alla loro riproduzione in sé, nella sua vita. Passa alla imitazione di Maria e di Gesù. Questo in mille circostanze della vita, in ogni ora in cui nella contemplazione si è scoperto un aspetto nuovo, si è vista brillare una luce nuova del volto di Dio. Ma si può dire che anche l’itinerario di tutta la vita spirituale è indicato dal Rosario, che ne svolge il cammino e ne segna le tappe. Il Rosario apre all’anima la via di Dio, e su questa via la conduce fino al raggiungimento e alla mistica unione con lui. 

Segue  

FONTE: PADRE RAIMONDO SPIAZZI, O.P., Il Rosario nella vita cristiana, Istituto Padano di Arti Grafiche-Rovigo, 1978. 




LAUS  DEO 

Pax et Bonum 


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano