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giovedì 23 gennaio 2014

IL ROSARIO NELLA VITA CRISTIANA DI PADRE RAIMONDO SPIAZZI, O. P. - PARTE DECIMA .



IL ROSARIO 
NELLA VITA CRISTIANA 
di 
PADRE RAIMONDO SPIAZZI, O.P. 
8 gennaio 1918 - +24 ottobre 2002 
Parte Decima 
 I MISTERI DOLOROSI 
 IL TEMPO DEL SACRIFICIO 

Quarto Mistero Doloroso. Il sacrificio del Cuore. 
La Croce della solitudine. 
Condannato dalle autorità religiose della Sua patria e, dietro loro istigazione, da quelle politiche che ne avevano la dominazione, Gesù si avvia al Calvario, circondato da soldati romani, da nemici giudei, da qualche curioso, da qualche fanatico, forse da qualche amico silenzioso e nascosto, il quale però, nella esiguità del suo coraggio e nella scarsezza del suo amore, non dà certo a Gesù la prova della sua fedeltà e la testimonianza della sua presenza. Gesù è l’Uomo-Dio che se ne va, solo, portando sulle spalle una Croce di legno ma in cuore una croce ancora più pesante: quella della solitudine, che egli abbraccia con grandezza di amore, per espiare il nostro attaccamento alle cose, la nostra servitù alle creature che amiamo, la nostra idolatria per le realtà terrestri e i valori umani, che, certo hanno una loro ragion d’essere, una loro bontà, una loro importanza nella vita, ma che spesso si sovrappongono a realtà e a valori più alti e diventano i supremi criteri secondo i quali si giudica e si agisce: per esempio la patria, la famiglia, gli amici, il piccolo mondo di cose care che ognuno costruisce intorno a sé giorno per giorno e che sembra costituire addirittura una parte della sua stessa persona, o un fondo nel quale è saldamente radicata la sua vita, tanto che non vede come se ne possa distaccare. Gesù espia il nostro eccessivo attaccamento, la nostra peccaminosa radicazione nel mondo, e soffre i dolori di un distacco per lui anche più atroce, perché imposto da ragioni di spiritualità, a lui che non conosce peccato né attaccamento a cose che possono essere occasioni di peccato, ma determinato da un insieme di fattori che dicono ciò che di peggiore cova nel seno dell’umanità che Egli è venuto a salvare. Solo una presenza sente Gesù: quella di Sua Madre. Su qualche strada secondaria, o forse mescolata tra la gente dello stesso corteo che lo accompagna al patibolo, Maria c’è e va con Gesù verso il Calvario. Accanto alla Croce assiste silenziosa nella sua agonia, agonizzando in cuore con Lui. Ma Gesù sa tutto il dolore di quel cuore di madre, sa che cosa significhi per Maria essere stata chiamata alla terribile missione di madre dell’Uomo-Dio redentore. Se il suo dolore si riversa nel cuore di sua madre, si direbbe che esso ritorna ingrandito a Lui, che soffre, a sua volta, anche il dolore dell’anima di Maria, trafitta dalla spada.
Quinto Mistero Doloroso. La consumazione del sacrificio. 
L’Offerta totale.
Lo spirito della Croce è quello della totale offerta e immolazione di Sé, come Ostia d’amore che giunge alla consumazione, sicché si possa dire, dell’anima che si è consacrata al Signore, come di Antonietta de Geuset, <<Consummata>>. Allora l’anima entra intimamente e vitalmente nel mistero del << Consummatum est>> di Gesù. La consumazione è nella logica del sacrificio. Le vittime immolate, negli antichi riti, erano consumate dai sacerdoti e dai fedeli. Specialmente nell’olocausto era rappresentata in modo più evidente questa necessità di consumazione, perché la vittima veniva distrutta con il fuoco. Qualche volta, anzi, il fuoco consumatore discese dal cielo, come manifestazione di una divina esigenza di offerta totale da parte dell’uomo. L’intimo concetto animatore del sacrificio dev’essere dunque la consumazione. Tale era il motivo di tutta la vita di Gesù, cui si ispirava con ardente slancio dell’anima anche Maria: il misterioso <<battesimo>> con cui doveva essere battezzato nel versamento del Suo sangue, perché compisse così pienamente la volontà del Padre. E la consumazione nella vita di Gesù Cristo fu, come conclusione della Sua Passione: la morte in Croce. Non solo Santa Caterina de’Ricci, ma anche San Tommaso d’Aquino si rifugiava nella contemplazione della Croce, con ardore mistico: 
Crux mihi certa salus. 
Crux est quam semper adoro. 
Crux Domini mecum. 
Crux mihi refugium. 
<<La Croce è la mia certezza di salute. E la Croce che io sempre adoro. La Croce del Signore con me. La Croce mio rifugio>>.

Fonte tratta liberamente da: PADRE RAIMONDO SPIAZZI, O.P., Il Rosario nella vita cristiana, Istituto Padano di Arti Grafiche-Rovigo, 1978 





LAUS  DEO 

Pax et Bonum 


Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano